Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2025

Al Sud oltre un quarto degli occupati resta precario da anni, il Nord regge ma non migliora

  In Italia cresce la precarietà: molti lavoratori restano a termine per oltre cinque anni. Il Sud concentra i livelli più alti, mentre Friuli e Lazio mostrano segnali di miglioramento. Tra 2018 e 2023 la stabilità resta lontana: la flessibilità diventa condizione permanente.     L’analisi dei dati relativi agli occupati in lavori a termine da almeno cinque anni nel periodo 2018-2023 offre una prospettiva profonda sulla struttura e la rigidità del mercato del lavoro italiano. Questo indicatore misura la quota di lavoratori che, pur avendo un’occupazione, restano intrappolati per lunghi periodi in forme contrattuali temporanee o precarie, senza riuscire a ottenere una stabilizzazione. Si tratta di una delle espressioni più evidenti della cosiddetta precarietà strutturale , un fenomeno che in Italia assume una dimensione particolare per via della frammentazione del mercato del lavoro e delle forti disparità territoriali. I dati mostrano un quadro...

Lavoro precario in calo: in Sicilia e Basilicata raddoppiano le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato

      ·          Tra il 2014 e il 2020 crescono le trasformazioni in lavori stabili in quasi tutte le regioni. ·          Veneto, Lombardia e Toscana guidano la stabilizzazione; il Sud migliora ma resta lontano dagli standard del Nord. ·          Jobs Act e incentivi fiscali favoriscono la crescita dei contratti stabili, nonostante la crisi pandemica.   L’analisi dei dati sulle trasformazioni da lavori instabili a lavori stabili nel periodo 2014-2020 offre un quadro interessante della struttura e dell’evoluzione del mercato del lavoro italiano , mettendo in evidenza la capacità del sistema occupazionale di assorbire e stabilizzare la forza lavoro precaria. Il dato analizzato indica la percentuale di contratti temporanei o atipici che si sono trasformati in contratti a tempo indeterminato , un indicatore chiave per valutare la solidità ...

Sempre meno inattivi, ma il divario Nord-Sud resta profondo: al Sud oltre il 30% fuori dal lavoro

        ·          Nel 2023 la mancata partecipazione al lavoro cala ovunque, ma il divario Nord-Sud persiste. ·          Valle d’Aosta e Veneto guidano i progressi, mentre Sicilia e Calabria restano oltre il 30%. ·          La ripresa post-pandemica riporta fiducia nel lavoro, ma l’inattività resta alta nel Mezzogiorno .       L’analisi del tasso di mancata partecipazione al lavoro nel periodo 2018-2023 consente di comprendere in profondità le trasformazioni del mercato del lavoro italiano negli anni più recenti, evidenziando la complessità di un fenomeno che riflette non soltanto l’andamento dell’occupazione ma anche la disponibilità effettiva della popolazione a entrare o rientrare nei circuiti produttivi. Questo indicatore, che misura la quota di persone in età lavorativa non occupate e non alla ricerca att...

Trentino e Valle d’Aosta guidano l’Italia del lavoro, Sicilia e Campania faticano a superare il 50%

  ·          Nel 2023 l’occupazione italiana supera i livelli pre-pandemia, trainata dal Nord e dal manifatturiero . ·          Persistono forti divari territoriali : oltre 25 punti separano Nord e Sud nel tasso d’occupazione . ·          Cresce il lavoro ma resta precario: giovani e donne continuano a soffrire maggiori difficoltà occupazionali.     L’analisi del tasso di occupazione nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni in Italia nel periodo compreso tra il 2018 e il 2023 offre una panoramica significativa delle dinamiche economiche e sociali del Paese negli ultimi anni, segnati da forti discontinuità dovute alla pandemia, alla successiva ripresa e alle trasformazioni strutturali del mercato del lavoro. I dati mostrano una tendenza generale positiva, con un miglioramento diffuso in quasi tutte le regioni, ma evidenziano al contemp...

Biblioteche in crisi: -20% di utenti in quattro anni, solo il Nord mostra segni di ripresa

  ·          Dal 2019 al 2023 la fruizione delle biblioteche cala ovunque, con perdite medie del 20%. ·          Il Nord recupera lentamente, mentre Sud e Isole restano su livelli minimi di partecipazione. ·          La pandemia accelera la crisi delle biblioteche, ma il 2023 mostra primi segnali di ripresa.   L’analisi dei dati relativi alla fruizione delle biblioteche in Italia tra il 2019 e il 2023 mette in evidenza una contrazione generalizzata e profonda, che riflette tanto gli effetti della pandemia quanto il mutamento delle abitudini culturali degli italiani. Le biblioteche, tradizionalmente presidio fondamentale della vita culturale e dell’educazione permanente, hanno subito un drastico calo di frequentazione durante gli anni dell’emergenza sanitaria e, nonostante i tentativi di ripresa nel biennio successivo, non sono ancora riuscite a torn...

La lettura in Italia crolla del 20% in vent’anni: solo quattro italiani su dieci leggono ancora

    ·          In Italia i lettori calano ovunque: solo il 40% legge libri o quotidiani nel 2023. ·          Il Nord mantiene il primato, ma perde oltre dieci punti percentuali in vent’anni. ·          La pandemia e il digitale accelerano il declino della lettura tradizionale in tutto il Paese.     L’analisi dei dati relativi alla lettura di libri e quotidiani in Italia dal 2005 al 2023 rivela un progressivo e diffuso declino dell’abitudine alla lettura, con dinamiche territoriali fortemente differenziate e tendenze che riflettono i profondi mutamenti sociali, economici e culturali avvenuti nel Paese nell’arco di quasi vent’anni. Se nei primi anni del periodo osservato l’Italia mostrava livelli di partecipazione alla lettura ancora discretamente diffusi, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro, a partire dal 2010 inizia un lent...