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Dal 2011 al 2023 cresce la fiducia nei
partiti, ma con forti differenze regionali.
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La fiducia resta fragile: persistono
fratture territoriali e divari socio-politici tra Nord e Sud.
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Il riavvicinamento ai partiti appare
relativo, spesso guidato da leadership locali più che da contenuti.
L’analisi dei dati relativi alla fiducia nei partiti politici nelle regioni italiane dal 2011 al 2023 evidenzia dinamiche territoriali e temporali complesse che meritano un’approfondita riflessione sociopolitica. L’andamento generale mostra una lenta ma costante crescita del livello di fiducia medio, partendo da valori mediamente molto bassi nei primi anni del decennio, oscillanti attorno al 2,2-2,5, per poi registrare un progressivo incremento, soprattutto a partire dal 2018, raggiungendo e superando in diversi casi la soglia del 3,5 nel 2023. Tale evoluzione suggerisce che, nonostante la diffusa sfiducia che storicamente ha contraddistinto il rapporto tra cittadini e partiti, negli ultimi anni si è verificato un parziale recupero di credibilità delle formazioni politiche, sebbene da un punto di partenza estremamente compromesso. Il Piemonte, ad esempio, passa da una fiducia pari a 2,4 nel 2011 a 3,4 nel 2023, mostrando una traiettoria tutto sommato coerente con la media nazionale, con una fase di relativa stagnazione fino al 2016 e un'accelerazione evidente negli anni successivi. La Valle d’Aosta presenta valori iniziali leggermente superiori, ma con una dinamica più irregolare, segnata da cali significativi nei primi anni e una ripresa solo a partire dal 2018. La Liguria mostra un andamento simile, con una tenuta maggiore nella fase iniziale e un miglioramento marcato a partire dal 2017, culminando in un valore di 3,5 nel 2023. La Lombardia, regione chiave per il panorama politico ed economico nazionale, registra un calo netto fino al 2013 (2,1), per poi intraprendere una risalita progressiva, culminata in un dato del 3,5 nel 2023, probabilmente influenzato dall’evoluzione delle forze politiche regionali e dal rafforzamento del ruolo delle autonomie locali. Trentino-Alto Adige conferma una sostanziale fiducia costante nei partiti, con valori mai inferiori al 2,5 e una stabilizzazione oltre il 3,5 negli ultimi anni, riflettendo probabilmente un sistema politico locale più radicato e coeso, in linea con la peculiare autonomia e con la presenza di partiti etnico-territoriali fortemente identitari. Il Veneto, al contrario, parte da un dato molto basso nel 2013 (1,8), ma inizia una risalita che diventa particolarmente marcata a partire dal 2017, fino a raggiungere un 3,3 nel 2023; questa evoluzione potrebbe essere letta come un riavvicinamento alla politica da parte di un elettorato che, tradizionalmente, ha mostrato forme di disillusione, spesso veicolate da movimenti regionalisti o populisti. Friuli-Venezia Giulia segue un andamento simile, pur con oscillazioni meno marcate e un progresso costante fino a un 3,4 nel 2023. L’Emilia-Romagna si distingue per un andamento particolarmente lineare, che evidenzia un recupero di fiducia più stabile, con valori iniziali già sopra la media nazionale e un incremento graduale che sfocia nel 3,5 finale, in linea con una tradizione di amministrazioni locali fortemente strutturate. Toscana e Umbria presentano dinamiche simili, con una parabola discendente fino al 2013, seguita da una ripresa costante: entrambe superano la soglia del 3,5 nel 2023, con l’Umbria che si segnala per un significativo recupero rispetto al minimo di 2 nel 2015. Nelle Marche, la traiettoria è particolarmente significativa: si parte da valori molto bassi, ma la regione evidenzia il maggiore incremento complessivo, passando da 2 nel 2013 a 3,7 nel 2023, un dato che riflette probabilmente un cambiamento nell’offerta politica percepita come più credibile o più aderente ai bisogni locali. Il Lazio, nonostante una certa volatilità negli anni centrali della serie, culmina anch’esso con un dato elevato nel 2023 (3,6), confermando una tendenza positiva che sembra consolidarsi, probabilmente grazie alla maggiore visibilità dell’amministrazione regionale e romana. L’Abruzzo mostra una curva crescente meno accentuata ma comunque significativa, mentre il Molise registra valori piuttosto alti e stabili fin dai primi anni, culminando in un 3,6 finale che colloca la regione tra le più fiduciose nel panorama nazionale. La Campania, nonostante un inizio altalenante, dimostra un notevole progresso, raggiungendo nel 2023 il valore più alto a livello nazionale con un 3,8, dato che potrebbe essere correlato alla percezione di una maggiore incisività dell’azione politica regionale o al rafforzamento di leader locali con forte presa elettorale. La Puglia si muove su coordinate simili, con una crescita costante e un valore finale pari a 3,7, segno di un’evoluzione positiva nella percezione della politica locale. Anche la Basilicata conferma tale trend, pur partendo da valori inferiori rispetto alla Campania. Calabria e Sicilia, storicamente contraddistinte da una forte disaffezione nei confronti della politica, presentano una dinamica sorprendentemente positiva: la Calabria passa da 2,3 a 3,4, mentre la Sicilia, da 1,8 nel 2013, risale fino a 3,3 nel 2023, un miglioramento che, sebbene parziale, lascia intravedere un lento processo di riconciliazione tra cittadinanza e istituzioni politiche. La Sardegna rappresenta un caso a sé: pur partendo da valori tra i più bassi del Paese, mostra una ripresa a partire dal 2017, con un salto notevole tra il 2018 e il 2019 e una stabilizzazione intorno al 3,3 nel 2023. Nel complesso, si osserva una significativa crescita della fiducia nei partiti su scala nazionale, sebbene permangano differenze regionali che riflettono strutture socio-politiche, storie istituzionali e dinamiche economiche differenziate. Il dato più rilevante di questa analisi è che, dopo anni di diffusa sfiducia, spesso motivata da scandali, inefficienze e promesse mancate, il corpo elettorale sembra riconoscere una parziale riabilitazione del ruolo dei partiti, forse anche in conseguenza di un rinnovamento generazionale, di nuove formule comunicative e dell’emergere di una politica più prossima ai territori. Tuttavia, è necessario evitare interpretazioni eccessivamente ottimistiche: il livello medio, pur migliorato, resta ancora distante da soglie che possano indicare una piena legittimazione democratica, e la variabilità regionale suggerisce la persistenza di fratture territoriali che potrebbero accentuarsi in caso di crisi politiche future. La crescita della fiducia, inoltre, potrebbe riflettere più un cambiamento relativo, in un contesto di generale sfiducia verso tutte le istituzioni, che un autentico apprezzamento per il ruolo dei partiti in quanto tali. Resta aperta la questione della qualità della partecipazione politica: una maggiore fiducia, se non accompagnata da una crescita della partecipazione informata e attiva, rischia di tradursi in un consenso superficiale o strumentale. In sintesi, l’evoluzione della fiducia nei partiti in Italia dal 2011 al 2023 racconta una storia di crisi, adattamento e lenta ricostruzione del legame tra cittadini e sistema politico, con segnali di miglioramento da osservare con attenzione critica, senza dimenticare le fragilità strutturali che ancora ne condizionano la solidità.
Fonte: ISTAT
2011 |
2023 |
Var Ass |
Var Perc |
|
Piemonte |
2,4 |
3,4 |
1,00 |
41,67 |
Valle d'Aosta |
2,8 |
3,1 |
0,30 |
10,71 |
Liguria |
3 |
3,5 |
0,50 |
16,67 |
Lombardia |
2,6 |
3,5 |
0,90 |
34,62 |
Trentino-Alto Adige |
2,9 |
3,5 |
0,60 |
20,69 |
Veneto |
2,4 |
3,3 |
0,90 |
37,50 |
Friuli-Venezia Giulia |
2,6 |
3,4 |
0,80 |
30,77 |
Emilia-Romagna |
2,5 |
3,5 |
1,00 |
40,00 |
Toscana |
2,7 |
3,5 |
0,80 |
29,63 |
Umbria |
2,8 |
3,5 |
0,70 |
25,00 |
Marche |
2,5 |
3,7 |
1,20 |
48,00 |
Lazio |
2,7 |
3,6 |
0,90 |
33,33 |
Abruzzo |
2,4 |
3,3 |
0,90 |
37,50 |
Molise |
2,8 |
3,6 |
0,80 |
28,57 |
Campania |
2,9 |
3,8 |
0,90 |
31,03 |
Puglia |
2,7 |
3,7 |
1,00 |
37,04 |
Basilicata |
2,8 |
3,4 |
0,60 |
21,43 |
Calabria |
2,7 |
3,4 |
0,70 |
25,93 |
Sicilia |
2,4 |
3,3 |
0,90 |
37,50 |
Sardegna |
2,2 |
3,3 |
1,10 |
50,00 |
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