È
cresciuta in media del 23,03% tra il 2013 ed il 2021 nei paesi considerati
"Ease of resolving
insolvency" è un indicatore utilizzato per valutare l'efficacia e
l'efficienza del sistema legale e regolamentare di un paese nel risolvere casi
di insolvenza. Questo indicatore misura vari aspetti del processo di
insolvenza, come la durata del tempo necessario per risolvere un caso di
insolvenza, dall'inizio del procedimento fino alla risoluzione finale, e il
costo associato, comprese le spese legali e di amministrazione. Viene anche
valutata la percentuale di recupero dei crediti da parte dei creditori, ossia
il valore che i creditori riescono a recuperare rispetto al valore originario
del debito. Inoltre, l'indicatore esamina la qualità del sistema giuridico e
regolamentare, valutando le norme e le istituzioni che governano le procedure
di insolvenza, l'efficacia dei tribunali, la trasparenza e la prevedibilità del
processo, e la capacità di riabilitare le imprese. L'indicatore "Ease of
resolving insolvency" è spesso utilizzato nei rapporti globali sulla
facilità di fare affari, come il report "Doing Business" della Banca
Mondiale. Un punteggio elevato in questo indicatore suggerisce che il paese ha
un sistema più efficiente e meno costoso per risolvere i casi di insolvenza, il
che può favorire un ambiente economico più stabile e attraente per gli
investimenti.
Fonte: Banca Mondiale
Link: https://archive.doingbusiness.org/en/data/exploretopics/resolving-insolvency
L’Efficienza
nella Risoluzione dei Casi di Insolvenza a Livello Globale nel 2021. L'indicatore
"Ease of resolving insolvency" fornisce una panoramica dettagliata
sull'efficacia dei sistemi legali e regolamentari globali nella gestione dei
casi di insolvenza. I dati del 2022 mostrano significative differenze tra i
paesi, riflettendo le variegate capacità dei sistemi giuridici nazionali di
affrontare la risoluzione dell'insolvenza in modo efficiente ed efficace. Al
vertice della classifica troviamo la Finlandia con un punteggio di 92,7,
seguita dagli Stati Uniti con 90,5 e dal Giappone con 90,2. Questi paesi
vantano sistemi giuridici robusti, che garantiscono processi di insolvenza
relativamente rapidi, costi contenuti e tassi di recupero elevati per i
creditori. In particolare, il posizionamento elevato della Finlandia può essere
attribuito alla sua efficiente struttura giuridica, alla trasparenza e alla
prevedibilità delle procedure legali, nonché all'efficacia dei tribunali
specializzati. Gli Stati Uniti, con un punteggio leggermente inferiore,
mostrano comunque un sistema robusto, sostenuto da una lunga tradizione di
leggi fallimentari consolidate e da un'infrastruttura giuridica ben sviluppata
che facilita la riabilitazione delle imprese insolventi. I paesi nordici come
Norvegia (85,4) e Danimarca (85,1) e quelli dell'Europa centrale e orientale,
tra cui Germania (89,8) e Paesi Bassi (84,4), mantengono punteggi elevati
grazie a sistemi giuridici ben regolamentati che promuovono la risoluzione rapida
e conveniente dei casi di insolvenza. La presenza della Slovenia (84,4) e del
Belgio (84,1) tra i primi posti evidenzia come anche i paesi di dimensioni
medio-piccole possano eccellere in questo ambito. Al contrario, paesi come il
Brasile (50,4), la Grecia (53,1) e l'Argentina (40) evidenziano criticità
significative nei loro sistemi di risoluzione dell'insolvenza. Questi punteggi
più bassi indicano processi lunghi e costosi, che spesso risultano in tassi di
recupero molto bassi per i creditori. La complessità burocratica, la lentezza
delle procedure legali e la mancanza di trasparenza sono fattori comuni che contribuiscono
a questi risultati. Interessante è notare come grandi economie emergenti come
la Cina (62,1) e l'India (62) abbiano punteggi mediocri. Questi paesi,
nonostante le loro dimensioni economiche, devono ancora sviluppare sistemi più
efficienti e trasparenti per la gestione dei casi di insolvenza. In Cina, la
mancanza di una piena implementazione delle riforme giuridiche e l'influenza politica
nei processi di insolvenza possono complicare la situazione. In India, sebbene
ci siano stati recenti miglioramenti grazie alla nuova legge fallimentare, la
piena efficienza del sistema deve ancora essere raggiunta. Paesi in via di
sviluppo come il Pakistan (59), il Kenya (62,4) e il Rwanda (57,2) mostrano
risultati variabili, riflettendo l'eterogeneità delle riforme giuridiche e
delle capacità istituzionali in questi contesti. In Africa, le economie
emergenti devono affrontare sfide significative per migliorare la prevedibilità
e l'efficacia delle loro procedure di insolvenza, spesso ostacolate da
infrastrutture giuridiche inadeguate e risorse limitate. Alla fine della
classifica troviamo paesi come l'Angola, Capo Verde, il Laos e l'Arabia
Saudita, con un punteggio di zero. Questi risultati indicano gravi lacune nei
sistemi di risoluzione dell'insolvenza, che possono essere attribuite a una
mancanza di leggi adeguate, inefficienze istituzionali, corruzione e
instabilità politica. In contesti del genere, la risoluzione delle insolvenze è
spesso impraticabile, disincentivando gli investimenti e limitando la crescita
economica. Un altro aspetto interessante è la posizione relativamente bassa di
paesi come il Lussemburgo (45,5) e la Svizzera (62,6), che nonostante siano
noti per la loro stabilità economica e finanziaria, non eccellono nella
risoluzione dell'insolvenza. Questo potrebbe essere dovuto a procedure legali
complesse o a una mancanza di riforme recenti nei loro sistemi giuridici. Nel
complesso, i dati del 2022 sull'efficienza nella risoluzione dell'insolvenza a
livello globale evidenziano l'importanza di un sistema giuridico ben
funzionante per sostenere la stabilità economica e la fiducia degli
investitori. I paesi con punteggi elevati tendono ad avere economie più
dinamiche e resilienti, in grado di gestire le crisi aziendali in modo che
minimizzi l'impatto economico e massimizzi il recupero dei creditori. Al
contrario, i paesi con punteggi bassi affrontano maggiori difficoltà economiche
e rischiano di vedere una fuga di capitali e una riduzione degli investimenti,
dovuta alla mancanza di fiducia nella capacità del sistema legale di gestire
efficacemente i casi di insolvenza. Per migliorare il loro posizionamento, i
paesi dovrebbero investire in riforme giuridiche che semplifichino le procedure
di insolvenza, riducano i costi e migliorino la trasparenza e la prevedibilità
del processo. Inoltre, è cruciale promuovere l'indipendenza e l'efficienza dei
tribunali, nonché formare adeguatamente i giudici e gli altri operatori del
diritto. La condivisione delle migliori pratiche tra paesi con sistemi di
successo e quelli in via di sviluppo potrebbe accelerare i progressi globali in
questo settore cruciale per la salute economica e la stabilità finanziaria.
L’Efficienza
nella Risoluzione dei Casi di Insolvenza a Livello Globale tra il 2013 ed il
2021. L'analisi dei dati
relativi all'efficienza nella risoluzione dei casi di insolvenza a livello
globale tra il 2013 e il 2021 rivela una variegata evoluzione delle performance
dei diversi Paesi. La Finlandia, che nel 2013 registrava un'efficienza del 95,1%,
ha visto una lieve diminuzione nel 2021, scendendo a 92,7%, con una variazione
percentuale negativa del 2,52%. In contrasto, gli Stati Uniti hanno migliorato
la loro efficienza, passando da 86,5% a 90,5%, con un aumento del 4,62%. Il
Giappone, un altro Paese con un'elevata efficienza iniziale (98,3%), ha subito
una notevole diminuzione, attestandosi al 90,2% nel 2021, con una variazione
percentuale negativa dell'8,24%. La Germania ha mostrato un significativo
miglioramento, passando da 82,9% a 89,8%, con un incremento dell'8,32%. Alcuni
Paesi hanno sperimentato riduzioni drastiche, come la Norvegia, che è passata
dal 96,2% all'85,4% (-11,23%), e i Paesi Bassi, che hanno visto un calo dal
94,1% all'84,4% (-10,31%). Al contrario, la Slovenia ha registrato un
impressionante aumento del 58,65%, salendo da 53,2% a 84,4%. Altri Paesi
europei come il Belgio hanno registrato una diminuzione, con una variazione del
-10,53%, passando da 94% a 84,1%. In Asia, la Corea del Sud ha visto un leggero
calo dell'efficienza, passando dall'86,8% all'82,9% (-4,49%), mentre Hong Kong
ha registrato una diminuzione più marcata del 23,78%, passando dall'86,2% al
65,7%. La Cina, invece, ha migliorato significativamente la sua efficienza,
passando dal 38,5% al 62,1% (+61,30%). Alcuni Paesi hanno mostrato
miglioramenti straordinari, come la Thailandia, che ha visto un incremento del
68,79%, passando dal 45,5% al 76,8%, e la Mauritius, che ha migliorato del
68,11%, salendo dal 43,9% al 73,8%. In Europa orientale, la Repubblica Ceca ha
visto un notevole incremento del 33,28%, salendo da 60,1% a 80,1%. Altri Paesi
emergenti hanno registrato miglioramenti significativi. Ad esempio, la Polonia
è passata dal 58,2% al 76,5% (+31,44%) e l'India ha visto un aumento
impressionante del 119,08%, passando dal 28,3% al 62%. Anche il Brasile ha
registrato un miglioramento sostanziale, passando dal 17,7% al 50,4%
(+184,75%), mentre l'Indonesia ha avuto un incremento notevole del 328,30%,
passando dal 15,9% al 68,1%. Alcuni Paesi africani hanno mostrato progressi
sorprendenti. Il Ruanda, ad esempio, è passato dal 4,4% al 57,2% (+1200%), e il
Mozambico ha visto un aumento del 184,52%, passando dal 16,8% al 47,8%.
Tuttavia, alcuni Paesi africani come il Botswana hanno registrato un calo
significativo, passando dal 69% al 48,2% (-30,14%). Anche le performance nei
Paesi del Medio Oriente variano considerevolmente. Il Qatar ha visto una
diminuzione significativa del 35,81%, passando dal 59,2% al 38%, mentre gli
Emirati Arabi Uniti hanno migliorato del 54,55%, passando dal 31,9% al 49,3%. In
sintesi, i dati mostrano un panorama globale molto eterogeneo in termini di
efficienza nella risoluzione dei casi di insolvenza. Mentre alcuni Paesi hanno
fatto notevoli progressi, altri hanno subito significative regressioni. I
miglioramenti più sorprendenti sono stati registrati in Paesi emergenti e in
via di sviluppo, evidenziando gli sforzi significativi per migliorare le loro
infrastrutture legali ed economiche per gestire meglio i casi di insolvenza. Al
contrario, alcuni Paesi con alte performance iniziali hanno registrato cali che
potrebbero indicare nuove sfide o inefficienze emergenti nei loro sistemi.
Conclusione.
Considerando
il periodo tra il 2013 ed il 2021 il valore dell’efficienza nella risoluzione
dell’insolvenza è cresciuto del 23,03% passando da un ammontare di 45,21 unità
fino ad un valore di 55,63 unità per i paesi considerati. Tuttavia, vi sono dei
paesi nei quali il valore dell’efficienza nella risoluzione dell’insolvenza è
cresciuto assai più della media come per esempio Zimbabwe con + 2641,67%,
Rwanda con +1.200,00%, Filippine con +788,71%, Kyrgyz Republic con +371,71%,
Indonesia con +328,30%.Vi sono anche dei paesi nei quali tale valore è
diminuito in misura significativa tra il 2013 ed il 2021 ovvero Singapore con
-23,24%, Hong Kong con -23,78%, China con -26,8%, Tajikistan con -26,80%,
Botswana con -30,14%, Qatar con -35,81%.
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