La variabile "Film
nazionali per milione di abitanti (età 15-69)" rappresenta un indicatore
che misura il numero di film prodotti da una determinata nazione in relazione
alla sua popolazione attiva, ossia la fascia di età compresa tra i 15 e i 69
anni. Questo indicatore consente di valutare la capacità di una nazione di
produrre opere cinematografiche in rapporto alla dimensione della sua
popolazione, fornendo un quadro più accurato della vivacità del settore
cinematografico rispetto alla mera produzione totale di film. La scelta di
considerare la fascia d'età tra 15 e 69 anni non è casuale, poiché corrisponde
al segmento della popolazione che ha maggiore partecipazione economica,
culturale e creativa. Questo gruppo include infatti la maggioranza delle
persone che sono direttamente coinvolte nella produzione di film, come registi,
attori e tecnici, nonché coloro che rappresentano il pubblico principale di
questi film. Pertanto, questa variabile è particolarmente utile per capire non
solo la produzione cinematografica, ma anche la capacità di un paese di
supportare e sostenere un'industria cinematografica nazionale rilevante in
termini di contenuti culturali. In termini più ampi, il rapporto tra il numero
di film nazionali prodotti e la popolazione aiuta a contestualizzare il livello
di sviluppo dell'industria cinematografica in paesi di diverse dimensioni. Per
esempio, nazioni con una popolazione relativamente piccola possono avere una
produzione significativa se comparata al loro numero di abitanti, suggerendo un
settore creativo molto attivo. Al contrario, nazioni con una popolazione più
grande potrebbero avere una produzione relativamente bassa, indicativa di sfide
nell'industria cinematografica o della predominanza di contenuti stranieri sul
mercato interno. In sintesi, questa variabile è un utile indicatore per
analizzare la salute e la vivacità dell'industria cinematografica di un paese
in relazione alla sua popolazione attiva e culturale. I dati fanno riferimento
al periodo tra il 2013 ed il 2022.
La
produzione cinematografica a livello globale nel 2022. I
dati relativi ai film nazionali prodotti per milione di abitanti nella fascia
d'età 15-69 nel 2022 offrono una panoramica interessante sulla produzione
cinematografica a livello globale, evidenziando come alcuni paesi siano
particolarmente attivi nel settore, mentre altri presentino una produzione
molto limitata. Questa variabile fornisce uno spaccato delle dinamiche
culturali ed economiche alla base dell'industria cinematografica di ogni paese.
Al vertice della classifica si trova l'Islanda, con 100 film prodotti per
milione di abitanti, un dato straordinario che riflette l'importanza del cinema
nazionale per questo piccolo paese. Nonostante la sua popolazione ridotta,
l'Islanda vanta un'industria cinematografica vivace, grazie anche a politiche
di sostegno pubblico e una forte identità culturale che valorizza le produzioni
locali. L'Estonia e la Lettonia, con rispettivamente 51,2 e 50 film, seguono lo
stesso modello di piccoli paesi che investono significativamente nella propria
industria cinematografica. Questi paesi del Nord Europa e Baltico dimostrano
che una popolazione ridotta non è necessariamente un ostacolo alla produzione
culturale, e che politiche di incentivazione e sostegno pubblico possono fare
la differenza. Altri paesi europei con un'industria cinematografica rilevante
in proporzione alla popolazione includono la Repubblica Ceca, con 42,8 film, il
Lussemburgo (41,1) e la Finlandia (39,7). Questi paesi mostrano un forte
impegno verso la promozione della cultura e delle arti, e il cinema rappresenta
una parte importante della loro identità nazionale. Anche paesi con una
popolazione più grande come la Spagna (36,3) e l'Italia (34,6) hanno una
produzione cinematografica significativa, indicando un settore cinematografico
ben sviluppato e integrato nelle dinamiche culturali e commerciali. L'Asia è
ben rappresentata in questa classifica, con il Giappone (38,5) e la Corea del
Sud (38) tra i paesi con la maggiore produzione per milione di abitanti. Questi
dati evidenziano l'importanza crescente delle industrie cinematografiche
asiatiche, che non solo producono film per i mercati interni ma hanno anche un
forte impatto sul panorama globale, soprattutto attraverso film di alta qualità
che spesso ricevono riconoscimenti internazionali. Nazioni come la Francia
(25,3) e la Germania (19) mostrano una produzione cinematografica più modesta
in rapporto alla popolazione, ma comunque significativa. Questi paesi,
storicamente protagonisti del cinema mondiale, mantengono una solida industria,
anche se il dato più basso rispetto a nazioni più piccole potrebbe indicare una
maggiore concorrenza internazionale o una saturazione del mercato interno. È
interessante notare che i paesi con grandi popolazioni, come gli Stati Uniti
(16), l'India (11,3) e la Cina (3,8), producono un numero relativamente basso
di film per milione di abitanti. Tuttavia, il numero assoluto di film prodotti
in questi paesi rimane molto elevato a causa della loro vasta popolazione.
Questi mercati cinematografici sono dominati da grandi produzioni commerciali,
e il dato potrebbe riflettere una maggiore concentrazione di risorse in poche
grandi produzioni piuttosto che una distribuzione uniforme della produzione. Nelle
fasce più basse della classifica troviamo paesi come l'Egitto (1,5), l'Ucraina (1,6)
e la Tunisia (0,4), dove la produzione cinematografica è molto limitata. Questo
può essere il risultato di diversi fattori, tra cui instabilità politica,
mancanza di finanziamenti o infrastrutture cinematografiche inadeguate. La
bassa produzione in questi paesi evidenzia le sfide che affrontano le industrie
cinematografiche locali nel competere con il cinema internazionale e nel
superare barriere economiche e politiche. In sintesi, i dati mostrano una forte
disparità nella produzione cinematografica tra i vari paesi, influenzata da
fattori culturali, economici e politici. Mentre i piccoli paesi del Nord Europa
e alcuni paesi asiatici mostrano una produzione sorprendentemente alta in
rapporto alla popolazione, le grandi nazioni tendono a concentrarsi su poche
produzioni di alto profilo, lasciando meno spazio per film di produzione
minore.
La
produzione cinematografica a livello globale nel 2013-2022. I
dati relativi alla produzione di film nazionali per milione di abitanti nella
fascia di età 15-69 tra il 2013 e il 2022 evidenziano dinamiche significative
nel settore cinematografico di diversi paesi. Le variazioni mostrano una netta
dicotomia tra paesi che hanno visto un aumento della produzione e altri che
hanno subito forti cali, riflettendo i cambiamenti strutturali e culturali
nell'industria cinematografica globale. Un esempio positivo è la Lituania, che
ha registrato un incremento del 132%, passando da 15,6 a 36,2 film per milione
di abitanti. Questo dato riflette probabilmente investimenti nel settore
culturale e una crescente attenzione verso il cinema nazionale come strumento
di espressione culturale e promozione internazionale. Anche la Lettonia ha
visto un aumento, sebbene più contenuto (24,38%), dimostrando una tendenza
simile nel rafforzamento della propria produzione cinematografica. D'altro
canto, alcuni paesi che avevano una produzione già alta, come l'Islanda, hanno
mantenuto livelli costanti (100 film per milione di abitanti), il che
suggerisce che abbiano raggiunto un livello di maturità nell'industria
cinematografica. Tuttavia, il mantenimento di questo livello alto è notevole,
soprattutto considerando la dimensione ridotta della popolazione islandese. Diversi
paesi, però, mostrano un calo preoccupante nella produzione di film. L’Italia,
ad esempio, ha visto una riduzione del 13,5%, passando da 40 a 34,6 film per
milione di abitanti. Questo calo potrebbe riflettere una stagnazione o una
diminuzione degli investimenti pubblici nel settore cinematografico, o una
competizione crescente da parte di produzioni internazionali che dominano il
mercato interno. Altri paesi europei, come la Repubblica Ceca (-13,71%) e la
Spagna (-28,4%), hanno subito cali simili, segnalando difficoltà comuni a molte
nazioni europee. Particolarmente marcato è il calo in paesi come l’Estonia
(-27,17%) e la Svezia (-32,89%), che avevano storicamente una produzione
cinematografica robusta. Questi cali possono essere attribuiti a una
combinazione di fattori, tra cui una riduzione del supporto finanziario
governativo, la competizione con piattaforme di streaming internazionali e la difficoltà
di sostenere un'industria cinematografica nazionale in un mercato globale
sempre più competitivo. Altri paesi hanno subito cali estremamente drastici,
come il Lussemburgo (-58,73%) e la Svizzera (-79,67%). Questi dati indicano una
riduzione significativa della capacità di produrre film nazionali, forse a
causa di un cambiamento delle priorità economiche o culturali, o di un mercato
cinematografico locale che non riesce più a competere con le produzioni estere.
Anche nazioni emergenti come la Turchia (-51,34%) e l'India (-53,11%) hanno
subito contrazioni importanti, suggerendo che la crescita rapida degli anni
precedenti potrebbe aver incontrato ostacoli, come problemi economici o
politiche meno favorevoli al settore cinematografico. Infine, i casi di paesi
come il Kazakhstan (-95,79%) e l’Azerbaigian (-97,83%) mostrano un quasi
completo collasso della produzione cinematografica nazionale. Questi dati
indicano profonde difficoltà economiche o politiche che hanno ridotto
drasticamente la capacità di questi paesi di produrre contenuti culturali, con
possibili conseguenze negative per la cultura nazionale e l'espressione
creativa. In sintesi, i dati evidenziano un settore cinematografico globale in
forte trasformazione, dove alcuni paesi sono riusciti a mantenere o aumentare
la propria produzione, mentre altri hanno subito cali drastici, spesso a causa
di fattori economici, culturali o politici che hanno limitato la capacità di
sostenere un'industria cinematografica vivace.
Conclusioni.
Il
valore della produzione cinematografica a livello globale è diminuito in media
tra il 2013 ed il 2022 da un ammontare di 39,61 unità fino ad un valore di
19,24 unità ovvero una riduzione pari ad un ammontare di -51,41%. I top
performers sono: Lituania con +32,05%, Lettonia con +24,38%, Islanda con una
variazione pari a 0,00%, Italia con -13,50%, Repubblica Cecac on -13,50%. I
worse performers sono: Serbia con -94,84%, Kazakhstan con -95,79%, Azerbaijan
con -97,83%, Tunisia con -98,28%, Peru con -98,88%.
Fonte: Global Innovation Index
Link: https://www.wipo.int/web/global-innovation-index
Performance |
Countries |
2013 |
2022 |
Var Ass |
Var Per |
Top
Performers |
Lithuania |
15,60 |
36,20 |
20,60 |
132,05 |
Latvia |
40,20 |
50,00 |
9,80 |
24,38 |
|
Iceland |
100,00 |
100,00 |
0,00 |
0,00 |
|
Italy |
40,00 |
34,60 |
-5,40 |
-13,50 |
|
Czechia |
49,60 |
42,80 |
-6,80 |
-13,71 |
|
Worse
Performers |
Serbia |
42,60 |
2,20 |
-40,40 |
-94,84 |
Kazakhstan |
19,00 |
0,80 |
-18,20 |
-95,79 |
|
Azerbaijan |
83,10 |
1,80 |
-81,30 |
-97,83 |
|
Tunisia |
23,30 |
0,40 |
-22,90 |
-98,28 |
|
Peru |
8,90 |
0,10 |
-8,80 |
-98,88 |
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