Certi credono che la
carriera di Berlusconi sia terminata per via delle sue attività svolte nel
tempo libero. Ebbene è chiaro che non vi rendete conto di come vive la classe
dirigente. Non c’è bisogno di avere i miliardi di euro, da 4 a7 nel caso di Berlusconi,
per frequentare belle ragazze e fare i party hot in casa. E’ una cosa che fanno
tutti. Spesso anche chi ha solo qualche milione di euro fa anche di peggio. Perché
in fondo le prostitute hanno dei prezzi bassi. E con 20-30.000 euro puoi
organizzare tutti i festini che vuoi. E se non credete a me chiedete al ricco del paese o del palazzo
che sicuramente fa anche di peggio.
La fine politica di Berlusconi
deve invece essere considerata politicamente e non dal punto di vista del
gossip, che al massimo lo ha reso più simpatico a molti italiani. Infatti è
politicamente che Berlusconi ha perso la sua battaglia. Il successo di
Berlusconi viene dal fatto di essere inserito in una triplice dimensione
politica: occidentale anti-comunista, cattolica e vicina agli ebrei, a favore
del libero mercato. Tale condizione lo collocava a pieno titolo nel contesto
europeo, occidentale, anglosassone ed atlantico. Facendogli acquisire un
significato politico che probabilmente non avrebbe mai neanche voluto ovvero
mettendolo addirittura nell’eredità degasperiana, della democrazia cristiana,
dei grandi politici del dopoguerra.
Ad un certo punto della
sua carriera egli ha perso almeno due di questi elementi ovvero la vicinanza agli
ebrei e la contrapposizione con il comunismo. Infatti la sua amicizia con Gheddafi
e con Putin lo hanno allontanato dall’occidente e hanno gettato dei sospetti
anche sulla sua amicizia con gli ebrei. Gheddafi infatti è stato fautore di una
idea politica di islam che ad un certo punto è sembrata addirittura egemone. E
Putin, forse Berlusconi non lo sapeva, si è formato nel KGB che non era esattamente
una sezione del partito repubblicano statunitense.
Sono queste le motivazioni
che lo hanno portato dal punto di vista della politica internazionale ad
allontanarsi da chi magari lo guardava con interesse ed amicizia: gli USA, UK,
la Francia e Israele. Ovvero da quei paesi e da quei gruppi di interesse che
sono essenziali alla sopravvivenza dell’Italia. Ecco perché nonostante il
successo Berlusconiano alle votazioni, e nonostante egli abbia anche piegato lo
Stato in parte ai suoi interessi personali, aziendali e familiari, il suo ruolo
a livello internazionale ha iniziato ad offuscarsi sempre di più. E la
questione è iniziata a diventare evidente anche dal punto di vista dei suoi
interessi economici con la crescita dell’azionariato di Vivendi nella sua
azienda.
Inoltre il suo rapporto
con il presidente Obama ed il sospetto che le sue amicizie pericolose avevano
gettato sulla sua credibilità lo hanno definitivamente relegato al di fuori
dell’azione politica.
La lezione politica che
la destra dovrebbe imparare da Berlusconi è che occorre che l’Italia trovi il
proprio interesse “particulare” all’interno del contesto occidentale, nell’ambito
delle alleanze storicamente determinate che hanno dato un senso al destino del
paese Italia, senza superare gli alleati negli scenari internazionali di
rischio come nel caso di Libia e Russia.
Certo, la destra per prendere
voti ha bisogno di dire agli italiani che gli italiani sono autonomi,
indipendenti, al centro del mondo. Però non deve crederci. Perché se poi i
politici italiani credono davvero di poter agire al di fuori del contesto occidentale
atlantico, ebbene finiscono per perdere tutto o molto di quello che pure
faticosamente hanno costruito.
Berlusconi ha lottato
contro forze internazionali assai più forti di lui e ha rischiato anche l’attacco
alle aziende. E’ stato in questo un vero politico aggressivo. Però per quanto
apprezzabile dal punto di vista del coraggio personale, occorre che i politici non
cambino gli assetti di lungo periodo del paese Italia, sia per la loro
sicurezza personale che per il benessere della popolazione che hanno deciso di
servire.
L’eredità politica di
Berlusconi è sterminata. Egli ha fatto quasi tutto quello che una persona di
centro-destra avrebbe potuto fare. Però ricordino i destrorsi anche le
criticità. Per evitare che simili condizioni gravi per il paese vengano riproposte
indebolendo il ruolo dell’Italia nelle istituzioni internazionali.
Rimane il rispetto
doveroso e necessario, ed anche l’ammirazione, per chi ha avuto ruoli così
importanti nelle istituzioni e nel determinare il carattere degli italiani.
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