martedì 4 giugno 2024

Le Imprese Operanti nella Produzione di Prodotti Tessili e di Abbigliamento nei Paesi OCSE

 

E’ diminuito in media del 3,87% tra il 2005 ed il 2022

L’OCSE calcola il numero delle imprese operanti nella produzione di prodotti tessili e dell’abbigliamento. I dati sono disponibili per il periodo 2005-2022.

Imprese operanti nella produzione di prodotti tessili e di abbigliamento nei paesi OCSE nel 2022. Nel 2022, il settore della produzione di prodotti tessili e di abbigliamento ha mostrato una variegata distribuzione delle imprese tra i paesi europei, evidenziando significative differenze in termini di presenza industriale. Analizzando i dati forniti, possiamo osservare le dinamiche del settore in vari paesi, dal ruolo preminente di alcune nazioni alla presenza più modesta di altre. L'Italia guida il settore con 38.070 imprese, seguita dalla Francia con 30.865 imprese. Questo primato dell'Italia non sorprende, considerando la storica tradizione del paese nella moda e nel tessile, rinomato per il suo artigianato di alta qualità, i marchi di lusso e le innovazioni nel design. La Francia, anch'essa un epicentro della moda globale, mantiene una solida posizione grazie ai suoi celebri marchi di moda e alla capacità di coniugare tradizione e modernità nel design tessile. Czechia e Polonia, rispettivamente con 18.136 e 17.957 imprese, emergono come importanti hub di produzione tessile nell'Europa centrale. La competitività di questi paesi deriva dai costi di produzione relativamente bassi e dalla vicinanza ai mercati dell'Europa occidentale. La Romania, con 9.255 imprese, continua a essere un attore chiave nel settore grazie alla sua manodopera qualificata e ai costi competitivi. La Spagna e il Portogallo contano rispettivamente 15.010 e 12.218 imprese, riflettendo l'importanza di questi paesi nella produzione tessile europea. La Spagna è nota per il suo settore della moda vivace e per marchi globali come Zara, mentre il Portogallo è rinomato per la qualità delle sue manifatture e per la produzione di tessuti di alta qualità, soprattutto nel settore del lino e della maglieria. La Germania, con 6.872 imprese, non è tra i principali produttori, ma mantiene un ruolo importante nel settore tessile europeo grazie alla sua capacità di innovazione tecnologica e alla produzione di tessuti tecnici e industriali di alta qualità. Questo segmento di mercato differenzia la Germania dagli altri paesi con una maggiore concentrazione di imprese nel settore della moda e dell'abbigliamento di consumo. I Paesi Bassi (5.868 imprese) e la Slovacchia (5.736 imprese) dimostrano una presenza significativa nel settore tessile, beneficiando di un ambiente imprenditoriale favorevole e della loro posizione strategica in Europa. La Grecia, con 5.021 imprese, continua a mantenere una forte tradizione tessile, sebbene il settore abbia affrontato numerose sfide economiche negli ultimi anni. Paesi come la Finlandia (3.142 imprese), la Svezia (3.169 imprese) e la Serbia (2.690 imprese) hanno una presenza meno marcata nel settore tessile. Questi paesi, pur avendo un numero inferiore di imprese, possono vantare nicchie di mercato specifiche, come tessuti sostenibili e innovativi. In fondo alla lista troviamo paesi come il Lussemburgo (22 imprese) e Malta (170 imprese). Questi paesi, a causa delle loro dimensioni geografiche e demografiche limitate, hanno una presenza marginale nel settore tessile e di abbigliamento. L'analisi dei dati del 2022 mostra una mappa variegata della produzione tessile e di abbigliamento in Europa e in alcuni paesi extraeuropei. I paesi con una lunga tradizione nel settore, come l'Italia e la Francia, continuano a dominare in termini di numero di imprese. Allo stesso tempo, l'Europa centrale e orientale sta emergendo come una nuova frontiera della produzione tessile grazie ai costi competitivi e alla crescente qualità della manodopera.

Imprese operanti nella produzione di prodotti tessili e di abbigliamento nei paesi OCSE tra il 2015 ed il 2022. L'analisi del settore della produzione di prodotti tessili e di abbigliamento dal 2005 al 2022 evidenzia significativi cambiamenti nei vari paesi, con una marcata variabilità nelle dinamiche di crescita e declino delle imprese attive. Esploriamo dettagliatamente i dati relativi a ciascun paese, analizzando le possibili cause e implicazioni di queste variazioni. Costa Rica emerge come il paese con la crescita percentuale più alta, registrando un incremento del 259,76%. Il numero di imprese è passato da 656 a 2.360, suggerendo un notevole sviluppo del settore. Questo potrebbe essere attribuito a politiche economiche favorevoli, incentivi governativi per attrarre investimenti esteri e la vicinanza ai mercati nordamericani, rendendo Costa Rica un centro di produzione attraente. Repubblica Slovacca ha sperimentato un aumento straordinario del 1.188,99%, passando da 445 a 5.736 imprese. Questo boom è probabilmente legato all'integrazione del paese nell'Unione Europea, che ha facilitato l'accesso ai mercati europei, oltre a politiche di supporto industriale e investimenti in infrastrutture. Francia ha visto un incremento del 90%, con il numero di imprese che è salito da 16.245 a 30.865. La crescita della Francia può essere spiegata dalla continua rilevanza del paese nel settore della moda e del lusso, unito a un forte sostegno per l'innovazione e la sostenibilità nel settore tessile. Paesi Bassi hanno registrato un incremento del 108,97%, con il numero di imprese che è passato da 2.808 a 5.868. Questo aumento può essere dovuto alla crescita del commercio elettronico e alla domanda di prodotti tessili innovativi e sostenibili. Estonia e Lituania hanno rispettivamente aumentato il numero delle loro imprese tessili del 73,06% e 65,12%. Questi incrementi riflettono l'adozione di tecnologie avanzate, l'integrazione nei mercati dell'Unione Europea e un focus sulla qualità e sull'innovazione. Austria e Lettonia hanno anch'esse mostrato crescite notevoli, con incrementi rispettivamente del 46,85% e 43,05%. L'aumento in Austria potrebbe essere attribuito a una forte tradizione tessile e a politiche di sostegno alle PMI, mentre in Lettonia la crescita può essere legata a investimenti in modernizzazione e tecnologie verdi. Italia, un tempo il principale attore nel settore tessile europeo, ha visto una drastica diminuzione del 37,42%, passando da 60.831 a 38.070 imprese. Questo declino significativo potrebbe essere dovuto a vari fattori, tra cui la delocalizzazione della produzione verso paesi a basso costo, la crisi economica del 2008, e una maggiore concorrenza globale. Nonostante ciò, l'Italia continua a mantenere una forte reputazione per i prodotti di alta qualità e il design innovativo. Spagna e Portogallo hanno registrato riduzioni rispettivamente del 31,87% e 27,21%. La Spagna è passata da 22.031 a 15.010 imprese, mentre il Portogallo da 16.786 a 12.218. Questi declini possono essere attribuiti alla crisi economica e finanziaria che ha colpito duramente entrambi i paesi, insieme alla crescente concorrenza da parte di produttori a basso costo. Slovenia, Ungheria e Polonia hanno anch'esse visto significative diminuzioni del numero di imprese tessili, con declini rispettivamente del 30,08%, 30,06% e 20,95%. Questi paesi potrebbero aver subito l'impatto della globalizzazione e della delocalizzazione della produzione, oltre a una possibile mancanza di investimenti nel settore. Danimarca e Svezia hanno registrato riduzioni rispettivamente del 24,56% e 20,14%. Questi paesi nordici, pur avendo una forte tradizione nel design tessile, potrebbero aver sofferto a causa di alti costi di produzione e della concorrenza globale. Belgio, Bulgaria e Lussemburgo hanno visto riduzioni minori ma comunque significative nel numero di imprese. Il Belgio è passato da 2.540 a 2.071 imprese (-18,46%), la Bulgaria da 5.434 a 4.226 (-22,23%) e il Lussemburgo da 41 a 22 (-46,34%). Questi cambiamenti possono essere dovuti a una combinazione di fattori economici, compresi i cambiamenti nella domanda globale e le sfide economiche interne. Germania ha visto una crescita modesta del 2,20%, con il numero di imprese che è passato da 6.724 a 6.872. La stabilità della Germania nel settore tessile può essere attribuita alla sua specializzazione in prodotti tessili tecnici e industriali, settori meno vulnerabili alla concorrenza dei produttori a basso costo. Romania ha registrato una crescita dell'11,08%, con il numero di imprese che è passato da 8.332 a 9.255. Questo aumento, seppur modesto, indica una stabilità nel settore tessile rumeno, che beneficia di costi di manodopera competitivi e di una crescente integrazione nelle catene di approvvigionamento europee. L'analisi dei dati relativi al periodo 2005-2022 nel settore della produzione di prodotti tessili e di abbigliamento rivela un panorama variegato con alcuni paesi che hanno visto significativi aumenti nel numero di imprese, mentre altri hanno subito declini sostanziali. Le ragioni dietro queste variazioni sono molteplici, comprendendo fattori economici, politiche governative, investimenti in tecnologia e innovazione, e la globalizzazione. Paesi come la Costa Rica e la Repubblica Slovacca hanno beneficiato di condizioni economiche favorevoli e politiche di incentivo che hanno stimolato la crescita del settore. Al contrario, paesi come l'Italia e la Spagna hanno dovuto affrontare sfide economiche e una crescente concorrenza globale che hanno portato a una riduzione del numero di imprese tessili. Il futuro del settore tessile in Europa e in altre regioni dipenderà dalla capacità dei paesi di adattarsi ai cambiamenti globali, investire in innovazione e sostenibilità, e mantenere una competitività a livello globale.

Conclusioni. Il numero delle imprese operanti nel settore tessile ed abbigliamento è diminuito in media del 3,87% tra il 2005 ed il 2022 per i paesi considerati. In modo particolare il numero delle imprese operanti nel settore tessile ed abbigliamento è cresciuto del 1188,99% in Repubblica Slovacca, del 259,76% in Costa Rica, e del 108,97% nei Paesi Bassi. Il valore delle imprese operanti nel settore tessile ed abbigliamento è diminuito tra il 2005 ed il 2022 nei seguenti paesi Spagna con -31,87%, Italia con -37,42% e Lussemburgo con -46,34%. L’Italia è il paese che ha subito le maggiori perdite nel settore tessile e dell’abbigliamento con -22.761 imprese tra il 2005 ed il 2022. Tuttavia, nonostante questa rilevante perdita di imprese l’Italia guida ancora la classifica dei paesi per numero di imprese nel settore tessile ed abbigliamento nel 2022. Fatto pari a 100 il numero delle imprese operanti nel settore tessile ed abbigliamento nel 2022 risulta che il 18,31% è localizzato in Italia, il 14,84% in Francia, l’8,72% in Repubblica Ceca, e l’8,63% in Polonia.

 




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