L’impatto del 2020 sulla salute mentale: flessioni diffuse ma resilienza in Piemonte, Campania e Valle d’Aosta
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La salute mentale in Italia mostra andamenti
differenziati: il Nord parte da livelli più alti, ma il Sud e le Isole
registrano i miglioramenti più consistenti, riducendo parzialmente il divario.
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L’impatto della pandemia del 2020 è evidente,
con cali o oscillazioni in molte regioni, ma negli anni successivi si osservano
segnali di resilienza e recupero, in particolare in Piemonte, Valle d’Aosta e
Campania.
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Alcune regioni evidenziano progressi rilevanti
(Calabria, Toscana, Sardegna), mentre altre, pur mantenendo valori alti,
mostrano un peggioramento complessivo (Trentino-Alto Adige, Liguria, Lazio,
Emilia-Romagna).
Il quadro che
emerge dall’analisi dei punteggi medi standardizzati relativi all’indice di
salute mentale (SF36) per le regioni italiane tra il 2016 e il 2023 evidenzia
un panorama complesso, fatto di oscillazioni, differenze territoriali e impatti
che si possono collegare anche a contesti storici e sociali particolari. Il
punteggio medio, come è noto, rappresenta un indicatore sintetico dello stato
di benessere psicologico e della percezione soggettiva della salute mentale, e
dunque costituisce un parametro importante per valutare l’andamento delle
condizioni di vita e la resilienza delle comunità regionali.
Partendo dal Piemonte, la serie mostra valori sostanzialmente
stabili nel tempo, con un lieve miglioramento finale rispetto al 2016. Il
punteggio oscilla attorno a valori medio-alti, con un picco nel 2019 e un
ritorno a livelli analoghi nel 2022, segno di una certa capacità di recupero
dopo le difficoltà del 2020-2021. La variazione assoluta positiva di 1,1 e
percentuale di 1,64 conferma un trend leggermente favorevole.
La Valle d’Aosta si distingue per valori costantemente superiori
alla media nazionale, toccando un massimo nel 2020 con 70,3, in controtendenza
rispetto ad altre regioni colpite dagli effetti della pandemia. Nel 2021 si
registra un calo significativo, ma la regione recupera subito negli anni
successivi, chiudendo con un incremento assoluto di 1,5 punti. La variazione
percentuale di 2,2 conferma una traiettoria di miglioramento più marcata
rispetto ad altre aree.
La Liguria presenta un andamento sostanzialmente stabile, con
lievi oscillazioni attorno a valori sempre alti, vicini a 69. Nonostante la
buona posizione di partenza, la regione mostra una lieve flessione complessiva,
con una variazione negativa sia in termini assoluti che percentuali. Questo
suggerisce che, pur mantenendosi in un range positivo, la percezione della
salute mentale abbia registrato un indebolimento progressivo.
La Lombardia mantiene un quadro di stabilità con oscillazioni
minime e una leggera crescita nel lungo periodo. Il 2019 rappresenta un punto
relativamente alto con 69,2, seguito da un calo nel 2020 che però non
compromette la capacità di recupero. L’aumento di 0,8 punti dal 2016 al 2023 e
una variazione percentuale positiva indicano resilienza e costanza.
Il Trentino-Alto Adige si conferma come l’area con i punteggi
mediamente più elevati, partendo da 73,4 nel 2016. Tuttavia, è anche tra le
poche regioni a registrare un calo netto nel tempo, con una perdita di 0,9
punti e una variazione percentuale negativa di oltre un punto. Nonostante resti
su livelli alti rispetto alla media nazionale, il dato segnala un indebolimento
del benessere percepito.
Il Veneto mostra un percorso fatto di oscillazioni ma con un
saldo finale positivo. Dopo un calo iniziale, la regione recupera e chiude il
2023 con 69,7, superiore al valore di partenza. L’incremento di 0,8 punti e la
variazione percentuale di 1,16 confermano un andamento in lieve crescita.
Il Friuli-Venezia Giulia presenta una situazione stabile con
punteggi attorno a 69, ma con un saldo leggermente negativo sul periodo. Il
picco del 2020 con 71,2 non viene consolidato, e si ritorna a valori simili a
quelli di partenza. La variazione finale, seppur minima, è negativa, e segnala
difficoltà a mantenere il miglioramento ottenuto in piena pandemia.
L’Emilia-Romagna registra un andamento altalenante, con una
tendenza alla diminuzione. Dopo un picco iniziale nel 2016, i punteggi calano e
non riescono a recuperare pienamente, chiudendo con una variazione negativa sia
in termini assoluti che percentuali.
La Toscana evidenzia una crescita lenta ma costante. Partendo da
67,4 nel 2016, arriva a 69,2 nel 2023. L’aumento di 1,8 punti, pari a un
miglioramento del 2,67 per cento, segnala una traiettoria positiva e progressiva.
Anche l’Umbria mostra un’evoluzione interessante: sebbene
presenti oscillazioni significative, in particolare il calo del 2021, nel 2022
e 2023 si registrano livelli più alti, con un saldo finale positivo di 1,7
punti e una variazione percentuale del 2,56.
Le Marche condividono un percorso simile all’Umbria, con punteggi
inizialmente bassi ma in risalita nel tempo, chiudendo con un miglioramento di
1,7 punti. Il dato del 2021, inferiore alla media, appare come un’anomalia
temporanea superata negli anni successivi.
Il Lazio, invece, registra una flessione. Dopo valori elevati,
tra cui 70 nel 2016, scende progressivamente fino a chiudere il 2023 con 68,9.
La variazione negativa di 1,1 punti, pari a una perdita dell’1,57 per cento,
segnala un indebolimento significativo del benessere percepito nella regione.
L’Abruzzo mostra una sostanziale stabilità, con oscillazioni
minime attorno a 68, e chiude con una lieve variazione negativa di 0,4 punti.
La resilienza della regione si esprime nella capacità di mantenere i livelli di
salute mentale su una linea costante, senza particolari picchi né crolli.
Il Molise mostra un andamento altalenante, con valori più bassi
nel 2017 e 2018 ma un recupero successivo. Alla fine del periodo, il punteggio
è sostanzialmente invariato rispetto al 2016, con una variazione marginale
positiva.
La Campania evidenzia un netto miglioramento tra il 2016 e il
2019, raggiungendo un picco di 68,2. Tuttavia, negli anni successivi il trend
si ridimensiona, e nel 2023 si registra un leggero calo rispetto ai massimi,
pur mantenendo un saldo positivo di 1,6 punti. La variazione percentuale del
2,45 mostra comunque un miglioramento complessivo significativo.
La Puglia segue un percorso di crescita contenuta, con picchi nel
2020 e un rallentamento successivo. La variazione finale, seppur positiva, è di
soli 0,5 punti, un progresso minimo rispetto ad altre regioni del Sud.
La Basilicata presenta un andamento irregolare, con un calo
marcato nel 2017 seguito da una ripresa. Nel complesso, i valori finali sono
quasi identici a quelli di partenza, con un incremento di appena 0,1 punti.
La Calabria, invece, rappresenta un caso molto positivo. Partendo
da valori medio-bassi, la regione mostra un netto miglioramento, soprattutto
negli ultimi anni. Con un incremento di 2 punti e una variazione percentuale di
quasi il 3 per cento, la Calabria registra uno dei progressi più rilevanti a
livello nazionale.
La Sicilia segue un percorso simile, con oscillazioni ma un saldo
finale positivo. Dopo il calo del 2017, la regione recupera e cresce fino al
2020, mantenendo poi livelli superiori a quelli iniziali. L’incremento
complessivo di 0,9 punti segnala un progresso moderato.
Infine, la Sardegna si distingue per un miglioramento netto e
costante. Partendo da un valore già alto nel 2016, la regione cresce fino a
raggiungere 71,4 nel 2023, con un incremento di 1,7 punti e una variazione
percentuale del 2,44. Questo andamento riflette una stabilità consolidata e una
capacità di mantenere alti i livelli di benessere mentale.
Guardando l’insieme delle regioni, emergono alcune considerazioni
trasversali. Le aree del Nord presentano in generale valori medi più alti, ma
non sempre con un trend positivo. Trentino-Alto Adige e Liguria, pur
mantenendosi su livelli elevati, mostrano un arretramento nel tempo. Le regioni
del Centro evidenziano un andamento misto: Toscana, Umbria e Marche migliorano,
mentre Lazio ed Emilia-Romagna registrano cali. Nel Sud si osserva una maggiore
variabilità, con regioni come Calabria e Campania in crescita significativa,
mentre Basilicata e Puglia restano sostanzialmente stabili. La Sardegna spicca
per livelli alti e progressivi miglioramenti, distinguendosi come un’area di
benessere mentale consolidato.
Nel complesso, i dati confermano l’impatto della pandemia del
2020, con molte regioni che registrano flessioni o oscillazioni in quegli anni,
ma anche la capacità di resilienza di diverse comunità che hanno recuperato nei
periodi successivi. Le differenze territoriali riflettono il peso delle condizioni
socioeconomiche, dei servizi sanitari e delle reti sociali nel sostenere il
benessere psicologico. Le regioni del Nord, pur partendo da livelli più alti,
non sempre hanno mostrato capacità di crescita ulteriore, mentre alcune aree
del Sud hanno compiuto progressi più evidenti, riducendo parzialmente il
divario storico.
L’analisi dei punteggi medi standardizzati delinea quindi
un’Italia variegata, con traiettorie differenti ma un filo conduttore comune:
la salute mentale, pur con fragilità e disparità, rappresenta un ambito su cui
il sistema sanitario e le comunità locali hanno mostrato sia criticità che
capacità di adattamento. Il periodo considerato, segnato da eventi straordinari
come la pandemia, costituisce un banco di prova importante per misurare la
resilienza e le vulnerabilità delle regioni, e i dati mostrano che molte di
esse hanno saputo reagire positivamente, pur con differenze rilevanti nel ritmo
e nell’intensità dei miglioramenti.
Fonte: Istat
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