In Italia cresce la precarietà: molti lavoratori restano a termine per oltre cinque anni. Il Sud concentra i livelli più alti, mentre Friuli e Lazio mostrano segnali di miglioramento. Tra 2018 e 2023 la stabilità resta lontana: la flessibilità diventa condizione permanente. L’analisi dei dati relativi agli occupati in lavori a termine da almeno cinque anni nel periodo 2018-2023 offre una prospettiva profonda sulla struttura e la rigidità del mercato del lavoro italiano. Questo indicatore misura la quota di lavoratori che, pur avendo un’occupazione, restano intrappolati per lunghi periodi in forme contrattuali temporanee o precarie, senza riuscire a ottenere una stabilizzazione. Si tratta di una delle espressioni più evidenti della cosiddetta precarietà strutturale , un fenomeno che in Italia assume una dimensione particolare per via della frammentazione del mercato del lavoro e delle forti disparità territoriali. I dati mostrano un quadro...