Sono
diminuite in media del 68,42% tra il 2013 ed il 2022
I servizi culturali e creativi in percentuali
delle esportazioni a livello globale costituiscono un indicatore che misura la
percentuale delle esportazioni totali di un paese che è rappresentata dai
servizi culturali e creativi. I servizi creativi includono diversi settori come
i servizi di informazione, pubblicità, ricerca di mercato, sondaggi
dell'opinione pubblica, servizi audiovisivi (come film e musica) e servizi
legati al patrimonio culturale e alle attività ricreative. I dati sono basati
sulla classificazione stabilita nel 2009 dal Fondo Monetario Internazionale,
che utilizza il Manuale del Bilancio dei Pagamenti e della Posizione degli
Investimenti Internazionali per standardizzare come questi servizi vengono
contabilizzati nel commercio internazionale.
In sintesi, questo indicatore ci mostra quanto un paese riesce a
esportare in termini di servizi creativi rispetto al totale delle sue
esportazioni, offrendo una misura della sua capacità di produrre e
commercializzare prodotti culturali e innovativi.
Fonte: Esportazioni di servizi culturali e
creativi (% del commercio totale), https://stats.wto.org
Esportazioni
di beni creativi a livello globale nel 2022. Nel 2022, il panorama globale
dei beni e servizi creativi ha mostrato una notevole diversità, con alcune
nazioni che si sono affermate come leader indiscussi e altre che lottano per emergere.
Al vertice della classifica, troviamo paesi come Cina, Repubblica Ceca, Hong
Kong, Messico, Malaysia e Thailandia, tutti con un punteggio di 100. Questi
paesi hanno dimostrato una forte capacità di produrre e esportare beni e
servizi creativi, contribuendo significativamente alle loro economie nazionali.
La Cina, in particolare, si è consolidata come un hub globale per l'innovazione
creativa, sfruttando la sua vasta base industriale e il crescente investimento
in tecnologia e design. Nazioni come
l'Ungheria e il Vietnam, con punteggi rispettivamente di 97 e 93,3, hanno
mostrato una solida performance, indicando una robusta infrastruttura creativa
e un mercato interno in crescita per prodotti innovativi. In Europa, la
Slovacchia e la Polonia, con punteggi di 82,3 e 57,1, evidenziano una dinamica
interessante, con una crescita significativa nei settori della pubblicità, del
design e delle tecnologie creative. Le
Filippine e gli Emirati Arabi Uniti, con punteggi di 74,5 e 62,4, rappresentano
esempi di regioni che stanno capitalizzando sulle loro risorse culturali e
tecnologiche per spingere avanti le loro industrie creative. In particolare,
gli Emirati Arabi Uniti hanno investito pesantemente in infrastrutture
culturali e tecnologiche per diventare un centro regionale per l'arte e la
creatività. La Corea del Sud, con un
punteggio di 59,9, continua a essere un leader nell'innovazione tecnologica e
culturale, grazie alla sua forte industria dell'intrattenimento e alla presenza
di giganti tecnologici che favoriscono un ambiente di innovazione continua.
Paesi come i Paesi Bassi e Singapore, con punteggi di 45,6 e 44,9, mostrano la
forza delle loro economie creative basate su un mix di design, tecnologia e
industrie culturali. Gli Stati Uniti,
con un punteggio di 33,8, nonostante la loro reputazione come centro globale
per l'innovazione e la creatività, potrebbero suggerire un calo relativo nel
contesto globale, forse a causa della crescente competizione internazionale e
dei cambiamenti nelle dinamiche del mercato globale. Altri paesi sviluppati
come la Germania, il Regno Unito e l'Italia, con punteggi rispettivamente di
26,5, 26,5 e 25,3, continuano a mantenere una presenza forte nelle industrie
creative, anche se affrontano sfide legate alla digitalizzazione e alla
globalizzazione. È interessante
notare la presenza di nazioni come l'Indonesia (27,9), il Vietnam (93,3) e la
Thailandia (100), che stanno emergendo come nuovi centri per la produzione
creativa, grazie a una combinazione di manodopera qualificata e un crescente
mercato interno. Questi paesi rappresentano il futuro delle economie creative,
con un grande potenziale per la crescita e l'innovazione. In coda alla
classifica, paesi come Nigeria, Mauritania, Iraq e Yemen, con punteggi di 0,
indicano una quasi totale assenza di infrastrutture e investimenti nelle
industrie creative. Questi paesi devono affrontare sfide significative in
termini di sviluppo economico e sociale, e la crescita delle loro industrie
creative potrebbe rappresentare una via per diversificare le loro economie e
promuovere lo sviluppo sostenibile. L'analisi
complessiva dei dati del 2022 evidenzia un mondo in cui le industrie creative
stanno diventando sempre più cruciali per la crescita economica e lo sviluppo
culturale. I paesi che riescono a investire e sviluppare queste industrie non
solo migliorano la loro competitività globale, ma anche la qualità della vita
dei loro cittadini, attraverso la promozione della cultura, dell'innovazione e
della diversità. Tuttavia, esiste ancora un ampio divario tra i paesi leader e
quelli in ritardo, e colmare questo divario sarà fondamentale per promuovere
una crescita inclusiva e sostenibile a livello globale.
Esportazioni
di beni creativi a livello globale tra il 2013 ed il 2022. L'analisi dei
dati relativi ai beni e servizi culturali e creativi come percentuale delle
esportazioni mostra un quadro complesso e variegato per diversi paesi tra il
2013 e il 2022. L'andamento delle esportazioni in questo settore ha subito
cambiamenti significativi, con alcune nazioni che hanno visto un aumento
considerevole, mentre molte altre hanno registrato cali drastici. In Albania,
la percentuale delle esportazioni culturali è passata dal 46,3% nel 2013 allo
0,5% nel 2022, con una variazione assoluta di -45,80 punti percentuali e una
variazione percentuale del -98,92%. Questo drastico calo è rappresentativo di
una riduzione significativa della presenza di beni e servizi culturali nelle
esportazioni complessive del paese. Un simile andamento negativo si osserva in
molti altri paesi, come l'Argentina, che ha visto un calo dal 43,6% all'1,1%
nello stesso periodo, e l'Armenia, passata dal 60,6% al 9%. Una delle
variazioni più sorprendenti è quella degli Emirati Arabi Uniti, che sono
passati da una percentuale dello 0,2% nel 2013 al 62,4% nel 2022, con un
aumento assoluto di 62,20 punti percentuali e una variazione percentuale del
31100,00%. Questo aumento esponenziale indica una forte crescita del settore
culturale e creativo nel paese, posizionandolo come un nuovo hub per le esportazioni
culturali. Altri paesi che hanno mostrato un aumento includono il Messico e la
Cina, entrambi al 100% nel 2022, indicando una piena integrazione dei beni e
servizi culturali nelle loro esportazioni. La crescita è stata particolarmente
notevole anche a Hong Kong SAR, Cina, che ha visto un aumento del 10,20%
assoluto e un 11,36% in termini percentuali. In contrasto, paesi come la
Germania e la Francia hanno registrato una diminuzione significativa delle
esportazioni culturali. La Germania è passata dal 73,6% al 26,5%, mentre la
Francia dal 75% al 19%. Questi cali possono essere indicativi di cambiamenti
nelle politiche commerciali o nelle dinamiche del mercato globale che hanno
influenzato negativamente l'export di beni e servizi culturali in questi paesi.
Nel contesto dell'Unione Europea, la maggior parte dei paesi ha registrato un
declino. L'Austria, ad esempio, è passata dal 71,6% al 10,9%, mentre il Belgio
dal 71,2% all'11,8%. La Bulgaria ha subito un calo dal 67,2% al 13,8%. Questi
dati indicano una tendenza generale verso la riduzione della quota delle
esportazioni culturali nei paesi europei, sebbene alcuni, come la Repubblica
Ceca e l'Ungheria, abbiano mantenuto percentuali elevate, con la Repubblica
Ceca che è passata dal 95% al 100% e l'Ungheria dal 90,4% al 97%. Paesi
dell'America Latina come il Brasile e il Cile hanno visto cali sostanziali, con
il Brasile che è passato dal 44,5% all'1,9% e il Cile dal 48,3% all'1,4%.
Questi cali possono essere attribuiti a vari fattori, tra cui cambiamenti
economici interni, variazioni della domanda globale e possibili problemi di
competitività. In Africa, la situazione non è migliore, con molti paesi che
hanno registrato riduzioni drastiche. La Costa d'Avorio è passata dal 24,3%
allo 0,3%, il Burkina Faso dal 20,4% allo 0,1% e il Ghana dal 44,2% allo 0,2%.
Questi dati riflettono le sfide che i paesi africani affrontano nel mantenere e
sviluppare i loro settori culturali e creativi in un mercato globale
competitivo. In Asia, la situazione è mista. Paesi come la Corea del Sud e il
Vietnam hanno registrato una crescita, con la Corea del Sud che è passata dal
78,8% al 59,9% e il Vietnam dall'84,3% al 93,3%. Tuttavia, altre nazioni come
l'India e il Giappone hanno visto un calo, con l'India che è passata dall'87,1%
al 22,1% e il Giappone dal 78,9% al 21,4%. Il Medio Oriente presenta un
panorama diversificato, con paesi come il Qatar che hanno subito una lieve
diminuzione dallo 0,6% allo 0,4%, mentre altri come il Bahrain hanno visto un
calo più significativo, dal 12,7% al 10,2%. Tuttavia, l'Oman ha registrato un
leggero aumento dallo 0,4% allo 0,5%. Infine, in Nord America, gli Stati Uniti
hanno visto un calo significativo dal 78,7% al 33,8%, riflettendo forse una
maggiore diversificazione delle esportazioni complessive o un cambiamento nelle
priorità economiche. Il Canada ha registrato un calo dal 60,9% al 9,8%,
indicando una diminuzione simile nella quota delle esportazioni culturali. In
sintesi, l'analisi dei dati mostra che, sebbene alcuni paesi abbiano visto una
crescita nelle esportazioni di beni e servizi culturali, la tendenza generale è
verso un calo significativo in molte regioni del mondo. Le variazioni possono
essere attribuite a una combinazione di fattori economici, politici e di
mercato, che hanno influenzato la capacità dei paesi di sostenere e sviluppare
i loro settori culturali e creativi nel contesto delle esportazioni globali.
Conclusioni.
I beni e servizi creativi in percentuale delle esportazioni sono diminuiti
significativamente tra il 2013 ed il 2022 da un ammontare di 56,1 unità fino ad
un valore di 17,7 unità ovvero una riduzione pari a -68,42%. Vi sono dei paesi
nei quali il valore dei beni culturali
in percentuale delle esportazioni è cresciuto significativamente tra il 2013 ed
il 2022 assai più del valore medio ovvero: Emirati Arabi Uniti con +31.100,00%,
Panama con 358,11%, Hong Kong con +11,36%, Vietnam con +10,68%, Ungheria con
+7,3%. Altri paesi al contrario hanno vissuto delle significative contrazioni
delle esportazioni di beni culturali e creativi come per esempio la Mongolia
con -99,24%, lo Yemen con -99,37%, il Burkina Faso con -99,51%, Ghana con
-99,55%, Nigeria con -100%.
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