L'analisi dei
dati relativi al Sustainable Development Goal 9, che mira a promuovere
infrastrutture resilienti, un'industrializzazione inclusiva e sostenibile e a
favorire l'innovazione, mette in evidenza le dinamiche complesse del settore
dei trasporti, in particolare per quanto riguarda i volumi di trasporto
passeggeri e merci in diversi paesi dal 2018 al 2022. I dati analizzati
comprendono i volumi di trasporto aereo passeggeri e merci (espressi in
passenger-kilometres e tonnes-kilometres), il traffico container nei porti
marittimi (in twenty-foot equivalent units - TEUs) e il trasporto merci su
terra (tonnes-kilometres). L'impatto della pandemia da COVID-19 sui trasporti
globali appare evidente nei dati del 2020, anno in cui si registra un crollo
netto del traffico passeggeri, con un impatto minore ma comunque significativo
sul trasporto merci, seguito da una ripresa parziale nei due anni successivi.
Il trasporto
passeggeri aereo ha subito la contrazione più drammatica nel 2020. Ad esempio,
in Australia si passa da oltre 161 miliardi di passenger-kilometres nel 2019 a
circa 42 miliardi nel 2020, con un ulteriore calo nel 2021 a 29 miliardi, per
poi risalire nel 2022 a circa 93 miliardi, ancora lontani dai livelli
pre-pandemia. In modo simile, il Canada ha registrato una discesa da circa 232
miliardi nel 2019 a 62 miliardi nel 2020, per poi rimbalzare lentamente fino a
168 miliardi nel 2022. La Germania, altro esempio emblematico, scende da 250
miliardi nel 2019 a 53 miliardi nel 2020, mostrando una graduale ripresa nei
due anni seguenti. Gli Stati Uniti, con numeri assoluti significativamente più
alti, riflettono lo stesso schema: un drastico calo da quasi 1.7 trilioni nel
2019 a poco più di 600 miliardi nel 2020, con un parziale recupero a 1.5
trilioni nel 2022.
Sul fronte del
trasporto merci aereo, l'impatto della pandemia appare meno pronunciato, con
alcune nazioni che addirittura vedono crescere i volumi durante il 2020 e gli
anni successivi. Questo fenomeno è attribuibile alla crescita dell'e-commerce e
alla necessità di trasporto rapido di beni essenziali, dispositivi medici e
vaccini. La Germania, ad esempio, passa da circa 7.8 miliardi di
tonnes-kilometres nel 2019 a oltre 11.5 miliardi nel 2021 e 12.8 nel 2022. Gli
Stati Uniti, già leader in questo settore, mostrano solo un leggero calo nel 2020,
mantenendo comunque volumi sopra i 40 miliardi di tonnes-kilometres in tutti
gli anni osservati. Anche il Cile evidenzia un trend positivo nel trasporto
merci aereo, crescendo da 1.2 miliardi nel 2019 a oltre 2 miliardi nel 2022.
Per quanto
riguarda il traffico container nei porti marittimi, i dati sono disponibili
solo fino al 2020 o 2021 per molti paesi, ma anche qui si notano tendenze
interessanti. L'Olanda, ad esempio, mantiene livelli molto elevati di traffico
container fino al 2020, con oltre 14 milioni di TEUs. La Germania mostra un
lieve calo da 19.7 milioni nel 2018 a 18 milioni nel 2020. Gli Stati Uniti, il
cui dato raggiunge 55 milioni di TEUs nel 2019, mantengono livelli simili nel
2020, dimostrando la resilienza delle loro infrastrutture portuali. Alcuni
paesi come la Corea del Sud presentano numeri molto alti e stabili, con oltre
28 milioni di TEUs in ciascuno degli anni fino al 2020.
Per il trasporto
merci su terra (inland freight), i dati mostrano tendenze meno influenzate
dalla pandemia rispetto al trasporto aereo. Paesi con grandi reti logistiche
interne come gli Stati Uniti, la Germania e la Polonia mostrano fluttuazioni
moderate. Gli Stati Uniti, pur con dati incompleti dopo il 2018, partono da un
valore elevatissimo di oltre 7 milioni di tonnes-kilometres nel 2018. La
Germania mantiene valori intorno ai 500 mila tonnes-kilometres, mentre la
Polonia, con numeri in crescita fino al 2020, rappresenta un esempio di
espansione del trasporto terrestre. Alcuni paesi minori, come Estonia e Slovacchia,
evidenziano invece un calo o stagnazione dei volumi, suggerendo infrastrutture
più fragili o minori necessità logistiche.
L'analisi
combinata dei dati dimostra la profonda interconnessione tra eventi globali, in
particolare crisi sanitarie come il COVID-19, e la resilienza delle
infrastrutture di trasporto. Mentre il settore passeggeri ha subito una battuta
d'arresto significativa e duratura, il trasporto merci si è mostrato più
robusto, supportato da nuove esigenze economiche e comportamentali. I paesi con
infrastrutture più avanzate e diversificate hanno saputo reagire meglio agli
shock globali, mentre quelli con sistemi più fragili o dipendenti da un singolo
mezzo di trasporto hanno mostrato maggiore vulnerabilità. I dati relativi al
traffico container e al trasporto merci aereo dimostrano l'importanza
strategica dei nodi logistici e della loro capacità di adattamento.
In prospettiva,
l'investimento in infrastrutture sostenibili, resilienti e digitalizzate emerge
come priorità strategica per raggiungere gli obiettivi dell'SDG 9. L'incremento
dell'automazione nei porti, lo sviluppo della logistica ferroviaria e
multimodale, e l'integrazione di tecnologie smart nei sistemi di trasporto
possono aumentare la capacità di risposta ai futuri shock economici o
climatici. Inoltre, la riduzione delle emissioni nel settore trasporti, una
delle principali fonti di inquinamento globale, richiede una trasformazione
profonda, con il passaggio a carburanti alternativi, veicoli elettrici e
soluzioni di mobilità sostenibile. La sfida principale resta quella di
garantire l'accesso equo alle infrastrutture e di colmare il divario tra paesi
ad alto reddito, capaci di investire in innovazione, e paesi a reddito medio o
basso che necessitano di supporto finanziario e tecnico. I dati dimostrano
chiaramente che le infrastrutture non sono solo una base per la crescita
economica, ma un indicatore chiave della resilienza e inclusività di una
società moderna.
Fonte: OCSE
Link: www.oecd.org
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