- Nel 2023 l’Italia riscopre la
fiducia: oltre l’85% degli italiani conta su qualcuno.
- Il Sud guida la rinascita
sociale: Molise e Calabria registrano gli aumenti più significativi.
- La pandemia non ha spezzato i
legami: la fiducia interpersonale resta stabile in tutto il Paese.
L’analisi dei
dati relativi all’indicatore “Persone su cui contare” nel periodo compreso tra
il 2013 e il 2023 consente di cogliere una serie di dinamiche interessanti
riguardanti la fiducia interpersonale e il senso di sostegno sociale nelle
diverse regioni italiane. Questo indicatore misura la percentuale di persone
che dichiarano di poter contare su qualcuno in caso di necessità, un aspetto
cruciale del capitale sociale e della coesione comunitaria. Nel complesso, il
panorama che emerge è quello di un’Italia caratterizzata da forti differenze
territoriali, da variazioni cicliche in corrispondenza di determinati eventi
socioeconomici e da una tendenza generale alla stabilità, con alcune regioni
che mostrano significativi miglioramenti e altre che invece evidenziano un
leggero calo o una sostanziale stagnazione.
A livello
nazionale, si osserva che le regioni del Nord e del Centro partono in media da
valori più alti, superiori all’80%, mentre il Sud e le Isole presentano valori
più disomogenei, oscillanti tra il 70% e l’85%. Tuttavia, nel corso del
decennio si nota un parziale avvicinamento tra Nord e Sud, grazie a un
miglioramento più marcato nelle regioni meridionali e a una sostanziale
stabilità o lieve flessione in alcune aree settentrionali. È interessante
notare come la pandemia del 2020 non abbia comportato un crollo della
percezione di poter contare sugli altri; anzi, in diverse regioni il dato tende
a rimanere stabile o a crescere leggermente, segno che in un periodo di forte
isolamento sociale si è forse rafforzato il senso di solidarietà all’interno
delle reti familiari e amicali.
Analizzando i
singoli casi regionali, il Piemonte mostra un andamento altalenante ma
sostanzialmente stabile. Il valore iniziale di 85,2 nel 2013 subisce una lieve
flessione fino a toccare 79,7 nel 2020, per poi risalire gradualmente fino a
85,7 nel 2023. La variazione assoluta di 0,5 punti e quella percentuale di poco
superiore allo 0,5% indicano che, complessivamente, la fiducia interpersonale
si è mantenuta costante, suggerendo una buona capacità di resilienza sociale.
La Valle d’Aosta
rappresenta uno dei casi più positivi. Partendo da 84,1 nel 2013, raggiunge
88,4 nel 2023, con una variazione percentuale superiore al 5%. L’andamento è
generalmente stabile e costantemente elevato, segno di una comunità coesa, in
cui le relazioni sociali mantengono una solida base di fiducia reciproca.
La Liguria,
invece, mostra oscillazioni significative ma conclude il periodo con un leggero
incremento. Dopo aver toccato picchi di 84,7 nel 2017, scende a 81,4 nel 2023,
ma rispetto al 2013 registra comunque un aumento di 1,1 punti. Ciò riflette un
contesto sociale in cui la percezione di poter contare sugli altri resta
abbastanza solida, nonostante le sfide demografiche e l’invecchiamento della
popolazione che caratterizzano la regione.
La Lombardia
presenta un andamento piuttosto piatto, con lievi variazioni nel corso del
decennio. Dal valore iniziale di 82,3 si arriva a 83 nel 2023, per una crescita
marginale dello 0,7%. Questa stabilità può essere interpretata come un indice
di equilibrio sociale, in un territorio economicamente dinamico ma
caratterizzato anche da reti sociali più frammentate rispetto a contesti di
dimensioni minori.
Il Trentino-Alto
Adige è l’unica regione che mostra un calo significativo. Partendo da un
livello altissimo di 87,9, scende a 85,3 nel 2023, con una variazione negativa
di -2,6 punti. Tale flessione, sebbene contenuta, potrebbe essere legata a un
progressivo indebolimento dei legami di prossimità tradizionalmente forti in
quest’area, forse in parte per effetto dei cambiamenti demografici e
dell’incremento della mobilità sociale e territoriale.
Il Veneto mostra
un recupero evidente: partendo da 82 nel 2013 e con fasi di lieve flessione,
raggiunge 86,3 nel 2023, con una crescita di 4,3 punti e oltre il 5% in termini
relativi. Questo miglioramento testimonia una capacità di rafforzamento del
tessuto relazionale, forse sostenuto da un sistema socioeconomico solido e da
reti comunitarie radicate.
Il
Friuli-Venezia Giulia segue un andamento simile, con un incremento da 82 a 83,9
e una variazione del 2,3%. Anche in questa regione si riscontra una solidità di
fondo, in un contesto che storicamente combina un forte senso di identità
locale con una buona coesione sociale.
L’Emilia-Romagna
registra una crescita più marcata: da 82,7 a 85,3, pari a un incremento del
3,1%. Si tratta di un segnale coerente con il profilo di una regione
caratterizzata da alti livelli di partecipazione civica e mutualità.
L’andamento, pur con alcune oscillazioni, mostra come la fiducia nelle reti
sociali resti un elemento strutturale del territorio.
La Toscana
presenta un andamento complesso: dopo un iniziale aumento fino a 86,8 nel 2015,
scende a valori inferiori all’82 nel 2021, per poi risalire fino a 85,4 nel
2023. La crescita complessiva di 2,4 punti indica una sostanziale tenuta, ma
anche una certa sensibilità alle congiunture sociali ed economiche.
In Umbria si
osserva una delle crescite più rilevanti: da 77,6 nel 2013 a 86,1 nel 2023, con
una variazione assoluta di 8,5 punti e percentuale superiore al 10%. Questo
progresso può essere interpretato come un rafforzamento del capitale sociale
locale, forse legato alla reazione a situazioni di crisi, come il terremoto del
2016, che ha potuto stimolare forme di solidarietà e cooperazione comunitaria.
Le Marche
mostrano una traiettoria simile, con un incremento di oltre 5 punti. Da 81 nel
2013 si arriva a 86,1 nel 2023, segno di una percezione crescente di
affidabilità reciproca. L’andamento positivo può essere collegato alla forte
coesione territoriale e alla tradizione di reti sociali di prossimità tipiche
della regione.
Il Lazio si
distingue per una sostanziale stagnazione, con una variazione leggermente
negativa (-0,3 punti). I valori oscillano tra 78,5 e 83,3, ma la chiusura del
periodo a 82,7 conferma un equilibrio senza miglioramenti significativi. Tale
quadro può riflettere la complessità sociale della regione, dove la dimensione
metropolitana di Roma tende a diluire i legami interpersonali rispetto ai
contesti più piccoli.
In Abruzzo si
registra una crescita robusta: da 78,7 a 85,6, con un aumento di quasi 9 punti
percentuali. Ciò suggerisce un rafforzamento delle reti sociali, forse
stimolato da una resilienza collettiva maturata in seguito a eventi calamitosi
e alle difficoltà economiche che la regione ha dovuto affrontare negli ultimi
anni.
Il Molise
rappresenta il caso di maggiore crescita relativa: da 75 nel 2013 a 87,3 nel
2023, con un aumento di 12,3 punti, pari a oltre il 16%. Tale risultato indica
un rafforzamento straordinario del senso di fiducia reciproca, che potrebbe
derivare dalla dimensione ridotta del territorio e dal mantenimento di
relazioni sociali molto strette, in grado di reagire positivamente ai mutamenti
sociali.
La Campania segue
un percorso simile: partendo da 73,6, raggiunge 82,4 nel 2023, con un
incremento di 8,8 punti. Questo progresso è particolarmente significativo in un
contesto storicamente segnato da fragilità socioeconomiche e da una percezione
più debole della fiducia istituzionale. L’aumento suggerisce che, nonostante le
difficoltà, i legami familiari e comunitari restano forti e costituiscono una
risorsa cruciale per la coesione sociale.
La Puglia
presenta invece una sostanziale stabilità, con un incremento marginale di 0,8
punti. I valori oscillano molto nel tempo, ma il dato finale di 78,9 conferma
un quadro equilibrato, in cui la fiducia personale non subisce variazioni
strutturali.
La Basilicata
mostra un andamento altalenante ma con un bilancio positivo. Dal valore
iniziale di 84,1 si arriva a 86,4 nel 2023, per una crescita di 2,3 punti.
Nonostante alcune flessioni intermedie, il livello complessivo resta alto,
coerente con una regione di piccole dimensioni dove la prossimità sociale
favorisce relazioni solide.
In Calabria, la
crescita è significativa: da 80,5 a 89,4, con un incremento di quasi 9 punti.
Si tratta di una delle performance migliori del Sud, che evidenzia un forte
recupero del senso di solidarietà. Questo dato è particolarmente interessante
perché contraddice alcuni stereotipi sul deficit di fiducia sociale nel
Mezzogiorno, mostrando invece una vitalità comunitaria in crescita.
La Sicilia
registra anch’essa un miglioramento, passando da 75,9 a 80,4, con un aumento
del 5,9%. Pur rimanendo su valori inferiori alla media nazionale, la tendenza
positiva è chiara, e indica un graduale rafforzamento del capitale sociale,
forse favorito da una maggiore partecipazione civica e associativa negli ultimi
anni.
Infine, la
Sardegna mantiene valori costantemente alti, oscillando tra 82,9 e 89,7. La
variazione di 2,4 punti in positivo conferma una realtà sociale coesa e
fortemente ancorata a legami familiari e di comunità.
Nel complesso,
il quadro nazionale mostra una sostanziale tenuta e in molti casi un miglioramento
del senso di fiducia interpersonale. Le regioni meridionali, storicamente più
deboli su questo indicatore, mostrano i progressi più netti, riducendo il
divario con il Nord. Ciò suggerisce che il capitale sociale nel Mezzogiorno sta
evolvendo positivamente, probabilmente come risposta a condizioni di difficoltà
economica e sociale che incentivano la solidarietà di prossimità. Al contrario,
alcune regioni del Nord, partite da livelli molto alti, mostrano una leggera
flessione o stagnazione, segnale che la fiducia interpersonale ha raggiunto una
soglia di saturazione. L’Italia nel suo insieme emerge dunque come un paese in
cui, nonostante le trasformazioni economiche e culturali dell’ultimo decennio,
la rete delle relazioni di fiducia resta un pilastro stabile della coesione
sociale e del benessere collettivo.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
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