Sport & Outdoor: un’eccellenza industriale italiana tra leadership settentrionale e sfide territoriali
L’industria
italiana dello Sport & Outdoor si presenta oggi come uno dei comparti più
dinamici e strategici dell’intero panorama manifatturiero nazionale. In un
contesto globale segnato da incertezze geopolitiche, crisi delle catene di
approvvigionamento e nuove sfide ambientali, questo settore è riuscito a
mantenere una traiettoria di crescita solida e coerente, supportata da un mix
virtuoso di innovazione, esportazioni e radicamento territoriale. Il primo
report dedicato di Mediobanca, insieme ai dati aggiornati sulle cento
principali aziende italiane del comparto – escluse quelle operanti nel settore
calzaturiero – conferma la rilevanza economica e sociale di questo ecosistema
produttivo.
Il settore genera infatti miliardi di euro di fatturato aggregato
e impiega decine di migliaia di addetti, dimostrando una capacità unica di
coniugare grandi numeri con performance qualitative. I leader del mercato, come
Decathlon Italia e Cisalfa Sport, si distinguono per volumi e forza lavoro,
mentre numerose medie imprese specializzate presidiano nicchie tecnologiche di
alto valore aggiunto, contribuendo in modo significativo alla competitività
complessiva del Made in Italy. Le principali aziende analizzate rappresentano
un esempio di come distribuzione, produzione e servizi possano integrarsi in
una filiera moderna, flessibile e resiliente. Inoltre, in alcune aree del
Paese, eventi sportivi e iniziative di marketing territoriale hanno rafforzato
il legame tra imprese e comunità locali, come dimostra il caso di Cortina
d’Ampezzo [Rancati & Fedrici, 2021].
L’intento di questo articolo è offrire un’analisi approfondita di
queste realtà industriali, focalizzandosi su due direttrici principali: da un
lato, l’andamento economico delle imprese in termini di ricavi e occupazione;
dall’altro, la distribuzione geografica e l’impatto territoriale di un comparto
che resta fortemente polarizzato. Il divario tra Nord e Sud del Paese, infatti,
emerge come uno degli snodi cruciali per la competitività futura, suggerendo
l’urgenza di politiche mirate a una maggiore inclusione territoriale e a uno
sviluppo più bilanciato del settore su scala nazionale. In questa prospettiva,
si rende sempre più necessario un intervento istituzionale che riconosca il
valore dello sport come leva per la coesione sociale e lo sviluppo locale [Terracciano,
2024].
Occorre considerare che dall’analisi seguente sono state escluse
le aziende che producono calzature sportive, in quanto non esiste un codice
ATECO specifico per queste imprese ed esse vengono in genere accumulate alle
aziende che producono calzature in generale. Tale limitazione metodologica
impone cautela nell'interpretazione dei dati, soprattutto per quanto riguarda
segmenti industriali ad alto tasso di esportazione e valore simbolico, come
evidenziato anche nell’ambito dello sport turistico e del suo impatto
socioeconomico [Raso & Cherubini, 2024].
I dati inoltre sono stati acquisiti attraverso due fonti: le
informazioni prodotte dall’Area Studi
Mediobanca e dal database AIDA.
Con riferimento a quest’ultimo, i dati afferiscono al periodo 2023–2024. A
completare il quadro dell’ecosistema sportivo italiano, va menzionato anche il
ruolo degli enti sportivi di ispirazione religiosa, che, pur operando in ambiti
paralleli, contribuiscono al radicamento territoriale e alla diffusione della
pratica sportiva, specie tra i giovani [Ivaldi, 2022].
L’Italia dello Sport&Outdoor:
leadership europea, innovazione e sostenibilità in un settore strategico in
evoluzione
Il primo report
di Mediobanca sull’industria dello Sport & Outdoor in Italia, pubblicato
nel luglio 2025, fotografa un settore in continua espansione, che si distingue
per performance solide e un ruolo di primo piano nello scenario europeo e globale.
L’Italia, infatti, si posiziona come leader in Unione Europea per le vendite di
articoli sportivi, generando il 22% del fatturato complessivo, davanti ad
Austria, Germania e Francia. Questo primato è confermato anche dai dati
sull’export extra-UE, dove il nostro Paese eccelle sia in termini di valore
assoluto sia per saldo commerciale positivo. Nel 2023, il surplus commerciale
italiano ha toccato i 644 milioni di euro nella bilancia interna all’Unione,
salendo a 848 milioni nei rapporti con Paesi terzi. Il vantaggio competitivo
italiano si evidenzia in particolare in cinque categorie: articoli per
ginnastica e atletica, calzature sportive, fucili da tiro, abbigliamento
tecnico per sport acquatici e invernali, e pattini [Amstel et al., 2020].
Il comparto Sport & Outdoor italiano mostra inoltre una
struttura industriale peculiare rispetto ad altri settori manifatturieri del
Paese. Mentre la dimensione media delle imprese italiane è spesso inferiore
rispetto alla media europea, le aziende del settore sportivo presentano un
fatturato medio doppio rispetto alla media comunitaria e più che triplo
rispetto a quella francese. Ciò dimostra la maggiore solidità e capacità di
generare valore di queste aziende, a conferma dell’elevato contenuto
tecnologico e della qualità della produzione italiana.
Nel 2024, il giro d’affari dei principali operatori italiani è
cresciuto dello 0,4%, e le previsioni per il 2025 indicano una crescita attesa
del 3%, con un superamento della soglia dei 12 miliardi di euro. Tuttavia,
questa espansione è minacciata da un contesto globale instabile, in particolare
per ragioni geopolitiche e di crescente pressione competitiva sui prezzi. Più
del 72% delle imprese segnala l’instabilità internazionale come fattore
critico, mentre il 63% teme l’abbassamento dei listini come minaccia alla
propria tenuta commerciale. Sorprendentemente, la competizione sulla qualità
viene percepita come meno pericolosa, probabilmente grazie all’elevata
specializzazione delle aziende italiane e alla loro capacità di innovare,
elemento che consente loro di mantenere margini più alti [Rizzi, Serao &
Nowak, 2019].
Le imprese del settore si stanno muovendo per affrontare queste
sfide investendo in tecnologia e nuovi prodotti. Un terzo delle aziende auspica
un’intensificazione del networking con università, istituzioni pubbliche e
altri attori del sistema dell’innovazione. Questa volontà testimonia l’apertura
del settore alla ricerca e sviluppo come chiave di competitività. Infatti, le
aziende italiane del comparto investono mediamente il 2,2% del loro fatturato
in R&S. Anche l’autofinanziamento rimane una leva fondamentale, con l’83%
delle imprese che lo individua come principale modalità di raccolta fondi,
mentre per la maggioranza l’accesso al credito non rappresenta una barriera.
Un altro aspetto centrale del report è l’attenzione crescente
alla sostenibilità. Il 72% delle imprese è attivamente impegnato nello sviluppo
di prodotti con criteri ambientali specifici, e molte di esse stanno riducendo
l’utilizzo di fonti fossili a favore di energie rinnovabili. Tuttavia, un
quarto delle aziende non comunica le proprie iniziative ESG, e circa un terzo
non ha ancora definito obiettivi chiari per la neutralità carbonica entro il
2050, segno che esiste ancora un ampio margine di miglioramento in termini di
trasparenza e visione strategica ambientale [Arnetoli, Mazzoni & L'Abate,
2022; Piccerillo, Misiti & Digennaro, 2023].
Analizzando le 82 principali aziende italiane del settore,
ciascuna con un fatturato superiore ai 19 milioni di euro, emerge un quadro di
crescita e vitalità. Nel 2023, esse hanno sviluppato un fatturato aggregato di
oltre 11,7 miliardi di euro (+0,6% sul 2022 e +19,2% sul 2021), impiegando
quasi 51.000 lavoratori (+4,6% sull’anno precedente). Le imprese sono particolarmente
concentrate nel Nord Italia, con il Nord Est in testa (52,4% del totale), in
particolare grazie al distretto di Montebelluna e Asolo, riferimento mondiale
per la calzatura sportiva tecnica. Il Nord Ovest segue con il 38%, mentre
Centro e Sud hanno una presenza marginale. Questo squilibrio territoriale
differenzia il comparto sportivo da quello della moda, che mostra una
distribuzione più omogenea [Forgione, 2019].
La segmentazione per tipologia produttiva vede prevalere i
produttori di attrezzature (53,1% dei ricavi), seguiti da quelli di
abbigliamento (27%) e calzature (19,9%). Inoltre, quasi il 90% del fatturato è
realizzato da aziende con produzione interna, segno di una filiera integrata e
controllata.
La classifica per ricavi del 2023 è guidata da HTI-High
Technology Industries, specializzata in tecnologie per sport invernali, con
quasi 1,5 miliardi di euro di fatturato, seguita a brevissima distanza da
Decathlon Italia e da Technogym. Altri attori rilevanti includono Cisalfa
Sport, Tecnica Group, BasicNet, Selle Royal, Alpinestars e Arena Italia.
L’analisi della redditività mostra un calo generalizzato dal 2021 al 2023, ma
con performance comunque solide. Alcuni esempi virtuosi sono Favero Electronics,
Union Binding Company e Colnago, che si distinguono per innovazione e
specializzazione.
La vocazione internazionale delle aziende italiane è molto
marcata: il 63,6% del fatturato complessivo proviene dai mercati esteri, ma
l’Asia rappresenta solo il 7% delle vendite. A livello produttivo, si evidenzia
una strategia di nearshoring e friendshoring. Il settore si distingue anche per
l’intensa attività di progettazione svolta in Italia. Le imprese investono in
media il 5% del fatturato in promozione, spesso attraverso sponsorizzazioni, e
mostrano forte attenzione al capitale umano, con una quota rilevante di donne e
giovani occupati [Maulini, Migliorati & Isidori, 2017].
In ambito internazionale, le 52 multinazionali del settore con
ricavi superiori al miliardo di euro hanno generato nel 2024 un fatturato
complessivo di 356 miliardi. Nike si conferma leader mondiale. La crescita
prevista per il 2025 è del 2%, con un giro d’affari globale di 363 miliardi di
euro. Anche in termini di redditività, le aziende statunitensi dominano.
Infine, il report pone l’accento sull’importanza crescente
dell’attività fisica per la salute pubblica. Nonostante i progressi, l’Italia
registra ancora uno dei più alti tassi di sedentarietà tra i Paesi OCSE. Questo
comporta costi sanitari stimati in 1,3 miliardi di euro l’anno fino al 2050. In
questo contesto, il ruolo della normativa e delle infrastrutture è cruciale,
come mostra l’obbligo recente di defibrillatori nei centri sportivi [Gianni et
al., 2024], così come la riflessione sugli impatti economici di grandi eventi
come Milano-Cortina 2026 [van der Borg et al., 2026].
L’industria italiana dello Sport
& Outdoor: analisi delle imprese top (escluse le calzature)
Il settore
italiano dello Sport & Outdoor, considerando le prime cento aziende per
ricavi e tralasciando le imprese del comparto calzaturiero, si configura come
un importante pilastro economico sia in termini di fatturato che di
occupazione. L’analisi dei dati aggiornati mostra una netta polarizzazione tra
grandi operatori della distribuzione e produttori specializzati di media
dimensione, generando un panorama composito, dinamico e fortemente orientato
alla creazione di valore attraverso performance economiche e occupazionali
[Soulé et al., 2023]. I dati seguenti fanno riferimento ai bilanci depositati
tra il 2023 ed il 2024.
Al vertice della classifica per ricavi troviamo Decathlon Italia
S.r.l., che si conferma leader assoluto del comparto con oltre 1,45 miliardi di
euro di fatturato e un organico di 8.219 dipendenti. Questa sola azienda
realizza una quota largamente superiore rispetto a tutte le altre imprese
incluse nel ranking, mostrando un'evidente supremazia legata al modello
integrato di grande distribuzione organizzata. Il dato relativo al personale
impiegato rafforza l’idea che la rete retail e i servizi annessi, distribuiti
su tutto il territorio nazionale, rappresentino un canale cruciale sia per la
diffusione dei prodotti sportivi sia come generatore di occupazione stabile e
strutturata [Ivaldi, 2022].
A seguire, si colloca Cisalfa Sport S.p.A., che con oltre 551
milioni di euro di ricavi e circa 3.500 dipendenti consolida il suo ruolo di
principale player italiano nella distribuzione specializzata in articoli
sportivi. Anche in questo caso si osserva un legame diretto tra ricavi elevati
e alta intensità occupazionale. Intersport Italia S.p.A., sebbene con ricavi
più contenuti (poco meno di 293 milioni di euro), conferma il trend occupazionale
discostante rispetto alle dimensioni: i suoi 47 dipendenti indicano infatti una
struttura molto più snella e un possibile utilizzo più spinto di modelli di
business franchising o di terziarizzazione della rete commerciale.
La fotografia del settore si arricchisce con la presenza di
imprese produttive specializzate, tra cui spicca Dainese S.p.A., realtà
vicentina dell’abbigliamento tecnico e della protezione per sport motoristici.
I suoi 190 milioni di euro di ricavi e i 450 dipendenti confermano l’importanza
dell’industria manifatturiera orientata all’innovazione, con prodotti ad alto
contenuto tecnologico e un forte posizionamento nel mercato globale. Allstar
S.r.l., con oltre 232 milioni di euro e più di 2.700 dipendenti, testimonia la
possibilità di coniugare un’elevata dimensione produttiva con una forza lavoro
ampia, tipica di contesti dove l’intera filiera è gestita internamente, dalla
progettazione alla produzione e logistica.
Tra le imprese emergenti o posizionate in nicchie di mercato ad
alto potenziale troviamo anche Puma Italia S.r.l. e Racing Bulls S.p.A., la
prima con un fatturato superiore ai 181 milioni e la seconda con quasi 167
milioni. Nonostante un numero più contenuto di dipendenti rispetto ai leader di
settore, entrambe esprimono performance solide che rispecchiano strategie
basate sull’identità di brand e su forti investimenti in marketing e
sponsorship sportive. Virgin Active Italia S.p.A., con un fatturato superiore a
152 milioni di euro e oltre mille dipendenti, rappresenta invece il segmento
dei servizi sportivi e del fitness organizzato, un’area in espansione costante
che risponde alla crescente domanda di benessere e salute [Bertelli et al.,
2024].
Dal punto di vista territoriale, le province di Milano, Bologna,
Vicenza, Monza e della Brianza, Verona e Roma emergono come epicentri della
creazione di valore economico. Questi poli sono fortemente rappresentati nella
top ten per ricavi e occupazione, indicando una concentrazione delle attività
economiche nelle regioni del Nord e del Centro Italia. Tale distribuzione
geografica rispecchia un ecosistema industriale consolidato, fatto di distretti
manifatturieri, reti logistiche performanti e servizi avanzati di supporto
all’impresa [Camocini, Daglio & Podda, 2025].
Un’ulteriore osservazione interessante riguarda la relazione tra
fatturato e forza lavoro. Alcune aziende, come Gardaland S.r.l. e Virgin
Active, generano un livello occupazionale rilevante pur senza raggiungere i
livelli di fatturato dei giganti della distribuzione. Ciò evidenzia che nei
comparti a elevata intensità di servizio il numero di addetti non è
strettamente proporzionale ai ricavi, ma dipende piuttosto dal modello
operativo adottato. Invece, realtà produttive più automatizzate o ad alta
efficienza possono esprimere fatturati elevati con un numero relativamente
ridotto di dipendenti, come nel caso di Macron S.p.A. o Puma Italia [Borzaga,
2020].
Nel complesso, l’analisi dei dati economici e occupazionali delle
principali aziende dello Sport & Outdoor in Italia delinea un settore che
combina grande scala distributiva con eccellenze produttive, presenza locale
con apertura ai mercati globali. Il fatturato complessivo delle prime dieci
aziende supera abbondantemente i 3 miliardi di euro, mentre l’occupazione
prodotta da queste imprese si avvicina ai 20.000 posti di lavoro. Numeri che
rendono evidente la rilevanza di questo comparto non solo in termini economici,
ma anche come fonte di occupazione qualificata e diffusa. Le aziende analizzate
si dimostrano capaci di intercettare le trasformazioni del mercato, rispondendo
con modelli di business flessibili e adattivi, capaci di coniugare scala,
specializzazione e orientamento all’innovazione. La distribuzione, la
produzione, i servizi e le attività ricreative formano così un sistema coeso,
sostenuto da performance solide e da una forza lavoro in crescita [Gianni et
al., 2024; Camocini, Daglio & Podda, 2025].
Geografia industriale del
settore Sport & Outdoor: il divario Nord-Sud e la sfida della competitività
nazionale
La distribuzione
geografica delle principali aziende italiane del settore Sport & Outdoor,
escludendo il comparto calzaturiero, evidenzia un forte squilibrio strutturale
tra Nord e Sud del Paese, con conseguenze significative sulla competitività
complessiva del sistema produttivo nazionale. I dati aggregati per area
mostrano una netta preponderanza del Nord, che da solo genera circa 5,57
miliardi di euro di fatturato e impiega oltre 21.000 addetti, contro i soli 141
milioni di euro e meno di 400 occupati del Sud. Anche il Centro presenta un
contributo importante, con oltre 1,25 miliardi di euro di ricavi e più di 5.500
addetti, ma rimane nettamente distaccato dal primato settentrionale [Felice,
2015].
Questa frattura geografica riflette una consolidata asimmetria
nella distribuzione della capacità industriale e delle infrastrutture
economiche, che penalizza fortemente le regioni meridionali [D'Alessio, 2018].
Il Nord beneficia di una rete consolidata di distretti produttivi, competenze
specialistiche, connessioni logistiche, accesso al credito e presenza di grandi
operatori internazionali. Queste condizioni favorevoli hanno permesso la
nascita e il consolidamento di realtà industriali complesse e performanti, in
grado di attrarre investimenti e generare valore su scala globale. Le province
di Milano, Bologna, Vicenza, Monza e della Brianza, ad esempio, non solo
ospitano i maggiori player del settore in termini di ricavi, ma anche i
principali centri decisionali, commerciali e di ricerca e sviluppo,
configurandosi come veri e propri hub dell’economia sportiva italiana
[Accetturo et al., 2015].
Al contrario, il Mezzogiorno appare quasi del tutto assente dalla
mappa delle imprese leader del comparto. La quota di ricavi generata dal Sud è
marginale, inferiore al 2% del totale, mentre l’occupazione diretta rappresenta
poco più dell’1% del personale impiegato. Questo divario è il risultato di una
combinazione di fattori strutturali che ostacolano la crescita di imprese
competitive nel meridione: debolezza delle filiere industriali locali, minore
accesso a capitale e servizi di supporto, scarsa diffusione della cultura
imprenditoriale legata all’innovazione e, in alcuni casi, limiti nella capacità
amministrativa dei territori di intercettare risorse e opportunità di sviluppo
[Amorosino, 2019].
Il dato è tanto più allarmante se si considera il potenziale
inespresso del Sud in termini di risorse naturali, attrattività turistica e
tradizione sportiva. Le regioni meridionali dispongono di un patrimonio
paesaggistico e climatico ideale per l’attività outdoor, che resta però poco
valorizzato dal punto di vista industriale. Il fatto che le aziende meridionali
presenti nella classifica siano pochissime e marginali, sia per fatturato che
per occupazione, conferma la difficoltà cronica del Sud a integrarsi nelle
dinamiche produttive e commerciali più avanzate [Bona & Mundula, 2018].
Questo squilibrio geografico non è solo una questione di
giustizia territoriale, ma un problema di efficienza economica complessiva. Un
sistema industriale che concentra gran parte della produzione e
dell’innovazione in un’unica macroarea del Paese rischia di diventare
vulnerabile, meno resiliente e incapace di sfruttare appieno il potenziale del
territorio nazionale. La competitività di un settore, specie in un contesto globale,
si misura anche sulla sua capacità di diffondere valore, competenze e
occupazione in modo equilibrato e sostenibile [Pichierri & Pacetti, 2010].
Ridurre il divario tra Nord e Sud rappresenta dunque una priorità
strategica per il futuro del settore Sport & Outdoor. Occorre favorire
l’insediamento di nuove iniziative industriali nel Mezzogiorno, sostenere i
percorsi di crescita delle imprese locali, rafforzare i collegamenti
infrastrutturali e le reti logistiche, promuovere partnership pubblico-private
per l’innovazione e la formazione professionale. In particolare, le politiche
di sviluppo dovrebbero incoraggiare l’aggregazione tra microimprese, la
creazione di poli tecnologici legati al benessere e alla sostenibilità
ambientale, nonché la valorizzazione delle risorse locali per alimentare un
turismo sportivo di qualità che possa fungere da leva per l’industrializzazione
leggera [Salone, 2011].
Il caso del Centro Italia, che con ricavi superiori al miliardo
di euro e oltre 5.500 dipendenti mostra una performance intermedia tra Nord e
Sud, dimostra che è possibile costruire poli competitivi anche al di fuori
delle grandi aree industrializzate. Roma, Firenze, Ancona e Perugia possono
costituire nodi di un sistema più policentrico, in grado di distribuire maggiormente
la creazione di valore lungo tutta la penisola. Ma è soprattutto nel
Mezzogiorno che occorre intervenire con decisione, affinché il settore sportivo
non rimanga confinato a un fenomeno settentrionale e diventi invece motore di
crescita nazionale, capace di integrare filiere produttive, logiche
distributive e servizi innovativi in ogni parte del Paese.
In definitiva, i dati confermano che la geografia dell’industria
sportiva italiana ricalca le linee di frattura storiche dello sviluppo
nazionale. La sfida per i prossimi anni sarà quella di trasformare questa
geografia da elemento di disuguaglianza a leva di riequilibrio e competitività,
attraverso una strategia mirata che faccia del settore Sport & Outdoor un
laboratorio di coesione economica e territoriale per l’Italia intera.
Conclusioni
L’analisi
dell’industria italiana dello Sport & Outdoor – con esclusione del segmento
calzaturiero – evidenzia un settore solido, articolato e in continua
evoluzione, capace di coniugare performance economiche significative con un
impatto occupazionale rilevante. I dati relativi a fatturato e dipendenti
mettono in luce la presenza di grandi operatori della distribuzione, come
Decathlon e Cisalfa, affiancati da realtà produttive altamente specializzate,
alcune delle quali con vocazione tecnologica e forte orientamento all’export.
Questo dualismo tra grande distribuzione e manifattura tecnica ha permesso al
settore di raggiungere nel 2023 un fatturato complessivo di oltre 8 miliardi di
euro, generando occupazione per più di 30.000 persone.
Una delle
principali criticità emerse riguarda la distribuzione geografica delle aziende
analizzate. Il Nord Italia si conferma baricentro del comparto, con oltre l’85%
del fatturato aggregato e la maggioranza assoluta dei posti di lavoro. Il
Centro si difende, ma rimane distante in termini di scala e capacità di attrarre
investimenti industriali. Il Sud, invece, appare quasi assente, con una
presenza marginale sia in termini economici che occupazionali. Questa
polarizzazione territoriale evidenzia un limite strutturale alla piena
espressione del potenziale competitivo del Paese e rappresenta una sfida
strategica per le politiche industriali dei prossimi anni.
Nel contesto di
crescenti pressioni internazionali e di transizione verso modelli produttivi
più sostenibili, l’Italia dispone di un patrimonio industriale nel settore
sportivo in grado di giocare un ruolo di primo piano in Europa. Tuttavia, la
sua competitività dipenderà dalla capacità di rafforzare la coesione
territoriale, incentivare l’innovazione diffusa e valorizzare il capitale umano
su scala nazionale. Il comparto Sport & Outdoor ha tutte le potenzialità
per diventare un laboratorio di rilancio industriale, benessere sociale e
crescita sostenibile per il Paese intero.
Fonte: Area
Studi Mediobanca; AIDA
Link: https://www.areastudimediobanca.com/it/product/sport-outdoor-industry-ed-2025
Tabella
1. TOP 100 Aziende Italiane SPORT and OUTDOOR (Con esclusione delle calzature
sportive)
|
Ragione sociale |
Provincia |
RICAVI (IN MIGLIAIA DI EURO) |
DIPENDENTI |
1. |
DECATHLON ITALIA S.R.L. |
Monza
e della Brianza |
1.455.012 |
8.219 |
2. |
CISALFA SPORT S.P.A. |
Roma |
551.008 |
3.491 |
3. |
INTERSPORT ITALIA S.P.A. |
Bologna |
292.523 |
47 |
4. |
ALLSTAR S.R.L. |
Bolzano/Bozen |
232.447 |
2.713 |
5. |
DAINESE S.P.A. |
Vicenza |
189.907 |
450 |
6. |
PUMA ITALIA S.R.L. |
Milano |
181.549 |
80 |
7. |
RACING BULLS S.P.A. |
Ravenna |
166.985 |
466 |
8. |
GARDALAND S.R.L. |
Verona |
164.905 |
683 |
9. |
MACRON S.P.A. |
Bologna |
163.425 |
175 |
10. |
VIRGIN ACTIVE ITALIA
S.P.A. |
Milano |
152.009 |
1.068 |
11. |
SKECHERS USA ITALIA S.R.L. |
Monza
e della Brianza |
132.780 |
285 |
12. |
GAME 7 ATHLETICS SRL |
Modena |
131.061 |
836 |
13. |
MANIFATTURA MARIO COLOMBO & C. S.P.A. |
Monza
e della Brianza |
117.912 |
245 |
14. |
3A DEI F.LLI ANTONINI S.P.A. |
Verona |
110.359 |
56 |
15. |
DF SPORT SPECIALIST S.P.A. |
Milano |
96.838 |
388 |
16. |
AMER SPORTS ITALIA S.P.A. |
Treviso |
88.734 |
143 |
17. |
ADMIRAL GAMING NETWORK
S.R.L. |
Roma |
87.611 |
59 |
18. |
NENCINI SPORT S.P.A. |
Firenze |
85.587 |
213 |
19. |
ASICS ITALIA S.R.L. |
Cuneo |
78.967 |
112 |
20. |
ACI SPORT SOCIETA' PER AZIONI |
Roma |
76.435 |
43 |
21. |
F.C. INTERNAZIONALE MILANO S.P.A. |
Milano |
70.836 |
442 |
22. |
MAXI SPORT S.P.A. |
Milano |
69.863 |
265 |
23. |
ERREA' SPORT S.P.A. |
Parma |
69.425 |
140 |
24. |
A.C. MILAN S.P.A. |
Milano |
69.349 |
518 |
25. |
SHIMANO ITALIA S.R.L. |
Milano |
68.341 |
71 |
26. |
SPECIALIZED BICYCLE
COMPONENTS ITALIA SRL. |
Milano |
68.152 |
30 |
27. |
JUVENTUS F.C. - S.P.A. |
Torino |
61.501 |
473 |
28. |
SPORT E SALUTE S.P.A. |
Roma |
61.334 |
591 |
29. |
RCS SPORT S.P.A. |
Milano |
58.712 |
5 |
30. |
A.S. ROMA S.R.L. |
Roma |
55.465 |
404 |
31. |
EUROCONNECT S.R.L. |
Milano |
54.354 |
25 |
32. |
SCOTT ITALIA S.R.L. |
Bergamo |
54.317 |
66 |
33. |
ROYAL GAMES S.R.L. |
Pavia |
51.691 |
26 |
34. |
LUNA ROSSA CHALLENGE S.R.L. |
Grosseto |
49.194 |
11 |
35. |
U.S. SALERNITANA 1919 SRL |
Salerno |
48.817 |
120 |
36. |
MONTURA S.R.L. |
Vicenza |
46.686 |
94 |
37. |
RSG GROUP ITALIA S.R.L. |
Bolzano/Bozen |
46.259 |
219 |
38. |
GIANTO S.R.L. |
Napoli |
43.704 |
89 |
39. |
PARCO DELLA STANDIANA S.R.L. |
Ravenna |
42.287 |
482 |
40. |
VITTORIA S.P.A. |
Bergamo |
38.661 |
70 |
41. |
PALLACANESTRO OLIMPIA MILANO S. SRL |
Milano |
37.684 |
64 |
42. |
NOBEL SPORT ITALIA S.R.L. |
Milano |
36.796 |
2 |
43. |
M-I STADIO S.R.L. |
Milano |
36.155 |
n.d. |
44. |
ROSSIGNOL SCI S.R.L. |
Milano |
32.839 |
76 |
45. |
OMNIA RETAIL S.R.L. |
Monza
e della Brianza |
32.334 |
162 |
46. |
LEISURE GROUP ITALIA S.R.L. |
Roma |
31.982 |
144 |
47. |
LIME TECHNOLOGY S.R.L. |
Milano |
31.980 |
26 |
48. |
AUTODROMO NAZIONALE DI MONZA S.P.A. |
Milano |
31.055 |
34 |
49. |
SPORTLAND S.R.L. |
Brescia |
30.587 |
166 |
50. |
BIGNAMI S.P.A. |
Bolzano/Bozen |
30.431 |
59 |
51. |
FREDDY S.P.A. |
Milano |
30.077 |
64 |
52. |
LEOLANDIA S.P.A. |
Bergamo |
29.706 |
204 |
53. |
MANIFATTURE 7 BELL S.P.A. |
Firenze |
28.724 |
31 |
54. |
DWO S.R.L |
Roma |
28.599 |
17 |
55. |
S.S. LAZIO - S.P.A. |
Roma |
28.189 |
181 |
56. |
CORE S.R.L. |
Sondrio |
27.588 |
24 |
57. |
VR / 46 TEAM S.R.L. |
Pesaro
e Urbino |
27.467 |
7 |
58. |
GIANT ITALIA S.R.L. |
Milano |
27.427 |
24 |
59. |
SSC NAPOLI S.P.A. |
Napoli |
27.391 |
149 |
60. |
IRON LYNX S.R.L. |
Forlì-Cesena |
26.731 |
30 |
61. |
KICKOFF S.P.A. |
Firenze |
26.640 |
115 |
62. |
MILANO CORTINA 2026 |
Milano |
26.452 |
166 |
63. |
VIRTUS PALLACANESTRO BOLOGNA SPA |
Bologna |
26.267 |
37 |
64. |
ITALTRADE - S.R.L. |
Bolzano/Bozen |
26.165 |
25 |
65. |
SPORTITALIA
SRL |
Milano |
25.985 |
155 |
66. |
BOING S.P.A. |
Milano |
25.609 |
16 |
67. |
CIAO S.R.L. |
Milano |
23.992 |
63 |
68. |
SANTINI S.P.A. |
Bergamo |
23.851 |
86 |
69. |
HIPPOGROUP CESENATE S.P.A. |
Forlì-Cesena |
23.693 |
76 |
70. |
RC EXIMPORT - S.R.L. |
Forlì-Cesena |
23.614 |
23 |
71. |
EVERT S.R.L. |
Lucca |
23.536 |
109 |
72. |
COLUMBIA SPORTSWEAR ITALY
S.R.L. |
Treviso |
22.873 |
44 |
73. |
CYTECH S.R.L. |
Treviso |
22.806 |
27 |
74. |
FORUMNET S.P.A. |
Milano |
22.532 |
52 |
75. |
CANEVAWORLD RESORT S.R.L. |
Verona |
22.345 |
156 |
76. |
MARINE GROUP S.R.L. |
Torino |
21.937 |
7 |
77. |
A.P.G. S.R.L. |
Verona |
21.350 |
97 |
78. |
ZEUS SPORT S.R.L. . |
Napoli |
21.141 |
40 |
79. |
BRUNNER S.R.L. |
Bolzano/Bozen |
20.655 |
42 |
80. |
PON.BIKE ITALIA S.P.A. |
Verona |
20.563 |
13 |
81. |
ACCELL SEU ITALIA S.R.L. |
Milano |
20.406 |
17 |
82. |
ATALANTA BERGAMASCA CALCIO S.R.L. |
Bergamo |
19.692 |
248 |
83. |
JOHNSON HEALTH TECH ITALIA
S.P.A. |
Ascoli
Piceno |
19.690 |
52 |
84. |
GIORGIO S.R.L. |
Barletta-Andria-Trani |
19.370 |
86 |
85. |
RIDEMOVI S.P.A. |
Milano |
19.277 |
22 |
86. |
FILMMASTER S.P.A. |
Roma |
18.929 |
31 |
87. |
MUGELLO CIRCUIT S.P.A. |
Firenze |
18.835 |
13 |
88. |
FORMULA IMOLA S.P.A. |
Bologna |
18.804 |
10 |
89. |
LINEA ORO SPORT S.R.L. |
Frosinone |
18.766 |
27 |
90. |
GRESINI RACING S.R.L. |
Ravenna |
18.658 |
19 |
91. |
DAO SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA |
Roma |
18.442 |
14 |
92. |
GR SPORTS AGENCY S.R.L. |
Milano |
18.408 |
2 |
93. |
BARLEY ARTS S.R.L. |
Milano |
18.248 |
8 |
94. |
BELTRAMI T.S.A. S.R.L. |
Reggio
nell'Emilia |
17.871 |
21 |
95. |
MILANOSPORT SOCIETA' SPORTIVA DILETTANTISTICA
S.P.A. |
Milano |
17.869 |
131 |
96. |
GLOBAL TRADING SRL |
Monza
e della Brianza |
17.650 |
9 |
97. |
MOA SPORT MANTOVANI VINCENZO S.R.L. |
Mantova |
17.248 |
210 |
98. |
SPORTUP S.R.L. |
Padova |
17.174 |
13 |
99. |
MEETING GROUP S.P.A. |
Treviso |
17.152 |
35 |
100. |
S.S.D.
REYER VENEZIA MESTRE S.P.A. |
Venezia |
16.842 |
7 |
Codice
ATECO |
Descrizione |
141920 |
Confezioni
di abbigliamento sportivo o indumenti particolari |
141929 |
Confezioni
di abbigliamento sportivo o di altri indumenti particolari |
481891 |
Agenti
e rappresentanti di attrezzature sportive |
464940 |
Commercio
allingrosso di articoli sportivi (incluse le biciclette) |
476410 |
Commercio
al dettaglio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero |
749094 |
Agenzie
ed agenti o procuratori per lo spettacolo e lo sport |
772100 |
Noleggio
di attrezzature sportive e ricreative |
855100 |
Corsi
sportivie ricreativi |
931100 |
Gestione
di impianti sportivi |
981120 |
Gestione
di piscine |
193113 |
Gestione
di impianti sportivi polivalenti |
981200 |
Attivita
di cub sportivi |
931300 |
Palestre |
931900 |
Altre
attivita sportive |
931990 |
Altre
attivita sportive nca |
931999 |
Altre
attivita sportive nca |
Referenze
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