L’analisi dei dati relativi all’accesso
all’elettricità nei paesi OCSE nel quinquennio 2018-2022, nell’ambito del
Sustainable Development Goal 07 – Affordable and Clean Energy, evidenzia un
quadro sostanzialmente positivo e stabile, caratterizzato da livelli pressoché
universali di accesso nei paesi industrializzati, con leggere variazioni solo
in pochi contesti, a dimostrazione che per gran parte dei paesi sviluppati
questo target è stato già raggiunto o è vicino alla piena realizzazione. I dati
mostrano infatti che la quasi totalità dei paesi riportano valori pari al 100%
per l’intero periodo, a partire da Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile,
Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,
Ungheria, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Corea, Lettonia,
Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia,
Portogallo, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia,
Regno Unito e Stati Uniti. Questo livello costantemente elevato riflette non
solo la qualità delle infrastrutture elettriche in questi paesi, ma anche
l’efficienza delle politiche pubbliche a supporto dell’inclusione energetica, nonché
l’impegno nel mantenere servizi affidabili, sostenibili e moderni, fattori che
si allineano perfettamente agli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030. Questi
dati segnalano che l’accesso all’elettricità in queste nazioni non è più una
priorità emergenziale, ma un prerequisito consolidato che consente di spostare
il focus su altre dimensioni della transizione energetica, come la
decarbonizzazione, l’efficienza energetica e l’espansione delle fonti
rinnovabili. È interessante notare come in paesi come Colombia, Costa Rica, e
Messico, che pur non essendo sempre classificati tra le economie più avanzate,
si registrino progressi significativi verso la piena universalizzazione
dell’accesso. La Colombia, ad esempio, parte nel 2018 con una percentuale del
98,5%, che cresce progressivamente fino a raggiungere il 100% già nel 2021,
suggerendo politiche mirate all’inclusione energetica e alla riduzione del
divario urbano-rurale nell’accesso ai servizi elettrici. Questo andamento
positivo si riscontra anche in Costa Rica, che passa dal 99,7% nel 2018 al 100%
nel 2021, evidenziando uno sforzo concreto nel superare le barriere geografiche
e socioeconomiche che storicamente ostacolano il pieno accesso nei territori
più remoti o svantaggiati. Anche il Messico mostra una traiettoria simile, con
una leggera flessione nel 2020 ma un recupero immediato fino a raggiungere
anch’esso il 100% nel 2021. Questo miglioramento può essere attribuito a
programmi di elettrificazione rurale e alla crescente attenzione per l’equità
sociale nei servizi energetici. L’interpretazione di questi dati porta anche a
riflettere su come il concetto di “accesso all’elettricità” non si limiti solo
alla mera disponibilità tecnica di una connessione alla rete, ma debba essere
interpretato come accesso effettivo, stabile e sicuro a un servizio che sia
anche economicamente sostenibile e qualitativamente adeguato. L’accesso
nominale, infatti, può non riflettere l’esperienza reale degli utenti,
soprattutto nelle aree in cui i blackout sono frequenti o le tariffe risultano
troppo elevate per le fasce più vulnerabili della popolazione. In questo
contesto, la sostenibilità dell’accesso energetico assume un significato
centrale, richiedendo non solo la disponibilità del servizio, ma anche una
governance in grado di garantire continuità, affidabilità e giustizia sociale
nella fornitura dell’energia. Dal punto di vista temporale, i dati mostrano una
sostanziale staticità, con valori che rimangono invariati lungo l’intero
quinquennio nella maggior parte dei paesi. Questo dato, da un lato, certifica
il consolidamento dell’accesso nei contesti avanzati, dall’altro evidenzia che
i margini di miglioramento quantitativo sono ormai limitati nei paesi OCSE.
Tuttavia, questo scenario impone una nuova sfida: passare da un’attenzione
centrata sulla quantità (percentuale di popolazione con accesso) a una
focalizzazione sulla qualità dell’energia fornita. Ciò include parametri come
la frequenza delle interruzioni, la rapidità di ripristino, la resilienza delle
infrastrutture agli eventi climatici estremi, la trasparenza delle tariffe, la
capacità di integrare fonti rinnovabili e l’adozione di tecnologie intelligenti
per la gestione della domanda. Le implicazioni politiche di questi dati sono
quindi significative: nei paesi in cui l’accesso è già universale, il dibattito
deve orientarsi sulla transizione energetica giusta, affrontando questioni come
la povertà energetica, l’inclusione delle comunità isolate, la digitalizzazione
delle reti, la promozione della generazione distribuita e l’integrazione delle
rinnovabili, mentre nei paesi che hanno appena raggiunto l’universalizzazione,
occorre consolidare i risultati, migliorando la sostenibilità delle
infrastrutture e prevenendo retrocessioni dovute a crisi economiche, conflitti
o catastrofi naturali. L’evoluzione storica registrata in paesi come Colombia,
Messico e Costa Rica evidenzia l’importanza delle politiche pubbliche
nell’accelerare il raggiungimento dell’accesso universale. Questi paesi, in
pochi anni, sono riusciti a colmare le lacune residue, un risultato che
potrebbe servire da modello per altre nazioni che non compaiono in questo
dataset ma che si trovano ancora lontane dal target del Goal 7. Inoltre,
l’assenza di variazioni nei paesi che da tempo riportano il 100% può essere
considerata una conferma della solidità dei loro sistemi elettrici e della
maturità delle loro istituzioni energetiche. Tuttavia, questo apparente
successo non deve distogliere l’attenzione dai rischi latenti, come l’aumento
della domanda causato dalla digitalizzazione e dall’elettrificazione dei
consumi, che potrebbe mettere sotto stress le reti se non adeguatamente
pianificato. In conclusione, l’analisi di questi dati dimostra come l’obiettivo
7.1 relativo all’accesso universale all’elettricità sia stato praticamente
raggiunto in tutti i paesi dell’OCSE e nei paesi latinoamericani osservati,
rappresentando una delle aree più solide dell’Agenda 2030. Tuttavia, affinché
questo traguardo non diventi una semplice fotografia statica, ma si trasformi
in una leva per la sostenibilità complessiva dei sistemi energetici, è
necessario integrare le politiche di accesso con quelle di transizione,
giustizia e resilienza energetica. Solo così si potrà garantire che
l’elettricità, oltre ad essere disponibile, sia davvero uno strumento di
inclusione, sviluppo e giustizia climatica.
Fonte: OCSE
Link: www.oecd.org
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