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Brevetti e marchi nel manifatturiero: tra accelerazioni e rallentamenti in Europa

 

I dati relativi agli investimenti lordi in concessioni, brevetti, marchi e diritti simili nel settore manifatturiero per il biennio 2021-2022 offrono un quadro dettagliato della propensione delle diverse economie europee a investire in beni immateriali legati alla proprietà intellettuale. Questi valori, espressi in milioni di valuta nazionale, mostrano tendenze divergenti sia in termini di entità assoluta che di dinamica temporale, riflettendo strategie industriali, capacità di innovazione, contesto normativo e priorità di sviluppo tecnologico nei diversi paesi.

Nel 2021 la Germania si colloca nettamente al vertice, con 6.559,2 milioni investiti, a conferma del suo ruolo di potenza manifatturiera fortemente orientata alla tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale. Tuttavia, nel 2022 si registra un calo significativo, con investimenti pari a 5.346,2 milioni, pur rimanendo il valore più alto tra tutti i paesi analizzati. Questa contrazione potrebbe essere spiegata da fattori congiunturali legati all’aumento dei costi energetici, all’incertezza geopolitica e alla necessità di riallocare risorse verso altre priorità industriali, senza tuttavia intaccare la base strutturale di ricerca e innovazione tedesca.

L’Italia rappresenta uno dei casi più interessanti dell’intero set di dati, mostrando un incremento eccezionale tra il 2021 e il 2022. Si passa infatti da 2.605,7 milioni a ben 7.305,0 milioni, con una crescita quasi tripla in un solo anno. Questo salto potrebbe riflettere operazioni straordinarie di acquisizione di diritti, un’accelerazione negli investimenti legati alla digitalizzazione e alla transizione verde, o un rinnovato impegno nel proteggere innovazioni tecnologiche strategiche per la competitività internazionale. Tale dinamica indica un chiaro orientamento verso l’innovazione e la valorizzazione di asset immateriali, forse sostenuto anche da incentivi fiscali o da programmi europei mirati.

La Spagna si mantiene su valori elevati e in crescita, passando da 2.189,0 milioni nel 2021 a 2.486,9 milioni nel 2022. Questo andamento positivo suggerisce una strategia industriale che punta sempre più a consolidare e ampliare il portafoglio di diritti di proprietà intellettuale, elemento cruciale per settori come l’automotive, l’aerospaziale e l’industria farmaceutica. La continuità di crescita indica una tendenza strutturale e non episodica.

Anche il Belgio mostra valori consistenti, con 793,6 milioni nel 2021 e 808,6 milioni nel 2022, segnalando una sostanziale stabilità. Questa costanza riflette probabilmente una maturità del sistema industriale e una strategia di investimento regolare in brevetti e marchi, coerente con la presenza di settori ad alta intensità tecnologica come la chimica e la farmaceutica.

La Finlandia si colloca su livelli medio-alti, con un incremento da 1.022,0 milioni a 1.061,3 milioni. Sebbene la crescita sia moderata, il dato conferma una tradizione di attenzione alla protezione dell’innovazione, sostenuta da un tessuto industriale che integra manifattura avanzata e tecnologie digitali.

Tra i paesi che registrano una forte accelerazione vi è il Portogallo, i cui investimenti passano da 169,6 milioni nel 2021 a 287,5 milioni nel 2022. Questo aumento consistente potrebbe indicare un rafforzamento della politica industriale orientata all’innovazione e un maggior coinvolgimento delle imprese locali in processi di internazionalizzazione che richiedono una tutela più solida degli asset immateriali.

La Grecia evidenzia un raddoppio e oltre degli investimenti, passando da 148,8 milioni a 336,0 milioni. Questo balzo è particolarmente rilevante considerando il contesto economico greco e potrebbe essere legato a una fase di modernizzazione industriale e attrazione di investimenti esteri, in cui la protezione della proprietà intellettuale diventa un fattore competitivo.

Il caso dei Paesi Bassi merita una menzione speciale per l’incremento da 423,1 milioni a 1.409,8 milioni, più che triplicando gli investimenti in un solo anno. Un simile aumento può derivare da operazioni straordinarie di acquisizione di diritti, probabilmente in settori strategici come l’elettronica, la chimica avanzata e le tecnologie verdi. La natura fortemente internazionale delle imprese olandesi e la loro vocazione all’export rendono plausibile una politica più aggressiva di protezione dei marchi e delle innovazioni.

Altri paesi mostrano invece una contrazione, come l’Austria, che passa da 310,1 milioni a 204,2 milioni, segnalando una possibile pausa o ridimensionamento di progetti innovativi. Anche la Slovacchia registra un calo da 16,7 a 8,4 milioni, probabilmente legato alla conclusione di specifici programmi o alla priorità data ad altri investimenti.

Tra i paesi con valori ridotti ma in crescita si trovano la Lituania, che aumenta da 69,7 milioni a 187,6 milioni, e Malta, che sale da 1,8 milioni a 5,3 milioni. In entrambi i casi la variazione percentuale è significativa e indica una maggiore attenzione verso la protezione della proprietà intellettuale, forse in relazione allo sviluppo di settori emergenti o a nuove politiche di sostegno all’innovazione.

Cipro registra un dato disponibile solo per il 2021, pari a 25,5 milioni, mentre l’Irlanda presenta valori nulli in entrambi gli anni, un’anomalia che potrebbe essere dovuta a modalità di contabilizzazione diverse o alla concentrazione di tali investimenti in altre categorie statistiche. Estonia e Lussemburgo si mantengono su livelli molto bassi, con una leggera crescita per entrambi i paesi, ma senza incidere in modo significativo sul quadro complessivo.

La lettura comparata dei dati mette in luce come l’investimento in concessioni, brevetti, marchi e diritti simili sia un indicatore importante non solo della capacità innovativa di un paese, ma anche della sua strategia industriale e della posizione competitiva sui mercati globali. I paesi con valori elevati e in crescita, come Italia, Germania, Spagna e Paesi Bassi, sembrano puntare su un rafforzamento strutturale della propria base immateriale, fondamentale in un’economia sempre più basata sulla conoscenza e sulla tecnologia.

Il forte incremento dell’Italia e dei Paesi Bassi nel 2022 potrebbe segnalare un momento di svolta, in cui le imprese hanno accelerato l’acquisizione e la protezione di diritti per consolidare vantaggi competitivi e difendersi da un contesto internazionale caratterizzato da forte concorrenza e instabilità. Al contrario, i cali registrati in Austria e Germania potrebbero essere temporanei e legati a cicli di investimento già completati negli anni precedenti.

Questi dati suggeriscono anche implicazioni politiche rilevanti. Nei paesi in cui gli investimenti in diritti immateriali sono bassi o in diminuzione, può essere necessario introdurre misure di incentivo, come agevolazioni fiscali o programmi di sostegno alla brevettazione e alla registrazione dei marchi, per stimolare una maggiore attenzione verso questo ambito. Nei paesi già fortemente orientati all’innovazione, il focus potrebbe spostarsi sul miglioramento della qualità e della portata internazionale delle tutele, in modo da massimizzare il ritorno degli investimenti.

Nel complesso, l’analisi per il biennio 2021-2022 conferma che la proprietà intellettuale nel settore manifatturiero è un asset strategico che differenzia le economie ad alta competitività da quelle che faticano a inserirsi nelle catene globali del valore. La sua evoluzione nei prossimi anni sarà influenzata da fattori come la transizione digitale, la sostenibilità ambientale, le nuove tecnologie di produzione e la capacità dei governi di sostenere politiche industriali mirate a proteggere e valorizzare il capitale immateriale.

 

Fonte: OCSE

Link: https://data-explorer.oecd.org/vis?fs[0]=Topic%2C1%7CEconomy%23ECO%23%7CCorporate%20sector%23ECO_COR%23&pg=0&fc=Topic&bp=true&snb=43&df[ds]=dsDisseminateFinalDMZ&df[id]=DSD_SDBSBSC_ISIC4%40DF_SDBS_ISIC4&df[ag]=OECD.SDD.TPS&df[vs]=1.0&dq=A.CYP%2BMLT%2BITA%2BSVK%2BESP%2BSVN%2BPRT%2BNLD%2BLUX%2BLTU%2BLVA%2BIRL%2BGRC%2BDEU%2BFRA%2BFIN%2BEST%2BAUT%2BBEL.GFIP.C._T%2BS1T249%2BS_GE250.&pd=2018%2C&to[TIME_PERIOD]=false&vw=tb








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