Sono
cresciuti del 9,34% tra il 2004 ed il 2020
L’Istat calcola il valore
degli occupati non regolari nelle regioni italiane. La variabile è calcolata
come la percentuale di occupati che non rispettano la normativa vigente in
materia lavoristica, fiscale e contributiva sul totale degli occupati. I dati
fanno riferimento alle regioni e macro-regioni italiane tra il 2004 ed il 2020.
Ranking
delle regioni italiane per valore degli occupati non regolari nel 2020. La
Calabria è al primo posto per valore degli occupati non regolari nel 2020 con
un valore pari a 20,9 unità, seguita dalla Campania con un ammontare di 17,9
unità e dalla Sicilia con un valore pari a 17,3 unità. A metà classifica vi
sono l’Abruzzo dove il 13,6% degli occupati è irregolari, seguito dall’Umbria
con 12,4%, dalla Liguria con 11,4%. Chiudono la classifica il Friuli Venezia
Giulia con il 9,2% degli occupati irregolari sul totale degli occupati, seguito
dal Trentino Alto Adige con 8,9 unità e dal Veneto con 8,5 unità.
Ranking delle regioni
italiane per valore della variazione percentuale degli occupati non regolari
tra il 2004 ed il 2020. La Basilicata è al primo posto per
valore della variazione percentuale degli occupati non regolari tra il 2004 ed
il 2020 pari ad un ammontare del 57,95% corrispondente ad una variazione da un
ammontare di 8,8 unità fino ad un valore di 13,9 unità pari ad una variazione
di 5,1 unità. Segue il Molise con una variazione pari ad un ammontare di 55,00%
pari ad una variazione da un ammontare di 10,00 unità fino a 15,55 unità pari
ad un ammontare di 5,5 unità. Segue il Piemonte con una variazione di 50,77%
pari ad una variazione da un ammontare di 6,54 nel 2004 unità fino ad un valore
di 9,8 unità nel 2020 pari ad un ammontare di 3,3 unità.
A
metà classifica vi sono l’Umbria con una variazione pari ad un ammontare di
8,77% corrispondente ad una variazione da 11,4 unità nel 2004 fino ad un valore
di 12,4 nel 2020. Segue il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari ad un
ammontare di 8,24% corrispondente ad un ammontare di 8,5 unità fino ad un
valore di 9,2 unità pari ad un ammontare di 0,7 unità. Infine, la Toscana con
una variazione pari a 7,37% corrispondente ad una variazione tra 9,5 unità nel
2004 fino ad un valore di 10,2 unità nel 2020 pari ad un ammontare di 0,7
unità.
Chiudono la classifica la Sicilia con un valore di -6,99% pari ad una riduzione da un ammontare di 18,6 unità nel 2004 fino ad un valore di 17,3 unità nel 2020 pari ad un ammontare di -1,3 unità. Segue la Lombardia con una variazione di -12,96% pari ad una variazione da un ammontare di 10,8 unità nel 2004 fino ad un valore di 9,4 unità nel 2020 pari ad una variazione di -1,4 unità. Chiude la classifica la Campania con una variazione pari a -30,08% pari ad una variazione da un ammontare di 25,6 unità nel 2004 fino a 17,9 unità nel 2020 corrispondente ad una variazione di -7,7 unità. Complessivamente il valore medio degli occupati irregolari nelle regioni italiane tra il 2004 ed il 2020 è cresciuto da un ammontare di 11,6 unità fino ad un valore di 12,6 unità pari ad una variazione di 1,08 unità corrispondente ad un ammontare di 9,34%.
Gli Occupati non Regolari nelle Macro-Regioni Italiane tra il 2004 ed il 2020. Il valore degli occupati non regolari nel Nord è cresciuto da un ammontare di 8,90 unità fino ad un valore di 9,40 corrispondente ad una variazione di un ammontare di 0,50 unità pari ad un valore di 5,62%. Il valore degli occupati non regolari nel Nord-Ovest è cresciuto di un ammontare pari a 3,19% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 9,40 unità fino ad un valore di 9,70 unità pari ad un ammontare di 0,30. Il valore degli occupati non regolari nel Nord-Est tra il 2004 ed il 2020 è cresciuto da un ammontare di 8,10 unità fino ad un valore di 8,90 pari ad una variazione di 0,80 unità pari ad un ammontare di 9,88%. Il valore degli occupati non regolari nelle regioni italiane è rimasto invariato tra il 2004 ed il 2020 ad un ammontare di 12,40 unità corrispondente ad una variazione di 0,0 unità. Il valore degli occupati non regolari nel Mezzogiorno è diminuito da un valore di 18,50 unità nel 2004 ad un ammontare di 16,70 unità nel 2020 pari ad una variazione di -1,80 unità corrispondente ad una variazione di -9,73%. Il valore degli occupati non regolari nel Sud Italia è diminuito da un ammontare di 19,40 unità nel 2020 fino ad un valore di 16,80 unità nel 2020 corrispondente ad una variazione di -2,60 unità pari ad un ammontare di -13,40%. Il valore degli occupati non regolari nelle Isole è cresciuto da un ammontare di 16,50 unità nel 2004 fino ad un valore di 16,60 unità nel 2020 ovvero pari ad una variazione di 0,10 unità corrispondente ad una variazione di 0,61%.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette.
Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato
con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati tre diversi clusters
ovvero:
- · Cluster 1:
Abruzzo, Lazio, Molise, Sardegna, Puglia, Basilicata, Umbria;
- · Cluster
2:
Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Valle d’Aosta,
Piemonte, Marche, Lombardia, Toscana, Liguria;
- · Cluster 3:
Calabria, Campania, Sicilia.
Dal punto di vista dell’ordinamento dei clusters è possibile individuare la seguente struttura ovvero: C3>C1>C2. Pertanto notiamo che vi è una contrapposizione tra regioni del Centro-Sud che hanno dei valori elevati di occupati irregolari e le regioni del centro-Nord che invece hanno dei valori ridotti. Tuttavia notiamo che se da un lato l’andamento della media del cluster 3 tende ad essere decrescente nel periodo di osservazione ovvero tra il 2004 ed il 2020, dall’altro lato l’andamento medio del cluster 2 e del cluster 1 è crescente. Ne deriva che è molto probabile una convergenza delle regioni del Cluster 3 verso le regioni del Cluster 2 con la creazione di una omogeneità nella creazione di un sistema
Conclusioni.
Gli occupati non regolari sono cresciuti in media nelle regioni italiane tra il
2004 ed il 2020 di un valore pari al 9,34%. Sono solo cinque le regioni nelle
quali si è verificata una riduzione del valore degli occupati non regolari tra
il 2004 ed il 2020 ovvero: Veneto con -1,16%, Lazio con -5,3%, Sicilia con
-6,99%, Lombardia con -12,96% e Campania con -30,08%. Assai particolare la
crescita degli occupati non regolari in alcune regioni del Nord tra il 2004 ed
il 2020 ovvero il Piemonte con +50,77%, il Trentino Alto Adige pari a 27,14%,
Emilia Romagna con +19,23%, e Friuli Venezia Giulia con +8,24%. In Italia nel
2020 il valore degli occupati non regolari è stato pari al 12,00%. Si tratta di
un dato preoccupante in quanto mette in evidenza una debolezza del mercato del
lavoro italiano nel quale co-esistono fenomeni nuovi di depauperamento del
lavoro. Infatti agli occupati non regolari, occorre sommare gli occupati
sovra-istruiti e gli occupati con bassa paga. Sommando questi elementi notiamo
che anche se il valore del tasso di occupazione è cresciuto, la qualità del
lavoro, delle remunerazioni e della qualificazione professionale nelle regioni
italiane manifestano un andamento decrescente ponendo la questione dell’utilità
del lavoro ai fini dell’emancipazione della vita dei lavoratori. Quello che i dati
mettono in evidenza è che il tasso di occupazione è cresciuto in Italia, però
gli italiani non riescono più attraverso il lavoro a migliorare la propria
condizione economica e sociale a causa dei fenomeni del lavoro irregolare, del
lavoro con bassa paga e dei lavoratori sovra-istruiti.
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