È cresciuto in media del 3,67% tra
il 2013 ed il 2022
Il General Infrastructure valuta le infrastrutture
generali a livello paese in termini di quanto favoriscono l'innovazione.
Considera vari aspetti come l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione (ICT), misurando la disponibilità e l'uso di internet e della
banda larga. Inoltre, valuta l'effettivo utilizzo delle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione da parte della popolazione e delle
imprese. Anche la qualità dei servizi online forniti dal governo è un elemento
di valutazione. La qualità delle infrastrutture generali, comprese quelle di
trasporto come strade, ferrovie, porti e aeroporti, e quelle energetiche, come
le reti elettriche e le altre infrastrutture fisiche che supportano le attività
economiche e sociali, è un altro aspetto chiave. Infine, viene esaminato
l'impegno del paese verso pratiche sostenibili, come il consumo di energie
rinnovabili, la gestione dei rifiuti e la riduzione dell'inquinamento. In
sintesi, General Infrastructure è uno
strumento cruciale per comprendere quanto le infrastrutture di un paese siano
favorevoli all'innovazione, elemento essenziale per lo sviluppo economico e
tecnologico. I dati sono disponibili tra il 2013 ed il 2022.
Il general infrastructure index a
livello globale nel 2022. Analizzando i dati relativi all'indicatore "General
Infrastructure" del Global Innovation Index 2022, emerge una notevole
disparità tra i paesi, evidenziando come le infrastrutture generali siano un
elemento cruciale per lo sviluppo e l'innovazione. Al vertice della classifica
troviamo il Qatar con un punteggio di 76,2, seguito da Norvegia (72,5) e Svezia
(68,3). Questi paesi, noti per le loro economie avanzate e la qualità delle
loro infrastrutture, dimostrano un impegno significativo nell'innovazione
attraverso la costruzione di solide basi infrastrutturali. Gli Emirati Arabi
Uniti e il Canada condividono la quarta posizione con un punteggio di 64,6,
seguiti da Bahrain (64,3), Islanda (61,8) e Finlandia (61,2). Questi paesi,
sebbene abbiano economie diverse in termini di dimensioni e struttura, mostrano
un impegno comune nel migliorare le loro infrastrutture per sostenere
l'innovazione. L'uso estensivo delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione (ICT), insieme a infrastrutture di trasporto ed energetiche di
alta qualità, contribuisce a questi punteggi elevati. La Corea del Sud e gli
Stati Uniti, con punteggi rispettivamente di 58,7 e 58,6, riflettono
l'importanza delle infrastrutture tecnologiche avanzate nelle loro economie
altamente industrializzate. L'Austria (56,1), la Cina (56), Singapore (56) e il
Giappone (55,9) si posizionano tutti sopra la soglia dei 55 punti, evidenziando
come questi paesi abbiano investito significativamente nelle loro
infrastrutture per facilitare l'innovazione e sostenere la crescita economica. Nella
fascia intermedia troviamo paesi come il Kuwait (55,4), il Belgio (54,6), la
Germania (54,5) e la Svizzera (54,3), che vantano solide infrastrutture generali
ma potrebbero dover affrontare sfide specifiche per mantenere il loro livello
di innovazione. L'Australia (53,7) e la Nuova Zelanda (52,8) seguono,
dimostrando come l'isolamento geografico possa essere mitigato da forti
investimenti infrastrutturali. La Francia (52,4) e i Paesi Bassi (52) sono
altri esempi di economie avanzate con infrastrutture ben sviluppate, mentre il
Mozambico sorprende con un punteggio di 51,5, indicando progressi notevoli
rispetto ad altri paesi africani. Paesi come la Repubblica Ceca (50,4) e la
Danimarca (48,5) mostrano come le economie europee di medie dimensioni possano eccellere
nelle infrastrutture. Più in basso nella classifica troviamo paesi come Brunei
Darussalam (46,1), Spagna (45,6), Arabia Saudita (44,7) e Regno Unito (44,2).
Questi punteggi suggeriscono che, nonostante le loro economie avanzate, ci sono
aree in cui le infrastrutture possono essere migliorate per sostenere meglio
l'innovazione. Hong Kong SAR, Cina, con un punteggio di 44,2, e l'Iran (43,3)
riflettono contesti regionali e politici che influenzano l'infrastruttura. Israele
(42,1), Irlanda (42), Estonia (41,9) e Italia (41,9) indicano paesi con buone
infrastrutture, ma che potrebbero beneficiare di ulteriori investimenti per
competere meglio a livello globale. Altri paesi europei come Portogallo (41,1),
Ungheria (40,6) e Croazia (33,6) mostrano variazioni significative all'interno
della regione. Nella fascia bassa della classifica troviamo paesi come
Uzbekistan (32,6), Serbia (32,2), Bulgaria (32,1) e Sudafrica (31,4), che
affrontano sfide significative nelle infrastrutture generali. Grecia (29,6),
Nepal (29,6) e Lettonia (29,3) riflettono economie che, sebbene abbiano punti
di forza, necessitano di miglioramenti infrastrutturali per facilitare l'innovazione.
Paesi come Messico (28,8), Mongolia (28,7), Laos (28,5) e Malta (28,4)
dimostrano la necessità di investimenti in infrastrutture per sostenere la
crescita economica e l'innovazione. Più in basso troviamo Costa d'Avorio
(26,9), Argentina (26) e Brasile (26), che rappresentano economie emergenti con
grandi potenzialità, ma che necessitano di miglioramenti infrastrutturali
significativi. Nella parte inferiore della classifica, paesi come Bangladesh
(23,9), Filippine (23,1) e Camerun (22,9) mostrano punteggi bassi che
evidenziano gravi carenze infrastrutturali. Altri paesi come Uganda (21,4),
Egitto (21) e Ghana (16,6) si trovano in situazioni simili, affrontando sfide
significative nel migliorare le loro infrastrutture per supportare
l'innovazione. I paesi con i punteggi più bassi, come Angola (11,1), Iraq (8,9)
e Zimbabwe (2,9), riflettono contesti di crisi economica o politica che influiscono
pesantemente sulle loro infrastrutture. Yemen, con il punteggio più basso di
3,6, rappresenta un caso estremo di infrastrutture gravemente carenti, spesso
dovute a conflitti e instabilità politica.
Il general infrastructure index a
livello globale tra il 2013 ed il 2022. Analizzando i dati relativi all'indicatore
"General Infrastructure" del Global Innovation Index tra il 2013 e il
2022, emergono notevoli variazioni sia in termini assoluti sia percentuali,
rivelando significative tendenze e cambiamenti nelle infrastrutture di vari
paesi. Il Mozambico mostra un incremento impressionante, passando da 20,9 a
51,5, con una variazione assoluta di 30,6 punti e un aumento percentuale del
146,41%. Questo salto notevole può essere attribuito a investimenti strategici
in infrastrutture di base, miglioramenti nei trasporti e nelle
telecomunicazioni, e una maggiore stabilità politica che ha permesso lo
sviluppo di infrastrutture sostenibili. Brunei Darussalam ha registrato un
miglioramento sostanziale, aumentando da 24,6 a 46,1, con una variazione
assoluta di 21,5 punti e un incremento percentuale dell'87,4%. Questo risultato
riflette gli sforzi del paese nel diversificare la sua economia oltre il
settore energetico, investendo in infrastrutture di trasporto e tecnologia
dell'informazione per supportare l'innovazione e lo sviluppo economico. Cote
d'Ivoire ha migliorato le sue infrastrutture passando da 16,2 a 26,9, con una
variazione assoluta di 10,7 punti e un aumento percentuale del 66,05%. Questo
progresso è probabilmente il risultato di riforme economiche e investimenti in
infrastrutture critiche che hanno facilitato la crescita economica e attratto
investimenti esteri. Il Bahrain e il Qatar hanno registrato aumenti
significativi, rispettivamente del 50,59% e del 44,59%, con variazioni assolute
di 21,6 e 23,5 punti. Entrambi i paesi hanno concentrato i loro sforzi nel
miglioramento delle infrastrutture urbane, nel potenziamento dei servizi
pubblici e nello sviluppo delle tecnologie dell'informazione per sostenere le
loro economie in rapida crescita. Nepal ha visto un aumento del 43,69%, con una
variazione assoluta di 9 punti, riflettendo investimenti nelle infrastrutture
di base e nei settori critici come l'energia e le telecomunicazioni. L'Ungheria
e l'Irlanda, con incrementi rispettivamente del 41,46% e del 40,94%, dimostrano
come le economie europee stiano investendo per migliorare le loro infrastrutture
per sostenere l'innovazione e la competitività globale. La Repubblica Ceca, la
Germania e Panama hanno registrato aumenti di oltre il 30%, con la Germania che
mostra una variazione assoluta di 13,2 punti e un incremento percentuale del
31,96%. Questi paesi hanno migliorato le loro infrastrutture di trasporto e
tecnologiche, essenziali per mantenere un'elevata capacità di innovazione e
sviluppo economico. La Svezia, con un aumento del 31,09% e una variazione
assoluta di 16,2 punti, continua a mostrare forti investimenti nelle
infrastrutture digitali e sostenibili, mantenendo la sua posizione come uno dei
paesi più innovativi al mondo. Trinidad e Tobago, i Paesi Bassi e gli Emirati
Arabi Uniti hanno registrato miglioramenti significativi, con aumenti
percentuali rispettivamente del 30,69%, 30,33% e 29,98%. Giappone, Portogallo,
Nuova Zelanda e Austria hanno tutti registrato incrementi significativi nelle
loro infrastrutture, dimostrando un impegno continuo nel miglioramento delle
capacità infrastrutturali per supportare l'innovazione. Paesi come l'Iran, la
Svizzera e la Francia hanno mostrato incrementi moderati ma significativi,
riflettendo l'importanza delle infrastrutture di qualità per il progresso
economico. Turchia, Danimarca e Regno Unito, con incrementi del 24,2%, 24,04% e
23,81%, mostrano come le economie europee e mediorientali stiano migliorando le
loro infrastrutture per mantenere la competitività. Montenegro, Grecia e
Repubblica Dominicana hanno registrato aumenti di oltre il 20%, riflettendo
progressi significativi nelle infrastrutture di base. Altri paesi come Zambia,
Slovenia, Singapore e Italia hanno mostrato miglioramenti modesti ma costanti,
indicando un impegno continuo nel miglioramento delle infrastrutture. Tuttavia,
paesi come la Slovacchia, la Malesia, l'India e la Lettonia hanno registrato
lievi decrementi nelle loro infrastrutture, evidenziando possibili sfide
economiche e politiche che hanno influenzato negativamente i loro progressi. Bangladesh,
Moldova, Messico, Colombia e Costa Rica hanno mostrato decrementi moderati,
riflettendo le difficoltà nel mantenere e migliorare le infrastrutture in
contesti economici e politici complessi. Brasile, Togo, Honduras e Bulgaria
hanno registrato cali significativi, suggerendo problemi strutturali che
ostacolano il progresso infrastrutturale. Alcuni paesi come Angola, El
Salvador, Botswana e Egitto hanno registrato decrementi più accentuati, con
variazioni percentuali negative superiori al 10%, indicando sfide significative
nella gestione e nello sviluppo delle infrastrutture. Paesi come Rwanda,
Tanzania, Tajikistan e Lituania hanno mostrato cali considerevoli, evidenziando
la necessità di interventi strategici per invertire queste tendenze. Paesi come
Giamaica, Ghana, Sudafrica e Mali hanno registrato cali notevoli, riflettendo
crisi economiche e politiche che hanno compromesso le loro infrastrutture.
Argentina, Burkina Faso, Georgia, Giordania e Uruguay hanno mostrato decrementi
significativi, suggerendo difficoltà nel mantenere infrastrutture adeguate per
sostenere la crescita economica. Kenya, Senegal, Bielorussia e Albania hanno
registrato cali marcati, indicando problemi strutturali che ostacolano il
progresso infrastrutturale. Peru, Macedonia del Nord, Azerbaijan e Sri Lanka
hanno mostrato decrementi notevoli, evidenziando le sfide economiche e
politiche che influenzano negativamente lo sviluppo infrastrutturale. Ucraina,
Lussemburgo, Pakistan, Marocco e Armenia hanno registrato cali significativi,
riflettendo contesti di crisi che hanno compromesso le loro infrastrutture.
Guatemala, Mauritius, Mongolia e Uganda hanno mostrato decrementi notevoli,
suggerendo gravi sfide economiche e politiche che ostacolano il progresso
infrastrutturale. Tunisia, Nicaragua, Namibia, Madagascar, Niger, Guinea, Yemen
e Zimbabwe hanno tutti registrato cali drastici, con decrementi percentuali
superiori al 50% in alcuni casi. Questi paesi riflettono le condizioni critiche
delle loro infrastrutture, spesso aggravate da conflitti, instabilità politica
e crisi economiche.
Politiche economiche per
incrementare la general infrastructure. Per incrementare le infrastrutture generali, i governi
possono adottare una serie di politiche economiche mirate che spaziano dagli
investimenti pubblici diretti alla creazione di un ambiente favorevole per gli
investimenti privati. Una strategia fondamentale è aumentare gli investimenti
pubblici in progetti infrastrutturali chiave come trasporti, energia, acqua e
telecomunicazioni. Questo può essere finanziato attraverso l'emissione di
obbligazioni infrastrutturali, l'utilizzo di partenariati pubblico-privati
(PPP) e l'attrazione di investimenti esteri diretti. I PPP, in particolare,
permettono di sfruttare le competenze e le risorse del settore privato,
riducendo al contempo il carico finanziario sul settore pubblico. Un altro aspetto cruciale è la riforma delle
normative e dei processi burocratici per renderli più snelli e trasparenti. La
semplificazione delle procedure di autorizzazione e la riduzione della burocrazia
possono accelerare l'attuazione dei progetti infrastrutturali. Inoltre, la
trasparenza e la lotta alla corruzione sono essenziali per garantire che i
fondi destinati alle infrastrutture siano utilizzati in modo efficiente e senza
sprechi. In questo contesto, l'adozione di tecnologie digitali per la gestione
e il monitoraggio dei progetti può migliorare la trasparenza e l'efficienza. La
diversificazione delle fonti di finanziamento è un altro elemento importante.
Oltre ai finanziamenti pubblici, i governi possono incentivare gli investimenti
privati attraverso incentivi fiscali, garanzie sui prestiti e sovvenzioni. Le
banche di sviluppo, sia nazionali che internazionali, possono svolgere un ruolo
significativo fornendo finanziamenti a lungo termine e a basso costo per
progetti infrastrutturali. Inoltre, è essenziale creare un quadro normativo
stabile e prevedibile che dia fiducia agli investitori e riduca i rischi
associati agli investimenti infrastrutturali. Un focus particolare dovrebbe
essere posto sull'innovazione e la sostenibilità. Investire in infrastrutture
verdi e sostenibili non solo contribuisce alla lotta contro il cambiamento
climatico, ma può anche creare nuove opportunità economiche e posti di lavoro.
Le politiche che promuovono l'uso di energie rinnovabili, l'efficienza
energetica e la gestione sostenibile delle risorse naturali sono fondamentali.
Inoltre, l'adozione di tecnologie avanzate come l'Internet delle Cose (IoT),
l'intelligenza artificiale e i sistemi di gestione intelligente delle città può
migliorare l'efficienza e la resilienza delle infrastrutture. Infine, la
formazione e lo sviluppo delle competenze sono cruciali. Investire
nell'educazione e nella formazione professionale può garantire che la forza
lavoro sia preparata per gestire, mantenere e innovare le infrastrutture.
Collaborazioni tra governi, istituzioni educative e settore privato possono
creare programmi di formazione su misura per le esigenze specifiche dei
progetti infrastrutturali.
Conclusioni. Considerando il valore del general infrastructure
index a livello globale possiamo notare che in media questo valore è cresciuto
del 3,67% tra il 2013 ed il 2022. Vi sono dei paesi nei quali il valore del
general infrastructure index è cresciuto assai più della media del periodo come
per esempio il Mozambico con +146,41%, Brunei Darussalam con 87,40%, Costa d’Avorio
con +66,05%, Bahrain con +50,59%, Qatar con +44,59%, Nepal con +43,69%. Vi sono
anche dei paesi nei quali il valore del general infrastructure index è
diminuito significativamente tra il 2013 ed
il 2022 ovvero il Madagascar con -63,72%, Niger con -68,06%, Guinea con
-69,57%, Yemen con -78,95%, Zimbabwe con -87,61%.
Fonte: Global Innovation Index
Link: https://prosperitydata360.worldbank.org/en/indicator/WIPO+GII+63
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