Fiducia stabile e diffusa: l’evoluzione del rapporto con Forze dell’ordine e Vigili del fuoco in Italia (2012-2023)
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La fiducia nelle Forze dell’ordine resta alta,
stabile e diffusa in tutte le regioni italiane.
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Calabria, Lazio e Molise mostrano i
miglioramenti più consistenti, recuperando rispetto ai valori iniziali.
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Eventi emergenziali come terremoti e pandemia
hanno rafforzato ulteriormente il rapporto tra cittadini e istituzioni.
L’analisi dei
dati relativi alla fiducia nelle Forze dell’ordine e nei Vigili del fuoco,
rilevati da ISTAT-BES nel periodo compreso tra il 2012 e il 2023, mostra un
quadro complessivamente stabile, con variazioni territoriali e temporali che
riflettono non solo le dinamiche socioeconomiche locali, ma anche fattori più
ampi legati al contesto nazionale e internazionale. Nel complesso, i valori
oscillano su medie alte, generalmente comprese tra il 7 e il 7,5, segnalando un
livello di fiducia costante e diffuso verso queste istituzioni, che
rappresentano per la popolazione un punto di riferimento nella sicurezza e
nella gestione delle emergenze.
Partendo dal Piemonte, si osserva un andamento sostanzialmente
stabile, con un valore iniziale di 7,4 nel 2012 e un dato identico nel 2023,
senza variazioni significative. Questo equilibrio riflette una fiducia
consolidata che, pur registrando lievi oscillazioni negli anni centrali, non ha
subito né cali né crescite degne di nota. Una situazione analoga si ritrova in
Valle d’Aosta, dove la fiducia si è mantenuta pressoché immutata, con valori
medi pari a 7,3, segno di un legame saldo e duraturo tra la popolazione e le
istituzioni di sicurezza.
La Liguria mostra invece un andamento più dinamico. Dopo un calo
fino al 2015, con un minimo di 7,2, i valori tornano a crescere e nel 2023
raggiungono 7,8, segnando una variazione positiva del 5,41%. Questo dato
suggerisce un rafforzamento della percezione di affidabilità e un recupero
rispetto alle fasi di incertezza. La Lombardia, pur con oscillazioni contenute,
evidenzia una leggera crescita rispetto al 2012, con un guadagno dello 0,10 in
valore assoluto, corrispondente all’1,35%. Tale stabilità, interrotta solo da
momenti di flessione minima, si lega probabilmente alla costante presenza e
all’efficienza delle forze di sicurezza in una regione ad alta densità urbana e
industriale.
Nel Trentino-Alto Adige, e in particolare nella Provincia
Autonoma di Trento, si riscontra una leggera crescita della fiducia, con valori
sempre tra i più alti a livello nazionale. Trento raggiunge 7,7 nel 2023,
confermando un trend positivo di circa l’1,32% rispetto al 2012. Bolzano,
invece, resta stabile con valori oscillanti ma senza variazioni assolute.
L’area si distingue per una fiducia sopra la media nazionale, probabilmente
favorita dal contesto territoriale più contenuto e dalla percezione di maggiore
vicinanza delle istituzioni.
Il Veneto registra anch’esso una crescita leggera, passando da
7,4 nel 2012 a 7,5 nel 2023, con un incremento dell’1,35%. Più significativo è
il caso dell’Emilia-Romagna, che cresce del 2,70% con valori che si attestano
su 7,6 nel 2023. Toscana e Umbria mostrano dinamiche simili: valori leggermente
più bassi nei primi anni, con riprese successive che riportano i livelli di fiducia
a valori vicini o superiori a 7,5. L’Umbria, in particolare, mostra
oscillazioni marcate, con un picco a 7,8 nel 2021, segno di una percezione
rafforzata forse anche dalle esperienze di gestione delle emergenze sismiche
che hanno colpito il territorio.
Nel Centro Italia, il Lazio spicca per una crescita più netta,
con una variazione del 5,63% che lo porta da 7,1 nel 2012 a 7,5 nel 2023. Si
tratta di un dato rilevante se si considera la complessità della regione, che
include la capitale e le relative criticità in termini di sicurezza urbana. Le
Marche e l’Abruzzo offrono un confronto interessante: le prime mostrano un
andamento stabile con leggera crescita, mentre l’Abruzzo registra un calo,
perdendo lo 0,2 in valore assoluto e segnando una variazione negativa del
2,67%. In quest’ultimo caso, la flessione potrebbe riflettere fattori specifici
legati alle difficoltà socioeconomiche e alla percezione di minore efficacia
delle istituzioni nella gestione di eventi emergenziali.
Molise e Campania evidenziano dinamiche differenti ma entrambe
significative. Il Molise cresce di 0,4 punti, pari a un incremento del 5,63%,
recuperando da un periodo iniziale critico segnato da valori intorno al
6,6-6,9. La Campania, pur partendo da valori più bassi, riesce a migliorare
leggermente nel corso del decennio, pur restando tra le regioni con i livelli
di fiducia più bassi, con un incremento limitato all’1,45%. Questo dato è
coerente con le difficoltà storiche della regione in termini di sicurezza e
percezione dell’ordine pubblico.
Nelle regioni del Sud, la Puglia registra una crescita moderata,
pari al 4,29%, con valori che salgono da 7 a 7,3 nel 2023, mentre la Basilicata
rimane sostanzialmente stabile con un incremento minimo. Più marcato il
recupero della Calabria, che passa da 6,8 a 7,2, con una variazione positiva
del 5,88%, la più alta in assoluto a livello nazionale. Questa dinamica segnala
un rafforzamento del rapporto di fiducia con le forze dell’ordine, in un
contesto storicamente complesso e spesso percepito come fragile sul piano della
legalità.
La Sicilia mostra un andamento altalenante ma con un esito
positivo, con un incremento dell’1,37%. La Sardegna, infine, registra un
miglioramento più consistente, pari al 4,17%, raggiungendo nel 2023 un livello
di 7,5. Questo dato testimonia una crescita della percezione positiva in una
regione che, pur geograficamente isolata, evidenzia una relazione forte con le
istituzioni di sicurezza.
Se si osserva il quadro generale, emerge un’Italia divisa tra
stabilità e dinamismo. Le regioni del Nord tendono a mantenere valori elevati e
costanti, segno di una fiducia consolidata che non subisce particolari
scossoni. Le regioni del Centro mostrano invece oscillazioni più marcate, con
alcune situazioni di recupero significative, come nel Lazio. Il Sud, pur
partendo da valori più bassi, evidenzia in alcuni casi i miglioramenti più
consistenti, come in Calabria e Molise, mentre in altre aree, come Abruzzo e
Basilicata, la fiducia tende a diminuire o rimanere pressoché invariata.
L’analisi temporale conferma che la fiducia nelle Forze
dell’ordine e nei Vigili del fuoco è rimasta sostanzialmente elevata anche in
momenti di particolare criticità. Negli anni centrali del decennio, segnati
dalla crisi economica e dalle difficoltà politiche, si registrano flessioni in
diverse regioni, ma a partire dal 2016-2017 i valori tornano a crescere. Un
ruolo determinante potrebbe averlo avuto la gestione di emergenze come i
terremoti del Centro Italia o la pandemia di Covid-19, che hanno messo in risalto
l’impegno e la centralità delle istituzioni di sicurezza e soccorso. Durante il
2020 e il 2021, infatti, in molte regioni si osservano picchi di fiducia,
probabilmente legati alla percezione di un sostegno diretto e visibile da parte
di queste istituzioni.
In conclusione, i dati ISTAT-BES testimoniano una fiducia diffusa
e consolidata nelle Forze dell’ordine e nei Vigili del fuoco in Italia, con
variazioni regionali che riflettono le specificità territoriali e le esperienze
vissute dalle comunità. Sebbene alcune regioni restino su valori più bassi e
altre mostrino solo crescite contenute, il quadro generale è di stabilità e di
riconoscimento del ruolo fondamentale svolto da queste istituzioni. La
percezione positiva, confermata da valori mediamente superiori al 7,
rappresenta un indicatore di coesione sociale e di fiducia collettiva verso chi
si occupa quotidianamente della sicurezza e del soccorso, rafforzando il legame
tra cittadini e istituzioni.
Fonte: ISTAT-BES
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