Passa ai contenuti principali

Il Tasso di Mancata Partecipazione al Lavoro nelle Regioni Italiane

 

È diminuito in media del 17,34% tra il 2018 ed il 2022

 

L’Istat calcola il valore del tasso di mancata partecipazione lavoro. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro è il rapporto tra la somma di disoccupati e inattivi “disponibili” (persone che non hanno cercato lavoro nelle ultime 4 settimane ma sono disponibili a lavorare), e la somma di forze lavoro (insieme di occupati e disoccupati) e inattivi “disponibili”, riferito alla popolazione tra 15 e 74 anni. I dati sono disponibili tra il 2018 ed il 2022 nelle regioni e macro-regioni italiane.

Ranking delle regioni italiane per valore del tasso di mancata partecipazione al lavoro nel 2022. La Sicilia è al primo posto per valore del tasso di mancata partecipazione al lavoro nel 2022 con un valore pari a 35,3, seguita dalla Campania con un valore pari a 33,3 e dalla Calabria con un valore pari a 33 unità. A metà classifica vi sono il Lazio con un valore di 14,5 unità, seguito dall’Umbria con un valore di 12,2 unità e dalla Liguria con un valore di 11,2 unità. Chiudono la classifica la Lombardia con un valore pari a 8,5 unità, seguita dal Veneto con un valore di 7,8 unità e dal Trentino Alto Adige con un valore di 5,9 unità. Chiudono la classifica la Lombardia con un valore di 8,5 unità, seguita dal Veneto con un valore di 7,8 unità e dal Trentino Alto Adige con un valore di 5,9 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale del tasso di mancata partecipazione al lavoro tra il 2018 ed il 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore della variazione percentuale del tasso di mancata partecipazione al lavoro tra il 2018 ed il 2022 con un valore pari a -9,23% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,50 unità fino ad un valore di 5,90 unità. Segue la Campania con una variazione da un ammontare di 37,50 unità fino ad un valore di 33,30 unità ovvero pari ad una variazione di -11,20%. L’Emilia Romagna è al terzo posto con una variazione da un ammontare di 10,00 unità fino a 8,80 unità ovvero pari a -12,00%. A metà classifica troviamo la Sardegna con una variazione da 27,90 unità fino a 23,10 unità ovvero pari ad una variazione di -17,20%. Seguono l’Umbria con una variazione da un ammontare di 14,80 unità fino ad un valore di 12,20 unità equivalente ad un valore di -17,57% e la Puglia con un valore da 30,90 unità fino ad un valore di 25,40 unità ovvero pari ad una variazione di -17,80%. Chiudono la classifica le Marche con una variazione da un ammontare di 13,80 unità fino a 10,30 unità ovvero pari ad una variazione di -25,36%, seguita dalla Liguria con un valore pari a -26,80% corrispondente ad una riduzione da 15,30 unità fino a 11,20 unità e dal Veneto con un valore pari a -27,10% pari ad una variazione da 10,70 unità fino a 7,80 unità. In media tra il 2018 ed il 2022 il valore del tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro è diminuito di -17,34%.

Il tasso di mancata partecipazione al lavoro nelle macro-regioni italiane tra il 2018 ed il 2022. Il valore del tasso di mancata partecipazione al lavoro nelle macro-regioni italiane tra il 2018 ed il 2022 è passato da un ammontare di 37,2 unità fino ad un valore di 32,1 unità ovvero pari ad un ammontare di -5,10 unità corrispondente a -13,71%. Il valore del tasso di mancata partecipazione nel Mezzogiorno è passato da un ammontare di 34,7 unità fino ad un valore di 29,8 unità ovvero pari ad una variazione di -4,90 unità corrispondente a -14,12%. Il tasso di mancata partecipazione nel Sud Italia è diminuito da un ammontare di 33,5 unità fino ad un valore di 28,7 unità ovvero pari ad una variazione di -4,80 unità pari a -14,33%. Il tasso di mancata partecipazione nel Centro Italia è diminuito da un valore di 15,7 unità fino ad un valore di 12,4 unità ovvero pari a -21,02%. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro nel Nord-Ovest è diminuito da 11,6 unità fino a 9,3 unità ovvero pari ad una riduzione di -2,30 unità pari a -19,83%. Il tasso di mancata partecipazione nel Nord Italia è diminuito da un ammontare di 11 unità fino ad un valore di 8,8 unità ovvero pari ad un ammontare di -2,20 unità pari a -20,00%. Il tasso di mancata partecipazione nel Nord-Est è passato da un ammontare di 10,1 unità fino a 8,1 unità ovvero pari ad un ammontare di -2,00 unità pari a -19,80%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mostrano la presenza di tre clusters:

  • ·       Cluster 1: Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Trentino Alto Adige, Liguria, Lazio, Abruzzo;
  • ·       Cluster 2: Calabria, Campania, Sicilia;
  • ·       Cluster 3: Sardegna, Basilicata, Molise, Puglia.

Dal punto di vista dell’ordinamento dei clusters notiamo il seguente orientamento: C2>C3>C1. Ovvero le regioni meridionali guidano le regioni italiane per valore del tasso di mancata partecipazione al lavoro. Tuttavia anche all’interno delle regioni meridionali vi sono delle significative differenze con la Calabria, la Campania e la Sicilia che hanno valori più elevati rispetto alla Sardegna, alla Basilicata, al Molise ed alla Puglia. L’Abruzzo è l’unica regione del Sud Italia che fa parte del cluster 1 ovvero del cluster più virtuoso in termini di mancata partecipazione al lavoro. Ne deriva pertanto una netta contrapposizione tra regioni meridionali e le regioni del Centro-Nord.

Conclusioni. Il valore del tasso di mancata partecipazione nelle regioni italiane è significativamente diminuito in tutte le regioni e le macro-regioni italiane. In media, considerando le regioni il tasso di mancata partecipazione al lavoro è diminuito del 17, 34%. Tuttavia, è necessario considerare che esistono differenze rilevanti tra Nord, Centro e Sud Italia. Infatti il tasso di mancata partecipazione al lavoro è diminuito velocemente nel Centro Italia tra il 2018 ed il 2022 con un valore pari a -21,02%, ed anche nel Nord con -20,00%, mentre nel Mezzogiorno è diminuito solo del 14,12%. Inoltre considerati in valore assoluto il valore del tasso di mancata partecipazione nel Mezzogiorno rilevato nel 2022 è pari al 240% del medesimo valore rilevato nel Centro e pari a 338% del valore del Nord Italia. I mercati del lavoro locali, regionali, interregionali e macro-regionali sono caratterizzati da rilevanti diseguaglianze ed inefficienze che impediscono, soprattutto alla popolazione meridionale, di poter accedere ad una partecipazione al mercato del lavoro più ampia e con maggiori possibilità di connettere il lavoro al reddito ed al miglioramento complessivo della vita individuale e collettiva.















Commenti

Post popolari in questo blog

Trend globali nella produzione di nuovi medici

  Il lungo arco temporale compreso tra il 1980 e il 2023 offre uno sguardo ricco di dettagli sull’evoluzione della formazione dei medici in numerosi paesi, misurata in laureati in medicina per 100 000 abitanti. All’inizio degli anni Ottanta diverse nazioni presentavano livelli di ingresso nelle facoltà di medicina piuttosto elevati, con alcuni picchi record, mentre altre registravano numeri più contenuti. Nel corso dei decenni successivi il quadro si è fatto più sfaccettato: a un’estensione e a un potenziamento delle politiche di reclutamento hanno fatto da contraltare oscillazioni legate a riforme accademiche, crisi economiche, ristrutturazioni dei sistemi sanitari e flussi migratori di professionisti. Dall’analisi emerge un generale trend di aumento della produzione di nuovi medici a livello mondiale, benché con intensità e momenti diversi a seconda delle regioni e dei contesti nazionali, riflettendo scelte politiche, bisogni demografici e dinamiche di mercato. A livello comple...

Superbonus, PNRR e digitalizzazione il futuro del settore dell’architettura e dell’ingegneria in Italia

  L’analisi del valore aggiunto nel settore delle attività degli studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un incremento complessivo del 34,68%, con un aumento assoluto di 6,08 miliardi di euro. Il settore ha attraversato fasi alterne, con momenti di crescita e contrazione che riflettono l’andamento del mercato delle costruzioni, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici e privati. Se nei primi anni del periodo analizzato il comparto ha subito una serie di difficoltà legate alla stagnazione economica e alla riduzione degli investimenti, dal 2020 in poi si è registrata una ripresa significativa, culminata nel boom del 2021 e 2022. Questo andamento è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il rilancio degli investimenti in infrastrutture, l’impatto del Superbonus 110%, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’aumento della domanda di progettazione e collaudi nel settore edilizio e indus...

Le esportazioni di beni e servizi nell’economia italiana tra il 2014 ed il 2023

  Le esportazioni di beni e servizi FOB (Free on Board) rappresentano il valore totale di beni e servizi venduti da un paese all’estero, calcolato al prezzo FOB, che include i costi fino al punto di carico nel paese esportatore, escludendo trasporto e assicurazione internazionale. Questa variabile è una componente fondamentale della domanda aggregata nella contabilità nazionale e contribuisce direttamente alla determinazione del Prodotto Interno Lordo (PIL). Le esportazioni indicano la capacità di un’economia di competere sui mercati internazionali e riflettono la qualità, l’innovazione e la diversificazione del sistema produttivo di un paese. La loro dinamica è influenzata da fattori globali come la domanda estera, i tassi di cambio, le politiche commerciali e le condizioni macroeconomiche internazionali. Un incremento delle esportazioni favorisce la crescita economica interna, genera occupazione e stimola i settori produttivi nazionali, contribuendo al saldo positivo della bilanc...