Tra il 2013 ed il 2020 è cresciuto in media del 5,22%
L’Istat calcola il valore
della variabile indicata come “Passaggio
all’Università”. Il passaggio all’università è definito come la percentuale
di neo-diplomati che si iscrivono per la prima volta all’università nello
stesso anno in cui hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di II
grado-tasso specifico di coorte. Sono esclusi gli scritti a Istituti Tecnici
Superiore, Istituti di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, Scuole
superiori per Mediatori linguistici e presso università straniere. I dati
analizzati fanno riferimento al periodo 2013-2020. I dati relativi al Trentino
Alto Adige sono stati omessi a causa della presenza di missing values nella
serie storica presente nel dataset originale ISTAT-BES.
Ranking
delle regioni per valore del passaggio all’università nel 2020. L’Umbria
è al primo posto per valore del passaggio all’università nel 2020 con un valore
pari a 61,1 unità, seguita dal Molise con un ammontare di 59,5 e dall’Abruzzo
con un valore pari a 59,1. A metà classifica vi sono la Lombardia con un
ammontare di 55,7 unità, e l’Emilia Romagna e la Basilicata con un valore di
55,6. Chiudono la classifica la Sicilia con un valore di 46,8 unità, seguita
dalla Valle d’Aosta con un ammontare di 42,6, e dalla Campania con 41,5.
Ranking
delle regioni per valore della variazione percentuale del passaggio all’università
tra il 2013 ed il 2020. L’Umbria è al primo posto per
valore della variazione percentuale del passaggio all’università con un
ammontare di 20,99% pari ad un ammontare di 10,6 unità, seguita dalla Sicilia
con un valore di 10,64% pari ad un ammontare di 4,5 unità e dalla Puglia con un
valore di 9,76% pari ad un ammontare di 4,5 unità. A metà classifica vi sono l’Abruzzo
con un valore di 7,07% pari ad un ammontare di 3,9 unità, seguito dalla
Basilicata con un ammontare di 5,9% pari ad un ammontare di 3,1 unità e dal
Molise con un valore pari a 5,87% pari ad un ammontare di 3,3 unità. Chiudono
la classifica la Calabria con un valore di 1,6% pari ad un ammontare di 0,8
unità, seguita dalla Campania con un valore di -6,95% pari ad un ammontare di
-3,1 unità e dalla Valle d’Aosta con un ammontare di -19,01% pari ad un
ammontare di -10 unità.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di
seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con
il coefficiente di Silhouette. I dati mettono in evidenza la presenza di due
diversi clusters ovvero:
- ·
Cluster
1:
Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Abruzzo, Umbria,
Friuli Venezia Giulia, Toscana, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta, Veneto,
Calabria;
- ·
Cluster
2:
Sicilia, Campania, Puglia, Sardegna.
Possiamo notare che il
cluster 1 è dominante rispetto al valore del cluster 2. Viene così determinato
il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C1>C2. Le regioni del Cluster 1 sono composte da regioni del
Centro-Nord con alcune rilevanti eccezioni ovvero: Basilicata, Calabria,
Abruzzo. Le regioni del Cluster 2 sono invece composte dalla maggioranza delle
regioni meridionali. Dall’analisi risulta quindi non tanto una contrapposizione
tra regioni del Centro-Nord e regioni meridionali, quanto piuttosto appare
evidente l’arretratezza di alcune regioni meridionali ovvero Sicilia, Campania,
Puglia e Sardegna.
Macro-Regioni
Italiane. Il valore del passaggio all’università è cresciuto
nel Nord Italia tra il 2013 ed il 2020 da un ammontare di 52,7 fino ad un
valore di 54,4 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 1,7 unità equivalente
ad un valore di 3,23%. Il valore del passaggio all’università è cresciuto nel
periodo tra il 2013 ed il 2020 da un ammontare di 51,8 unità fino ad un valore
di 56,2 unità ovvero una variazione pari ad un ammontare di 8,49% pari ad un
ammontare di 4,4 unità. Il valore del passaggio all’università nel Mezzogiorno
è cresciuto da un ammontare di 46 unità fino ad un valore di 47,2 unità ovvero
una variazione pari ad un ammontare di 2,61% pari ad un ammontare di 1,2
unità. Complessivamente in Italia il
valore del passaggio all’università è cresciuto da un ammontare di 49,7 unità
fino ad un valore di 51,9 unità ovvero pari ad un ammontare di 4,43% pari ad un
ammontare di 2,2 unità.
Machine
Learning and Predictions. Di seguito è presentata una analisi
predittiva con un confronto tra otto algoritmi di machine learning. Gli algoritmi
di machine learning sono valutati in base alla capacità di massimizzare l’R-squared
e di minimizzare gli errori statistici ovvero: “Mean Absolute Error”, “Mean
Squared Error”, “Root Mean Squared Error”. Gli algoritmi sono addestrati con il
70% dei dati disponibili mentre il restante 30% è utilizzato per la predizione
vera e propria. Vengono quindi create delle classifiche per ciascun algoritmi.
Il punteggio che ogni algoritmo ottiene in ogni classifica viene sommato in un
ranking complessivo. L’algoritmo che ha il punteggio più basso è il più efficiente
in termini predittivi. Viene quindi individuato il seguente ordinamento degli
algoritmi ovvero:
- ·
Tree Ensemble Regression con un valore del
payoff pari a 4;
- ·
Linear Regression con un valore del payoff
pari a 9;
- ·
Random Forest Regression con un valore del
payoff pari a 11;
- ·
Simple Regression Tree con un valore del
payoff pari a 16;
- ·
PNN-Probabilistic Neural Network con un
valore del payoff pari a 21;
- ·
ANN-Artificial Neural Network con un
valore del payoff pari a 25;
- ·
Gradient Boosted Trees Regression con un
valore del payoff pari a26;
- ·
Polynomial Regression con un valore del
payoff pari a 32.
Pertanto l’algoritmo più
efficiente in termini predittivi è il Tree Ensemble Regression. Applicando l’algoritmo
Tree Ensemble Regression è possibile ottenere le seguenti predizioni ovvero:
- ·
Puglia con una predizione negativa da un ammontare
di 50,6 unità fino ad un valore di 47,81 unità ovvero una variazione pari ad un
ammontare di -2,79 unità pari ad un ammontare di -5,51%;
- ·
Marche con una variazione aumentativa da
un ammontare di 57,8 unità fino ad un valore di 58,09 unità ovvero pari ad un
ammontare di 0,29 unità pari ad un valore di 0,50%;
- ·
Toscana con una variazione diminutiva da
un ammontare di 55,9 fino ad un valore di 55,83 unità ovvero pari ad un
ammontare di -0,07 unità pari ad un valore di -0,13%;
- ·
Emilia Romagna con una variazione
diminutiva da un ammontare di 55,6 unità fino ad un valore di 55,59 unità
ovvero pari ad un valore di -0,01 unità pari ad un valore di -0,02%;
- ·
Veneto con una variazione aumentativa da
un ammontare di 52,7 unità fino ad un valore di 53,67 unità ovvero pari ad una
variazione di 0,97 unità pari ad un valore di 1,84%;
- ·
Calabria con una variazione diminutiva da
un ammontare di 50,9 unità fino ad un valore di 50,76 unità ovvero pari ad un
valore di -0,14 unità pari ad un valore di -0,28%.
In media, il valore della predizione per le regioni indicate presenta una variazione diminutiva da un ammontare di 53,9 unità fino ad un valore di 53,62 unità ovvero una variazione di -0,29 unità pari ad un valore di -0,54%.
Conclusioni.
Il
valore del passaggio all’università è cresciuto nel periodo considerato ovvero
tra il 2013 ed il 2020 arrivando fino ad un valore di 55,68 in media nelle
regioni italiane. Ovvero tale valore sta a significare che in media il 55,68%
degli studenti delle scuole superiori si iscrive all’università nello stesso
anno nel quale ottiene il diploma. Ovviamente sono esclusi gli italiani che si
iscrivono alle università all’estero. Ed inoltre la variabile esclude anche gli
studenti che si iscrivono anche al Conservatorio, alle Accademie delle Belle
Arti, agli Istituti Tecnici Superiori ed alle Scuole di Mediatori Linguistici.
Pertanto, la variabile considera soltanto gli studenti che si iscrivono alle
Università ed ai Politecnici. I valori del passaggio all’Università nelle
regioni italiane mettono in risalto una contrapposizione tra regioni del
Centro-Nord e regioni Meridionali. Anche se vi sono delle regioni meridionali
che hanno delle performance molto positive in termini di passaggio all’Università
come per esempio il Molise con 59,5% nel 2020, l’Abruzzo con 59,1%, e la
Basilicata con 55,6%. Agli ultimi posti invece Puglia, Sardegna, Sicilia,
Campania ed anche Valle d’Aosta. Il passaggio all’università è molto rilevante
in una economia sempre più orientata alla conoscenza, soprattutto tecnico-scientifica.
Tuttavia, nel futuro del lavoro non saranno soltanto centrali figure
tecniche-specializzate, come ingegneri, fisici, matematici, chimici ed
informatici, quanto saranno anche rilevanti figure professionali esperte nelle
scienze umane e sociali. Infatti, pure nell’abbondanza delle tecnologia che è
stata prodotta in connessione alla quarta rivoluzione industriale, si avverte
all’interno delle industrie e delle istituzioni, la mancanza di profili
manageriali di leadership che possano guidare i team di lavoro e dare alle
aziende ed alle organizzazioni pubbliche una nuova vision e mission per
affrontare con successo la sfida della trasformazione digitale. Per queste
stesse motivazioni, mi sento anche di criticare la scelta dell’Istat di non includere
le persone iscritte ai Conservatori, Accademie delle Belle Arti, Istituti
Tecnici Superiori e Scuole per Mediatori Linguistici, dalla variabile “Passaggio
all’Università”. Infatti è assai probabile che il design, le tecniche
industriali, e l’internazionalizzazione realizzata attraverso la crescita dei
professionisti della mediazione linguistico-culturale possano aiutare le
imprese private e le organizzazioni pubbliche ad ottenere quei vantaggi di
competitività e produttività che sono così tanto carenti nell’attuale “diluvio
tecnocratico italiano”.
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