Passa ai contenuti principali

La stabilità politica e operativa nel Global Innovation Index

 La variabile "Stabilità politica e operativa" all'interno del Global Innovation Index (GII) si riferisce alla stabilità di un Paese o di una regione sia dal punto di vista della governance politica sia del contesto operativo. Questa stabilità è fondamentale per favorire l'innovazione, poiché un ambiente politico e operativo sicuro e affidabile incentiva gli investimenti e la crescita delle attività economiche. La stabilità politica misura il grado di sicurezza all'interno di un Paese, valutando la presenza di conflitti, insurrezioni o instabilità governativa che potrebbero compromettere le attività economiche. Un contesto politicamente stabile offre quindi un ambiente favorevole allo sviluppo dell'innovazione, poiché riduce i rischi legati a cambiamenti drastici o disordini interni. La stabilità operativa, invece, riguarda l'affidabilità delle istituzioni e delle infrastrutture economiche e legali del Paese. Un sistema legale e regolamentare trasparente, prevedibile e ben funzionante permette alle imprese di operare in modo efficiente, garantendo continuità e riducendo i rischi per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. In sintesi, nel contesto del GII, la stabilità politica e operativa è essenziale per creare un ambiente favorevole all'innovazione, poiché riduce i rischi e incoraggia l'impegno in attività innovative. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2013 ed il 2022.

La stabilità politica e operativa nel 2022. I dati relativi alla stabilità politica e operativa dei Paesi per il 2022 offrono un'interessante panoramica della capacità delle nazioni di mantenere un contesto favorevole allo sviluppo economico, tecnologico e innovativo. La stabilità politica e operativa è un fattore cruciale per promuovere la fiducia degli investitori, la crescita economica sostenibile e la capacità di attrarre talenti. I Paesi che dimostrano un alto grado di stabilità sono generalmente più capaci di fornire un ambiente sicuro e prevedibile per le attività economiche e l'innovazione. Al vertice della classifica troviamo Singapore, che ha ottenuto il punteggio massimo di 100, confermandosi come un esempio di eccellenza in termini di stabilità politica e operativa. Questo risultato è coerente con la reputazione di Singapore come uno dei Paesi più efficienti e ben governati al mondo, con un forte stato di diritto e politiche economiche stabili che ne fanno un centro di innovazione e affari a livello globale. New Zealand, con un punteggio di 96,4, e Brunei Darussalam, con 94,5, seguono nella classifica, a testimonianza della loro capacità di mantenere un contesto politico stabile e un apparato operativo affidabile. In Europa, Paesi come la Danimarca, l'Islanda e il Lussemburgo, con punteggi di 90,9, confermano la loro tradizionale stabilità politica e un ambiente favorevole per lo sviluppo economico. Questi Paesi, noti per le loro democrazie consolidate e il forte stato sociale, offrono un contesto operativo che favorisce l'innovazione, con infrastrutture solide e sistemi giuridici affidabili. Anche nazioni come il Giappone e la Svizzera, con punteggi rispettivamente di 89,1 e 85,5, mantengono la loro posizione come leader globali in termini di stabilità, il che riflette la loro capacità di gestire con successo sia le sfide economiche che politiche. Nella fascia intermedia troviamo Paesi come gli Stati Uniti (78,2) e il Regno Unito (74,5), che, sebbene siano ancora relativamente stabili, stanno affrontando sfide significative. Per gli Stati Uniti, le tensioni politiche interne e la polarizzazione crescente possono aver contribuito a un leggero calo nella percezione della loro stabilità politica. Il Regno Unito, dal canto suo, ha dovuto affrontare le turbolenze derivanti dalla Brexit e le incertezze economiche che ne sono derivate, influenzando negativamente il punteggio. Tra i Paesi emergenti, il Vietnam (76,4) e il Rwanda (76,4) rappresentano casi notevoli di miglioramento nella stabilità politica e operativa. Questi Paesi hanno intrapreso riforme significative che hanno rafforzato la loro governance e migliorato le loro prospettive economiche, rendendoli più attraenti per gli investimenti stranieri. Sul lato opposto dello spettro, Paesi come l'Iraq (25,4), la Nigeria (45,5) e lo Zimbabwe (45,5) si collocano tra i più bassi nella classifica, riflettendo anni di instabilità politica, conflitti interni e problemi di governance che hanno compromesso gravemente il loro ambiente operativo. Questi contesti difficili rendono estremamente complicato attrarre investimenti e sviluppare settori innovativi, ostacolando la crescita economica. In sintesi, i dati mostrano una chiara correlazione tra stabilità politica e operativa e la capacità di un Paese di prosperare economicamente. Le nazioni con punteggi elevati godono di una forte fiducia da parte degli investitori e di un contesto propizio all'innovazione. Al contrario, i Paesi con punteggi bassi devono affrontare sfide significative che limitano le loro possibilità di sviluppo sostenibile.

La stabilità politica e operativa tra il 2013 ed il 2022.  L’analisi dei dati sulla stabilità politica e operativa dal 2013 al 2022 mostra una notevole varietà di miglioramenti e regressi nei Paesi considerati, con alcune tendenze emergenti che riflettono la complessità della politica globale e delle dinamiche economiche. Uno degli aspetti più rilevanti è il netto miglioramento in Paesi che storicamente hanno avuto difficoltà in termini di stabilità politica. La Nigeria, ad esempio, ha registrato un aumento significativo di 26,9 punti, con una variazione percentuale del 144,62%. Questo può essere attribuito a una serie di riforme istituzionali e al consolidamento democratico nel Paese, sebbene permangano problemi legati alla sicurezza e alla corruzione. Altri Paesi africani come la Costa d'Avorio e il Rwanda hanno mostrato miglioramenti simili, con la Costa d'Avorio che ha guadagnato 35,8 punti (113,65%) e il Rwanda 11,4 punti (17,54%). Questo dimostra come le riforme politiche e la stabilizzazione post-conflitto abbiano avuto effetti positivi, contribuendo a creare un ambiente più favorevole per la crescita economica e l'innovazione. D’altro canto, alcuni Paesi del Sud-est asiatico, come le Filippine e il Bangladesh, hanno mostrato miglioramenti considerevoli in termini di stabilità politica e operativa, con variazioni superiori al 90%. Questi risultati indicano che, nonostante sfide interne come la povertà e la governance, ci sono stati passi in avanti nel rafforzamento delle istituzioni. La Cina, con un miglioramento di 21,9 punti (44,69%), riflette la capacità del Paese di mantenere stabilità operativa nonostante le turbolenze geopolitiche e la crescente tensione con l'Occidente. Anche Israele ha registrato una variazione del 106,71%, che potrebbe essere collegata alla sua solida capacità di gestione della sicurezza e alla stabilità delle sue istituzioni nonostante le difficoltà regionali. Al contrario, i Paesi che storicamente vantano una forte stabilità stanno mostrando segnali di regressione. Un esempio emblematico è la Finlandia, che ha visto un calo di 14,5 punti, segno che anche i Paesi nordici, considerati modelli di stabilità, stanno affrontando nuove sfide. L’Austria e la Svizzera, che hanno registrato rispettivamente -11,7 e -12,3 punti, rivelano una flessione legata a problematiche interne, forse legate alle incertezze economiche globali o alla crescente polarizzazione politica. Anche i Paesi dell’Europa meridionale, come l’Italia (-11,4 punti) e la Spagna (-5,1 punti), hanno registrato flessioni, suggerendo che le crisi economiche e politiche degli ultimi anni hanno lasciato cicatrici profonde. Un’altra tendenza evidente è il declino nei Paesi del Medio Oriente. Il Qatar (-19,4 punti) e l’Arabia Saudita (-6,1 punti) mostrano segnali di instabilità legati in parte alle tensioni geopolitiche e alle sfide economiche legate al crollo dei prezzi del petrolio. La diminuzione della stabilità in Ucraina (-11,6 punti) è particolarmente allarmante, riflettendo il devastante impatto della guerra iniziata nel 2022. In generale, i dati evidenziano come il concetto di stabilità politica e operativa sia fortemente influenzato non solo da fattori interni, ma anche da dinamiche globali e regionali. Il miglioramento di molti Paesi in via di sviluppo indica un processo di consolidamento istituzionale, mentre il declino in alcuni Paesi sviluppati e del Medio Oriente dimostra che la stabilità non può essere data per scontata e che nuove sfide, come le crisi economiche e i conflitti geopolitici, possono rapidamente erodere anche le basi più solide.

Conclusioni. In media il valore della stabilità politica e operativa tra il 2013 ed il 2022 è cresciuta del 5,92% ovvero passando da un ammontare di 65,94 unità fino ad un valore di 69,85. I top performers sono Nigeria con +144,62%, Costa d’Avorio con +113,65%, Nepal con è107,12%, Israele con è 106,71%, Bangladesh con +97,96%. Vi sono anche paesi che hanno visto ridurre significativamente il valore della stabilità politica ed operativa ovvero: Emirati Arabi Uniti con -18,86%, Namibia con -19,34%, Qatar con -20,25%, Zambia con -25,10%, Mozambico con -25,14%.

Fonte: Global Innovation Index

Link:  https://www.wipo.int/web/global-innovation-index

 

Performance

Countries

2013

2022

Var Ass

Var Per

Top Performers

Nigeria

18,6

45,5

26,9

144,62

Cote d'Ivoire

31,5

67,3

35,8

113,65

Nepal

28,1

58,2

30,1

107,12

Israel

34,3

70,9

36,6

106,71

Bangladesh

29,4

58,2

28,8

97,96

Worse Performers

United Arab Emirates

89,6

72,7

-16,9

-18,86

Namibia

87,9

70,9

-17

-19,34

Qatar

95,8

76,4

-19,4

-20,25

Zambia

77,7

58,2

-19,5

-25,1

Mozambique

72,8

54,5

-18,3

-25,14



 



Commenti

Post popolari in questo blog

Trend globali nella produzione di nuovi medici

  Il lungo arco temporale compreso tra il 1980 e il 2023 offre uno sguardo ricco di dettagli sull’evoluzione della formazione dei medici in numerosi paesi, misurata in laureati in medicina per 100 000 abitanti. All’inizio degli anni Ottanta diverse nazioni presentavano livelli di ingresso nelle facoltà di medicina piuttosto elevati, con alcuni picchi record, mentre altre registravano numeri più contenuti. Nel corso dei decenni successivi il quadro si è fatto più sfaccettato: a un’estensione e a un potenziamento delle politiche di reclutamento hanno fatto da contraltare oscillazioni legate a riforme accademiche, crisi economiche, ristrutturazioni dei sistemi sanitari e flussi migratori di professionisti. Dall’analisi emerge un generale trend di aumento della produzione di nuovi medici a livello mondiale, benché con intensità e momenti diversi a seconda delle regioni e dei contesti nazionali, riflettendo scelte politiche, bisogni demografici e dinamiche di mercato. A livello comple...

Superbonus, PNRR e digitalizzazione il futuro del settore dell’architettura e dell’ingegneria in Italia

  L’analisi del valore aggiunto nel settore delle attività degli studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un incremento complessivo del 34,68%, con un aumento assoluto di 6,08 miliardi di euro. Il settore ha attraversato fasi alterne, con momenti di crescita e contrazione che riflettono l’andamento del mercato delle costruzioni, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici e privati. Se nei primi anni del periodo analizzato il comparto ha subito una serie di difficoltà legate alla stagnazione economica e alla riduzione degli investimenti, dal 2020 in poi si è registrata una ripresa significativa, culminata nel boom del 2021 e 2022. Questo andamento è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il rilancio degli investimenti in infrastrutture, l’impatto del Superbonus 110%, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’aumento della domanda di progettazione e collaudi nel settore edilizio e indus...

Le esportazioni di beni e servizi nell’economia italiana tra il 2014 ed il 2023

  Le esportazioni di beni e servizi FOB (Free on Board) rappresentano il valore totale di beni e servizi venduti da un paese all’estero, calcolato al prezzo FOB, che include i costi fino al punto di carico nel paese esportatore, escludendo trasporto e assicurazione internazionale. Questa variabile è una componente fondamentale della domanda aggregata nella contabilità nazionale e contribuisce direttamente alla determinazione del Prodotto Interno Lordo (PIL). Le esportazioni indicano la capacità di un’economia di competere sui mercati internazionali e riflettono la qualità, l’innovazione e la diversificazione del sistema produttivo di un paese. La loro dinamica è influenzata da fattori globali come la domanda estera, i tassi di cambio, le politiche commerciali e le condizioni macroeconomiche internazionali. Un incremento delle esportazioni favorisce la crescita economica interna, genera occupazione e stimola i settori produttivi nazionali, contribuendo al saldo positivo della bilanc...