Sono
cresciute del 2,09% tra il 2010 ed il 2021
L’Eurostat calcola il
valore delle persone che rimangono povere anche dopo i trasferimento sociali.
Ovvero si tratte persone che hanno un reddito disponibile al di sotto del 60%
del reddito disponibile calcolato a livello nazionale anche dopo aver incassato
dei trasferimenti sociali.
Ranking dei paesi per
valore delle persone che rimangono povere anche dopo i trasferimenti sociali
nel 2021. La Lettonia è al primo posto per valore delle
persone che rimangono povere anche dopo i trasferimenti sociali con un
ammontare pari a 23,4%, seguita dalla Romania con un ammontare di 22,6% e dalla
Bulgaria con un ammontare di 22,1%. A metà classifica vi sono la Germania con
un ammontare di 16%, seguita dalla Svezia con un ammontare di 15,7%, e dalla Polonia
con un ammontare di 14,8%. Chiudono la classifica la Slovenia con un ammontare
di 11,7%, seguita dalla Finlandia con un ammontare di 10,8% e dalla Repubblica
Ceca con un ammontare di 8,6%.
Ranking dei paesi europei
per valore della variazione percentuale delle persone che rimangono povere
anche dopo i trasferimenti sociali tra il 2010 ed il 2021.
I Paesi Bassi sono al primo posto per valore della variazione percentuale delle
persone che rimangono povere anche dopo i trasferimenti sociali tra il 2010 ed
il 2021 con un ammontare pari a 39,81% pari ad un ammontare di 4,10, seguiti
dall’Estonia con un ammontare di 30,38% pari ad un ammontare di 4,80 unità, e dal
Lussemburgo con un ammontare di 24,83% pari ad un ammontare di 3,60 unità. A metà
classifica vi sono il Portogallo con un ammontare di 2,79% pari ad un ammontare
di 0,50 unità, dalla Germania con un ammontare di 2,56% pari ad un ammontare di
0,40 unità, e dalla Slovacchia con un ammontare di 2,50% pari ad un ammontare
di 0,30 unità. Chiudono la classifica l’Irlanda con un ammontare di -15,13%
pari ad un ammontare di -2,30 unità, seguita dalla Polonia con un ammontare di
-15,91% pari ad un ammontare di -2,80 unità e dalla Finlandia con un valore di
-17,56% pari ad un ammontare di -2,30 unità. In media tra il 2010 ed il 2021 il
valore delle persone che rimangono povere anche dopo i trasferimenti sociali è
cresciuto di 2,09% pari ad un ammontare di 0,31 unità.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il Metodo di Elbow.
Di seguito viene analizzata la clusterizzazione con l’algoritmo k-Means
ottimizzato con il Metodo di Elbow. L’analisi mostra la presenza di tre
clusters. I clusters sono così costituiti ovvero:
- ·
Cluster 1: Germania, Malta, Svezia,
Polonia, Lussemburgo, Cipro, Belgio, Irlanda, Svezia, Portogallo, Austria;
- ·
Cluster 2: Spagna, Bulgaria, Lettonia,
Lituania, Romania, Italia, Grecia, Estonia, Croazia;
- ·
Cluster 3: Slovacchia, Danimarca,
Finlandia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovenia, Francia, Ungheria.
Dal punto di vista della
mediana è possibile individuare i seguenti clusters ovvero: C2=20,6>C1=14,8>C3=12,3.
Dal punto di vista geografico è possibile verificare la dominanza di paesi europei
orientali e meridionali, seguiti da paesi europei del Centro e del Nord.
Network analysis con l’utilizzo
della distanza euclidea. Di seguito viene presentata una
analisi attraverso l’utilizzo della network analysis mediante l’utilizzo della
distanza euclidea. Vengono individuate tre strutture a network delle quali tre
sono semplificate e due sono complesse. In modo particolare esistono le seguenti
connessioni ovvero:
- ·
La Finlandia ha una connessione con la
Danimarca per un valore pari a 0,52 unità, e con la Slovacchia per un ammontare
di 0,46 unità;
- ·
La Danimarca ha una connessione con la
Finlandia per un valore pari a 0,52 unità, e con la Slovacchia per un valore
pari a 0,52 unità;
- · La Slovacchia ha una connessione con la Finlandia per un ammontare di 0,46 unità e con la Danimarca pari ad un ammontare di 0,52 unità.
- ·
Il Lussemburgo ha una connessione con la
Svezia per un ammontare di 0,54 unità, con Malta per un ammontare di 0,57 unità;
- ·
La Svezia ha una connessione con il
Lussemburgo per un ammontare di 0,54 unità, con Malta per un ammontare di 0,3
unità, e con la Germania per un ammontare di 0,56 unità;
- ·
Malta ha una connessione con il Lussemburgo
per un ammontare di 0,57 unità, con la Germania per un ammontare di 0,56 unità
e con la Svezia per un ammontare di 0,3 unità;
- ·
La Germania ha una connessione con Malta
per un ammontare di 0,56 unità, e con la Svezia per un ammontare di 0,56 unità.
Esistono inoltre le
seguenti connessioni semplificate ovvero:
- ·
Il Belgio e Cipro hanno una connessione
per un ammontare di 0,47 unità;
- ·
L’Ungheria e la Slovenia hanno una
connessione per un ammontare di 0,32 unità;
- ·
L’Austria e la Francia hanno una
connessione di 0,48 unità.
Conclusioni. Il numero dei poveri che rimangono tali anche dopo aver ottenuto i trasferimenti sociali è cresciuto in Europa tra il 2010 ed il 2021 in media di un ammontare di 2,09%. Tale crescita è avvenuta anche in paesi ricchi dal punto di vista del reddito pro-capite come per esempio i Paesi Bassi e il Lussemburgo. Tale crescita mette in evidenza l’insufficienza delle misure di sostegno del reddito e di contrasto alla povertà che non sono adeguati a consentire a una parte considerevole della popolazione di uscire dalla povertà. In un mondo dove l’agricoltura, le costruzioni e la manifattura hanno perso la capacità di produrre dei posti di lavoro, e dove anche il settore dei servizi manifesta delle fragilità in seguito alle applicazioni dell’intelligenza artificiale, è necessario che i paesi sviluppino delle politiche di sostegno il reddito che riguardino sia i disoccupati che gli occupati. Infatti la povertà non è più un fenomeno che riguarda le persone disoccupate. La povertà al contrario è sempre di più una condizione che caratterizza la posizione dei lavoratori, ovvero i cosiddetti working poors, che iniziano a diventare tanti anche nel settore dei servizi, caratterizzato da intermittenza, precarietà ed insufficienza dei redditi. Ne deriva che l’idea del reddito universale non è più una dimensione utopica o connessa al manifestazione postmodernista delle politiche economiche comuniste, quanto piuttosto una necessità per consentire alla popolazione di rafforzare quei consumi di beni e servizi che costituiscono l’80-85% del PIL dei paesi a reddito elevato.
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