Nell’articolo seguente si analizza la variabile “Investment”
come indicata all’interno del Global Innovation Index. La variabile Investment nel contesto del Global Innovation Index (GII) si
riferisce a tutte le risorse dedicate da un paese o un'azienda per sostenere e
stimolare l'innovazione. Questo concetto comprende vari tipi di investimenti,
tra cui quelli in capitale umano, ricerca e sviluppo (R&S), infrastrutture,
tecnologie e capitale finanziario. L'indice misura la capacità di una nazione
di favorire e sostenere un ambiente propizio all'innovazione, valutando non
solo i risultati in termini di brevetti, nuovi prodotti o servizi, ma anche
quanto viene investito per creare tali risultati. Gli investimenti sono quindi
sia di natura economica che istituzionale: si guardano alle risorse impiegate
per formare le persone, migliorare il contesto imprenditoriale, e facilitare
l'accesso a finanziamenti per iniziative innovative. Un aspetto cruciale è il
ruolo dello Stato e del settore privato nell’investire in ricerca scientifica,
tecnologie emergenti e formazione professionale. Un livello elevato di
investimenti in questi ambiti è generalmente indicativo di un'economia
orientata all'innovazione. Nel GII, l’investimento è valutato anche attraverso
indicatori come la spesa pubblica e privata in R&S, il livello di
istruzione, l'infrastruttura tecnologica e le politiche governative volte a
promuovere l'innovazione. Maggiori investimenti in questi settori portano
generalmente a un miglioramento delle condizioni per l'innovazione e, di
conseguenza, a migliori prestazioni nell'indice globale. Questo quadro permette
di comprendere il legame diretto tra investimenti e la capacità innovativa di
una nazione, fondamentale per il progresso economico e sociale.
Gli
investimenti nel global innovation index nel 2022. I dati che hai fornito
riflettono gli investimenti nel contesto del Global Innovation Index (GII) del
2022, un indice che misura le capacità di innovazione di un paese e gli
investimenti a supporto dell'innovazione. Analizzando i dati, possiamo
osservare una significativa diversità in termini di investimenti tra paesi, e
notiamo che fattori economici, politici e culturali giocano un ruolo
determinante nell'influenza che un paese ha nella promozione e nel sostegno
all'innovazione. In questo commento, esploreremo le implicazioni di tali
differenze, analizzando i fattori chiave che possono spiegare le variazioni nei
livelli di investimento e l'importanza dell'innovazione come fattore di
crescita economica e sviluppo. Tra i paesi in cima alla lista, troviamo l'Iran
(96,5), l'Estonia (96,2) e Singapore (92,5), che risultano essere tra i
maggiori investitori in innovazione. Ciò potrebbe sembrare sorprendente per alcuni
paesi, in particolare per l'Iran, che non è comunemente percepito come un
centro di innovazione tecnologica rispetto a paesi come gli Stati Uniti o
Israele. Tuttavia, questa posizione può essere spiegata dall'enfasi che l'Iran
ha posto negli ultimi anni sulla ricerca scientifica, soprattutto nel campo
della scienza e della tecnologia, e dalla crescente attenzione all'educazione
universitaria e alla formazione in discipline STEM (Science, Technology,
Engineering, and Mathematics). Questo può dimostrare che, nonostante le sfide
economiche e politiche, un forte investimento in innovazione è visto come un
elemento strategico per lo sviluppo a lungo termine. L'Estonia è un altro caso
di studio interessante: questo piccolo paese è spesso considerato un "tech
hub" grazie alle sue infrastrutture digitali avanzate, alla presenza di un
settore pubblico altamente digitalizzato e a politiche governative che
incoraggiano le startup tecnologiche. L'Estonia ha fatto dell'innovazione
digitale una priorità nazionale, e questo si riflette chiaramente nei suoi elevati
livelli di investimento. Singapore, conosciuto per la sua economia aperta e
avanzata, è un centro globale di innovazione, con politiche governative mirate
a incentivare la ricerca e lo sviluppo in settori come la biotecnologia, la
finanza digitale e la tecnologia verde. Il livello di investimento elevato in
innovazione è coerente con il suo approccio orientato alla crescita e alla
competitività globale. Tra i paesi tradizionalmente associati a innovazioni
avanzate, alcuni, come gli Stati Uniti (76,3) e il Regno Unito (63,2), mostrano
livelli di investimento che, pur essendo elevati, sono inferiori a quelli dei
paesi leader. Negli Stati Uniti, l'innovazione è trainata dal settore privato,
con giganti della tecnologia come Google, Apple e Microsoft che dominano il
panorama tecnologico. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti tende a
focalizzare meno risorse pubbliche per l'innovazione rispetto ad altre nazioni,
come la Germania o il Giappone, dove i sussidi statali e le collaborazioni
pubblico-private sono più prevalenti. Il Regno Unito sta attraversando un
periodo di incertezza a causa di fattori politici come la Brexit, che ha avuto
un impatto sul clima economico e sugli investimenti. Nonostante ciò, Londra
rimane un centro chiave per l'innovazione tecnologica, specialmente nei settori
della finanza digitale e della biotecnologia. Tuttavia, è possibile che le
incertezze politiche abbiano limitato la capacità del Regno Unito di
raggiungere livelli più alti di investimento. Alcuni dei paesi più sviluppati,
come la Germania (25,4) e il Giappone (24,2), mostrano livelli di investimento
relativamente bassi rispetto alle aspettative. Entrambi i paesi sono noti per
essere leader globali nella produzione industriale e nella tecnologia avanzata,
e la loro bassa posizione nell'elenco potrebbe suggerire che, nonostante le
loro forti economie, potrebbero non essere altrettanto forti nell'investire
direttamente nell'innovazione rispetto ad altre nazioni. Tuttavia, potrebbe
anche riflettere il fatto che questi paesi hanno infrastrutture e sistemi già
molto avanzati, e quindi possono non richiedere lo stesso livello di
investimenti in innovazione rispetto a economie emergenti. Al contrario, alcuni
paesi emergenti, come Mauritius (65,9), mostrano livelli sorprendenti di
investimento in innovazione rispetto al loro peso economico globale. Mauritius
ha cercato di diversificare la propria economia, tradizionalmente basata su
agricoltura e turismo, investendo in settori come la finanza, le TIC
(Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) e la formazione. Questo
dimostra come anche paesi di dimensioni relativamente piccole possano dare
priorità all'innovazione come mezzo per accelerare la crescita economica. India
(38,8), un gigante economico emergente, ha migliorato significativamente i suoi
investimenti in innovazione negli ultimi anni, grazie a un crescente ecosistema
di startup tecnologiche e un forte focus sull'ingegneria e l'informatica.
Tuttavia, l'India deve ancora affrontare sfide legate alle disuguaglianze
sociali e all'accesso all'istruzione di qualità, fattori che possono limitare
il potenziale innovativo del paese. Paesi come il Vietnam (11,4) e la Filippine
(10,6) stanno iniziando a fare passi avanti nell'innovazione, anche se partono
da una base inferiore. Entrambi i paesi stanno cercando di capitalizzare sulle
loro economie in rapida crescita e sulla loro giovane forza lavoro, ma devono
ancora investire molto in infrastrutture e istruzione per sfruttare appieno il
loro potenziale. Infine, è interessante notare che paesi come Italia (6,4), Brasile
(17,2) e Argentina (4,0), nonostante siano economie di medie o grandi
dimensioni, hanno livelli di investimento molto bassi in innovazione. Questo
potrebbe essere indicativo di sfide economiche strutturali, mancanza di
politiche governative efficaci o difficoltà nell'implementazione di infrastrutture
tecnologiche. Per quanto riguarda l'Italia, il paese soffre di una cronica
mancanza di investimenti in settori chiave come la ricerca e sviluppo, e anche
se ci sono eccellenze in settori specifici come la moda, il design e la
produzione meccanica, il paese nel complesso non riesce a stare al passo con i
principali attori globali in termini di innovazione tecnologica. L'analisi dei
dati del Global Innovation Index 2022 evidenzia chiaramente la correlazione tra
investimenti in innovazione e crescita economica. I paesi che hanno investito
massicciamente in settori chiave come l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo,
le infrastrutture tecnologiche e le startup tendono a prosperare nell'economia
globale moderna. Tuttavia, paesi con economie consolidate ma bassi investimenti
in innovazione potrebbero vedere una diminuzione della loro competitività se
non si adattano rapidamente a queste nuove dinamiche globali.
Gli investimenti
nel global innovation index tra il 2013 ed il 2022. L'analisi dei dati relativi agli
investimenti nel Global Innovation Index (GII) per il periodo 2013-2022 rivela
significativi cambiamenti nei livelli di investimento e nelle performance di
innovazione di vari paesi. Questi dati mostrano un panorama globale in
evoluzione, con alcune nazioni che hanno registrato miglioramenti
impressionanti, mentre altre hanno subito cali sostanziali nel loro impegno per
l'innovazione. In questo commento approfondito, esploreremo le tendenze
generali, i successi e i fallimenti di alcuni paesi, e rifletteremo sui fattori
che hanno contribuito a queste variazioni. Tra i paesi che hanno registrato una
crescita eccezionale, l'Iran e l'Estonia si distinguono in modo particolare.
L'Iran ha visto un incremento straordinario di 83,8 punti nel GII, con un
aumento percentuale del 659,84%. Questo miglioramento può essere attribuito a
un aumento significativo degli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché a un
focus su settori strategici come l'energia, la scienza dei materiali e le
tecnologie nucleari. Nonostante le sanzioni internazionali e le difficoltà
economiche, l'Iran è riuscito a trovare risorse per potenziare il proprio
settore dell'innovazione, soprattutto attraverso iniziative di formazione
scientifica e collaborazione con università e istituti di ricerca nazionali. L'Estonia,
che ha registrato un incremento di 80,7 punti (520,65%), è un esempio
eccellente di come un piccolo paese possa diventare un leader globale
nell'innovazione tecnologica. L'Estonia ha investito massicciamente nella
digitalizzazione, sviluppando un'infrastruttura tecnologica avanzata e
promuovendo la trasformazione digitale a livello di governo e settore privato.
Il modello di "e-government" estone e il focus su soluzioni digitali
innovative, come l'e-residency, hanno consentito al paese di emergere come hub
tecnologico in Europa. Anche Mauritius ha ottenuto risultati notevoli, con un
aumento di 38,3 punti (138,77%). L'isola ha cercato di diversificare la propria
economia, tradizionalmente basata su turismo e zucchero, investendo in settori
emergenti come la finanza, la tecnologia dell'informazione e la biotecnologia.
Questa trasformazione è stata possibile grazie a politiche governative
favorevoli all'innovazione e alla creazione di un ambiente imprenditoriale che
ha attirato investimenti esteri e supportato le start-up locali. Alcuni paesi,
come Israele, Singapore, e Arabia Saudita, hanno registrato miglioramenti
moderati ma significativi. Israele, con un incremento di 18,1 punti (29,05%),
rimane un leader globale nell'innovazione, particolarmente nel campo delle
tecnologie avanzate come la cybersecurity, l'intelligenza artificiale e le
biotecnologie. Nonostante il progresso relativamente modesto in termini
percentuali, Israele continua a essere uno dei paesi più innovativi al mondo,
grazie a un ecosistema di start-up dinamico e a forti legami tra il settore
privato e quello accademico. Singapore ha visto un miglioramento di 18,6 punti
(25,17%), consolidando la sua posizione come uno dei principali hub finanziari
e tecnologici del mondo. Il governo di Singapore ha continuato a sostenere
l'innovazione attraverso iniziative di sviluppo delle competenze e incentivi
fiscali per la ricerca e sviluppo, rafforzando ulteriormente il suo ruolo di leader
nell'innovazione in Asia. L'Arabia Saudita ha fatto passi avanti con un aumento
di 8,2 punti (23,98%), in parte grazie alla sua strategia Vision 2030, che mira
a diversificare l'economia oltre il settore petrolifero. Gli investimenti in
settori come la tecnologia e l'energia rinnovabile, insieme a riforme sociali ed
economiche, hanno contribuito a migliorare l'ambiente per l'innovazione nel
paese. Tra i paesi che hanno subito una flessione nei loro livelli di
innovazione, troviamo alcuni leader tradizionali come gli Stati Uniti, il Canada,
e il Regno Unito. Gli Stati Uniti hanno registrato un calo di 6,3 punti
(-7,63%), il che riflette una relativa stagnazione nel contesto di un'economia
altamente innovativa. Questo potrebbe essere dovuto a una riduzione degli investimenti
pubblici in ricerca e sviluppo, un tema ricorrente negli ultimi anni.
Nonostante il declino, gli Stati Uniti rimangono una delle nazioni più
innovative grazie alla forza delle loro aziende tecnologiche e delle
università. Anche il Canada ha subito un calo, con una diminuzione di 7,1 punti
(-9,45%). La diminuzione potrebbe essere attribuita a una mancanza di
investimenti sufficienti in settori chiave come la tecnologia e l'intelligenza
artificiale, nonostante il paese possieda un forte potenziale innovativo.
Simile è la situazione nel Regno Unito, dove il calo di 12,8 punti (-16,84%)
potrebbe essere legato all'incertezza economica e politica derivante dalla
Brexit, che ha influenzato gli investimenti esteri e le collaborazioni
internazionali nel campo della ricerca. Alcuni paesi hanno registrato cali
significativi, con diminuzioni superiori al 50%. Tra questi, spiccano Norvegia,
Giappone, e Corea del Sud, tutti paesi noti per la loro tradizione di
innovazione. La Norvegia ha subito una diminuzione di 29,9 punti (-62,95%), un
calo sorprendente per un paese con una forte economia basata su risorse
naturali e tecnologie avanzate. Questo potrebbe riflettere una riduzione degli
investimenti in settori non legati al petrolio, in linea con la transizione energetica
che il paese sta affrontando. Il Giappone ha visto un calo di 25 punti
(-50,81%), segnalando una potenziale crisi nell'innovazione tecnologica.
Nonostante sia uno dei principali attori globali nella robotica e
nell'elettronica, il Giappone ha faticato a mantenere il suo vantaggio
competitivo negli ultimi anni. Questo calo potrebbe riflettere un
invecchiamento della popolazione e una mancanza di nuove politiche per
sostenere le start-up e l'innovazione digitale. La Corea del Sud, che ha registrato
un calo di 47,8 punti (-74,22%), è un altro caso sorprendente, dato il suo
status di leader tecnologico mondiale. Nonostante la presenza di giganti come
Samsung e LG, il paese potrebbe aver subito una flessione a causa della
saturazione del mercato e della concorrenza globale in settori chiave come
l'elettronica e le telecomunicazioni. Un gruppo significativo di paesi in via
di sviluppo, tra cui Brasile, Messico, e Argentina, ha visto cali drammatici
nei livelli di innovazione. Il Brasile ha registrato una diminuzione di 15,9
punti (-48,04%), il Messico ha perso 16 punti (-66,95%) e l'Argentina ha visto
un calo di 13 punti (-76,47%). Questi cali riflettono una mancanza di
investimenti in ricerca e sviluppo, instabilità politica ed economica e
difficoltà strutturali che limitano l'innovazione in questi paesi. Nonostante
il loro potenziale in termini di risorse umane e naturali, molti paesi
dell'America Latina continuano a lottare per costruire ecosistemi favorevoli
all'innovazione. L'analisi dei dati del Global Innovation Index 2013-2022 mette
in evidenza l'importanza di politiche coerenti e investimenti sostenuti per
promuovere l'innovazione. I paesi che hanno registrato i maggiori progressi,
come l'Iran, l'Estonia e Mauritius, hanno saputo sfruttare le opportunità
derivanti da investimenti strategici e politiche governative proattive. Al
contrario, i paesi che hanno subito cali, in particolare quelli tradizionalmente
innovativi come gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone, dovranno
affrontare sfide significative per rimanere competitivi in un mondo sempre più
basato sulla conoscenza e sulla tecnologia.
Politiche
economiche per promozionare gli investimenti nel global innovation index. Le politiche economiche volte a promuovere
gli investimenti nel Global Innovation Index (GII) devono affrontare una serie
di sfide globali e nazionali, ponendo l'accento su infrastrutture, capitale
umano, collaborazione tra pubblico e privato, finanziamenti e un quadro
regolamentare che favorisca l'innovazione. Queste politiche sono fondamentali
per aiutare i paesi a migliorare la loro posizione nel GII e, in ultima
analisi, a stimolare la crescita economica, la competitività e la resilienza
alle crisi. Esistono diverse leve economiche che i governi e le istituzioni
possono adottare per incentivare gli investimenti nell'innovazione. Una delle
principali aree su cui agire è il miglioramento delle infrastrutture
tecnologiche. Gli investimenti nelle reti di telecomunicazioni, nei sistemi di
trasporto e nella connettività digitale sono fondamentali per supportare un
ecosistema innovativo. L'infrastruttura digitale, in particolare, costituisce
la spina dorsale per molte attività innovative, consentendo alle imprese di
accedere rapidamente alle informazioni, di interagire con clienti e partner a
livello globale e di operare in modo efficiente. I governi dovrebbero
promuovere politiche per accelerare la diffusione della banda larga ad alta
velocità, del 5G e di altre tecnologie avanzate, nonché incentivare l'adozione
di soluzioni cloud e di tecnologie dell'informazione da parte delle imprese,
specialmente le piccole e medie imprese (PMI), che spesso faticano ad accedere
a risorse tecnologiche di alto livello. Inoltre, i paesi dovrebbero investire
in infrastrutture energetiche sostenibili, necessarie per alimentare i
crescenti bisogni energetici di settori innovativi come l'intelligenza
artificiale, la blockchain e l'internet delle cose. Oltre alle infrastrutture
fisiche e digitali, è cruciale investire nel capitale umano. Le persone
rappresentano la principale risorsa per l'innovazione, e le politiche
economiche devono essere progettate per sviluppare un ecosistema educativo e
formativo capace di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e delle
imprese innovative. Ciò significa implementare politiche per migliorare il
livello di istruzione, con particolare attenzione alle competenze STEM
(scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), oltre a promuovere l'istruzione
superiore e la ricerca scientifica. I governi dovrebbero facilitare l'accesso
all'istruzione attraverso borse di studio, prestiti agevolati e sgravi fiscali
per chi investe nella propria formazione o in quella dei propri dipendenti. È
altresì necessario creare programmi di riqualificazione per la forza lavoro
esistente, in modo da garantire che le persone possano adattarsi ai cambiamenti
tecnologici e alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Un altro aspetto
cruciale è attrarre talenti stranieri qualificati, favorendo la mobilità internazionale
dei lavoratori e creando condizioni favorevoli per l'immigrazione di esperti in
settori chiave per l'innovazione. Le politiche fiscali rappresentano un
ulteriore strumento per stimolare gli investimenti in innovazione. Molti paesi
utilizzano incentivi fiscali per incoraggiare le aziende a investire in ricerca
e sviluppo (R&S), come crediti d'imposta, sgravi fiscali per le startup
innovative e deduzioni per gli investimenti in tecnologie emergenti. Questi
incentivi possono ridurre significativamente il costo dell'innovazione per le
imprese, incoraggiando un maggior numero di aziende a impegnarsi in progetti
innovativi. Oltre a ciò, è importante sviluppare un sistema fiscale che premi
il successo nell'innovazione, ad esempio mediante una riduzione delle imposte
per le aziende che creano brevetti, nuovi prodotti o servizi innovativi.
Tuttavia, è necessario bilanciare questi incentivi con politiche fiscali
sostenibili che non compromettano le finanze pubbliche, garantendo al contempo
un ambiente fiscale favorevole all'innovazione. Un'altra area su cui
concentrarsi è la collaborazione tra settore pubblico e privato. Le partnership
pubblico-private sono essenziali per condividere rischi e risorse, accelerare
lo sviluppo di nuove tecnologie e stimolare l'innovazione in settori
strategici. I governi possono promuovere la creazione di cluster di
innovazione, dove università, centri di ricerca e imprese collaborano per
sviluppare tecnologie all'avanguardia. Tali cluster possono beneficiare di
finanziamenti pubblici per la ricerca applicata e per progetti di sviluppo
pre-competitivo, oltre che di infrastrutture e servizi condivisi, come
laboratori e spazi di coworking. Le università e i centri di ricerca possono
svolgere un ruolo cruciale nella promozione dell'innovazione, non solo
attraverso la produzione di nuove conoscenze scientifiche, ma anche attraverso
la creazione di spin-off e il trasferimento tecnologico alle imprese. I finanziamenti
per l'innovazione costituiscono un aspetto cruciale delle politiche economiche
per promuovere gli investimenti. Molte imprese innovative, soprattutto nelle
fasi iniziali di sviluppo, affrontano difficoltà nell'accedere a finanziamenti
adeguati a causa dell'alto rischio associato all'innovazione. I governi possono
creare o facilitare l'accesso a fondi di venture capital, garanzie sui prestiti
e programmi di finanziamento agevolato per le startup e le imprese innovative.
Inoltre, è importante sviluppare mercati dei capitali più profondi e
accessibili, in cui le aziende innovative possano raccogliere risorse
finanziarie attraverso emissioni di azioni o obbligazioni. I governi possono
anche incentivare gli investimenti privati nel capitale di rischio attraverso
agevolazioni fiscali per gli investitori che finanziano imprese innovative. In
alcuni casi, i governi possono creare fondi sovrani o di investimento
specializzati nell'innovazione, che possano fornire capitale alle imprese nei
settori tecnologici ad alto potenziale di crescita. Un altro aspetto chiave
delle politiche economiche è la creazione di un quadro regolamentare favorevole
all'innovazione. Le normative devono essere progettate in modo da facilitare lo
sviluppo di nuove tecnologie e modelli di business, senza imporre eccessivi
oneri burocratici. Un ambiente normativo troppo rigido può ostacolare
l'innovazione, specialmente nei settori emergenti come la biotecnologia, le
energie rinnovabili e le tecnologie digitali. I governi devono bilanciare la
necessità di regolamentare per garantire la sicurezza e la protezione dei
consumatori, con la necessità di permettere sperimentazione e flessibilità nel
lancio di nuovi prodotti e servizi. In alcuni settori, come quello delle
criptovalute o della guida autonoma, sono emersi nuovi modelli di
regolamentazione sperimentale, noti come "sandbox", che consentono
alle aziende di testare nuove tecnologie in un ambiente regolamentare
semplificato e controllato. Questa flessibilità normativa può accelerare
l'adozione di innovazioni disruptive e attrarre investimenti in settori ad alta
crescita. Un'area emergente di grande rilevanza per l'innovazione è quella
delle politiche ambientali. Con il crescente focus sulla sostenibilità e il
cambiamento climatico, le politiche economiche devono favorire l'innovazione in
tecnologie verdi, come l'energia rinnovabile, la mobilità sostenibile e le
tecnologie di efficienza energetica. I governi possono promuovere l'innovazione
ambientale attraverso incentivi fiscali per le aziende che sviluppano
tecnologie pulite, sussidi per la ricerca nel campo dell'energia rinnovabile e
regolamenti che stimolano l'adozione di pratiche sostenibili. Le politiche
climatiche possono diventare un potente motore per l'innovazione se progettate
correttamente, contribuendo sia alla crescita economica sia alla protezione
dell'ambiente. Infine, è importante sottolineare l'importanza di una strategia
di innovazione nazionale integrata e coerente. I governi dovrebbero sviluppare
piani a lungo termine per l'innovazione, definendo obiettivi chiari e
misurabili, identificando settori strategici e allocando risorse in modo
efficiente. Queste strategie devono coinvolgere tutti i principali attori
dell'ecosistema dell'innovazione, comprese le università, le imprese, i
lavoratori e la società civile. Solo attraverso un impegno coordinato e
sostenibile sarà possibile promuovere un ambiente favorevole all'innovazione e
migliorare la posizione di un paese nel Global Innovation Index.
Conclusioni.
Il valore degli investimenti è diminuito significativamente tra il 2013 ed
il 2022 passando da un ammontare medio di 31,37 fino ad un valore di 19,19
ovvero pari ad una riduzione del 38,84%. Tuttavia vi sono dei paesi nei quali
il valore degli investimenti è cresciuto significativamente ovvero Iran con
+659,84%, Estonia con +520,65%, Islanda con +170,95%, Mauritius con +138,77%,
Malta con +103,61%. Vi sono anche dei paesi nei quali il valore degli
investimenti è diminuito assai più della media ovvero Ucraina con -92,75%,
Guatemala con -92,86%, Bielorussia con -95,91%, Algeria con -97,48%, Etiopia
con-98,37%. Guardando ai paesi che hanno maggiore reddito pro-capite nel 2022
possiamo notare una grande eterogeneità dei livelli di investimento che varia
da un valore di 96,2 unità nel caso dell’Estonia fino ad un valore di 15,5 nel
caso dell’Austria. Pertanto non è possiible concludere che il livello degli
investimenti sia di per se un elemento dirimente della crescita economica e
dello sviluppo economico
Source: Global Innovation Index
Link: https://www.wipo.int/web/global-innovation-index
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