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Settore agricolo italiano tra crescita e crisi: analisi delle variazioni assolute e percentuali della produttività

 

L’analisi dei dati relativi alla produttività del capitale nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, forniti dall’Istat, mostra un andamento caratterizzato da un’alta volatilità e da notevoli differenze annuali. Questo fenomeno è tipico di un settore soggetto a molteplici fattori esterni, tra cui condizioni climatiche, variazioni dei prezzi delle materie prime e politiche agricole. Il periodo considerato va dal 2014 al 2023, con valori espressi in tassi di variazione logaritmici concatenati rispetto all'anno base 2020. Viene inoltre riportata sia la variazione assoluta che quella percentuale per ciascun anno. Nel periodo compreso tra il 2014 e il 2019, la produttività del capitale mostra un andamento molto irregolare, con picchi di crescita elevati alternati a cali altrettanto significativi. Nel 2014, la produttività cresce di un moderato 1,8%. Tuttavia, l’anno successivo si registra un balzo straordinario all’8,8%. Questa crescita significativa è probabilmente legata a condizioni favorevoli nel settore agricolo o ad interventi strutturali che hanno migliorato la produttività. La variazione assoluta per il 2015 è di 7,0, la più alta dell'intero periodo considerato, mentre la variazione percentuale è del 388,89%. È evidente che un miglioramento così netto sia un’anomalia rispetto alla tendenza media del settore, suggerendo un evento particolare o una serie di politiche particolarmente efficaci. Negli anni successivi, il settore mostra un andamento più altalenante. Nel 2016 la crescita si riduce drasticamente al 3,7%, con una variazione assoluta negativa di -5,1 rispetto all'anno precedente e una variazione percentuale del -57,95%. Nel 2017 si osserva addirittura una lieve contrazione della produttività con un valore di -0,4%. Questa inversione di tendenza si riflette anche nella variazione assoluta negativa di -4,1 e in una variazione percentuale del -110,81%, indicando un evidente peggioramento rispetto agli anni precedenti. Il 2018 vede un forte recupero con una crescita del 6,4%, probabilmente dovuto a condizioni favorevoli sia in termini produttivi che commerciali. La variazione assoluta positiva di 6,8 conferma questo slancio, anche se il rimbalzo sembra essere temporaneo poiché già nel 2019 il settore torna a crescere di un misero 1,5%, con una variazione assoluta negativa di -4,9 e un calo percentuale del -76,56%. L’andamento irregolare del periodo 2014-2019 evidenzia la sensibilità di questo settore a fattori esterni imprevedibili e alla difficoltà di mantenere una produttività stabile nel tempo. L’anno 2020, segnato dalla pandemia da COVID-19, è caratterizzato da una leggera contrazione della produttività pari a -0,4%. Considerando l’effetto devastante che il COVID-19 ha avuto su altri settori economici, la riduzione registrata nel comparto agricolo appare contenuta. Tuttavia, la variazione percentuale del -126,67% evidenzia una tendenza negativa rispetto al precedente periodo di relativa crescita. L’anno 2021, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, mostra una ripresa della produttività con un incremento del 3,1%. Questo miglioramento è probabilmente dovuto a fattori di recupero post-crisi, alla maggiore disponibilità di manodopera e all’adattamento delle imprese agricole alle nuove condizioni economiche. La variazione assoluta positiva di 3,5 conferma questo recupero, sebbene non sia sufficiente a compensare completamente le perdite subite negli anni precedenti. Nel 2022, il settore continua a mostrare una performance positiva con una crescita del 6,2%, superiore a quella del 2021. La variazione assoluta è di 3,1, e la variazione percentuale è di 100%, suggerendo un anno particolarmente favorevole. Questo risultato positivo può essere attribuito sia a un miglioramento delle condizioni climatiche, sia a un ritorno della domanda globale per i prodotti agricoli italiani. Il 2023, tuttavia, segna nuovamente un calo, con un tasso di crescita negativo pari a -0,2%. La variazione assoluta negativa di -6,4 e la variazione percentuale di -103,23% indicano un ritorno alle difficoltà strutturali del settore. L’instabilità climatica e i prezzi volatili delle materie prime possono essere fattori determinanti di questo nuovo calo. Analizzando l’intero periodo, è evidente come il settore agricolo italiano sia soggetto a un’elevata volatilità produttiva. La produttività del capitale oscilla tra incrementi considerevoli e riduzioni altrettanto rilevanti. Complessivamente, il periodo 2014-2023 non mostra un trend chiaramente positivo o negativo, ma piuttosto una continua alternanza di fasi di crescita e contrazione. Se si osservano i dati della variazione assoluta, si nota come i miglioramenti più consistenti siano spesso seguiti da cali altrettanto marcati. Questo suggerisce una mancanza di continuità nello sviluppo del settore e una difficoltà nel mantenere i livelli produttivi raggiunti nei periodi di maggiore crescita. La variazione percentuale, inoltre, mostra picchi estremamente elevati, indicativi di un settore altamente vulnerabile a shock esogeni. L’andamento irregolare del settore agricolo in Italia evidenzia la necessità di politiche volte a migliorare la resilienza e la sostenibilità della produttività del capitale. Interventi mirati all’innovazione tecnologica, all’uso più efficiente delle risorse e alla gestione dei rischi climatici potrebbero contribuire a rendere questo comparto meno esposto a fluttuazioni improvvise. Inoltre, un maggiore supporto agli investimenti strutturali potrebbe aiutare a stabilizzare la crescita e a migliorare l’efficienza produttiva nel lungo termine.







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