lunedì 15 luglio 2024

Le Esportazioni di Beni e Servizi Creativi e Culturali a Livello Globale

 

Sono diminuite in media del 68,42% tra il 2013 ed il 2022

I servizi culturali e creativi in percentuali delle esportazioni a livello globale costituiscono un indicatore che misura la percentuale delle esportazioni totali di un paese che è rappresentata dai servizi culturali e creativi. I servizi creativi includono diversi settori come i servizi di informazione, pubblicità, ricerca di mercato, sondaggi dell'opinione pubblica, servizi audiovisivi (come film e musica) e servizi legati al patrimonio culturale e alle attività ricreative. I dati sono basati sulla classificazione stabilita nel 2009 dal Fondo Monetario Internazionale, che utilizza il Manuale del Bilancio dei Pagamenti e della Posizione degli Investimenti Internazionali per standardizzare come questi servizi vengono contabilizzati nel commercio internazionale.  In sintesi, questo indicatore ci mostra quanto un paese riesce a esportare in termini di servizi creativi rispetto al totale delle sue esportazioni, offrendo una misura della sua capacità di produrre e commercializzare prodotti culturali e innovativi.

Fonte: Esportazioni di servizi culturali e creativi (% del commercio totale), https://stats.wto.org

Esportazioni di beni creativi a livello globale nel 2022. Nel 2022, il panorama globale dei beni e servizi creativi ha mostrato una notevole diversità, con alcune nazioni che si sono affermate come leader indiscussi e altre che lottano per emergere. Al vertice della classifica, troviamo paesi come Cina, Repubblica Ceca, Hong Kong, Messico, Malaysia e Thailandia, tutti con un punteggio di 100. Questi paesi hanno dimostrato una forte capacità di produrre e esportare beni e servizi creativi, contribuendo significativamente alle loro economie nazionali. La Cina, in particolare, si è consolidata come un hub globale per l'innovazione creativa, sfruttando la sua vasta base industriale e il crescente investimento in tecnologia e design. Nazioni come l'Ungheria e il Vietnam, con punteggi rispettivamente di 97 e 93,3, hanno mostrato una solida performance, indicando una robusta infrastruttura creativa e un mercato interno in crescita per prodotti innovativi. In Europa, la Slovacchia e la Polonia, con punteggi di 82,3 e 57,1, evidenziano una dinamica interessante, con una crescita significativa nei settori della pubblicità, del design e delle tecnologie creative. Le Filippine e gli Emirati Arabi Uniti, con punteggi di 74,5 e 62,4, rappresentano esempi di regioni che stanno capitalizzando sulle loro risorse culturali e tecnologiche per spingere avanti le loro industrie creative. In particolare, gli Emirati Arabi Uniti hanno investito pesantemente in infrastrutture culturali e tecnologiche per diventare un centro regionale per l'arte e la creatività. La Corea del Sud, con un punteggio di 59,9, continua a essere un leader nell'innovazione tecnologica e culturale, grazie alla sua forte industria dell'intrattenimento e alla presenza di giganti tecnologici che favoriscono un ambiente di innovazione continua. Paesi come i Paesi Bassi e Singapore, con punteggi di 45,6 e 44,9, mostrano la forza delle loro economie creative basate su un mix di design, tecnologia e industrie culturali. Gli Stati Uniti, con un punteggio di 33,8, nonostante la loro reputazione come centro globale per l'innovazione e la creatività, potrebbero suggerire un calo relativo nel contesto globale, forse a causa della crescente competizione internazionale e dei cambiamenti nelle dinamiche del mercato globale. Altri paesi sviluppati come la Germania, il Regno Unito e l'Italia, con punteggi rispettivamente di 26,5, 26,5 e 25,3, continuano a mantenere una presenza forte nelle industrie creative, anche se affrontano sfide legate alla digitalizzazione e alla globalizzazione. È interessante notare la presenza di nazioni come l'Indonesia (27,9), il Vietnam (93,3) e la Thailandia (100), che stanno emergendo come nuovi centri per la produzione creativa, grazie a una combinazione di manodopera qualificata e un crescente mercato interno. Questi paesi rappresentano il futuro delle economie creative, con un grande potenziale per la crescita e l'innovazione. In coda alla classifica, paesi come Nigeria, Mauritania, Iraq e Yemen, con punteggi di 0, indicano una quasi totale assenza di infrastrutture e investimenti nelle industrie creative. Questi paesi devono affrontare sfide significative in termini di sviluppo economico e sociale, e la crescita delle loro industrie creative potrebbe rappresentare una via per diversificare le loro economie e promuovere lo sviluppo sostenibile. L'analisi complessiva dei dati del 2022 evidenzia un mondo in cui le industrie creative stanno diventando sempre più cruciali per la crescita economica e lo sviluppo culturale. I paesi che riescono a investire e sviluppare queste industrie non solo migliorano la loro competitività globale, ma anche la qualità della vita dei loro cittadini, attraverso la promozione della cultura, dell'innovazione e della diversità. Tuttavia, esiste ancora un ampio divario tra i paesi leader e quelli in ritardo, e colmare questo divario sarà fondamentale per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile a livello globale.

Esportazioni di beni creativi a livello globale tra il 2013 ed il 2022. L'analisi dei dati relativi ai beni e servizi culturali e creativi come percentuale delle esportazioni mostra un quadro complesso e variegato per diversi paesi tra il 2013 e il 2022. L'andamento delle esportazioni in questo settore ha subito cambiamenti significativi, con alcune nazioni che hanno visto un aumento considerevole, mentre molte altre hanno registrato cali drastici. In Albania, la percentuale delle esportazioni culturali è passata dal 46,3% nel 2013 allo 0,5% nel 2022, con una variazione assoluta di -45,80 punti percentuali e una variazione percentuale del -98,92%. Questo drastico calo è rappresentativo di una riduzione significativa della presenza di beni e servizi culturali nelle esportazioni complessive del paese. Un simile andamento negativo si osserva in molti altri paesi, come l'Argentina, che ha visto un calo dal 43,6% all'1,1% nello stesso periodo, e l'Armenia, passata dal 60,6% al 9%. Una delle variazioni più sorprendenti è quella degli Emirati Arabi Uniti, che sono passati da una percentuale dello 0,2% nel 2013 al 62,4% nel 2022, con un aumento assoluto di 62,20 punti percentuali e una variazione percentuale del 31100,00%. Questo aumento esponenziale indica una forte crescita del settore culturale e creativo nel paese, posizionandolo come un nuovo hub per le esportazioni culturali. Altri paesi che hanno mostrato un aumento includono il Messico e la Cina, entrambi al 100% nel 2022, indicando una piena integrazione dei beni e servizi culturali nelle loro esportazioni. La crescita è stata particolarmente notevole anche a Hong Kong SAR, Cina, che ha visto un aumento del 10,20% assoluto e un 11,36% in termini percentuali. In contrasto, paesi come la Germania e la Francia hanno registrato una diminuzione significativa delle esportazioni culturali. La Germania è passata dal 73,6% al 26,5%, mentre la Francia dal 75% al 19%. Questi cali possono essere indicativi di cambiamenti nelle politiche commerciali o nelle dinamiche del mercato globale che hanno influenzato negativamente l'export di beni e servizi culturali in questi paesi. Nel contesto dell'Unione Europea, la maggior parte dei paesi ha registrato un declino. L'Austria, ad esempio, è passata dal 71,6% al 10,9%, mentre il Belgio dal 71,2% all'11,8%. La Bulgaria ha subito un calo dal 67,2% al 13,8%. Questi dati indicano una tendenza generale verso la riduzione della quota delle esportazioni culturali nei paesi europei, sebbene alcuni, come la Repubblica Ceca e l'Ungheria, abbiano mantenuto percentuali elevate, con la Repubblica Ceca che è passata dal 95% al 100% e l'Ungheria dal 90,4% al 97%. Paesi dell'America Latina come il Brasile e il Cile hanno visto cali sostanziali, con il Brasile che è passato dal 44,5% all'1,9% e il Cile dal 48,3% all'1,4%. Questi cali possono essere attribuiti a vari fattori, tra cui cambiamenti economici interni, variazioni della domanda globale e possibili problemi di competitività. In Africa, la situazione non è migliore, con molti paesi che hanno registrato riduzioni drastiche. La Costa d'Avorio è passata dal 24,3% allo 0,3%, il Burkina Faso dal 20,4% allo 0,1% e il Ghana dal 44,2% allo 0,2%. Questi dati riflettono le sfide che i paesi africani affrontano nel mantenere e sviluppare i loro settori culturali e creativi in un mercato globale competitivo. In Asia, la situazione è mista. Paesi come la Corea del Sud e il Vietnam hanno registrato una crescita, con la Corea del Sud che è passata dal 78,8% al 59,9% e il Vietnam dall'84,3% al 93,3%. Tuttavia, altre nazioni come l'India e il Giappone hanno visto un calo, con l'India che è passata dall'87,1% al 22,1% e il Giappone dal 78,9% al 21,4%. Il Medio Oriente presenta un panorama diversificato, con paesi come il Qatar che hanno subito una lieve diminuzione dallo 0,6% allo 0,4%, mentre altri come il Bahrain hanno visto un calo più significativo, dal 12,7% al 10,2%. Tuttavia, l'Oman ha registrato un leggero aumento dallo 0,4% allo 0,5%. Infine, in Nord America, gli Stati Uniti hanno visto un calo significativo dal 78,7% al 33,8%, riflettendo forse una maggiore diversificazione delle esportazioni complessive o un cambiamento nelle priorità economiche. Il Canada ha registrato un calo dal 60,9% al 9,8%, indicando una diminuzione simile nella quota delle esportazioni culturali. In sintesi, l'analisi dei dati mostra che, sebbene alcuni paesi abbiano visto una crescita nelle esportazioni di beni e servizi culturali, la tendenza generale è verso un calo significativo in molte regioni del mondo. Le variazioni possono essere attribuite a una combinazione di fattori economici, politici e di mercato, che hanno influenzato la capacità dei paesi di sostenere e sviluppare i loro settori culturali e creativi nel contesto delle esportazioni globali.

Conclusioni. I beni e servizi creativi in percentuale delle esportazioni sono diminuiti significativamente tra il 2013 ed il 2022 da un ammontare di 56,1 unità fino ad un valore di 17,7 unità ovvero una riduzione pari a -68,42%. Vi sono dei paesi nei quali il valore dei beni  culturali in percentuale delle esportazioni è cresciuto significativamente tra il 2013 ed il 2022 assai più del valore medio ovvero: Emirati Arabi Uniti con +31.100,00%, Panama con 358,11%, Hong Kong con +11,36%, Vietnam con +10,68%, Ungheria con +7,3%. Altri paesi al contrario hanno vissuto delle significative contrazioni delle esportazioni di beni culturali e creativi come per esempio la Mongolia con -99,24%, lo Yemen con -99,37%, il Burkina Faso con -99,51%, Ghana con -99,55%, Nigeria con -100%.




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