Il tasso effettivo di tassazione nel momento in cui si
accetta un impiego, mantenendo i servizi di assistenza all'infanzia e
provenendo da una situazione di reddito minimo garantito, rappresenta un
indicatore cruciale della convenienza economica del lavoro per le famiglie con
bambini piccoli, in questo caso di età pari a due e tre anni. I dati presentano
un quadro eterogeneo nei vari paesi dell’OCSE tra il 2019 e il 2023. La media
OCSE è rimasta relativamente stabile, passando da un valore del 62% nel 2019 al
61% nel 2023, ma questa apparente stabilità cela notevoli variazioni tra
singoli Stati. Paesi come la Slovenia, con un tasso del 92% nel 2023, si
collocano nella fascia più alta, indicando una situazione in cui quasi tutto il
reddito guadagnato da un nuovo lavoro viene eroso da imposte, riduzioni dei
sussidi o spese per i servizi di cura. Si tratta di una soglia che di fatto
scoraggia l’attività lavorativa retribuita, poiché il ritorno economico netto è
pressoché nullo o addirittura negativo. Altri paesi con valori elevati nel 2023
sono la Svizzera con l’87%, il Belgio con l’82% e il Lussemburgo con l’80%, a
testimonianza di regimi fiscali e strutture di welfare che, almeno per questa
specifica categoria di lavoratori con figli piccoli e provenienti da un regime
di sostegno minimo, non riescono a rendere economicamente vantaggioso
l’ingresso o il rientro nel mondo del lavoro. Questi dati suggeriscono una
scarsa incentivazione economica a intraprendere un’attività lavorativa,
soprattutto per i beneficiari di sostegni minimi che devono sostenere costi
aggiuntivi legati alla cura dei figli, i quali, in assenza di sussidi mirati o
di strutture pubbliche gratuite, incidono pesantemente sul reddito disponibile.
D’altra parte, alcuni Stati mostrano tassi notevolmente più bassi, che
testimoniano una maggiore attenzione alle politiche di attivazione e
all’accesso equo al lavoro: l’Estonia ha registrato un tasso del 9%, mentre la
Slovacchia si è attestata al 23%, seguita da Bulgaria e Grecia con il 24%. Tali
valori indicano una maggiore convenienza economica ad accettare un lavoro,
poiché il reddito netto disponibile cresce in modo più consistente, permettendo
una vera transizione da uno stato di dipendenza dal welfare a una situazione di
autonomia finanziaria, anche se parziale. L’Estonia, in particolare,
rappresenta un esempio virtuoso di come una combinazione di benefici
fiscalmente neutri e accesso agevolato ai servizi per l’infanzia possa creare
condizioni favorevoli alla partecipazione al mercato del lavoro. Alcuni paesi
hanno registrato cambiamenti notevoli nel periodo considerato. L’Italia, ad
esempio, ha visto un aumento drastico del tasso dal 18% nel 2019 al 61% nel
2023, segnando un incremento di oltre il 238%, che potrebbe essere attribuito a
modifiche nei regimi di tassazione o a una riduzione della generosità dei
sussidi, oltre che a un possibile aumento del costo dei servizi per l’infanzia
non compensato da aiuti statali. Questo dato suggerisce un peggioramento delle
condizioni di convenienza economica per i genitori a basso reddito che decidono
di lavorare, con potenziali ripercussioni sull’occupazione femminile, che in
Italia è già storicamente bassa. Al contrario, gli Stati Uniti hanno
sperimentato un calo drammatico del tasso, passando dal 84% al 38%, probabilmente
in seguito a riforme fiscali o politiche di sostegno al reddito attuate in
risposta alla crisi pandemica, come l’espansione temporanea dei crediti
d’imposta per i figli e i sussidi mirati all’infanzia. Anche la Polonia ha
ridotto significativamente il proprio tasso, passando dal 78% al 58%, con una
variazione negativa del 25,6%, che riflette una strategia orientata a
rafforzare gli incentivi al lavoro, forse attraverso un miglior coordinamento
tra sussidi e politiche per l’infanzia. Il caso di Cipro merita attenzione:
dopo aver raggiunto un picco del 108% nel 2021, il tasso è sceso al 61% nel
2023, evidenziando un drastico miglioramento della convenienza lavorativa,
probabilmente a seguito di una revisione dell’architettura dei trasferimenti monetari
e dei servizi. In termini regionali, i paesi nordici come Svezia, Finlandia e
Danimarca si mantengono su valori medi, tra il 64% e il 70%, a dimostrazione di
sistemi che bilanciano supporto sociale e incentivi all’occupazione. In questi
contesti, i servizi per l’infanzia sono spesso pubblici o fortemente
sovvenzionati, ma l’elevata pressione fiscale complessiva può comunque ridurre
il guadagno netto da lavoro. I paesi dell’Europa centrale e orientale mostrano
tendenze contrastanti: alcuni come la Slovacchia e la Lituania hanno visto
riduzioni marcate dei tassi, mentre altri come la Croazia hanno sperimentato
aumenti. Questo riflette la differente velocità con cui i sistemi di welfare
post-socialisti stanno evolvendo per adattarsi alle esigenze del lavoro moderno
e alla partecipazione delle donne. Le politiche fiscali e sociali nei paesi
anglosassoni presentano un andamento vario: gli Stati Uniti e il Regno Unito
mostrano una forte diminuzione dei tassi, probabilmente per via di interventi
straordinari legati alla pandemia, mentre l’Australia rimane stabile intorno al
67%, suggerendo un equilibrio tra aiuti e fiscalità che, però, non è stato
modificato sostanzialmente negli ultimi anni. In generale, un tasso effettivo
di tassazione elevato rappresenta un ostacolo alla partecipazione al mercato
del lavoro per i genitori a basso reddito, in quanto i guadagni derivanti
dall’occupazione vengono rapidamente erosi dalla perdita di benefici e dalle
spese aggiuntive, spesso fisse e non proporzionali al reddito. Questo crea una
trappola della povertà che ostacola non solo l’autonomia individuale, ma anche
la crescita economica e l’inclusione sociale. Per favorire la transizione dal
welfare al lavoro, i governi possono intervenire con misure che riducono
gradualmente i sussidi invece di interromperli bruscamente, aumentando i
contributi per la cura dei figli, offrendo crediti fiscali mirati ai lavoratori
con redditi bassi o introducendo meccanismi di “tapering” più dolci. La
politica fiscale e sociale deve dunque essere disegnata in modo da evitare che
chi lavora guadagni meno di chi non lavora, condizione che mina la fiducia nel
sistema e riduce la motivazione all’attività produttiva. Le notevoli differenze
tra paesi mettono in evidenza le scelte politiche disponibili e l’importanza di
strutturare i sistemi di welfare in modo che il lavoro sia sempre vantaggioso
dal punto di vista economico. Il tema assume particolare rilevanza in un
contesto demografico fragile, in cui la partecipazione femminile al lavoro,
l’equilibrio tra vita privata e professionale e la sostenibilità del sistema
fiscale sono elementi interconnessi. Sostenere le famiglie nel passaggio dal
sostegno al reddito all’autonomia lavorativa non è solo una questione di
equità, ma anche di efficienza economica e coesione sociale.
Fonte
OCSE |
Time
period |
2019 |
2020 |
2021 |
2022 |
2023 |
Var Ass |
Var Per |
Australia |
66 |
66 |
71 |
67 |
67 |
1 |
1,52 |
Austria |
78 |
79 |
81 |
78 |
78 |
0 |
0,00 |
Belgium |
80 |
77 |
78 |
82 |
82 |
2 |
2,50 |
Canada |
51 |
50 |
49 |
50 |
50 |
-1 |
-1,96 |
Czechia |
74 |
73 |
72 |
72 |
67 |
-7 |
-9,46 |
Denmark |
70 |
79 |
78 |
77 |
70 |
0 |
0,00 |
Estonia |
11 |
12 |
9 |
10 |
9 |
-2 |
-18,18 |
Finland |
64 |
64 |
64 |
64 |
68 |
4 |
6,25 |
France |
62 |
63 |
63 |
63 |
63 |
1 |
1,61 |
Germany |
71 |
69 |
70 |
68 |
67 |
-4 |
-5,63 |
Greece |
25 |
22 |
22 |
23 |
24 |
-1 |
-4,00 |
Hungary |
33 |
34 |
34 |
34 |
33 |
0 |
0,00 |
Iceland |
75 |
74 |
72 |
71 |
69 |
-6 |
-8,00 |
Ireland |
73 |
70 |
70 |
73 |
64 |
-9 |
-12,33 |
Israel |
61 |
60 |
60 |
59 |
60 |
-1 |
-1,64 |
Italy |
18 |
56 |
55 |
62 |
61 |
43 |
238,89 |
Japan |
64 |
64 |
64 |
64 |
72 |
8 |
12,50 |
Korea |
68 |
59 |
64 |
73 |
59 |
-9 |
-13,24 |
Latvia |
39 |
42 |
43 |
51 |
47 |
8 |
20,51 |
Lithuania |
46 |
45 |
35 |
35 |
35 |
-11 |
-23,91 |
Luxembourg |
79 |
79 |
80 |
80 |
80 |
1 |
1,27 |
Netherlands |
67 |
68 |
69 |
72 |
71 |
4 |
5,97 |
New Zealand |
76 |
81 |
78 |
82 |
83 |
7 |
9,21 |
Norway |
69 |
68 |
70 |
70 |
79 |
10 |
14,49 |
Poland |
78 |
65 |
64 |
59 |
58 |
-20 |
-25,64 |
Portugal |
57 |
58 |
56 |
51 |
55 |
-2 |
-3,51 |
Slovak Republic |
38 |
29 |
29 |
29 |
23 |
-15 |
-39,47 |
Slovenia |
101 |
101 |
101 |
95 |
92 |
-9 |
-8,91 |
Spain |
58 |
55 |
65 |
69 |
65 |
7 |
12,07 |
Sweden |
63 |
63 |
63 |
63 |
66 |
3 |
4,76 |
Switzerland |
85 |
85 |
87 |
87 |
87 |
2 |
2,35 |
United Kingdom |
69 |
69 |
70 |
64 |
64 |
-5 |
-7,25 |
United States |
84 |
80 |
62 |
87 |
38 |
-46 |
-54,76 |
OECD |
62 |
62 |
62 |
63 |
61 |
-1 |
-1,61 |
Bulgaria |
34 |
34 |
26 |
20 |
24 |
-10 |
-29,41 |
Croatia |
73 |
71 |
69 |
64 |
77 |
4 |
5,48 |
Cyprus |
99 |
107 |
108 |
102 |
61 |
-38 |
-38,38 |
Malta |
59 |
59 |
59 |
59 |
56 |
-3 |
-5,08 |
Romania |
72 |
70 |
69 |
58 |
60 |
-12 |
-16,67 |
Commenti
Posta un commento