Nord Italia in difficoltà relazionale: Lombardia e Friuli registrano crolli nella soddisfazione per le amicizie
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Le relazioni amicali calano in tutto il Paese,
soprattutto nel Nord e nelle grandi città.
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L’Umbria sorprende con un lieve aumento, mentre il
Trentino-Alto Adige resta comunque al vertice.
· Dopo la pandemia, gli italiani riscoprono l’importanza dell’amicizia, ma la soddisfazione resta bassa.
L’analisi dei
dati relativi alla soddisfazione per le relazioni amicali in Italia nel periodo
compreso tra il 2005 e il 2023 rivela un quadro complesso e in continua
evoluzione, che riflette i cambiamenti sociali, economici e culturali che hanno
attraversato il Paese nell’ultimo ventennio. A differenza delle relazioni
familiari, che tendono a mantenere un ruolo stabile e consolidato nella vita
delle persone, le relazioni amicali risultano più vulnerabili alle
trasformazioni del contesto sociale, alla diffusione delle nuove tecnologie e
alle difficoltà economiche e lavorative che hanno caratterizzato gli anni
successivi alla crisi del 2008. I dati mostrano in generale una tendenza alla
diminuzione della soddisfazione amicale, con alcune eccezioni regionali che
meritano attenzione.
A livello
nazionale, il quadro mostra che le regioni settentrionali partono mediamente da
livelli più alti di soddisfazione, ma non sono esenti da flessioni
significative nel tempo. Il Trentino-Alto Adige, da sempre una delle regioni
con il più alto indice di benessere sociale, presenta un calo sensibile: dal
35,8 del 2005 scende al 30,5 del 2023, perdendo 5,3 punti, pari a una
variazione negativa del 14,8%. Nonostante ciò, la regione resta ai vertici
della classifica, seguita dalla sua componente più forte, la Provincia di
Bolzano, che nel 2005 registrava un valore molto elevato di 41,2, ma che nel
2023 si ferma a 33,7, con una contrazione del 18,2%. La Provincia di Trento
mostra un andamento più contenuto, ma anch’essa in discesa, passando da 30,7 a
27,5. Questi dati evidenziano come, anche nei territori più coesi e
caratterizzati da una qualità della vita superiore alla media, le relazioni
amicali abbiano risentito di un indebolimento progressivo, probabilmente legato
alla crescente individualizzazione e all’impatto della digitalizzazione sulle
modalità di interazione sociale.
Il
Friuli-Venezia Giulia, che nel 2005 registrava un valore alto di 32,5,
evidenzia una delle diminuzioni più marcate in Italia, scendendo a 23,9 nel
2023, con una variazione negativa del 26,4%. Ciò suggerisce un peggioramento
significativo nella percezione delle relazioni amicali, forse collegato a
fattori demografici, come l’invecchiamento della popolazione, e al progressivo
indebolimento dei legami di comunità in un’area storicamente laboriosa ma anche
caratterizzata da un forte senso di riservatezza. Il Veneto, con un calo lieve
da 25,3 a 24,4, appare più stabile, anche se i valori rimangono modesti
rispetto al resto del Nord.
In Lombardia, il
dato è particolarmente significativo perché rappresenta la regione più popolosa
e socialmente dinamica d’Italia. Il livello di soddisfazione amicale passa da
29,2 nel 2005 a 25,3 nel 2023, con una perdita di quasi 4 punti, pari a oltre
il 13%. Tale calo è emblematico di come la vita metropolitana, il ritmo
frenetico e la pressione lavorativa possano compromettere la qualità delle
relazioni interpersonali. In una regione dove l’efficienza e la produttività
sono valori centrali, il tempo e la disponibilità per coltivare legami amicali
profondi sembrano progressivamente ridotti.
Il Piemonte e la
Liguria mostrano andamenti più stabili ma comunque leggermente negativi. Il
Piemonte passa da 25,9 a 24,3, con una flessione del 6,1%, mentre la Liguria
registra un piccolo aumento da 25,1 a 26,6, pari a una crescita del 5,9%.
Quest’ultimo caso rappresenta un’eccezione interessante: nonostante
l’invecchiamento della popolazione e l’urbanizzazione diffusa, la Liguria
mostra un rafforzamento dei rapporti amicali, forse legato a un maggiore senso
di solidarietà e comunità nelle aree urbane e costiere, dove il contatto umano
rimane un valore sociale importante.
Nel Centro
Italia, la situazione si presenta eterogenea. La Toscana, che nel 2005 mostrava
un livello piuttosto alto di 29,5, subisce un calo di oltre 4 punti, arrivando
a 25,4 nel 2023. L’Umbria, invece, evidenzia una stabilità sorprendente: parte
da 26,7 e chiude a 27,5, con un leggero aumento di quasi il 3%. Questa regione,
caratterizzata da un tessuto sociale coeso e da centri urbani di piccole
dimensioni, sembra aver mantenuto viva la dimensione comunitaria delle
relazioni, preservando un equilibrio tra modernità e tradizione. Le Marche, al
contrario, registrano una riduzione da 24,3 a 21, con una perdita del 13,5%.
Ciò conferma una tendenza al progressivo indebolimento dei legami amicali nelle
aree intermedie del Paese, dove la crisi economica e la mobilità lavorativa
hanno reso più difficile mantenere relazioni stabili e continuative.
Il Lazio offre
un quadro in chiaroscuro. Nel 2005 la soddisfazione era già bassa (23,3), e nel
2023 si attesta a 22,1, con un calo del 5,1%. Roma, con la sua dimensione
metropolitana, presenta caratteristiche tipiche delle grandi città europee: una
rete sociale ampia ma spesso superficiale, in cui la quantità di relazioni non
sempre corrisponde alla qualità. La difficoltà nel creare legami autentici e
duraturi in un contesto urbano complesso e competitivo si riflette nei dati,
che testimoniano un progressivo impoverimento relazionale.
Nel Mezzogiorno,
i valori sono generalmente più bassi, ma presentano alcune peculiarità
interessanti. L’Abruzzo si distingue per una certa tenuta: da 23,4 nel 2005
passa a 23,8 nel 2023, con un leggerissimo incremento dell’1,7%. Ciò indica una
stabilità che potrebbe derivare da un equilibrio tra tradizione e modernità,
tipico delle regioni appenniniche, dove le reti di prossimità restano un punto
di riferimento importante. Anche la Campania, pur partendo da valori molto
bassi (18,8 nel 2005), chiude con un leggero aumento a 19,1, pari a una
crescita dell’1,5%. Questo piccolo miglioramento suggerisce una rivalutazione
del ruolo dell’amicizia in contesti dove la comunità e la famiglia sono da
sempre centrali, e dove il legame amicale può rappresentare una forma di
supporto alternativo o complementare.
La Calabria
mostra un andamento sostanzialmente stabile, passando da 17,2 a 17, con un
leggerissimo calo. Anche in questo caso, il dato riflette l’ambivalenza del
contesto sociale: da un lato un forte radicamento dei rapporti personali,
dall’altro la difficoltà di mantenerli vivi in un territorio segnato
dall’emigrazione e dalla dispersione giovanile. In Puglia e Basilicata, invece,
si nota un calo più marcato: la prima passa da 17,8 a 16,1 (-9,5%), la seconda
da 22,8 a 19,1 (-16,2%). La perdita di coesione sociale e la riduzione delle
occasioni di incontro nei piccoli centri sembrano aver inciso negativamente
sulla qualità delle relazioni.
La Sicilia
rappresenta uno dei casi più interessanti. Nel 2005 la regione registrava 22
punti, e nel 2023 scende a 18,7, con una perdita del 15%. Il declino appare
costante e può essere interpretato alla luce di un progressivo indebolimento
delle relazioni tradizionali, dovuto a fattori come la disoccupazione, la
migrazione e la trasformazione delle abitudini sociali, che hanno ridotto le
occasioni di socialità informale. Anche la Sardegna mostra un calo moderato, da
25,2 a 22,7, con una variazione negativa del 9,9%. Ciò suggerisce che, pur
mantenendo un certo grado di coesione comunitaria, le relazioni amicali
nell’isola non siano più solide come in passato.
Il Molise e le
Marche si collocano tra le regioni che hanno perso maggior terreno: nel Molise
si passa da 21,9 a 19,1 (-12,7%), riflettendo il progressivo isolamento sociale
di una popolazione in calo demografico e in gran parte anziana. La stessa
tendenza si osserva in Basilicata, dove la diminuzione è ancora più marcata.
Nel complesso,
il dato nazionale suggerisce che la soddisfazione per le relazioni amicali ha
conosciuto una fase di contrazione tra il 2012 e il 2021, coincidente con la
crisi economica e successivamente con la pandemia da Covid-19. L’isolamento
forzato, le limitazioni alla socialità e l’aumento dell’uso di strumenti
digitali hanno profondamente modificato il modo in cui le persone si
relazionano, privilegiando connessioni virtuali rispetto a rapporti diretti e
personali. Anche se nel 2023 si osservano lievi segnali di ripresa in alcune
regioni, il quadro generale rimane di una società più frammentata e meno coesa
sul piano delle relazioni amicali.
Un aspetto
interessante emerge dal confronto con i dati relativi alla soddisfazione per le
relazioni familiari: mentre i legami di parentela hanno mostrato una maggiore
resistenza, quelli amicali risultano più fragili e sensibili ai mutamenti
sociali. Ciò può essere interpretato come un effetto dell’individualismo
crescente e della riduzione degli spazi collettivi, ma anche come un sintomo
della trasformazione dei valori sociali, in cui l’amicizia viene vissuta in
modo più fluido e meno vincolante rispetto al passato.
In definitiva, i
dati del periodo 2005-2023 raccontano un’Italia in cui le relazioni amicali si
sono progressivamente indebolite, con cali più pronunciati nelle aree
settentrionali e centrali, e una relativa stabilità nel Sud. L’amicizia, un
tempo elemento centrale della vita sociale e comunitaria, sembra oggi risentire
di una crescente precarietà affettiva e temporale. Tuttavia, nonostante il
generale calo della soddisfazione, permane un bisogno diffuso di relazioni
significative, che potrebbe trovare nuova linfa in forme di socialità più
consapevole e radicata, soprattutto nei contesti locali che mantengono vive le
reti di prossimità e solidarietà.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
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