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media è cresciuta del 3,03% nelle regioni italiane tra il 2015 ed il 2021
L’Istat calcola l’impermeabilizzazione
del suolo da copertura artificiale. La variabile è definita come la percentuale
di suolo impermeabilizzato sul totale della superficie territoriale. I dati fanno
riferimento alle regioni italiane tra il 2015 ed il 2021.
Ranking
delle regioni italiane per valore della percentuale di suolo impermeabilizzato
nel 2021. La Lombardia è al primo posto per valore dell’impermeabilizzazione
del suolo con un valore pari a 12,37 unità, seguita dal Veneto con 11,93 e
dalla Campania con 10,54 unità. A metà classifica vi è il Piemonte con un
valore pari a 6,98 unità, seguito dalle Marche con un valore pari a 6,95 unità
e dalla Sicilia con un valore pari a 6,52 unità. Chiudono la classifica la Basilicata
con un valore pari a 3,23 unità, seguita
dal Trentino Alto Adige con un valore pari a 3,06 unità e dalla Valle D’Aosta con
un ammontare di 2,16 unità.
Ranking
delle regioni italiane per variazione percentuale del suolo impermeabilizzato
tra il 2015 ed il 2021. La Liguria è al primo posto per
variazione percentuale del suolo impermeabilizzato tra il 2015 ed il 2021 con
un valore pari a 8,74% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 7,21
unità fino a 7,84 unità. Segue il Piemonte con una variazione pari a 6,40%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,56 unità fino ad un
valore di 6,98 unità. La Basilicata è al terzo posto con una variazione pari a
+3,86% corrispondente ad una variazione tra 3,11 unità fino a 3,23 unità. A
metà classifica vi è il Veneto con una crescita della superficie
impermeabilizzata con un valore pari a 2,49% corrispondente ad una variazione
ad un ammontare di 11,64 unità fino a 11,93 unità. Segue la Campania con un
valore di +2,43% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 10,29 unità
fino ad un valore di 8,95 unità. Segue l’Emilia Romagna con una variazione pari
a +2,29% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 8,75 unità fino ad
un valore di 8,95 unità. Tra gli ultimi posti abbiamo l’Umbria con un valore
pari a +1,54% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 5,20 unità fino
ad un valore di 5,28 unità Segue la Calabria con un valore di 1,20 unità pari
ad una variazione da un ammontare di 5,02 unità fino ad un valore di 5,08
unità. La Toscana è all’ultimo posto con un valore pari a +1,15% corrispondente
ad una variazione da un ammontare di 6,10 unità fino ad un valore di 6,17
unità. In media la percentuale di suolo impermeabilizzato è cresciuta del 3,03%
tra il 2015 ed il 2021 nelle regioni italiane.
Macro
regioni italiane. Il valore della percentuale di suolo
impermeabilizzato è cresciuto in tutte le macro-regioni italiane tra il 2015 ed
il 2021. In modo particolare tale valore è cresciuto dell’1,94% nel Nord-Est,
dell’1,89% nel Mezzogiorno, dell’1,84% nelle Isole, dell’1,71% nel Sud, dell’1,66%
nel Nord, dell’1,51% nel Nord-Ovest e dell’1,5% nel Centro. La percentuale di
suolo impermeabilizzato è cresciuta di più nelle macro-regioni meridionali
rispetto alle regioni settentrionali, anche se le regioni settentrionali hanno
dei livelli assoluti di suolo impermeabilizzato più elevato.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette.
Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con
il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati cinque clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Calabria, Abruzzo, Umbria;
- ·
Cluster 2: Puglia, Lazio, Friuli Venezia
Giulia, Emilia Romagna;
- ·
Cluster 3: Veneto, Lombardia, Campania;
- ·
Cluster 4: Trentino Alto Adige,
Basilicata, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise;
- ·
Cluster 5: Piemonte, Sicilia, Marche,
Toscana, Liguria.
Dal punto di vista della
media risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C3>C2>C5>C1>C4.
La clusterizzazione mette quindi in evidenza una dimensione molto frastagliata
della condizione delle regioni italiane per valore dell’impermeabilizzazione
del suolo. Le regioni leader sono Lombardia, Veneto e Campania. All’ultimo
posto vi sono Trentino Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Valle d’Aosta e
Molise. Possiamo notare che i clusters sono molto eterogenei tra di loro nel
senso sia geografico, che economico e sociale. Probabilmente possiamo notare
una tenue relazione positiva tra il valore del livello di impermeabilizzazione
del suolo e la popolazione. Regioni che hanno un numero più elevato di
impermeabilizzazione del suolo tendono ad essere caratterizzate da un livello
più alto di popolazione e densità di popolazione. E’ probabile che la densità
della popolazione e la popolazione in senso assoluto siano una delle
motivazioni dominanti del consumo di suolo. Al contrario sembra che le
motivazioni economiche siano assolutamente irrilevanti per la motivazione del
consumo di suolo. Infatti, regioni a reddito pro-capite basso come per esempio
la Campania e la Puglia hanno dei livelli di consumo di suolo molto elevati
comparabili, soprattutto nel caso della Campania, alle regioni che hanno
maggiore reddito pro-capite come per esempio la Lombardia ed il Veneto. Tale
condizione sta a significare che il consumo di suolo è tendenzialmente
indipendente rispetto al valore a metro quadro in euro delle aree sottoposte ad
impermeabilizzazione.
Conclusioni.
Il valore del consumo di suolo è cresciuto del 3,03% tra il 2015 ed il 2021 in media
per le regioni italiane. Le regioni leader per consumo di territorio sono
Lombardia, Veneto e Campania. È probabile che sia il livello assoluto di
popolazione che la densità di popolazione siano delle variabili in grado di
predire il consumo di suolo. Considerando le macro-regioni italiane risulta che
le regioni settentrionali tendono ad avere un livello di consumo di suolo
superiore alle regioni meridionali, anche se tale effetto complessivo potrebbe
essere dovuto alla presenza di Lombardia e Veneto nel campione delle regioni
settentrionali. Infatti nel 2021 l’impermeabilizzazione del suolo in Lombardia
ha raggiunto il livello di 12,37% mentre nel Veneto con 11,93%. Ovviamente vi
sono molti rischi nell’impermeabilizzazione del suolo che fanno riferimento
soprattutto alla crescita del rischio idrogeologico. Per esempio, il fatto che
in Liguria il valore dell’impermeabilizzazione del suolo tra il 2015 ed il 2021
sia cresciuta quasi del 9% è molto grave per la salvaguardia del territorio.
Infatti notoriamente la Liguria è una delle regioni più fragili dal punto di
vista del rischio idrogeologico, con rischi elevati anche di smottamenti e
frane. Il consumo di suolo è molto grave soprattutto nelle aree del paese
caratterizzate dalla presenza di fiumi, valli, monti e colline ovvero nella
stragrande maggioranza del territorio italiano. Occorre che le istituzioni
siano attente al consumo di suolo per evitare che i vantaggi economici
derivanti dall’edificazione non siano dispersi nella crescita dei costi sociali
derivanti dalla crescita del rischio idrogeologico.
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