Tra
il 2005 ed il 2022 sono cresciute in media del 15,27% nei paesi considerati
L’OCSE calcola il numero
delle imprese chimiche nei paesi OCSE. I dati sono disponibili per il periodo
tra il 2005 ed il 2022.
Le
imprese chimiche nei paesi OCSE nel 2022. Nel 2022, il
settore della fabbricazione di prodotti chimici e prodotti chimici in Europa ha
mostrato una significativa variabilità tra i diversi paesi, riflettendo
differenze in termini di dimensioni del mercato, capacità produttiva, e
tradizione industriale. Tra le principali economie europee, la Francia si
distingue con un totale di 4.336 imprese attive nel settore, seguita da vicino
dall'Italia con 3.899 imprese. La Germania, notoriamente uno dei leader nel
settore chimico a livello mondiale, ha registrato 3.634 imprese, evidenziando
una robusta presenza industriale, ma inferiore rispetto alla Francia e
all'Italia. La Spagna segue con 3.597 imprese, dimostrando una considerevole
attività nel settore. In Europa orientale, la Polonia emerge come il principale
attore con 3.045 imprese, indicando una crescente capacità e sviluppo nel
settore chimico. La Repubblica Ceca, con 1.849 imprese, e la Romania, con 1.001
imprese, mostrano anche loro una presenza significativa. La presenza
industriale nei Paesi Bassi è rappresentata da 1.272 imprese, un numero
considerevole che riflette la posizione strategica del paese come hub commerciale
e logistico in Europa. In Europa meridionale, la Grecia conta 982 imprese e il
Portogallo 918, suggerendo una moderata ma stabile attività chimica. Bulgaria e
Belgio hanno rispettivamente 744 e 737 imprese, mentre Serbia e Ungheria
seguono con 706 e 689 imprese. Questi dati indicano un'industria chimica attiva
e diversificata in tutta la regione. In Scandinavia, la Svezia guida con 674
imprese, seguita dalla Finlandia con 426 e dalla Danimarca con 280 imprese. La
Norvegia, sebbene con un numero inferiore, conta comunque 258 imprese attive,
dimostrando una presenza significativa in una regione nota per la sua eccellenza
tecnologica e industriale. La presenza dell'industria chimica nei piccoli paesi
europei è più contenuta. In Slovenia ci sono 264 imprese, in Lettonia 252, e in
Lituania 221. Altri paesi come Estonia e Macedonia del Nord contano
rispettivamente 146 e 114 imprese, mentre Cipro e Malta mostrano una presenza
minima con 67 e 42 imprese rispettivamente. Il Lussemburgo chiude la lista con
solo 17 imprese, riflettendo le dimensioni ridotte del paese. In Europa
centrale, l'Austria conta 642 imprese, un numero significativo che dimostra una
robusta attività industriale. La Svizzera, nota per la sua eccellenza nel
settore farmaceutico, registra 446 imprese nel settore chimico. La Slovacchia,
con 581 imprese, mostra una solida presenza industriale. Croazia e Costa Rica,
con 400 e 340 imprese rispettivamente, evidenziano un'industria chimica in
crescita. Israele, pur essendo geograficamente al di fuori dell'Europa, è
incluso nella lista con 451 imprese, segnalando una forte presenza nel settore
chimico. Questo riflette la capacità di Israele di innovare e sviluppare
tecnologie avanzate, incluso nel settore chimico. Nel complesso, questi dati
mostrano un panorama europeo variegato, con paesi che variano notevolmente in
termini di numero di imprese attive nel settore della fabbricazione di prodotti
chimici. Le principali economie, come Francia, Italia, Germania e Spagna,
dominano il settore in termini di numero di imprese, mentre i paesi dell'Europa
orientale e meridionale mostrano una presenza significativa, ma generalmente
inferiore. La Scandinavia e l'Europa centrale contribuiscono anch'esse in
maniera rilevante, dimostrando che l'industria chimica è distribuita su tutto
il continente europeo con una notevole diversificazione e specializzazione a
livello nazionale.
Le
imprese chimiche nei paesi OCSE tra il 2005 ed il 2022. L'analisi
dei dati relativi alle imprese operanti nel settore della fabbricazione di
prodotti chimici tra il 2005 e il 2022 rivela un panorama industriale in
evoluzione con dinamiche variegate tra i diversi paesi europei e non solo. I
cambiamenti registrati evidenziano variazioni significative sia in termini
assoluti che percentuali, riflettendo diverse tendenze economiche, politiche e
di mercato. In Austria, il numero di imprese è aumentato da 340 a 642, con una
variazione percentuale del 302,00% e una variazione assoluta di 88,82. Questo
incremento sostanziale riflette una crescita significativa nell'industria
chimica austriaca, probabilmente supportata da politiche favorevoli e
investimenti in innovazione. La Francia ha visto un incremento notevole,
passando da 3.257 a 4.336 imprese, con una variazione percentuale del 1079,00%
e una variazione assoluta di 33,13. Questo aumento può essere attribuito alla
robustezza del settore chimico francese, sostenuto da una forte base
industriale e capacità di innovazione. La Germania, da sempre un leader nel
settore chimico, ha registrato un aumento da 2.908 a 3.634 imprese, con una
variazione percentuale del 726,00% e una variazione assoluta di 24,97. Questa
crescita continua sottolinea la resilienza e la capacità di adattamento dell'industria
chimica tedesca. La Polonia ha mostrato una crescita impressionante, passando
da 1.960 a 3.045 imprese, con una variazione percentuale del 1085,00% e una
variazione assoluta di 55,36. Questo incremento significativo riflette lo
sviluppo economico del paese e l'espansione della sua base industriale. La
Repubblica Ceca ha visto un aumento da 1.505 a 1.849 imprese, con una
variazione percentuale del 344,00% e una variazione assoluta di 22,86. Questo
dato indica una solida crescita nel settore chimico ceco, sostenuta
probabilmente da investimenti e riforme economiche. Nei Paesi Bassi, il numero
di imprese è aumentato da 612 a 1.272, con una variazione percentuale del
660,00% e una variazione assoluta di 107,84. Questo notevole incremento suggerisce
un ambiente favorevole all'industria chimica, grazie anche alla posizione
strategica del paese come hub commerciale. Il Belgio ha registrato una crescita
moderata, passando da 672 a 737 imprese, con una variazione percentuale del
65,00% e una variazione assoluta di 9,67. Questo incremento suggerisce una
stabilità del settore, con una leggera espansione. In Bulgaria, il numero di
imprese è aumentato da 584 a 744, con una variazione percentuale del 160,00% e
una variazione assoluta di 27,40. Questo aumento indica una moderata crescita
del settore chimico. Costa Rica ha visto un incremento da 246 a 340 imprese,
con una variazione percentuale del 94,00% e una variazione assoluta di 38,21.
Questo suggerisce un'espansione del settore chimico, probabilmente supportata
da incentivi governativi. In Lettonia, le imprese sono passate da 113 a 252,
con una variazione percentuale del 139,00% e una variazione assoluta di 123,01,
mentre in Lituania il numero è aumentato da 97 a 221, con una variazione
percentuale del 124,00% e una variazione assoluta di 127,84. Entrambi i paesi
hanno visto una crescita sostanziale, riflettendo lo sviluppo delle loro industrie
chimiche. La Danimarca ha registrato un incremento modesto, passando da 271 a
280 imprese, con una variazione percentuale del 9,00% e una variazione assoluta
di 3,32. Questo indica una stabilità del settore chimico danese con una crescita
limitata. In Ungheria, il numero di imprese è aumentato da 654 a 689, con una
variazione percentuale del 35,00% e una variazione assoluta di 5,35, suggerendo
una crescita stabile e moderata. La Slovenia ha visto un aumento da 160 a 264
imprese, con una variazione percentuale del 104,00% e una variazione assoluta
di 65,00. La Slovacchia, invece, ha registrato una crescita da 132 a 581
imprese, con una variazione percentuale del 449,00% e una variazione assoluta
di 340,15. Quest'ultimo dato evidenzia un'espansione significativa del settore
chimico slovacco. L'Italia ha registrato un significativo calo, passando da
5.031 a 3.899 imprese, con una variazione percentuale negativa del -1132,00% e
una variazione assoluta del -22,50. Questo declino potrebbe essere attribuito a
vari fattori, tra cui la delocalizzazione, la crisi economica e la concorrenza
internazionale. Anche la Spagna ha visto una diminuzione, passando da 3.854 a
3.597 imprese, con una variazione percentuale del -257,00% e una variazione
assoluta del -6,67. Questo calo potrebbe riflettere le difficoltà economiche
del paese negli ultimi anni. In Svezia, il numero di imprese è diminuito da 815
a 674, con una variazione percentuale del -141,00% e una variazione assoluta
del -17,30, suggerendo una contrazione del settore chimico svedese. La Romania
ha visto una leggera diminuzione, passando da 1.050 a 1.001 imprese, con una
variazione percentuale del -49,00% e una variazione assoluta del -4,67. Questo
piccolo calo potrebbe riflettere una fase di stabilizzazione o ristrutturazione
del settore. Il Portogallo ha registrato un lieve calo da 921 a 918 imprese,
con una variazione percentuale del -3,00% e una variazione assoluta del -0,33,
indicando una sostanziale stabilità con una leggera flessione. In sintesi,
l'analisi dei dati dal 2005 al 2022 mostra un panorama complesso e dinamico del
settore chimico in Europa e in altre regioni. Mentre alcuni paesi come la
Francia, la Germania e la Polonia hanno visto crescite significative, altri
come l'Italia, la Spagna e la Svezia hanno registrato declini. Queste
variazioni riflettono una combinazione di fattori economici, politiche
industriali, investimenti in innovazione e capacità di adattamento alle sfide
globali.
Conclusioni.
Il
numero delle imprese chimiche nei paesi OCSE considerati è cresciuto in media
del 15,27% tra il 2005 ed il 2022. I paesi nei quali il numero delle imprese
chimiche è cresciuto di più tra il 2005 ed il 2022 sono la Repubblica Slovacca
con +340,15%, la Lituania con +127,84%, la Lettonia con 123,01%. Vi sono anche
dei paesi nei quali il numero delle imprese chimiche è diminuito ovvero la
Spagna con -6,67%, la Svezia con -17,3%, e l’Italia con -22,5%. L’Italia è il
paese che ha subito la perdita più importante di imprese chimiche in valore
assoluto con una riduzione tra il 2005 ed il 2022 di 3.899 unità. Fatto pari a
100 il numero delle imprese chimiche nel 2022 risulta che il 13,06% è allocato
in Francia, l’11,74% in Italia, il 10,94% in Germania, il 10,83% in Spagna, ed
il 9,17% in Polonia.
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