E’ cresciuta in media del 3,22% tra il 2013 ed il 2022
L'indicatore “Electricity output, GWh/mn pop." misura la produzione di elettricità di un paese in gigawattora (GWh) per milione di abitanti. Questo indicatore rappresenta la quantità di energia elettrica prodotta da un paese, normalizzata per milione di abitanti. Viene espresso in gigawattora (GWh) per milione di abitanti. La formula per calcolare l’indicatore è indicata di seguito:
I dati sulla produzione totale di elettricità possono essere ottenuti dalle agenzie governative nazionali dell'energia, organismi internazionali come l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) o altre fonti di statistica energetica. I dati sulla popolazione sono generalmente raccolti da agenzie nazionali di statistica, censimenti e organismi internazionali come le Nazioni Unite o la Banca Mondiale. È un indicatore chiave del livello di sviluppo e innovazione di un paese. Una maggiore produzione di elettricità per milione di abitanti può indicare una infrastruttura energetica più avanzata e una maggiore capacità di supportare attività economiche e industriali innovative. Fornisce informazioni sull'efficienza energetica e sulla sostenibilità della produzione di energia elettrica in relazione alla dimensione della popolazione. Permette di confrontare la capacità di produzione elettrica tra diversi paesi, tenendo conto della loro popolazione, favorendo l'identificazione delle best practices e delle aree di miglioramento. Alti valori indicano che il paese ha una produzione di energia elettrica relativamente alta rispetto alla sua popolazione, suggerendo un'abbondante disponibilità di energia che può supportare lo sviluppo economico e tecnologico. Bassi valori indicano una produzione di energia elettrica relativamente bassa rispetto alla popolazione, che potrebbe rappresentare una limitazione per lo sviluppo economico e l'innovazione. In sintesi, questo indicatore offre una visione della capacità di un paese di produrre energia elettrica in proporzione alla sua popolazione, un aspetto cruciale per valutare il suo potenziale di innovazione e sviluppo sostenibile.
Fonte: Global Innovation
Index
Link: https://prosperitydata360.worldbank.org/en/indicator/WIPO+GII+64
La
produzione di elettricità pro-capite a livello globale nel 2022. L'analisi
della produzione di energia elettrica pro capite a livello globale nel 2022
evidenzia significative differenze tra i vari paesi, riflettendo le disparità
economiche, infrastrutturali e di sviluppo tecnologico. In cima alla lista
troviamo Bahrain, Islanda e Norvegia, ciascuno con una produzione di energia
elettrica pro capite di 100 GWh per milione di abitanti. Questi paesi
beneficiano di risorse naturali abbondanti e infrastrutture avanzate.
L'Islanda, ad esempio, sfrutta intensivamente le sue risorse geotermiche,
mentre la Norvegia utilizza principalmente l'energia idroelettrica. Kuwait e
Qatar, con rispettivamente 87,5 e 86,4 GWh per milione di abitanti, mostrano
come le ricche risorse petrolifere e di gas naturale possano tradursi in
un'elevata produzione di energia elettrica. Canada e Svezia, con 82,7 e 77 GWh
rispettivamente, dimostrano l'efficacia delle loro politiche energetiche che
combinano energia idroelettrica e nucleare per soddisfare la domanda interna. Gli
Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti, con 69,5 e 62,8 GWh per milione di
abitanti, mostrano l'impatto delle loro grandi economie e delle loro
infrastrutture energetiche avanzate. La Corea del Sud e l'Arabia Saudita,
entrambi con una produzione di 55,1 GWh per milione di abitanti, riflettono il
loro forte sviluppo industriale e il loro impegno nelle energie fossili e
nucleari. Australia e Singapore, con rispettivamente 50,5 e 46 GWh per milione
di abitanti, rappresentano economie sviluppate con un'alta domanda di energia
elettrica per sostenere le loro infrastrutture tecnologiche e industriali.
Giappone e Slovenia, con 39,9 e 39,4 GWh per milione di abitanti, dimostrano
l'uso intensivo delle risorse energetiche e delle tecnologie avanzate per mantenere
la produzione elettrica. Francia, Austria e Belgio, con valori rispettivi di
38,2, 38 e 37,3 GWh per milione di abitanti, evidenziano l'importanza del
nucleare e delle energie rinnovabili nel loro mix energetico. La Federazione
Russa e la Germania, con 36,8 e 33,9 GWh per milione di abitanti, mostrano il
ruolo cruciale delle risorse fossili e del nucleare nella loro produzione
energetica. I paesi dell'America Latina come Paraguay, Trinidad e Tobago e
Uruguay, con valori di produzione variabili tra 32,4 e 18,4 GWh per milione di
abitanti, riflettono l'uso delle risorse idroelettriche e delle risorse fossili
per soddisfare la domanda interna. Brasile e Messico, con 14,2 e 13,2 GWh per
milione di abitanti, evidenziano l'importanza dell'energia idroelettrica e
delle risorse fossili nel loro mix energetico. I paesi del Sud-Est asiatico
come Vietnam, Thailandia e Indonesia, con valori di produzione tra 12 e 5 GWh
per milione di abitanti, mostrano una crescita economica in rapido sviluppo ma
con una produzione energetica ancora limitata rispetto ai paesi più sviluppati.
L'India, con 5,6 GWh per milione di abitanti, riflette il suo enorme fabbisogno
energetico per sostenere una popolazione in rapida crescita, nonostante le
sfide nella produzione e distribuzione di energia. L'Africa subsahariana, con
valori estremamente bassi, come Nigeria (0,6 GWh) ed Etiopia (0,5 GWh),
evidenzia le profonde sfide infrastrutturali e di accesso all'energia che
limitano lo sviluppo economico e sociale. In sintesi, i dati mostrano come la
produzione di energia elettrica pro capite sia strettamente correlata allo
sviluppo economico, alle risorse naturali disponibili e alle politiche
energetiche adottate dai singoli paesi. Mentre i paesi sviluppati possono
vantare una produzione elevata grazie a infrastrutture avanzate e risorse
energetiche abbondanti, molti paesi in via di sviluppo affrontano sfide
significative nel soddisfare la domanda di energia, il che può ostacolare il
loro progresso economico e sociale. Queste disparità sottolineano l'importanza
di politiche globali mirate a migliorare l'accesso all'energia e a promuovere
lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo.
La
produzione di elettricità pro-capite a livello globale tra il 2013 ed il 2022. La
produzione globale di elettricità ha subito variazioni significative tra il
2013 e il 2022, con diversi paesi che mostrano incrementi o decrementi in
percentuali e valori assoluti notevoli. Partendo dai paesi con maggiore
crescita percentuale, il Botswana ha registrato un incremento del 340%,
passando da 1,0 a 4,4. Un altro caso rilevante è la Cambogia, con un aumento
del 733,33%, anche se il valore assoluto è modesto, da 0,3 a 2,5. La Moldavia
ha anch'essa mostrato un'impressionante crescita del 142,55%, aumentando da 4,7
a 11,4. Questi incrementi sono significativi per paesi che partivano da una
bassa base di produzione di elettricità. In termini di crescita assoluta, la
Cina è in testa con un incremento di 12,2, passando da 14,9 a 27,1, seguita
dall'Arabia Saudita con un incremento di 13,1, da 42 a 55,1. L'incremento della
produzione in Cina è particolarmente rilevante data la sua già grande scala
iniziale, sottolineando il continuo sviluppo industriale e urbano del paese. Il
Vietnam ha anche visto un sostanziale incremento di 6,8, da 5,2 a 12, mostrando
una crescita economica robusta e una crescente domanda energetica. Al
contrario, diversi paesi hanno registrato decrementi sia in valore assoluto che
percentuale. La più significativa diminuzione percentuale è stata osservata in
Yemen, con una riduzione del 66,67%, da 1,5 a 0,5, probabilmente a causa di
conflitti e instabilità politica che hanno compromesso le infrastrutture energetiche.
Anche l'Estonia ha mostrato un drastico calo del 55,19%, passando da 46,2 a
20,7, riflettendo possibili cambiamenti nelle politiche energetiche o nella
domanda. La diminuzione assoluta più alta è stata in Canada, con una riduzione
di 6,0, da 88,7 a 82,7, seguita da Kuwait con una perdita di 12,5, da 100 a
87,5. Tra i paesi con riduzioni moderate, la Germania ha registrato un calo di
1,9, da 35,8 a 33,9, e il Regno Unito ha visto una diminuzione di 5,2, da 27,8
a 22,6. Queste riduzioni potrebbero essere legate a un incremento
dell'efficienza energetica, alla transizione verso fonti rinnovabili o a
cambiamenti nelle politiche di produzione energetica. Alcuni paesi hanno
mantenuto una produzione stabile, con variazioni minime. Ad esempio, la produzione
elettrica in Svizzera è aumentata solo di 0,1, da 38,6 a 38,7, mentre in
Giappone è cresciuta di 0,2, da 39,7 a 39,9. Questo suggerisce una stabilità
nei settori energetici di questi paesi, che potrebbero essere già altamente
sviluppati e efficienti. È interessante notare come alcuni paesi abbiano
aumentato la loro produzione nonostante situazioni economiche o politiche
complesse. Per esempio, l'Iran ha incrementato la sua produzione di 3,8, da
15,1 a 18,9, mostrando un'espansione del settore energetico nonostante le
sanzioni economiche internazionali. Anche il Bangladesh ha mostrato una
crescita notevole del 84,62%, da 1,3 a 2,4, indicando uno sviluppo
significativo delle sue infrastrutture energetiche. In Europa, paesi come
Austria, Belgio, e Spagna hanno visto cambiamenti misti. L'Austria ha
incrementato la produzione di 2,4, da 35,6 a 38, mentre la Spagna ha subito una
riduzione di 3,5, da 30,2 a 26,7. Questi cambiamenti riflettono diversi
approcci alle politiche energetiche, con alcuni paesi che spingono verso una
maggiore produzione mentre altri cercano di ridurre l'output o di rendere più
efficienti le loro reti. Il Medio Oriente mostra anche delle dinamiche
interessanti. Mentre Bahrain ha quasi raddoppiato la sua produzione, passando
da 50,4 a 100, con un aumento del 98,41%, Kuwait ha invece ridotto la
produzione del 12,5%, passando da 100 a 87,5. Questi dati possono riflettere
differenze nelle strategie di gestione delle risorse energetiche e nella
risposta alla domanda interna ed esterna. In America Latina, paesi come
Argentina e Brasile hanno registrato aumenti modesti del 4,73% e 12,70%
rispettivamente, mentre il Cile ha visto un incremento più marcato del 13,19%,
da 18,2 a 20,6. Questi incrementi suggeriscono una crescente domanda di energia
in queste economie in via di sviluppo. Infine, alcuni paesi africani hanno
registrato incrementi notevoli in termini percentuali. L'Etiopia, ad esempio,
ha visto un incremento del 150%, anche se in valori assoluti è modesto,
passando da 0,2 a 0,5. Questo indica un notevole sforzo per migliorare
l'accesso all'elettricità, anche se partendo da una base molto bassa. In
sintesi, i dati mostrano un panorama globale variegato in cui la produzione di
elettricità è influenzata da una combinazione di fattori economici, politici e
tecnologici. Mentre alcuni paesi hanno aumentato significativamente la loro
produzione per soddisfare la crescente domanda o per migliorare le
infrastrutture, altri hanno ridotto la produzione in risposta a politiche di
efficienza energetica, cambiamenti nella domanda o instabilità politica. Queste
dinamiche riflettono le complesse interazioni tra sviluppo economico, politiche
energetiche e capacità infrastrutturali a livello globale.
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