Passa ai contenuti principali

La Creazione di Nuove Imprese a Livello Globale

 

La variabile "Nuove imprese per mille abitanti di età 15-64" rappresenta un indicatore economico che misura la quantità di nuove attività imprenditoriali avviate in un dato periodo in rapporto alla popolazione attiva compresa tra i 15 e i 64 anni. Questa fascia di età è considerata la più rilevante per lo sviluppo economico e produttivo, poiché include la maggior parte delle persone che partecipano attivamente al mercato del lavoro e che hanno l'età giusta per intraprendere nuove iniziative imprenditoriali. La misurazione per mille abitanti consente di standardizzare il dato e di renderlo comparabile tra paesi o regioni con popolazioni diverse, fornendo un quadro più preciso della dinamicità imprenditoriale di un territorio. Questa variabile è di particolare importanza per valutare la vivacità economica di un paese o di una regione, poiché un alto numero di nuove imprese è generalmente associato a un ambiente favorevole all'innovazione, a politiche di supporto all'imprenditorialità e a un'economia in crescita. Al contrario, un valore basso potrebbe indicare difficoltà nell'accesso al credito, normative restrittive o condizioni economiche sfavorevoli che scoraggiano la nascita di nuove attività. Inoltre, il numero di nuove imprese può essere influenzato da fattori culturali, educativi e infrastrutturali che facilitano o ostacolano l'imprenditorialità. Il monitoraggio di questa variabile permette di comprendere meglio il grado di resilienza e adattabilità di un'economia, in quanto le nuove imprese contribuiscono a rinnovare il tessuto economico e a creare nuove opportunità lavorative. Infine, questo indicatore può essere utilizzato per confronti internazionali o regionali, contribuendo a individuare modelli di successo nell'implementazione di politiche a favore dello sviluppo delle imprese e a evidenziare aree in cui sono necessari miglioramenti. I dati fanno riferimento al periodo 2013-2022.

Nuove imprese per mille abitanti di età 15-64 nel 2022. I dati relativi alle "Nuove imprese per mille abitanti di età 15-64" nel 2022 mostrano una significativa variazione tra i paesi, evidenziando disparità notevoli nella vivacità imprenditoriale globale. Al vertice della classifica troviamo l'Estonia, con un tasso straordinario di 100 nuove imprese per mille abitanti. Questo dato può essere attribuito a diversi fattori, tra cui politiche governative fortemente orientate al supporto dell'innovazione, una regolamentazione favorevole per le startup e l'accesso a finanziamenti agevolati. L'Estonia è spesso considerata un modello di successo per la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico, e questi dati confermano la sua posizione di leader nel panorama imprenditoriale. Hong Kong, con 79,4 nuove imprese per mille abitanti, e il Regno Unito, con 74,8, confermano la loro posizione di importanti hub globali per il business, grazie a ecosistemi finanziari robusti, normative favorevoli e mercati internazionali. Anche paesi come il Botswana (74,3) e la Nuova Zelanda (73,9) si posizionano tra i primi posti, dimostrando che un ambiente imprenditoriale favorevole può esistere anche in economie più piccole e lontane dai centri economici tradizionali. Il Botswana, in particolare, evidenzia la possibilità di un'economia emergente di prosperare grazie a politiche di incentivazione del settore privato e del mercato delle piccole imprese. Lussemburgo e Cipro, rispettivamente con 71 e 54,8 nuove imprese per mille abitanti, riflettono l'importanza di politiche fiscali favorevoli e un ambiente economico stabile per la creazione di nuove imprese, anche in paesi di piccole dimensioni. L'Australia (58,9) e il Sudafrica (51,6) mostrano anch'essi tassi significativi, grazie a politiche che promuovono l'imprenditorialità e alla disponibilità di capitali di rischio, in particolare nel settore tecnologico. L'Islanda, con 43 nuove imprese per mille abitanti, continua a dimostrare un ecosistema imprenditoriale dinamico, nonostante la sua piccola popolazione. Questo successo è probabilmente il risultato di politiche nazionali volte a sostenere l'innovazione e la creatività. Allo stesso modo, la Svezia e la Norvegia, con rispettivamente 37 e 38,9 nuove imprese, riflettono la loro tradizione di sostegno alle nuove iniziative imprenditoriali, specialmente nel settore tecnologico e delle startup. Scendendo nella classifica, paesi come l'Italia e la Lituania (entrambi a 12,1), mostrano tassi di creazione di nuove imprese relativamente bassi rispetto ai paesi di punta. In Italia, la rigidità del mercato del lavoro, una burocrazia complessa e l'accesso limitato ai finanziamenti potrebbero spiegare questa situazione. Tuttavia, la stabilità economica e il supporto a settori chiave come il turismo e l'agroalimentare continuano a generare nuove opportunità imprenditoriali. In fondo alla classifica troviamo paesi come il Pakistan (0,4), l'Iraq (0,2) e il Niger (0,2), che mostrano un tasso estremamente basso di nuove imprese. Le difficoltà economiche, l'instabilità politica e la mancanza di infrastrutture adeguate sono alcuni dei fattori che frenano l'iniziativa imprenditoriale in queste nazioni. Questi dati indicano la necessità di migliorare le condizioni economiche e legislative per favorire lo sviluppo delle imprese. Un dato sorprendente è quello del Giappone (1,7), un'economia altamente sviluppata ma con un tasso molto basso di nuove imprese. Questo può essere attribuito alla struttura demografica del paese, caratterizzata da un'alta percentuale di popolazione anziana, e a una cultura imprenditoriale più conservativa, che tende a favorire grandi imprese consolidate piuttosto che nuove iniziative. Allo stesso modo, la Germania (5,5) e il Canada (0,7) presentano tassi inferiori rispetto alle aspettative per paesi economicamente avanzati, indicando che, nonostante le forti economie, le barriere all'ingresso per le nuove imprese possono ancora essere significative. In conclusione, i dati mostrano una forte diversità nel tasso di nuove imprese a livello globale, riflettendo le condizioni economiche, politiche e culturali di ciascun paese. I paesi con politiche favorevoli, un accesso agevole al capitale e un sostegno all'innovazione tendono a essere i top performers, mentre le nazioni con maggiori sfide strutturali faticano a generare nuove iniziative imprenditoriali.

Nuove imprese per mille abitanti di età 15-64 tra il 2013 ed il 2022. I dati relativi alle nuove imprese per mille abitanti di età compresa tra 15 e 64 anni tra il 2013 e il 2022 offrono una panoramica variegata sull'evoluzione dell'imprenditorialità nei diversi paesi. Un primo aspetto rilevante è il forte divario tra i "top performers", che hanno visto una crescita significativa, e i "worse performers", che hanno invece registrato cali drammatici, riflettendo le diverse condizioni economiche, politiche e culturali che hanno influenzato il contesto imprenditoriale. Panama emerge come il paese con la crescita più impressionante, passando da 0,5 a 17,3 nuove imprese per mille abitanti, con un incremento percentuale del 3360%. Questo dato è sorprendente e potrebbe essere spiegato da riforme economiche, incentivi alle nuove attività imprenditoriali o da una ripresa economica robusta. Anche il Sudafrica ha registrato un aumento significativo (+873,58%), segnalando una vivace dinamica imprenditoriale nonostante le sfide socioeconomiche del paese. Un altro paese da notare è l'Etiopia, che con un incremento dell'850% si è trasformata in un attore emergente, dimostrando che anche le economie meno sviluppate possono creare un contesto favorevole all'imprenditorialità. Tra gli altri top performers, Uzbekistan (+98,21%), Tunisia (+88,37%), Polonia (+83,33%) ed Estonia (+79,21%) dimostrano come un mix di politiche favorevoli, crescita economica e investimenti mirati possa spingere significativamente la creazione di nuove imprese. L'Estonia, in particolare, ha visto un incremento notevole, probabilmente dovuto al suo ecosistema digitale avanzato e a un forte sostegno governativo per l'innovazione tecnologica. Tuttavia, numerosi paesi hanno registrato un forte declino. Tra i peggiori, si distingue il Canada, che ha visto un calo drammatico del 98,65%, passando da 52 a 0,7 nuove imprese per mille abitanti. Questo potrebbe riflettere difficoltà legate alla pandemia, una riduzione del sostegno pubblico o una saturazione del mercato. Anche la Bulgaria ha subito un calo significativo (-88,5%), suggerendo una crisi profonda nel settore imprenditoriale, forse legata a fattori economici o demografici. Altri paesi, come Costa Rica (-85,2%), Israele (-59,28%) e Lettonia (-63,19%), mostrano trend negativi che potrebbero essere associati a una varietà di cause, tra cui instabilità economica, cambiamenti nelle politiche governative e concorrenza internazionale. In generale, il declino registrato in molti paesi, tra cui Germania (-40,86%), Spagna (-42,69%) e Italia (-8,03%), potrebbe essere il risultato di una combinazione di fattori: la concorrenza internazionale, la digitalizzazione che favorisce la concentrazione delle attività economiche in grandi imprese tecnologiche, e la riduzione delle barriere all'ingresso per le imprese già affermate. Questo fenomeno potrebbe aver portato a una diminuzione delle piccole e medie imprese, che tradizionalmente costituiscono una parte rilevante delle nuove attività imprenditoriali. D'altro canto, paesi con economie emergenti, come l'Etiopia e il Togo, sembrano aver trovato opportunità di crescita proprio in un contesto di sviluppo economico, dimostrando come le politiche di promozione dell'imprenditorialità, anche in economie meno sviluppate, possano portare a risultati notevoli. In conclusione, i dati rivelano una forte eterogeneità nella capacità dei paesi di favorire la creazione di nuove imprese. Mentre alcuni paesi hanno registrato un'espansione significativa, altri mostrano un declino preoccupante, spesso legato a condizioni economiche avverse o alla competizione globale. Questi dati sottolineano l'importanza di politiche mirate e di un contesto economico stabile per promuovere la crescita imprenditoriale.

Conclusioni. Il numero delle nuove imprese è diminuito tra il 2013 ed il 2022 in media dal 22,11 fino al 17,54 in media per i paesi considerati con una riduzione pari ad una variazione di -20,64%. I paesi top performers sono: Panama con +3360,00%; South Africa con +873,58%, Ethiopia con 850,00%, Togo con +362,50%, Pakistan con +100,00%. I paesi worse performers sono: Argentina con -77,42%; Giappone con -77,63%, Costa Rica con -85,20%; Bulgaria con -88,51%, Canada con -98,65%.

Performance

Countries

2013

2022

Var Ass

Var Per

Top Performers

Panama

0,5

17,3

16,8

3360,00

South Africa

5,3

51,6

46,3

873,58

Ethiopia

0,2

1,9

1,7

850,00

Togo

0,8

3,7

2,9

362,50

Pakistan

0,2

0,4

0,2

100,00

Worse Performers

Argentina

3,1

0,7

-2,4

-77,42

Japan

7,6

1,7

-5,9

-77,63

Costa Rica

100

14,8

-85,2

-85,20

Bulgaria

49,6

5,7

-43,9

-88,51

Canada

52

0,7

-51,3

-98,65







Commenti

Post popolari in questo blog

Trend globali nella produzione di nuovi medici

  Il lungo arco temporale compreso tra il 1980 e il 2023 offre uno sguardo ricco di dettagli sull’evoluzione della formazione dei medici in numerosi paesi, misurata in laureati in medicina per 100 000 abitanti. All’inizio degli anni Ottanta diverse nazioni presentavano livelli di ingresso nelle facoltà di medicina piuttosto elevati, con alcuni picchi record, mentre altre registravano numeri più contenuti. Nel corso dei decenni successivi il quadro si è fatto più sfaccettato: a un’estensione e a un potenziamento delle politiche di reclutamento hanno fatto da contraltare oscillazioni legate a riforme accademiche, crisi economiche, ristrutturazioni dei sistemi sanitari e flussi migratori di professionisti. Dall’analisi emerge un generale trend di aumento della produzione di nuovi medici a livello mondiale, benché con intensità e momenti diversi a seconda delle regioni e dei contesti nazionali, riflettendo scelte politiche, bisogni demografici e dinamiche di mercato. A livello comple...

Superbonus, PNRR e digitalizzazione il futuro del settore dell’architettura e dell’ingegneria in Italia

  L’analisi del valore aggiunto nel settore delle attività degli studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un incremento complessivo del 34,68%, con un aumento assoluto di 6,08 miliardi di euro. Il settore ha attraversato fasi alterne, con momenti di crescita e contrazione che riflettono l’andamento del mercato delle costruzioni, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici e privati. Se nei primi anni del periodo analizzato il comparto ha subito una serie di difficoltà legate alla stagnazione economica e alla riduzione degli investimenti, dal 2020 in poi si è registrata una ripresa significativa, culminata nel boom del 2021 e 2022. Questo andamento è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il rilancio degli investimenti in infrastrutture, l’impatto del Superbonus 110%, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’aumento della domanda di progettazione e collaudi nel settore edilizio e indus...

Le esportazioni di beni e servizi nell’economia italiana tra il 2014 ed il 2023

  Le esportazioni di beni e servizi FOB (Free on Board) rappresentano il valore totale di beni e servizi venduti da un paese all’estero, calcolato al prezzo FOB, che include i costi fino al punto di carico nel paese esportatore, escludendo trasporto e assicurazione internazionale. Questa variabile è una componente fondamentale della domanda aggregata nella contabilità nazionale e contribuisce direttamente alla determinazione del Prodotto Interno Lordo (PIL). Le esportazioni indicano la capacità di un’economia di competere sui mercati internazionali e riflettono la qualità, l’innovazione e la diversificazione del sistema produttivo di un paese. La loro dinamica è influenzata da fattori globali come la domanda estera, i tassi di cambio, le politiche commerciali e le condizioni macroeconomiche internazionali. Un incremento delle esportazioni favorisce la crescita economica interna, genera occupazione e stimola i settori produttivi nazionali, contribuendo al saldo positivo della bilanc...