Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2025

Welfare in trasformazione: l’equilibrio tra spesa pubblica e privata nei sistemi di protezione sociale

  Il tema del welfare, nelle sue componenti pubblica e privata, si colloca oggi al centro del dibattito economico e sociale globale, in un contesto segnato da incertezze, crisi ricorrenti e cambiamenti demografici profondi. A partire dal 2010, l’evoluzione della spesa sociale, sia pubblica sia privata, offre una chiave di lettura fondamentale per comprendere come gli Stati e le società abbiano affrontato le sfide della sostenibilità, dell’equità e della resilienza. L’analisi seguente si propone di analizzare in prospettiva comparata i dati relativi alla spesa sociale nei paesi OCSE e in alcune economie non appartenenti all’organizzazione, con particolare attenzione agli effetti della pandemia di COVID-19 e alle trasformazioni in atto nei modelli di protezione sociale. Nella prima parte del testo viene esaminato l’andamento della spesa sociale pubblica in percentuale del PIL, mettendo in luce le strategie adottate dai diversi paesi nel corso del tempo. Emergono differenze marcate ...

Spesa Sociale e Welfare: Evoluzione e Confronto tra i Paesi OCSE (2011–2021)

  L’analisi della spesa sociale in percentuale del PIL tra il 2011 e il 2021 per i paesi OCSE offre uno spaccato ricco e complesso delle scelte politiche e delle condizioni socio-economiche dei vari Stati. I dati mostrano come, nonostante le differenze strutturali tra economie avanzate ed emergenti, vi siano stati trend comuni influenzati da fattori esterni quali la crisi economica post-2008, l’austerità, e soprattutto la pandemia di COVID-19. Il confronto tra paesi rivela sia percorsi consolidati che cambiamenti improvvisi, spesso legati a eventi eccezionali. Un primo aspetto da considerare è la forte variazione nella spesa sociale tra i paesi OCSE. Alcuni paesi, come la Francia, gli Stati Uniti e la Germania, hanno livelli di spesa molto elevati. La Francia si colloca stabilmente al primo posto con una spesa sociale che supera il 30% del PIL in tutti gli anni considerati, arrivando al 32% nel 2021. Questo riflette un modello di welfare molto sviluppato, con ampie coperture prev...

L’istruzione come leva per l’occupazione: analisi comparata dei tassi di occupazione tra i 25 e i 64 anni nel 2023

  L’analisi dei tassi di occupazione degli adulti tra i 25 e i 64 anni nel 2023, suddivisi per livello di istruzione nei Paesi OCSE e in altre economie mondiali, offre uno spaccato significativo sulle dinamiche del mercato del lavoro globale e sull’impatto dell’istruzione sulla partecipazione lavorativa. I dati considerano tre categorie educative: istruzione inferiore al livello secondario superiore, istruzione secondaria o post-secondaria non terziaria e istruzione terziaria. L’osservazione generale più evidente è la correlazione positiva tra il livello di istruzione e il tasso di occupazione: all’aumentare del titolo di studio si registra, in modo quasi universale, un incremento nell’accesso all’occupazione. Nel complesso, la media OCSE mostra un tasso di occupazione del 60,3 per cento per gli adulti con un livello di istruzione inferiore al secondario superiore, che sale al 77,3 per cento per coloro che hanno completato il secondario o il post-secondario non terziario, e raggi...

Ore in cattedra: come varia il carico di lavoro degli insegnanti di scuola primaria nei Paesi OCSE e oltre

    L’analisi dei dati sulla durata annua dell’orario di insegnamento statutario degli insegnanti della scuola primaria nelle istituzioni pubbliche dal 2000 al 2021 rivela dinamiche molto differenziate tra i Paesi dell’area OCSE e non solo. Si tratta di un indicatore fondamentale per comprendere le condizioni di lavoro dei docenti, la struttura organizzativa dei sistemi scolastici, e persino alcune delle strategie adottate per rispondere a pressioni sociali, economiche e pedagogiche nel corso del tempo. Partendo dall’Australia, osserviamo un andamento tendenzialmente stabile con valori intorno alle 870-880 ore annue. Tuttavia, si nota una lieve flessione nel 2021, quando le ore scendono a 860, probabilmente legata alla pandemia da COVID-19 e all’adattamento della didattica a distanza. In Austria, la situazione è alquanto statica fino al 2016, con 779 ore costanti, salvo un leggero incremento nel 2018 e 2019, in cui si raggiungono 814 ore. Questo incremento potrebbe riflett...

Disuguaglianza globale a confronto: l’indice di Gini nei paesi OCSE e oltre (2010–2023)

  L’analisi della distribuzione del reddito attraverso l’indice di Gini, così come riportato dai dati dell’Income Distribution Database dell’OCSE, offre un quadro articolato delle dinamiche di disuguaglianza nei paesi membri e in alcune economie non appartenenti all’OCSE nel periodo compreso tra il 2010 e il 2023. L’indice di Gini, espresso su una scala da 0 a 1, misura la disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile: valori prossimi allo zero indicano una distribuzione molto equa, mentre valori vicini all’unità riflettono una forte concentrazione del reddito in poche mani. Da questa base metodologica, emergono trend significativi e differenze marcate tra le varie aree geografiche. In Europa centrale e settentrionale, come Austria, Finlandia, Danimarca, Germania e Paesi Bassi, l’indice tende a rimanere contenuto, generalmente compreso tra 0.24 e 0.29, mostrando una relativa stabilità nel tempo e una distribuzione del reddito più equa rispetto alla media OCSE. In parti...

Ricerca & Sviluppo: il mondo si spacca in due

Nel periodo compreso tra il 2020 e il 2024, l’evoluzione della spesa interna lorda in Ricerca e Sviluppo (GERD) in rapporto al prodotto interno lordo ha continuato a riflettere una netta polarizzazione a livello globale, disegnando una mappa dell’innovazione ancora fortemente diseguale. I dati più recenti mostrano un ristretto gruppo di Paesi leader che destinano oltre il 4% del PIL alla R&S, mentre la maggior parte delle economie mondiali resta ben al di sotto del 2%, con numerosi Stati ancora fermi sotto la soglia dell’1%. In cima alla classifica si confermano Israele, Corea del Sud e Taiwan, che rappresentano veri e propri modelli di strategia industriale fondata sull’innovazione tecnologica. Israele raggiunge quasi il 6% del PIL grazie a un ecosistema altamente dinamico di start-up, sostenuto da incentivi fiscali e da un legame profondo tra ricerca scientifica e sicurezza nazionale. La Corea del Sud si colloca appena sotto il 5%, frutto di una trasformazione strutturale avviata...