mercoledì 10 luglio 2024

La Media Ponderata delle Tariffe Applicate sulle Importazioni a Livello Mondiale

È diminuita del 2,24% per i paesi analizzati

 

La media ponderata della tariffa applicata è la media delle tariffe effettivamente applicate ponderata in base alle quote di importazione del prodotto corrispondenti a ciascun paese partner. I dati sono classificati utilizzando il sistema commerciale armonizzato a livello di sei o otto cifre.

 

Media ponderata della tariffa applicata nel 2022. I dati relativi alla media ponderata della tariffa applicata per il 2022 evidenziano una significativa variabilità tra le diverse nazioni, riflettendo differenti politiche tariffarie, gradi di apertura commerciale e partecipazione in accordi commerciali internazionali. La media ponderata della tariffa applicata rappresenta un'importante metrica per comprendere l'approccio di ciascun paese verso il commercio internazionale, ponderando le tariffe effettivamente applicate in base alle quote di importazione del prodotto corrispondenti a ciascun paese partner. In cima alla lista, troviamo Hong Kong SAR, China con una media ponderata della tariffa applicata pari a 100. Questo valore estremamente elevato suggerisce che le importazioni verso Hong Kong sono soggette a tariffe molto alte o che una gran parte delle importazioni proviene da paesi con tariffe elevate. Segue Brunei Darussalam con una tariffa media di 99,9. Anche Singapore e Georgia si posizionano in alto nella classifica, con tariffe medie rispettivamente di 99,7 e 98,6. Questi alti valori indicano un livello significativo di protezionismo, dove le nazioni cercano di proteggere i loro mercati interni imponendo tariffe elevate sulle merci importate. Un gruppo considerevole di paesi mostra tariffe moderate. Ad esempio, Norvegia (81,9), Turchia (81,6) e Bosnia ed Erzegovina (81,5) indicano un livello intermedio di tariffe. Questo intervallo può riflettere un mix di politiche tariffarie moderatamente protettive e accordi commerciali parzialmente liberalizzati. Paesi come la Svizzera (91,2), il Regno Unito (91,7) e il Vietnam (91,3) mantengono una media tariffaria intorno al 90. Queste nazioni potrebbero avere accordi commerciali bilaterali o regionali che contribuiscono a mantenere le tariffe relativamente basse, pur proteggendo settori strategici della loro economia. Alcuni paesi emergenti e in via di sviluppo mostrano tariffe molto basse. L'Iran, con una media tariffaria di 21,8, e l'Etiopia, con 21,5, presentano tariffe significativamente inferiori rispetto alla media globale. Questo potrebbe indicare un alto livello di apertura commerciale o tariffe basse su una vasta gamma di prodotti importati, forse come parte di strategie per attrarre investimenti esteri e stimolare la crescita economica. Altri paesi come la Guinea (20,9) e la Nigeria (20) seguono una tendenza simile, mostrando politiche commerciali aperte che favoriscono l'ingresso di prodotti stranieri a costi contenuti. Ci sono alcune eccezioni notevoli nei dati, come il Camerun e l'Iraq, che registrano una media ponderata della tariffa applicata pari a zero. Questo potrebbe essere dovuto a politiche di importazione particolarmente aperte, accordi di libero scambio che eliminano le tariffe sulle merci importate, o dati che riflettono tariffe zero su importazioni specifiche. Questi casi suggeriscono un approccio estremamente liberale al commercio internazionale, probabilmente mirato a stimolare l'economia locale attraverso l'ingresso di beni a basso costo. Esaminando le tendenze regionali, i paesi europei e nordamericani tendono ad avere tariffe uniformi attorno al 90,4. Paesi come l'Austria, il Belgio, la Germania e gli Stati Uniti si collocano tutti intorno a questo valore. Questo suggerisce che le politiche tariffarie in queste regioni sono abbastanza standardizzate e che vi è un alto livello di apertura commerciale. Questi paesi, essendo parte di grandi blocchi economici come l'Unione Europea e accordi commerciali come il NAFTA, beneficiano di tariffe ridotte o nulle su molte delle loro importazioni, promuovendo un commercio più libero e facilitato. D'altro canto, paesi come il Bangladesh (28,9) e il Nepal (25) presentano tariffe relativamente basse rispetto alla media delle nazioni in via di sviluppo. Questo potrebbe riflettere politiche orientate a facilitare l'accesso ai mercati esteri e stimolare la competitività delle economie locali. Anche il Brasile e la Giamaica, con una media tariffaria di 45,6, mostrano politiche tariffarie più aperte rispetto ad altri paesi della loro regione. Le politiche tariffarie di ciascun paese sono fortemente influenzate dai loro accordi commerciali e dalle loro strategie economiche. Ad esempio, paesi membri di grandi blocchi economici come l'Unione Europea tendono ad avere politiche tariffarie uniformi e standardizzate, favorendo un commercio interno senza frizioni. Al contrario, nazioni che non fanno parte di tali accordi possono avere politiche più protezionistiche per proteggere le industrie locali. Le tariffe hanno un impatto significativo sulle dinamiche economiche di un paese. Tariffe elevate possono proteggere le industrie nazionali dalla concorrenza estera, ma possono anche aumentare i costi per i consumatori e limitare l'accesso a beni e servizi esteri. Al contrario, tariffe basse possono stimolare il commercio e abbassare i prezzi al consumo, ma possono mettere a rischio le industrie locali che devono competere con prodotti importati a basso costo. In conclusione, la media ponderata della tariffa applicata fornisce una panoramica significativa delle politiche commerciali di un paese e del suo grado di apertura al commercio internazionale. Le variazioni nei valori indicano le diverse strategie adottate dalle nazioni per bilanciare la protezione delle industrie locali con la necessità di partecipare al mercato globale. Paesi con tariffe elevate tendono a proteggere i loro mercati interni, mentre quelli con tariffe basse mostrano un maggiore grado di apertura e integrazione nei mercati globali. Queste politiche non solo influenzano le dinamiche economiche interne ma hanno anche ripercussioni sulle relazioni commerciali e diplomatiche internazionali.

Rank

Nations

2022

Rank

Nations

2022

Rank

Nations

2022

1

Hong Kong SAR, China

100

45

Slovak Republic

90,4

89

Zambia

68,8

2

Brunei Darussalam

99,9

46

Slovenia

90,4

90

Zimbabwe

67,7

3

Singapore

99,7

47

Sweden

90,4

91

Yemen, Rep.

67,5

4

Georgia

98,6

48

Costa Rica

90,2

92

Uruguay

65,8

5

Chile

97,2

49

United States

90,2

93

Mongolia

65,7

6

Peru

95,7

50

Iceland

90,1

94

Korea, Rep.

64,5

7

Australia

95,4

51

Guatemala

89,7

95

Panama

62,7

8

Botswana

94,8

52

Philippines

89,2

96

Azerbaijan

61,6

9

New Zealand

94,5

53

Ukraine

89,2

97

India

60

10

Mauritius

94

54

Oman

88,9

98

Ecuador

59,8

11

Lao PDR

93,7

55

North Macedonia

88,8

99

Cambodia

59,8

12

Albania

92,9

56

Belarus

88,6

100

Sri Lanka

59,4

13

Mexico

92,2

57

Myanmar

88,3

101

Argentina

55,5

14

Moldova

91,8

58

Nicaragua

88,1

102

Burkina Faso

53,8

15

Namibia

91,8

59

Israel

88

103

Madagascar

53,4

16

United Kingdom

91,7

60

El Salvador

87,7

104

Cote d'Ivoire

50,6

17

Vietnam

91,3

61

Kazakhstan

87,3

105

Niger

47,9

18

Switzerland

91,2

62

Bahrain

86,9

106

Uganda

47,7

19

Serbia

90,7

63

Indonesia

86,8

107

Brazil

45,6

20

Austria

90,4

64

Japan

85,6

108

Jamaica

45,6

21

Belgium

90,4

65

Kyrgyz Republic

84,9

109

Trinidad and Tobago

44,2

22

Bulgaria

90,4

66

Colombia

84,5

110

Pakistan

43,9

23

Canada

90,4

67

China

84

111

Tanzania

42,2

24

Cyprus

90,4

68

Montenegro

83,3

112

Senegal

41,3

25

Czechia

90,4

69

Uzbekistan

83

113

Angola

40,3

26

Germany

90,4

70

Norway

81,9

114

Mali

40,2

27

Denmark

90,4

71

Turkiye

81,6

115

Kenya

39,7

28

Spain

90,4

72

Bosnia and Herzegovina

81,5

116

Tunisia

39,5

29

Estonia

90,4

73

Kuwait

80,5

117

Benin

36,2

30

Finland

90,4

74

Armenia

79,9

118

Algeria

34,3

31

France

90,4

75

United Arab Emirates

78,8

119

Rwanda

34,1

32

Greece

90,4

76

Honduras

78,6

120

Egypt, Arab Rep.

32,5

33

Croatia

90,4

77

Thailand

77,2

121

Ghana

32

34

Hungary

90,4

78

Qatar

77

122

Togo

29

35

Ireland

90,4

79

Morocco

76,7

123

Bangladesh

28,9

36

Italy

90,4

80

Malaysia

76,7

124

Burundi

26,8

37

Lithuania

90,4

81

Dominican Republic

74,8

125

Nepal

25

38

Luxembourg

90,4

82

Tajikistan

74,6

126

Iran, Islamic Rep.

21,8

39

Latvia

90,4

83

Jordan

74,3

127

Ethiopia

21,5

40

Malta

90,4

84

Paraguay

73,8

128

Mauritania

21,1

41

Netherlands

90,4

85

Russian Federation

73,7

129

Guinea

20,9

42

Poland

90,4

86

Mozambique

73,2

130

Nigeria

20

43

Portugal

90,4

87

Saudi Arabia

72,6

131

Cameroon

0

44

Romania

90,4

88

South Africa

71,5

132

Iraq

0

 

 

Media delle tariffe ponderate tra il 2013 ed il 2022. L'analisi delle variazioni nelle tariffe ponderate medie tra il 2013 e il 2022 evidenzia diverse strategie economiche adottate dai paesi per bilanciare la protezione delle industrie locali con l'apertura al commercio internazionale. Angola, ad esempio, ha ridotto la tariffa ponderata media da 62,1 a 40,3, segnando una variazione assoluta di -21,8 e una variazione percentuale del 0,65. Questo potrebbe indicare un'apertura commerciale maggiore e politiche economiche volte a favorire l'importazione di beni a costi inferiori per stimolare la crescita economica. Allo stesso modo, l'Algeria ha diminuito la sua tariffa da 56,2 a 34,3, riflettendo uno sforzo per liberalizzare il mercato e ridurre i costi per i consumatori. L'Egitto, con una riduzione da 59 a 32,5, mostra un cambiamento significativo con una variazione assoluta di -26,5 e una percentuale del 0,55, probabilmente per attrarre investimenti esteri e migliorare la competitività del mercato interno. Etiopia e Nigeria presentano riduzioni simili, con tariffe che scendono rispettivamente da 46,8 a 21,5 e da 46,3 a 20, evidenziando politiche orientate a migliorare l'accessibilità dei prodotti per i consumatori locali e stimolare l'economia. Dall'altra parte dello spettro, Zimbabwe ha aumentato drasticamente la tariffa ponderata media da 11,8 a 67,7, con una variazione assoluta di 55,9 e una percentuale del 5,74, suggerendo un cambio nelle politiche economiche per proteggere le industrie locali dalla concorrenza estera. Anche Serbia e Botswana hanno aumentato le loro tariffe in modo significativo, passando rispettivamente da 69,3 a 90,7 e da 73,8 a 94,8, con l'obiettivo probabilmente di rafforzare l'economia interna. Vietnam e Brunei Darussalam mostrano incrementi simili, con variazioni rispettive di 20,1 e 20,9, indicando una strategia di bilanciamento tra protezione delle industrie locali e integrazione nel mercato globale. Uzbekistan ha visto un aumento delle tariffe da 64,7 a 83, riflettendo politiche economiche mirate a proteggere i produttori locali e migliorare l'autosufficienza economica. Molti paesi, in particolare quelli dell'Unione Europea come Austria, Belgio, Bulgaria, e Finlandia, mostrano variazioni minime nelle loro tariffe ponderate medie, con diminuzioni di solo -1,4 e una variazione percentuale di circa 0,98. Questo indica una stabilità nelle politiche tariffarie grazie agli accordi commerciali intra-UE che mantengono tariffe relativamente uniformi e basse. Le variazioni nelle tariffe ponderate medie riflettono diversi approcci alle politiche commerciali e agli obiettivi economici. Riduzioni significative delle tariffe spesso indicano uno sforzo per liberalizzare il commercio, ridurre i costi per i consumatori e attrarre investimenti esteri. Tali politiche possono favorire la crescita economica e migliorare la competitività del mercato interno, ma possono anche esporre le industrie locali a una maggiore concorrenza straniera. Al contrario, aumenti significativi delle tariffe suggeriscono una strategia protezionistica mirata a difendere le industrie locali dalla concorrenza estera. Questo può essere utile per sostenere i settori emergenti e promuovere l'autosufficienza economica, ma può anche portare a costi più elevati per i consumatori e a una minore varietà di beni disponibili. L'analisi delle variazioni nelle tariffe ponderate medie tra il 2013 e il 2022 rivela le diverse strategie economiche adottate dai paesi per bilanciare la protezione delle industrie locali con l'apertura al commercio internazionale. Mentre alcuni paesi hanno ridotto significativamente le loro tariffe per favorire la liberalizzazione del mercato, altri hanno aumentato le tariffe per proteggere le loro economie interne. Queste politiche hanno implicazioni significative per la crescita economica, la competitività e l'accesso dei consumatori ai beni e ai servizi. La comprensione di queste dinamiche è essenziale per formulare politiche commerciali efficaci e per promuovere uno sviluppo economico sostenibile.

Conclusioni. La media ponderata delle tariffe applicate sulle importazioni a livello mondiale è diminuita in media del 2,24% passando da un ammontare di 75,81 unità fino ad un valore di 74,11 unità tra il 2013 ed il 2022. I paesi nei quali tale valore è cresciuto di più nel periodo considerato sono il Zimbabwe con +473,70%, la Tunisia con +110,10%, il Benin con +66,80%, Colombia con +54,50%, Serbia con +30,90%. Vi sono comunque dei paesi nei quali il valore della media ponderata delle tariffe applicate è diminuito significativamente nel periodo tra il 2013 ed il 2022 ovvero la Guinea con -47,00%, il Rwanda con -50,09%, l’Etiopia con -54,10%, la Nigeria con -56,80% ed il Cameroon con -100%. Dobbiamo comunque considerare che la maggior parte dei paesi a reddito pro-capite elevato in Europa ed in Asia è caratterizzato da un livello di tariffazione superiore al 90%.







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