Tra
il 2015 ed il 2021 sono diminuite del 21,78%
L’Eurostat calcola l’indice
delle persone che vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro in Europa.
Nello specifico si tratta di persone aventi una età tra i 0 ed i 64 anni e che
vivono all’interno di famiglie dove gli adulti lavorano al massimo il 20% del loro
potenziale tempo di lavoro. Per adulti si intendono persone con una età
compresa tra i 18 ed i 64 anni. Inoltre, nell’indicatore rientrano anche
studenti di età compresa tra i 18 ed i 24 anni, persone che ricevono pensioni,
e persone aventi una età tra i 60 ed i 64 anni che vivono in famiglie dove il
reddito è la fonte principale di reddito.
Ranking dei paesi per numero
di persone che vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro nel 2021.
L’Irlanda è al primo posto tra i paesi per numero di persone che vivono in
famiglie a bassa intensità di lavoro nel 2021 con un ammontare di 13,00,
seguita dalla Grecia con un valore di 12,10 unità e dal Belgio con un valore di
11,90. A metà classifica vi sono la Lituania con 7,80, seguita dalla Croazia
con un ammontare di 7,50 unità e dall’Austria con un ammontare di 7,60 unità.
Chiudono la classifica la Polonia con un valore di 4,20 unità, seguita dalla
Slovenia con un valore di 3,60 unità e dalla Romania con un valore di 3,50
unità. In media nel 2021 per i paesi considerati circa il 7,66% della
popolazione europea viveva in famiglie con bassa intensità di lavoro.
Ranking dei paesi per
valore della variazione percentuale del numero di persone che vivono in
famiglie con bassa intensità di lavoro nel passaggio tra il 2010 ed il 2021.
La Francia è al primo posto per crescita del valore percentuale delle persone
che vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro con un ammontare pari a
28,92% pari ad un ammontare di 2,4 unità, seguita dall’Austria con un valore di
17,46% pari ad un ammontare di 1,00 unità e dalla Svezia con un ammontare di
14,1% pari ad un valore di 1,1 unità. A metà classifica vi sono il Belgio con
un ammontare di -20,67% pari ad un ammontare di -3,1 unità, seguita dalla
Grecia con un valore di -20,92% pari ad un ammontare di -3,2 unità, seguita dalla
Spagna con un valore di -24,68% pari ad un ammontare di -3,8 unità. Chiudono la
classifica la Romania con un ammontare di -43,55% pari ad un ammontare di -2,7
unità, seguita da Cipro con un ammontare di -44,23% pari ad un ammontare di
-4,6 unità e dal Portogallo con un valore di -48,04% pari ad un ammontare di
-4,9 unità. Complessivamente tra il 2015 ed il 2021 il numero delle persone che
vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro è diminuito da 9,79% fino a
7,66% ovvero del 21,78% pari a -2,13 unità.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il Metodo di Elbow.
Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means
ottimizzato con il Metodo di Elbow. Vengono individuati tre clusters ovvero:
- ·
Cluster 1:
Bulgaria, Danimarca, Paesi Bassi, Croazia, Lituania, Italia, Germania,
Finlandia, Copro, Svezia, Francia;
- ·
Cluster 2:
Grecia, Belgio, Irlanda, Spagna;
- ·
Cluster 3:
Polonia, Estonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria,
Malta, Austria, Lussemburgo, Lettonia, Portogallo.
Se consideriamo il valore
della mediana risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero C2=12>C1=8,6>C3=5,3.
Dal punto di vista geografico è possibile verificare che il cluster dominante
ovvero il cluster 2 è costituito da un mix di paesi europei non confinanti tra
loro, seguiti dal cluster 1 che mette insieme alcuni paesi del centro e Nord
Europa e dal cluster 3 che riguarda i paesi dell’Europa dell’Est. Ne deriva che
è l’Europa occidentale ad avere un problema di persone che vivono in famiglie a
bassa intensità di lavoro contrariamente ai paesi dell’Europa orientale che
invece hanno dei valori della variabile più ridotti.
Network Analysis con la distanza euclidea.
Di
seguito viene presentata una network analysis con la distanza euclidea. Nello
specifico vengono individuate una struttura a network complessa e quattro
strutture a network semplificate. La struttura a network complessa è costituita
come di seguito ovvero:
- ·
Esiste una connessione tra l’Estonia e la
Polonia con un ammontare di 0,35 unità, e tra l’Estonia e la Romania con un
ammontare di 0,35 unità;
- ·
La Romania ha una connessione con l’Estonia
per un ammontare di 0,35 unità, e con la Polonia per un ammontare di 0,26
unità;
- ·
La Polonia ha una connessione con l’Estonia
per un ammontare di 0,35 unità, con la Romania per un ammontare di 0,26 unità, con
la Slovacchia per un ammontare di 0,4 unità e con la Repubblica Ceca per un
ammontare di 0,37 unità;
- ·
La Slovacchia ha una connessione con la
Polonia per un ammontare pari a 0,4 unità;
- ·
La Repubblica Ceca ha una connessione con
la Polonia per un ammontare di 0,37 unità, e con la Slovenia per un ammontare
di 0,32 unità;
- ·
La Slovenia ha una connessione con la
Repubblica Ceca per un ammontare di 0,32 unità.
Inoltre sono presenti le seguenti strutture a network
semplificate ovvero:
- ·
Danimarca e Bulgaria hanno una connessione
per un ammontare di 0,39 unità;
- ·
Malta e Ungheria hanno una connessione per
un valore di 0,27 unità;
- ·
Grecia e Belgio hanno una connessione per
0,24 unità;
- ·
Italia e Finlandia hanno una connessione
per 0,22 unità.
Conclusioni. Il
valore delle persone che vivono nelle famiglie con bassa intensità di lavoro è
diminuito tra il 2015 ed il 2021 nei paesi europei considerati. Tuttavia
occorre considerare che nel 2021 circa il 7,6% della popolazione europea ha
vissuto in famiglie con bassa intensità di lavoro. Inoltre, paradossalmente, la
crescita percentuale delle persone che vivono in famiglie con bassa intensità
di lavoro è stata più marcata nei paesi europei con reddito-pro capite medio
alto ovvero la Francia con +28,92%, l’Austria con 17,46%, la Svezia con 14,1% e
il Lussemburgo con +1,85%. Negli altri paesi c’è stata una significativa
riduzione delle persone che vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro. Occorre riflettere meglio sulle motivazioni
che portano alla presenza di bassa intensità di lavoro. Come visto dalla
cluster analysis l’Europa occidentale soffre di bassa intensità di lavoro assai
più dell’Europa orientale. Tale distinzione può essere dovuta al fatto che nell’Europa
occidentale il settore primario e secondario hanno smesso di produrre posti di
lavoro. Inoltre il lavoro nel settore terziario, e soprattutto del terziario
avanzato, risulta essere sempre più esclusivo ed elitario, a seguito della richiesta
di titoli di studio e certificazioni professionali molto elevate. Ne deriva che
le persone che vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro sono anche persone
che potrebbero avere delle problematiche nell’accesso alla formazione professionale
e a percorsi educativi che potrebbero far crescere le prospettive di occupabilità.
Occorre quindi investire di più nei percorsi professionali per disoccupati e
sotto-occupati, attraverso anche l’utilizzo degli strumenti di e-learning, per
consentire l’acquisizione di soft e hard skills che possano consentire una ripresa
dell’occupazione per coloro i quali soffrono per bassa intensità lavorativa.
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