È diminuita
del 2,24% per i paesi analizzati
La media ponderata della
tariffa applicata è la media delle tariffe effettivamente applicate ponderata
in base alle quote di importazione del prodotto corrispondenti a ciascun paese
partner. I dati sono classificati utilizzando il sistema commerciale
armonizzato a livello di sei o otto cifre.
Media
ponderata della tariffa applicata nel 2022. I dati relativi
alla media ponderata della tariffa applicata per il 2022 evidenziano una
significativa variabilità tra le diverse nazioni, riflettendo differenti
politiche tariffarie, gradi di apertura commerciale e partecipazione in accordi
commerciali internazionali. La media ponderata della tariffa applicata
rappresenta un'importante metrica per comprendere l'approccio di ciascun paese
verso il commercio internazionale, ponderando le tariffe effettivamente
applicate in base alle quote di importazione del prodotto corrispondenti a
ciascun paese partner. In cima alla lista, troviamo Hong Kong SAR, China con
una media ponderata della tariffa applicata pari a 100. Questo valore
estremamente elevato suggerisce che le importazioni verso Hong Kong sono
soggette a tariffe molto alte o che una gran parte delle importazioni proviene
da paesi con tariffe elevate. Segue Brunei Darussalam con una tariffa media di
99,9. Anche Singapore e Georgia si posizionano in alto nella classifica, con
tariffe medie rispettivamente di 99,7 e 98,6. Questi alti valori indicano un
livello significativo di protezionismo, dove le nazioni cercano di proteggere i
loro mercati interni imponendo tariffe elevate sulle merci importate. Un gruppo
considerevole di paesi mostra tariffe moderate. Ad esempio, Norvegia (81,9),
Turchia (81,6) e Bosnia ed Erzegovina (81,5) indicano un livello intermedio di
tariffe. Questo intervallo può riflettere un mix di politiche tariffarie
moderatamente protettive e accordi commerciali parzialmente liberalizzati.
Paesi come la Svizzera (91,2), il Regno Unito (91,7) e il Vietnam (91,3)
mantengono una media tariffaria intorno al 90. Queste nazioni potrebbero avere
accordi commerciali bilaterali o regionali che contribuiscono a mantenere le
tariffe relativamente basse, pur proteggendo settori strategici della loro
economia. Alcuni paesi emergenti e in via di sviluppo mostrano tariffe molto
basse. L'Iran, con una media tariffaria di 21,8, e l'Etiopia, con 21,5,
presentano tariffe significativamente inferiori rispetto alla media globale.
Questo potrebbe indicare un alto livello di apertura commerciale o tariffe
basse su una vasta gamma di prodotti importati, forse come parte di strategie
per attrarre investimenti esteri e stimolare la crescita economica. Altri paesi
come la Guinea (20,9) e la Nigeria (20) seguono una tendenza simile, mostrando
politiche commerciali aperte che favoriscono l'ingresso di prodotti stranieri a
costi contenuti. Ci sono alcune eccezioni notevoli nei dati, come il Camerun e
l'Iraq, che registrano una media ponderata della tariffa applicata pari a zero.
Questo potrebbe essere dovuto a politiche di importazione particolarmente
aperte, accordi di libero scambio che eliminano le tariffe sulle merci
importate, o dati che riflettono tariffe zero su importazioni specifiche.
Questi casi suggeriscono un approccio estremamente liberale al commercio
internazionale, probabilmente mirato a stimolare l'economia locale attraverso
l'ingresso di beni a basso costo. Esaminando le tendenze regionali, i paesi
europei e nordamericani tendono ad avere tariffe uniformi attorno al 90,4.
Paesi come l'Austria, il Belgio, la Germania e gli Stati Uniti si collocano
tutti intorno a questo valore. Questo suggerisce che le politiche tariffarie in
queste regioni sono abbastanza standardizzate e che vi è un alto livello di
apertura commerciale. Questi paesi, essendo parte di grandi blocchi economici
come l'Unione Europea e accordi commerciali come il NAFTA, beneficiano di
tariffe ridotte o nulle su molte delle loro importazioni, promuovendo un commercio
più libero e facilitato. D'altro canto, paesi come il Bangladesh (28,9) e il
Nepal (25) presentano tariffe relativamente basse rispetto alla media delle
nazioni in via di sviluppo. Questo potrebbe riflettere politiche orientate a
facilitare l'accesso ai mercati esteri e stimolare la competitività delle
economie locali. Anche il Brasile e la Giamaica, con una media tariffaria di
45,6, mostrano politiche tariffarie più aperte rispetto ad altri paesi della
loro regione. Le politiche tariffarie di ciascun paese sono fortemente
influenzate dai loro accordi commerciali e dalle loro strategie economiche. Ad
esempio, paesi membri di grandi blocchi economici come l'Unione Europea tendono
ad avere politiche tariffarie uniformi e standardizzate, favorendo un commercio
interno senza frizioni. Al contrario, nazioni che non fanno parte di tali
accordi possono avere politiche più protezionistiche per proteggere le
industrie locali. Le tariffe hanno un impatto significativo sulle dinamiche
economiche di un paese. Tariffe elevate possono proteggere le industrie
nazionali dalla concorrenza estera, ma possono anche aumentare i costi per i
consumatori e limitare l'accesso a beni e servizi esteri. Al contrario, tariffe
basse possono stimolare il commercio e abbassare i prezzi al consumo, ma possono
mettere a rischio le industrie locali che devono competere con prodotti
importati a basso costo. In conclusione, la media ponderata della tariffa
applicata fornisce una panoramica significativa delle politiche commerciali di
un paese e del suo grado di apertura al commercio internazionale. Le variazioni
nei valori indicano le diverse strategie adottate dalle nazioni per bilanciare
la protezione delle industrie locali con la necessità di partecipare al mercato
globale. Paesi con tariffe elevate tendono a proteggere i loro mercati interni,
mentre quelli con tariffe basse mostrano un maggiore grado di apertura e
integrazione nei mercati globali. Queste politiche non solo influenzano le
dinamiche economiche interne ma hanno anche ripercussioni sulle relazioni
commerciali e diplomatiche internazionali.
Rank |
Nations |
2022 |
Rank |
Nations |
2022 |
Rank |
Nations |
2022 |
1 |
Hong Kong SAR, China |
100 |
45 |
Slovak Republic |
90,4 |
89 |
Zambia |
68,8 |
2 |
Brunei Darussalam |
99,9 |
46 |
Slovenia |
90,4 |
90 |
Zimbabwe |
67,7 |
3 |
Singapore |
99,7 |
47 |
Sweden |
90,4 |
91 |
Yemen, Rep. |
67,5 |
4 |
Georgia |
98,6 |
48 |
Costa Rica |
90,2 |
92 |
Uruguay |
65,8 |
5 |
Chile |
97,2 |
49 |
United States |
90,2 |
93 |
Mongolia |
65,7 |
6 |
Peru |
95,7 |
50 |
Iceland |
90,1 |
94 |
Korea, Rep. |
64,5 |
7 |
Australia |
95,4 |
51 |
Guatemala |
89,7 |
95 |
Panama |
62,7 |
8 |
Botswana |
94,8 |
52 |
Philippines |
89,2 |
96 |
Azerbaijan |
61,6 |
9 |
New Zealand |
94,5 |
53 |
Ukraine |
89,2 |
97 |
India |
60 |
10 |
Mauritius |
94 |
54 |
Oman |
88,9 |
98 |
Ecuador |
59,8 |
11 |
Lao PDR |
93,7 |
55 |
North Macedonia |
88,8 |
99 |
Cambodia |
59,8 |
12 |
Albania |
92,9 |
56 |
Belarus |
88,6 |
100 |
Sri Lanka |
59,4 |
13 |
Mexico |
92,2 |
57 |
Myanmar |
88,3 |
101 |
Argentina |
55,5 |
14 |
Moldova |
91,8 |
58 |
Nicaragua |
88,1 |
102 |
Burkina Faso |
53,8 |
15 |
Namibia |
91,8 |
59 |
Israel |
88 |
103 |
Madagascar |
53,4 |
16 |
United Kingdom |
91,7 |
60 |
El Salvador |
87,7 |
104 |
Cote d'Ivoire |
50,6 |
17 |
Vietnam |
91,3 |
61 |
Kazakhstan |
87,3 |
105 |
Niger |
47,9 |
18 |
Switzerland |
91,2 |
62 |
Bahrain |
86,9 |
106 |
Uganda |
47,7 |
19 |
Serbia |
90,7 |
63 |
Indonesia |
86,8 |
107 |
Brazil |
45,6 |
20 |
Austria |
90,4 |
64 |
Japan |
85,6 |
108 |
Jamaica |
45,6 |
21 |
Belgium |
90,4 |
65 |
Kyrgyz Republic |
84,9 |
109 |
Trinidad and Tobago |
44,2 |
22 |
Bulgaria |
90,4 |
66 |
Colombia |
84,5 |
110 |
Pakistan |
43,9 |
23 |
Canada |
90,4 |
67 |
China |
84 |
111 |
Tanzania |
42,2 |
24 |
Cyprus |
90,4 |
68 |
Montenegro |
83,3 |
112 |
Senegal |
41,3 |
25 |
Czechia |
90,4 |
69 |
Uzbekistan |
83 |
113 |
Angola |
40,3 |
26 |
Germany |
90,4 |
70 |
Norway |
81,9 |
114 |
Mali |
40,2 |
27 |
Denmark |
90,4 |
71 |
Turkiye |
81,6 |
115 |
Kenya |
39,7 |
28 |
Spain |
90,4 |
72 |
Bosnia and Herzegovina |
81,5 |
116 |
Tunisia |
39,5 |
29 |
Estonia |
90,4 |
73 |
Kuwait |
80,5 |
117 |
Benin |
36,2 |
30 |
Finland |
90,4 |
74 |
Armenia |
79,9 |
118 |
Algeria |
34,3 |
31 |
France |
90,4 |
75 |
United Arab Emirates |
78,8 |
119 |
Rwanda |
34,1 |
32 |
Greece |
90,4 |
76 |
Honduras |
78,6 |
120 |
Egypt, Arab Rep. |
32,5 |
33 |
Croatia |
90,4 |
77 |
Thailand |
77,2 |
121 |
Ghana |
32 |
34 |
Hungary |
90,4 |
78 |
Qatar |
77 |
122 |
Togo |
29 |
35 |
Ireland |
90,4 |
79 |
Morocco |
76,7 |
123 |
Bangladesh |
28,9 |
36 |
Italy |
90,4 |
80 |
Malaysia |
76,7 |
124 |
Burundi |
26,8 |
37 |
Lithuania |
90,4 |
81 |
Dominican Republic |
74,8 |
125 |
Nepal |
25 |
38 |
Luxembourg |
90,4 |
82 |
Tajikistan |
74,6 |
126 |
Iran, Islamic Rep. |
21,8 |
39 |
Latvia |
90,4 |
83 |
Jordan |
74,3 |
127 |
Ethiopia |
21,5 |
40 |
Malta |
90,4 |
84 |
Paraguay |
73,8 |
128 |
Mauritania |
21,1 |
41 |
Netherlands |
90,4 |
85 |
Russian Federation |
73,7 |
129 |
Guinea |
20,9 |
42 |
Poland |
90,4 |
86 |
Mozambique |
73,2 |
130 |
Nigeria |
20 |
43 |
Portugal |
90,4 |
87 |
Saudi Arabia |
72,6 |
131 |
Cameroon |
0 |
44 |
Romania |
90,4 |
88 |
South Africa |
71,5 |
132 |
Iraq |
0 |
Media
delle tariffe ponderate tra il 2013 ed il 2022. L'analisi
delle variazioni nelle tariffe ponderate medie tra il 2013 e il 2022 evidenzia
diverse strategie economiche adottate dai paesi per bilanciare la protezione
delle industrie locali con l'apertura al commercio internazionale. Angola, ad
esempio, ha ridotto la tariffa ponderata media da 62,1 a 40,3, segnando una
variazione assoluta di -21,8 e una variazione percentuale del 0,65. Questo
potrebbe indicare un'apertura commerciale maggiore e politiche economiche volte
a favorire l'importazione di beni a costi inferiori per stimolare la crescita
economica. Allo stesso modo, l'Algeria ha diminuito la sua tariffa da 56,2 a
34,3, riflettendo uno sforzo per liberalizzare il mercato e ridurre i costi per
i consumatori. L'Egitto, con una riduzione da 59 a 32,5, mostra un cambiamento
significativo con una variazione assoluta di -26,5 e una percentuale del 0,55,
probabilmente per attrarre investimenti esteri e migliorare la competitività
del mercato interno. Etiopia e Nigeria presentano riduzioni simili, con tariffe
che scendono rispettivamente da 46,8 a 21,5 e da 46,3 a 20, evidenziando
politiche orientate a migliorare l'accessibilità dei prodotti per i consumatori
locali e stimolare l'economia. Dall'altra parte dello spettro, Zimbabwe ha
aumentato drasticamente la tariffa ponderata media da 11,8 a 67,7, con una
variazione assoluta di 55,9 e una percentuale del 5,74, suggerendo un cambio
nelle politiche economiche per proteggere le industrie locali dalla concorrenza
estera. Anche Serbia e Botswana hanno aumentato le loro tariffe in modo
significativo, passando rispettivamente da 69,3 a 90,7 e da 73,8 a 94,8, con
l'obiettivo probabilmente di rafforzare l'economia interna. Vietnam e Brunei
Darussalam mostrano incrementi simili, con variazioni rispettive di 20,1 e
20,9, indicando una strategia di bilanciamento tra protezione delle industrie
locali e integrazione nel mercato globale. Uzbekistan ha visto un aumento delle
tariffe da 64,7 a 83, riflettendo politiche economiche mirate a proteggere i
produttori locali e migliorare l'autosufficienza economica. Molti paesi, in
particolare quelli dell'Unione Europea come Austria, Belgio, Bulgaria, e
Finlandia, mostrano variazioni minime nelle loro tariffe ponderate medie, con
diminuzioni di solo -1,4 e una variazione percentuale di circa 0,98. Questo
indica una stabilità nelle politiche tariffarie grazie agli accordi commerciali
intra-UE che mantengono tariffe relativamente uniformi e basse. Le variazioni
nelle tariffe ponderate medie riflettono diversi approcci alle politiche
commerciali e agli obiettivi economici. Riduzioni significative delle tariffe
spesso indicano uno sforzo per liberalizzare il commercio, ridurre i costi per
i consumatori e attrarre investimenti esteri. Tali politiche possono favorire
la crescita economica e migliorare la competitività del mercato interno, ma
possono anche esporre le industrie locali a una maggiore concorrenza straniera.
Al contrario, aumenti significativi delle tariffe suggeriscono una strategia
protezionistica mirata a difendere le industrie locali dalla concorrenza
estera. Questo può essere utile per sostenere i settori emergenti e promuovere
l'autosufficienza economica, ma può anche portare a costi più elevati per i
consumatori e a una minore varietà di beni disponibili. L'analisi delle
variazioni nelle tariffe ponderate medie tra il 2013 e il 2022 rivela le
diverse strategie economiche adottate dai paesi per bilanciare la protezione
delle industrie locali con l'apertura al commercio internazionale. Mentre
alcuni paesi hanno ridotto significativamente le loro tariffe per favorire la
liberalizzazione del mercato, altri hanno aumentato le tariffe per proteggere
le loro economie interne. Queste politiche hanno implicazioni significative per
la crescita economica, la competitività e l'accesso dei consumatori ai beni e
ai servizi. La comprensione di queste dinamiche è essenziale per formulare
politiche commerciali efficaci e per promuovere uno sviluppo economico
sostenibile.
Conclusioni. La media ponderata delle tariffe applicate sulle importazioni a livello mondiale è diminuita in media del 2,24% passando da un ammontare di 75,81 unità fino ad un valore di 74,11 unità tra il 2013 ed il 2022. I paesi nei quali tale valore è cresciuto di più nel periodo considerato sono il Zimbabwe con +473,70%, la Tunisia con +110,10%, il Benin con +66,80%, Colombia con +54,50%, Serbia con +30,90%. Vi sono comunque dei paesi nei quali il valore della media ponderata delle tariffe applicate è diminuito significativamente nel periodo tra il 2013 ed il 2022 ovvero la Guinea con -47,00%, il Rwanda con -50,09%, l’Etiopia con -54,10%, la Nigeria con -56,80% ed il Cameroon con -100%. Dobbiamo comunque considerare che la maggior parte dei paesi a reddito pro-capite elevato in Europa ed in Asia è caratterizzato da un livello di tariffazione superiore al 90%.
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