domenica 18 giugno 2023

La Politica Internazionale dei Governi Berlusconi

 

Certi credono che la carriera di Berlusconi sia terminata per via delle sue attività svolte nel tempo libero. Ebbene è chiaro che non vi rendete conto di come vive la classe dirigente. Non c’è bisogno di avere i miliardi di euro, da 4 a7 nel caso di Berlusconi, per frequentare belle ragazze e fare i party hot in casa. E’ una cosa che fanno tutti. Spesso anche chi ha solo qualche milione di euro fa anche di peggio. Perché in fondo le prostitute hanno dei prezzi bassi. E con 20-30.000 euro puoi organizzare tutti i festini che vuoi. E se non credete a  me chiedete al ricco del paese o del palazzo che sicuramente fa anche di peggio.

La fine politica di Berlusconi deve invece essere considerata politicamente e non dal punto di vista del gossip, che al massimo lo ha reso più simpatico a molti italiani. Infatti è politicamente che Berlusconi ha perso la sua battaglia. Il successo di Berlusconi viene dal fatto di essere inserito in una triplice dimensione politica: occidentale anti-comunista, cattolica e vicina agli ebrei, a favore del libero mercato. Tale condizione lo collocava a pieno titolo nel contesto europeo, occidentale, anglosassone ed atlantico. Facendogli acquisire un significato politico che probabilmente non avrebbe mai neanche voluto ovvero mettendolo addirittura nell’eredità degasperiana, della democrazia cristiana, dei grandi politici del dopoguerra.

Ad un certo punto della sua carriera egli ha perso almeno due di questi elementi ovvero la vicinanza agli ebrei e la contrapposizione con il comunismo. Infatti la sua amicizia con Gheddafi e con Putin lo hanno allontanato dall’occidente e hanno gettato dei sospetti anche sulla sua amicizia con gli ebrei. Gheddafi infatti è stato fautore di una idea politica di islam che ad un certo punto è sembrata addirittura egemone. E Putin, forse Berlusconi non lo sapeva, si è formato nel KGB che non era esattamente una sezione del partito repubblicano statunitense.

Sono queste le motivazioni che lo hanno portato dal punto di vista della politica internazionale ad allontanarsi da chi magari lo guardava con interesse ed amicizia: gli USA, UK, la Francia e Israele. Ovvero da quei paesi e da quei gruppi di interesse che sono essenziali alla sopravvivenza dell’Italia. Ecco perché nonostante il successo Berlusconiano alle votazioni, e nonostante egli abbia anche piegato lo Stato in parte ai suoi interessi personali, aziendali e familiari, il suo ruolo a livello internazionale ha iniziato ad offuscarsi sempre di più. E la questione è iniziata a diventare evidente anche dal punto di vista dei suoi interessi economici con la crescita dell’azionariato di Vivendi nella sua azienda.

Inoltre il suo rapporto con il presidente Obama ed il sospetto che le sue amicizie pericolose avevano gettato sulla sua credibilità lo hanno definitivamente relegato al di fuori dell’azione politica.

La lezione politica che la destra dovrebbe imparare da Berlusconi è che occorre che l’Italia trovi il proprio interesse “particulare” all’interno del contesto occidentale, nell’ambito delle alleanze storicamente determinate che hanno dato un senso al destino del paese Italia, senza superare gli alleati negli scenari internazionali di rischio come nel caso di Libia e Russia.

Certo, la destra per prendere voti ha bisogno di dire agli italiani che gli italiani sono autonomi, indipendenti, al centro del mondo. Però non deve crederci. Perché se poi i politici italiani credono davvero di poter agire al di fuori del contesto occidentale atlantico, ebbene finiscono per perdere tutto o molto di quello che pure faticosamente hanno costruito.

Berlusconi ha lottato contro forze internazionali assai più forti di lui e ha rischiato anche l’attacco alle aziende. E’ stato in questo un vero politico aggressivo. Però per quanto apprezzabile dal punto di vista del coraggio personale, occorre che i politici non cambino gli assetti di lungo periodo del paese Italia, sia per la loro sicurezza personale che per il benessere della popolazione che hanno deciso di servire.

L’eredità politica di Berlusconi è sterminata. Egli ha fatto quasi tutto quello che una persona di centro-destra avrebbe potuto fare. Però ricordino i destrorsi anche le criticità. Per evitare che simili condizioni gravi per il paese vengano riproposte indebolendo il ruolo dell’Italia nelle istituzioni internazionali.

Rimane il rispetto doveroso e necessario, ed anche l’ammirazione, per chi ha avuto ruoli così importanti nelle istituzioni e nel determinare il carattere degli italiani.

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