Tra
il 2011 ed il 2022 è cresciuto in media del 64,07%
L’Istat calcola l’indice
di durata dei periodi di caldo. La variabile è definita come numero di giorni
nell’anno in cui la temperatura massima è superiore al 90° percentile della
distribuzione nel periodo climatologico di riferimento (1981-2010), per almeno
sei giorni consecutivi. I dati fanno riferimento alle regioni italiane tra il
2011 ed il 2022.
Ranking
delle regioni per indice di durata dei periodi di caldo nel 2022. Il Lazio è al primo posto
per valore dell’indice di durata dei periodi di caldo nel 2022 con un valore
pari a 63, seguito dall’Umbria con un valore pari a 61 e dalla Liguria con un
valore pari a 51,5. A metà classifica vi sono le Marche con un valore pari a
42, seguita dalla Basilicata con un valore pari a 41, e dalla Valle d’Aosta
pari a 40,5 unità. Chiudono la classifica il Friuli Venezia Giulia con un
valore pari a 31 seguita dalla Puglia con un valore pari a 29 e dal Trentino
Alto Adige con un valore pari a 27.
Ranking
delle regioni per indice di durata dei periodi di caldo tra il 2011 ed il 2022.
La
Sardegna è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’indice
di durata dei periodi di caldo tra il 2011 ed il 2022 con un valore pari a
616,67% corrispondente ad una crescita da un ammontare di 6 unità fino ad un
valore di 43 unità. Segue la Calabria con una variazione pari a +385,71%
corrispondente ad una variazione da 7 unità fino a 34 unità. Il Molise è al
terzo posto con un valore pari a 181,25% corrispondente ad una variazione da un
ammontare di 16 unità fino ad un valore di 45 unità. A metà classifica vi sono
le Marche con una variazione pari a +75,00% corrispondente ad una variazione da
un ammontare di 24 unità fino ad un valore di 42 unità. Segue la Puglia con un
valore di 70,59% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 17 unità fino
ad un valore di 29 unità. Di seguito la Campania con una variazione percentuale
pari a 66,67% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 24 unità fino
a 40 unità. Chiudono la classifica il Trentino Alto Adige con un valore pari a
-22,86% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 35 unità fino ad un
valore di 27 unità. Segue il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari a
-31,11% corrispondente ad una variazione da 45 a 31. Occorre considerare che
molto rilevante è anche il valore della Sicilia. In Sicilia infatti nel 2011 l’indice
di durata dei periodi di caldo era pari a 0 ed è arrivato ad un valore di 35
nel 2022. Tra il 2011 ed il 2022 il valore dell’indice della durata dei periodi
di caldo è cresciuto in media per le regioni italiane da un ammontare di 25,4
unità fino ad un valore di 41,7 unità ovvero pari ad un ammontare di 64,07%.
Macro-regioni
italiane. Il valore dell’indice della durata dei periodi di
caldo tra il 2011 ed il 2022 è cresciuto in tutte le macro-regioni italiane con
eccezione del Nord-Est. Nello specifico l’indice della durata dei periodi di
caldo è cresciuto nel Nord con un valore pari a 5,71%, nel Nord-Ovest con un
valore pari a +26,47%, nel Centro per un ammontare pari a 71,88%, nel
Mezzogiorno per un ammontare pari a 216,67% e nel Sud per un ammontare pari a
123,53%. Il Nord-Est è l’unica macro-regione italiana nella quale si è
verificata una riduzione del valore della durata dell’indice di caldo pari a
-8,33%.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di
seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con
il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Molise, Calabria, Sicilia,
Abruzzo, Basilicata, Puglia, Sardegna, Marche, Campania;
- ·
Cluster 2: Lombardia, Valle d’Aosta,
Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige,
Lazio, Toscana, Umbria, Liguria.
Confrontando i due
cluster analizzati possiamo notare il seguente ordinamento in base al valore
medio ovvero: C1>C2. Possiamo notare che le regioni del Cluster 1 sono
essenzialmente le regioni meridionali. Al contrario le regioni del Cluster 2 sono
le regioni del Centro-Nord. Pertanto l’indice di durata del periodo di caldo è
cresciuto di più nelle regioni meridionali rispetto alle regioni
settentrionali. Tuttavia se guardiamo allo sviluppo in serie storica del
grafico del cluster 1 e del cluster 2 allora risulta che il cluster 1 non è
sempre stato dominante rispetto al cluster 2 nel periodo 2011-2022. Nello
specifico c’è stato un periodo tra il 2013 ed il 2014 nel quale il valore del
cluster 2 è stato superiore al cluster 1. E vi sono stati quattro periodi nei
quali il valore del Cluster 2 è stato esattamente pari al valore del Cluster 1
ovvero tra il 2012 ed il 2013, tra il 2014 ed il 2015, nel 2016 e tra il 2020
ed il 2021. Pertanto l’andamento dei due clusters mette in evidenza una
tendenziale crescita del valore dell’indice di durata del periodo di caldo
anche se non è sempre chiara la struttura di dominanza dei due clusters.
Conclusioni.
Dall’analisi condotta possiamo sintetizzare le seguenti proposizioni:
- ·
il valore dell’indice della durata del
periodo di caldo tra il 2011 ed il 2022 è aumentato in tutte le regioni
italiane con eccezione di Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia;
- ·
l’indice della durata del periodo di caldo
tra il 2011 ed il 2022 è cresciuto in tutte le macro-regioni con eccezione del
Nord-Est;
- ·
Il valore dell’indice di durata del
periodo di caldo tende ad essere in media più alto per le regioni meridionali
rispetto alle regioni settentrionali.
Tuttavia, se consideriamo
il valore medio per le regioni italiane notiamo che tra il 2011 ed il 2022
l’indice di durata del periodo di caldo è aumentato del 64%.
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