I
dati presentati relativi all'Effective Carbon Rate (ECR) offrono un’analisi
comparativa della tassazione e dei segnali di prezzo che i diversi paesi
applicano sulle emissioni di gas serra derivanti dall’uso di energia. L’ECR è
costituito dalla somma delle accise sui carburanti, delle carbon tax e del
valore delle quote nei sistemi di scambio delle emissioni (ETS). Tuttavia, un
elemento determinante per comprendere la reale efficacia di questi strumenti è
il Net Effective Carbon Rate (Net ECR), che si ottiene sottraendo dall’ECR gli
eventuali sussidi ai combustibili fossili. Questi ultimi, abbassando i prezzi
pre-tasse dell’energia, tendono a neutralizzare gli effetti incentivanti del
prezzo del carbonio.
Il
primo dato rilevante è la forte eterogeneità tra paesi sia nei livelli assoluti
di tassazione sia nell’impatto netto dopo la considerazione dei sussidi. Si
possono distinguere chiaramente tre gruppi: paesi con un segnale di prezzo
elevato e senza sussidi, paesi con segnali intermedi, e paesi con segnali molto
deboli o addirittura negativi.
In
cima alla classifica troviamo paesi come Svizzera, Lussemburgo, Norvegia,
Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi, tutti con un Net ECR superiore a 90 euro
per tonnellata di CO₂. La Svizzera è il leader assoluto, con un Net ECR di
151.53 euro, frutto di una combinazione estremamente ambiziosa di accise
elevate (oltre 100 euro) e una carbon tax di quasi 41 euro, senza alcun
sussidio ai fossili. Questo dato riflette una strategia chiara di
internalizzazione dei costi ambientali, che rende l’energia fossile meno competitiva
e spinge l’economia verso fonti energetiche più pulite.
Un
altro esempio di eccellenza è rappresentato dalla Norvegia, dove una carbon tax
di quasi 50 euro, unita a un sistema ETS ben strutturato, porta a un ECR di
circa 107 euro. Anche in questo caso, l’assenza di sussidi consolida il segnale
di prezzo. Il Lussemburgo, pur essendo un paese con un’elevata mobilità interna
e transfrontaliera, applica una strategia efficace, con un ECR netto di 112.92
euro, sostenuto da un mix di accise e carbon tax consistenti.
L’Italia
si colloca tra i paesi virtuosi con un Net ECR di 99.68 euro, pur non
applicando una carbon tax. Il valore è raggiunto grazie a un’elevata accisa sui
carburanti (oltre 71 euro) e alla partecipazione al sistema ETS europeo. Anche
la Germania, con un ECR netto di 89.15 euro, e la Francia, con 46.36 euro,
mostrano approcci differenti ma coerenti, sebbene nel caso francese il forte
sussidio ai combustibili (-41.52 euro) riduca sensibilmente l’efficacia del
prezzo complessivo. È evidente come politiche di sostegno ai combustibili
fossili possano annullare gli effetti positivi dei meccanismi di prezzo, anche
in paesi con una struttura fiscale ambientalmente orientata.
Nel
gruppo intermedio troviamo paesi come Canada, Irlanda, Spagna, Portogallo,
Slovenia, Estonia, Cechia, Polonia e Corea, dove il Net ECR si situa tra i 25 e
i 70 euro per tonnellata. Il Canada, ad esempio, combina un sistema misto di
accise e carbon tax, arrivando a un ECR netto di 41.44 euro, che è positivo ma
ancora distante dai livelli considerati efficaci secondo l’OCSE (attorno ai 60
euro o più). Il Portogallo, grazie a un bilanciamento tra accise e carbon tax,
raggiunge un Net ECR di 77.32 euro, segnalando una traiettoria positiva.
Particolarmente
interessante è il caso dell’Irlanda, che con un ECR netto di 54.82 euro mostra
una buona combinazione di strumenti, tra cui una carbon tax di circa 14 euro,
accise e sistema ETS. Anche la Slovenia e la Spagna, entrambe con Net ECR
superiori a 60 euro, presentano segnali incoraggianti, seppur con margini di
miglioramento per quanto riguarda l’eliminazione dei sussidi residui.
Scendendo
ulteriormente nella classifica, si incontrano paesi con segnali deboli o
contraddittori. L’Australia, ad esempio, ha un Net ECR di 19.37 euro, totalmente
derivante dalle accise, senza carbon tax né ETS. La mancanza di strumenti più
articolati limita l’efficacia del segnale di prezzo. Situazione simile si
osserva negli Stati Uniti, dove l’ECR netto è 14.45 euro, uno dei più bassi tra
i paesi OCSE. Questo riflette l’assenza di una carbon tax federale e la
prevalenza di sussidi che riducono ulteriormente il già debole segnale di
prezzo.
Il
caso del Giappone è particolarmente significativo: pur avendo tutti e tre gli
strumenti di prezzo (accise, carbon tax e ETS), il forte sussidio ai fossili
(-19.77 euro) riduce drasticamente il Net ECR a 3.32 euro, vanificando quasi
del tutto l’efficacia fiscale delle misure adottate. Ancora più estrema è la
situazione della Colombia, dove, a fronte di un ECR lordo di 8.18 euro, i
sussidi di oltre 20 euro generano un Net ECR negativo di -12.18 euro. Questo
significa che, complessivamente, il paese incentiva l’uso dei combustibili
fossili più di quanto non li penalizzi.
Tra
i paesi latinoamericani, solo il Costa Rica mostra un impegno significativo,
con un Net ECR di 61.05 euro, ottenuto esclusivamente tramite accise elevate.
Anche se mancano carbon tax e sistemi ETS, il segnale di prezzo è coerente con
le politiche di sostenibilità che caratterizzano il paese.
Il
blocco delle medie internazionali fornisce un quadro sintetico ma eloquente: il
valore medio dell’ECR netto per i paesi OCSE è di 30.93 euro, per il G20 di
12.36 euro e per il G7 di 26.28 euro. La media dell’Unione Europea (evolving
composition) si distingue con 75.87 euro, confermando la leadership europea
nelle politiche di prezzo del carbonio. Questi numeri rivelano la distanza
ancora significativa tra le dichiarazioni di principio a livello globale e
l’effettiva implementazione di politiche fiscali capaci di riflettere il costo
ambientale delle emissioni.
È
interessante notare che in molti paesi i sussidi continuano a costituire un
ostacolo maggiore alla transizione ecologica rispetto alla mancanza di carbon
tax. In effetti, anche una carbon tax modesta può avere un impatto
significativo se non viene neutralizzata da incentivi contrari. L’eliminazione
graduale dei sussidi, unita all’introduzione di carbon pricing più ambiziosi, è
una strategia fondamentale per rendere più efficace il segnale di prezzo e
promuovere una transizione energetica giusta e sostenibile.
In
conclusione, l’ECR e soprattutto il Net ECR rappresentano strumenti
fondamentali per misurare e confrontare l’impegno reale dei paesi nella lotta
contro i cambiamenti climatici. I dati dimostrano che esiste ancora un ampio
margine di miglioramento, in particolare per i paesi del G20, che rappresentano
la maggior parte delle emissioni globali ma mostrano, nel complesso, una bassa
propensione ad applicare un prezzo efficace al carbonio. Per rendere i mercati
più coerenti con gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, è
indispensabile che il prezzo del carbonio diventi uno strumento centrale delle
politiche economiche, abbandonando gradualmente le distorsioni rappresentate
dai sussidi ai combustibili fossili.
Tassi
effettivi netti di carbonio
Operazione statistica:
media ponderata
Periodo di tempo: 2023
Unità di misura
combinata: euro per tonnellata di CO2 equivalente, prezzi costanti, 2023
OCSE
Measure |
Fuel excise tax |
Carbon tax |
Emissions trading system
(ETS) permit price |
Effective carbon rate |
Fossil fuel subsidy |
Net effective carbon rate |
Australia |
14.33 |
0.00 |
5.04 |
19.37 |
0.00 |
19.37 |
Austria |
48.63 |
0.00 |
41.25 |
89.88 |
-10.01 |
79.86 |
Belgium |
46.57 |
0.00 |
27.44 |
74.00 |
-1.27 |
72.74 |
Canada |
10.54 |
13.46 |
17.44 |
41.44 |
0.00 |
41.44 |
Chile |
27.64 |
1.58 |
0.00 |
29.23 |
-0.55 |
28.68 |
Colombia |
6.82 |
1.37 |
0.00 |
8.18 |
-20.36 |
-12.18 |
Costa Rica |
61.05 |
0.00 |
0.00 |
61.05 |
0.00 |
61.05 |
Czechia |
25.65 |
0.00 |
39.36 |
65.00 |
-0.50 |
64.50 |
Denmark |
69.08 |
9.91 |
22.69 |
101.68 |
0.00 |
101.68 |
Estonia |
32.03 |
0.09 |
41.24 |
73.37 |
0.00 |
73.37 |
Finland |
36.84 |
27.36 |
30.16 |
94.37 |
0.00 |
94.37 |
France |
53.63 |
17.44 |
16.80 |
87.87 |
-41.52 |
46.36 |
Germany |
46.70 |
0.00 |
50.16 |
96.85 |
-7.71 |
89.15 |
Greece |
50.77 |
0.00 |
35.96 |
86.73 |
-18.34 |
68.39 |
Hungary |
30.18 |
0.00 |
20.43 |
50.61 |
-0.18 |
50.44 |
Iceland |
63.49 |
18.02 |
10.41 |
91.92 |
0.00 |
91.92 |
Ireland |
20.08 |
13.92 |
20.82 |
54.82 |
0.00 |
54.82 |
Israel |
61.31 |
0.00 |
0.00 |
61.31 |
-1.22 |
60.09 |
Italy |
71.77 |
0.00 |
28.28 |
100.05 |
-0.37 |
99.68 |
Japan |
21.44 |
1.58 |
0.07 |
23.09 |
-19.77 |
3.32 |
Korea |
19.53 |
0.00 |
6.46 |
25.99 |
-0.04 |
25.95 |
Latvia |
46.87 |
0.50 |
14.78 |
62.15 |
-5.84 |
56.31 |
Lithuania |
44.72 |
0.00 |
17.07 |
61.78 |
-25.49 |
36.30 |
Luxembourg |
73.77 |
27.56 |
11.59 |
112.92 |
0.00 |
112.92 |
Mexico |
19.99 |
1.58 |
0.00 |
21.57 |
0.00 |
21.57 |
Netherlands |
85.18 |
0.27 |
34.59 |
120.03 |
-1.54 |
118.49 |
New Zealand |
14.79 |
0.00 |
15.81 |
30.60 |
0.00 |
30.60 |
Norway |
21.03 |
49.92 |
36.02 |
106.96 |
0.00 |
106.96 |
Poland |
27.41 |
0.02 |
40.56 |
68.00 |
0.00 |
68.00 |
Portugal |
47.24 |
8.74 |
24.36 |
80.34 |
-3.01 |
77.32 |
Slovak Republic |
28.20 |
0.00 |
35.85 |
64.05 |
-4.80 |
59.25 |
Slovenia |
51.10 |
0.30 |
30.35 |
81.74 |
0.00 |
81.74 |
Spain |
44.67 |
0.21 |
26.22 |
71.10 |
-8.56 |
62.54 |
Sweden |
26.14 |
35.89 |
27.65 |
89.69 |
0.00 |
89.69 |
Switzerland |
101.86 |
40.89 |
8.78 |
151.53 |
0.00 |
151.53 |
Türkiye |
7.98 |
0.00 |
0.00 |
7.98 |
-0.41 |
7.57 |
United Kingdom |
61.54 |
2.06 |
14.82 |
78.43 |
-49.85 |
28.58 |
United States |
12.29 |
0.00 |
2.35 |
14.64 |
-0.18 |
14.45 |
G7 |
22.24 |
2.01 |
9.10 |
33.34 |
-7.06 |
26.28 |
G20 |
10.53 |
0.60 |
3.62 |
14.75 |
-2.39 |
12.36 |
European Union (evolving composition) unspecified |
47.21 |
3.73 |
33.86 |
84.80 |
-8.93 |
75.87 |
OECD (evolving
composition) |
23.73 |
2.12 |
10.57 |
36.43 |
-5.49 |
30.93 |
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