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"Consumption of Fixed Capital" rappresenta il deprezzamento delle
attività fisse utilizzate nella produzione economica. Questa componente misura
quanto del capitale fisso utilizzato in un determinato anno è stato consumato o
reso obsoleto a causa dell'usura, dell'invecchiamento o dell'obsolescenza
tecnica. L'analisi dei dati forniti, espressi in milioni di dollari USA a
parità di potere d'acquisto (PPP), consente di osservare la dinamica dell'usura
del capitale nei principali paesi OCSE tra il 2010 e il 2023.
Negli Stati
Uniti, il dato cresce con costanza, passando da circa 2,39 trilioni nel 2010 a
oltre 4,58 trilioni nel 2023. Questo trend è coerente con l'espansione costante
dell'economia statunitense e riflette l'accumulo di capitale fisso e la sua
crescente obsolescenza, in parte legata alla modernizzazione infrastrutturale e
agli elevati investimenti in tecnologia.
In Germania, si
osserva una crescita altrettanto continua: da circa 577 miliardi nel 2010 si
arriva a oltre 1.17 trilioni nel 2023. Il ritmo di crescita riflette
l'importanza dell'industria manifatturiera tedesca e il ruolo centrale
dell'investimento in macchinari e impianti nel mantenere la competitività
dell'economia. Dopo il 2020, la crescita accelera, suggerendo una fase di
rinnovamento del capitale produttivo probabilmente legata a investimenti nella
transizione energetica e digitale.
Anche in Francia
la crescita è evidente, da circa 394 miliardi nel 2010 a oltre 746 miliardi nel
2023. Questo aumento mostra una costante attenzione al rinnovo del capitale
fisso, benché a un ritmo meno dinamico rispetto a Germania e Stati Uniti.
Tuttavia, si evidenzia una chiara accelerazione a partire dal 2018, con un
aumento più marcato dopo la pandemia.
L'Italia, pur
partendo da valori elevati (oltre 381 miliardi nel 2010), presenta un
incremento più contenuto e discontinuo. Dopo un periodo di relativa stabilità
fino al 2014, la crescita si fa più marcata dal 2016 in poi, con una spinta
significativa post-2020, quando il dato supera i 615 miliardi. Questa dinamica
riflette la ripresa degli investimenti pubblici e privati in risposta alla
crisi pandemica e ai programmi europei di rilancio.
In Spagna si
assiste a una traiettoria simile, con un aumento da circa 216 miliardi a quasi
405 miliardi nel 2023. La crescita appare piuttosto regolare, indicando una
progressiva ricostruzione del capitale dopo la crisi del debito sovrano e gli
effetti delle misure di austerità imposte all'economia iberica nel decennio
precedente.
Nel Regno Unito
si osserva un passaggio da circa 337 miliardi nel 2010 a quasi 597 miliardi nel
2023. L'accelerazione più significativa si verifica tra il 2016 e il 2021,
suggerendo un potenziamento degli investimenti infrastrutturali e una maggiore
spesa in tecnologie digitali e comunicazioni, specie nel contesto della Brexit.
Il Giappone
parte da livelli altissimi: oltre 1,12 trilioni nel 2010, arrivando a più di
1,57 trilioni nel 2023. L'incremento, seppur non costante, è rilevante. Il dato
riflette la forte dotazione di capitale fisso e la necessità di mantenere
strutture produttive avanzate in un contesto di invecchiamento demografico e
stagnazione economica cronica.
In Corea del
Sud, la crescita è sostenuta e costante: da 294 miliardi nel 2010 a circa 656
miliardi nel 2023. Il Paese asiatico evidenzia così la sua transizione verso
una economia ad alta intensità tecnologica, investendo in infrastrutture
avanzate, semiconduttori e tecnologie dell'informazione.
Per quanto
riguarda i paesi dell'Europa orientale, come la Polonia, l'aumento del consumo
di capitale fisso è evidente: si passa da circa 90 miliardi nel 2010 a oltre
186 miliardi nel 2023. Il dato evidenzia una fase di convergenza verso i
livelli medi dell'Europa occidentale e sottolinea il ruolo della
modernizzazione delle infrastrutture, spesso co-finanziata da fondi europei.
In Irlanda, i
dati sono particolarmente dinamici. Dopo valori stabili fino al 2014, si nota
un'impennata con un raddoppio tra il 2014 e il 2016, fino a superare i 166
miliardi nel 2023. Questa anomalia si spiega con la presenza di grandi
multinazionali, soprattutto nel settore tecnologico e farmaceutico, che
influenzano fortemente le statistiche nazionali grazie a investimenti esteri
diretti massicci.
Anche il Canada
mostra un trend robusto: da 220 miliardi nel 2010 a circa 427 miliardi nel
2023. L'aumento è regolare e riflette una combinazione di fattori: crescita
economica sostenuta, espansione demografica e sviluppo del settore energetico e
delle costruzioni.
Il dato per il
Messico cresce da circa 294 miliardi a oltre 616 miliardi, indicando un
miglioramento delle infrastrutture e un aumento della capacità produttiva.
Tuttavia, il contesto è segnato da elevata variabilità economica e da fattori
politici che potrebbero influenzare la continuità degli investimenti nel
capitale fisso.
Anche nei paesi
nordici si registra una crescita significativa. La Svezia passa da circa 64
miliardi a quasi 137 miliardi, con un incremento costante che riflette
l'attenzione verso l'innovazione e la sostenibilità. La Danimarca, pur partendo
da livelli inferiori (42 miliardi nel 2010), raddoppia il valore in poco più di
un decennio, segnalando un trend analogo.
In Svizzera, il
consumo di capitale fisso aumenta da circa 101 miliardi a quasi 195 miliardi,
coerente con un'economia altamente sviluppata che investe costantemente in
efficienza e rinnovamento tecnologico.
Infine, il dato
della Turchia merita attenzione. Partendo da circa 189 miliardi nel 2010, il
valore più che triplica nel 2023, superando i 616 miliardi. Questo riflette
l'espansione economica del paese, con forti investimenti in edilizia,
infrastrutture e industria. Tuttavia, è importante considerare i rischi
associati a un modello di crescita fortemente sbilanciato sull'accumulazione
fisica e sull'indebitamento estero.
In conclusione,
l'analisi della "Consumption of Fixed Capital" mostra un'espansione
generalizzata della dotazione di capitale fisso tra i paesi OCSE. Le
traiettorie di crescita più rapide si osservano nei paesi ad alta dinamica
tecnologica o in fase di convergenza economica, mentre i livelli assoluti più
elevati si registrano nelle economie più mature e avanzate. La correlazione tra
consumo di capitale fisso e andamento degli investimenti sottolinea
l'importanza di politiche economiche orientate alla modernizzazione,
all'innovazione e alla sostenibilità del capitale produttivo.
Fonte: OCSE
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