Sono diminuiti in media del 17,34%
tra il 2013 ed il 2022
La variabile Generic top-level domains (TLDs)/th pop.
15-69 si riferisce al numero di domini di primo livello
generici (TLD) per 1000 abitanti di età compresa tra 15 e 69 anni in un
determinato paese o regione. I domini di primo livello generici includono
estensioni come .com, .org, .net e altri TLD non specifici di un paese. Questa
metrica è utilizzata per misurare la penetrazione e l'uso di internet in una
popolazione attiva, cioè quella fascia di età che è più probabile che utilizzi
internet per scopi commerciali, educativi, sociali e personali. Un valore
elevato di questa variabile indica una maggiore adozione e utilizzo di
internet, e può essere un indicatore della maturità digitale di una società,
della sua capacità di innovazione e della sua partecipazione all'economia
digitale. In sintesi, Generic top-level domains (TLDs)/th pop. 15-69 rappresenta il numero di domini
internet generici registrati per ogni 1000 persone di età compresa tra 15 e 69
anni, fornendo un'idea del livello di attività e presenza online di una
popolazione.
Domini di primo livello generici a
livello internazionale nel 2022. Analizzando i dati del 2022 relativi ai domini di
primo livello generici (TLD) per 1000 abitanti di età compresa tra 15 e 69
anni, emerge una chiara disparità nella penetrazione di internet e dell'uso di
domini web tra i vari paesi del mondo. Malta e gli Stati Uniti dominano la
classifica con un punteggio di 100, indicando una saturazione completa dei TLD
in queste nazioni. Questo risultato riflette l'elevato livello di
digitalizzazione e l'ampia diffusione di attività economiche e sociali online.
Seguono Islanda, Canada e Lussemburgo, con punteggi rispettivamente di 97,9,
86,6 e 84,8, dimostrando anch'essi un'alta adozione di internet e una forte
presenza online, probabilmente facilitata da economie sviluppate e infrastrutture
tecnologiche avanzate. I Paesi Bassi
e Hong Kong SAR, Cina, con punteggi di 80,9 e 75,5, rispettivamente, si
collocano poco sotto il gruppo di testa, ma continuano a mostrare una notevole
adozione dei TLD, suggerendo economie orientate al digitale con un forte
settore tecnologico. Cipro, Regno Unito e Australia, con punteggi di 73,3, 61,6
e 61,4, seguono da vicino, riflettendo una penetrazione di internet consistente
e un'elevata attività digitale tra la popolazione attiva. Svizzera, Irlanda e Germania mostrano punteggi di 59,6, 58,6 e 52,
rispettivamente, evidenziando economie stabili con una buona infrastruttura
digitale che supporta l'uso diffuso di TLD. La Danimarca e la Norvegia, con
punteggi vicini a 50, continuano questa tendenza, indicando un buon livello di
digitalizzazione. La Svezia e la Francia, con punteggi di 42,8 e 42,2,
dimostrano anch'esse un'elevata adozione di internet, benché leggermente
inferiore rispetto ai paesi leader. L'Austria
e la Nuova Zelanda, con punteggi di 35,5 e 32,6, rappresentano un livello
medio-alto di adozione dei TLD, suggerendo economie digitalmente avanzate ma
con margini di crescita rispetto ai leader globali. Panama, Finlandia e Spagna,
con punteggi di 32,1, 29,7 e 28,8, indicano un uso robusto ma non uniforme dei
TLD. Singapore, con 28,3, pur essendo un hub tecnologico, mostra una
penetrazione dei TLD inferiore rispetto alle sue controparti asiatiche ed
europee più sviluppate. Paesi come
Bulgaria, Italia, Israele, Belgio e Slovenia, con punteggi che variano da 24,4
a 21,1, evidenziano un'adozione moderata dei TLD, riflettendo economie con una
buona base digitale ma che potrebbero beneficiare di ulteriori investimenti e
incentivi per aumentare la penetrazione di internet. Il Portogallo, la
Repubblica Ceca e il Giappone, con punteggi tra 19,6 e 16,1, dimostrano una
presenza digitale stabile ma con ampi margini di miglioramento. La Croazia, la Lituania, la Grecia e
Mauritius, con punteggi che vanno da 14,9 a 12,8, riflettono economie emergenti
con una crescente adozione di internet, mentre paesi come Costa Rica, Turchia,
Emirati Arabi Uniti, Estonia e Ungheria, con punteggi intorno a 11, indicano un
buon livello di penetrazione digitale ma ancora lontano dai leader mondiali.
Lettonia, Corea del Sud e Namibia, con punteggi compresi tra 9,9 e 8,6,
dimostrano economie che stanno lentamente aumentando la loro presenza digitale. Paesi come Kuwait, Polonia, Macedonia
del Nord, Brunei Darussalam e Malesia, con punteggi che variano da 7,7 a 6,8,
indicano un'adozione più limitata dei TLD, suggerendo la necessità di politiche
mirate per incrementare l'uso di internet. Albania, Uruguay e Thailandia, con
punteggi tra 6,7 e 5,5, mostrano un utilizzo digitale crescente ma ancora sotto
il potenziale. Paesi come Perù, Giordania, Romania, Ucraina, Bahrain e Trinidad
e Tobago, con punteggi tra 5,1 e 4,3, evidenziano economie in cui l'adozione di
TLD è moderata ma in espansione. Le
nazioni dell'America Latina come Guatemala, Argentina e Colombia, con punteggi
tra 3,8 e 2,9, mostrano una bassa penetrazione dei TLD, riflettendo sfide
economiche e infrastrutturali che limitano l'adozione di internet. Paesi come
Sud Africa, Messico, Nicaragua, Arabia Saudita e Tunisia, con punteggi intorno
a 2,7, indicano una presenza digitale limitata che potrebbe beneficiare di
investimenti significativi nelle infrastrutture digitali. La Cina, con un punteggio di 2,5, sorprende con una bassa
penetrazione dei TLD generici nonostante la sua enorme popolazione e la
crescente economia digitale, suggerendo un forte utilizzo di TLD specifici del
paese come .cn. Altri paesi come Repubblica Dominicana, El Salvador, Vietnam e
Cile, con punteggi simili, mostrano sfide simili nell'adozione dei TLD
generici. Ecuador, Moldova, Giamaica, Laos, Georgia, Iran, Bielorussia,
Montenegro e Brasile, con punteggi tra 2 e 1,6, indicano economie con una
limitata presenza digitale. Paesi
come Marocco, Oman, Paraguay, Indonesia e Serbia, con punteggi compresi tra 1,6
e 1,5, riflettono una bassa penetrazione dei TLD, suggerendo la necessità di
migliorare le infrastrutture internet e di incentivare l'adozione digitale.
Filippine, Egitto, Cambogia e Botswana, con punteggi intorno a 1, indicano una
penetrazione molto limitata dei TLD, che potrebbe essere migliorata con
politiche governative mirate e investimenti nelle infrastrutture tecnologiche. Gli ultimi in classifica, come Senegal,
Azerbaijan, India, Kenya e Nigeria, con punteggi intorno a 0,9, riflettono
sfide significative nell'adozione dei TLD, suggerendo la necessità di riforme
strutturali e investimenti per migliorare l'accesso a internet. Paesi come Sri
Lanka, Benin, Ghana, Honduras, Mongolia, Pakistan e Togo, con punteggi intorno
a 0,6, mostrano una presenza digitale molto limitata. Algeria, Nepal, Zimbabwe,
Bangladesh e Costa d'Avorio, con punteggi di 0,5, indicano gravi carenze
infrastrutturali che ostacolano l'adozione dei TLD. Le nazioni come Kazakhstan, Yemen, Camerun, Iraq, Kirghizistan,
Uganda, Burundi, Burkina Faso, Guinea, Madagascar, Mali, Myanmar, Mauritania, Rwanda,
Tajikistan e Tanzania, con punteggi tra 0,3 e 0,1, riflettono una penetrazione
dei TLD praticamente inesistente, suggerendo gravi sfide economiche e
infrastrutturali che impediscono la crescita digitale. Infine, Angola, Etiopia,
Mozambico e Uzbekistan, con un punteggio di 0, non hanno praticamente nessuna
presenza di TLD, indicando una mancanza critica di infrastrutture digitali e
accesso a internet.
Domini di primo livello generici a
livello internazionale tra il 2013 ed il 2022. Analizzando i dati relativi ai
domini di primo livello generici (TLD) dal 2013 al 2022, emergono notevoli
variazioni sia positive che negative tra i paesi, indicando significativi
cambiamenti nell'adozione di internet e nella presenza online. In termini di
crescita, la Cambogia e il Senegal mostrano i tassi di crescita più
impressionanti, rispettivamente con un aumento del 266,67% e del 233,33%.
Questo rapido incremento suggerisce che entrambi i paesi stanno facendo
notevoli progressi nell'espandere l'accesso a internet e nell'incoraggiare la
registrazione di domini, probabilmente attraverso politiche governative
favorevoli e investimenti in infrastrutture digitali. L'Albania ha visto un
aumento del 204,55%, passando da 2,2 a 6,7 TLD per 1000 abitanti, riflettendo
un notevole miglioramento nell'accesso e utilizzo di internet, forse grazie a
riforme strutturali e all'espansione delle reti di telecomunicazione. Anche il
Togo e la Mongolia hanno registrato crescite significative, rispettivamente del
200% e del 100%, sebbene partissero da una base molto bassa. Questi incrementi
indicano sforzi mirati per migliorare la connettività e promuovere la
digitalizzazione in paesi con infrastrutture storicamente limitate. Malta, già
in una posizione di forza nel 2013 con 53,3 TLD, ha raddoppiato la sua presenza
online, raggiungendo un punteggio di 100 nel 2022, un aumento dell'87,62%.
Questo incremento può essere attribuito a una forte spinta verso la
digitalizzazione, sostenuta da un'economia orientata ai servizi e da un
ambiente regolatorio favorevole. Altri paesi come Brunei Darussalam, Armenia, e
Moldavia hanno mostrato crescite significative, con aumenti rispettivamente del
106,06%, 82,35% e 81,82%, suggerendo politiche efficaci nel promuovere l'uso di
internet e la registrazione di domini. Nonostante queste crescite positive,
molti paesi hanno registrato decrementi nei loro TLD. La Corea del Sud e il
Giappone, ad esempio, hanno visto diminuzioni rispettivamente del 21,62% e del
20,69%. Questo calo potrebbe essere indicativo di un mercato saturo o di
cambiamenti nelle preferenze degli utenti verso altre forme di presenza online,
come i social media. La Germania e il Regno Unito, con decrementi del 26,35% e
del 26,58%, riflettono forse un consolidamento del mercato dei TLD o una
migrazione verso domini specifici di paese (ccTLD). Paesi come la Francia e la
Svizzera hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 19,92% e del 32,88%.
Questo potrebbe suggerire un cambiamento nelle dinamiche del mercato, dove le
aziende e gli individui preferiscono domini più specifici o nuove estensioni di
dominio che meglio rappresentano la loro identità digitale. In Irlanda e
Australia, dove i decrementi sono stati del 31,06% e del 32,97%, si osserva una
tendenza simile, forse attribuibile a un aumento delle opzioni disponibili per
la presenza online e a una crescente competizione tra diversi TLD. Alcuni paesi
hanno mostrato cali estremamente pronunciati. Ad esempio, la Namibia e il
Kazakistan hanno visto riduzioni rispettivamente del 71,43% e del 62,50%.
Questi dati indicano problemi strutturali significativi o politiche poco
efficaci nel sostenere l'adozione dei TLD. In Azerbaigian e Sri Lanka, i
decrementi sono stati del 76,32% e del 68%, suggerendo gravi difficoltà nel
mantenere un livello stabile di registrazioni di domini. L'Egitto e la
Giordania hanno registrato diminuzioni del 36,84% e del 37,66%,
rispettivamente, indicando che, nonostante la crescita iniziale, ci sono stati
contraccolpi significativi, forse dovuti a instabilità politica o a cambiamenti
nelle politiche economiche. Anche paesi come Israele e la Turchia hanno visto
diminuzioni rilevanti del 28,99% e del 29,38%, segnalando che, nonostante
un'infrastruttura digitale ben sviluppata, vi sono stati cambiamenti che hanno
influenzato negativamente il numero di registrazioni di TLD. Un'altra tendenza
interessante emerge dai dati di paesi con economie avanzate. Ad esempio, il
Canada e il Lussemburgo, che avevano tassi di registrazione di TLD molto alti
nel 2013, hanno visto diminuzioni significative nel 2022, rispettivamente del
13,4% e del 15,2%. Questo potrebbe riflettere un mercato saturo o una
migrazione verso altre forme di presenza digitale più flessibili e moderne.
La governance di internet nell’aumento
dei domini di primo livello. L'aumento dei domini di primo livello generici (TLD)
può essere considerato positivo sotto diversi aspetti, anche se presenta alcune
sfide. Da un lato, la crescita dei TLD riflette una maggiore penetrazione e
utilizzo di internet, che è essenziale per lo sviluppo economico, l'innovazione
e la connettività globale. Un numero crescente di TLD indica che più persone,
aziende e organizzazioni stanno stabilendo una presenza online, il che può
facilitare il commercio elettronico, l'accesso all'informazione e la
comunicazione. Questo è particolarmente importante in un'epoca in cui
l'economia digitale è in rapida espansione e l'accesso a internet è diventato
fondamentale per la partecipazione economica e sociale. L'aumento dei TLD può
anche stimolare la concorrenza e l'innovazione nel settore tecnologico. Con più
domini disponibili, le imprese hanno maggiori opportunità di scegliere nomi di
dominio che meglio rappresentano il loro brand e i loro servizi, migliorando
così la loro visibilità online. Questo può portare a un mercato più dinamico,
dove le nuove imprese possono competere più efficacemente con le entità già
consolidate. Inoltre, un aumento dei TLD può incentivare i fornitori di servizi
internet a migliorare le loro infrastrutture e offrire servizi di registrazione
di domini più efficienti e competitivi. Tuttavia, l'aumento dei TLD presenta
anche alcune sfide. Una maggiore disponibilità di domini può portare a una
maggiore complessità nella gestione e nel monitoraggio dei nomi di dominio. Con
più opzioni disponibili, le aziende e gli individui possono trovare difficile
scegliere il dominio più appropriato e proteggere la loro identità online.
Inoltre, la proliferazione dei TLD può aumentare il rischio di cybersquatting,
dove terze parti registrano domini con l'intento di vendere a prezzi elevati o
di trarre profitto dall'uso di marchi noti. Un altro aspetto negativo potrebbe
essere la frammentazione dell'ecosistema digitale. Con un numero crescente di
TLD, gli utenti potrebbero avere difficoltà a navigare e a trovare informazioni
affidabili online. Questo potrebbe portare a una riduzione della fiducia negli
strumenti di ricerca e nelle piattaforme digitali. Inoltre, un aumento dei TLD
senza una corrispondente crescita delle competenze digitali e della
consapevolezza tra gli utenti potrebbe limitare i benefici potenziali
dell'espansione della rete. Infine, l'aumento dei TLD può avere implicazioni
per la governance di internet. La gestione e la regolamentazione dei TLD
richiedono una collaborazione internazionale e una supervisione efficace per
garantire che il sistema rimanga sicuro, stabile e accessibile. Questo implica
che le politiche e le pratiche relative alla gestione dei TLD devono essere
trasparenti e inclusive, coinvolgendo una vasta gamma di stakeholder, dai
governi alle organizzazioni private e alla società civile.
Conclusioni. I domini di primo livello generici
per 1000 abitanti sono diminuiti in media nei paesi considerati tra il 2013 ed
il 2022 in media del 17,34% passando da un ammontare di 18,74 unità fino ad un
valore di 15,47 unità. Tuttavia, vi sono dei paesi dove tale valore è cresciuto
assai più della media di periodo come per esempio nel caso della Cambogia con
un valore di 266,67%, del Senegal con +233,33%, dell’Albania con un valore pari
a 204,55%, Togo con +200,00%, Botswana con +150,00%. Vi sono anche dei paesi
nei quali la riduzione del numero dei domini di primo livello generici è stata
assai più grave rispetto a quella che si è verificata in termini medi come per
esempio nel caso della Namibia con -71,43%, Kyrgyz Republic, Tanzania, e Zambia
con -75,00% e Azerbaijan con -76,32%.
Source: Global
Innovation Index
Link: https://www.wipo.int/global_innovation_index/en/
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