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Manutenzione ferroviaria: specchio delle priorità infrastrutturali nei diversi Paesi

 

L’analisi della spesa per la manutenzione delle infrastrutture ferroviarie nel periodo 2019-2023 evidenzia come la stabilità, l’efficienza e la sicurezza del trasporto su rotaia siano strettamente legate alla continuità degli investimenti, spesso meno visibili rispetto a quelli per nuove costruzioni, ma fondamentali per garantire l’operatività quotidiana e la resilienza del sistema. La lettura dei dati mette in luce una certa regolarità nei Paesi con infrastrutture ferroviarie avanzate, ma anche forti disparità tra le economie dell’OCSE e quelle non appartenenti all’organizzazione, con quest’ultime che evidenziano spesso discontinuità, valori molto contenuti e una dipendenza più marcata da dinamiche politiche e finanziarie interne.

Tra i grandi Paesi europei, spicca l’Italia, che mostra un aumento considerevole della spesa per manutenzione ferroviaria nel triennio per cui sono disponibili i dati completi: da circa 4 miliardi di euro nel 2019 a oltre 5,2 miliardi nel 2022. Questo incremento sembra indicare un importante piano di rafforzamento della rete esistente, probabilmente legato sia agli obiettivi di miglioramento dell’efficienza che alla necessità di gestire un’infrastruttura vasta e complessa. La Francia, pur con lievi fluttuazioni, mantiene valori superiori ai 3 miliardi di euro all’anno per tutta la serie, toccando un massimo stimato di oltre 3,2 miliardi nel 2023. Questa continuità conferma il forte impegno dello Stato francese nel mantenimento dell’infrastruttura ferroviaria, soprattutto in vista dell'espansione e modernizzazione delle linee ad alta velocità e regionali.

La Germania non è presente nel set di dati, ma altri Paesi con solide tradizioni ferroviarie, come l’Austria, il Belgio, i Paesi Bassi e la Svizzera, mostrano tutti una dinamica interessante. L’Austria cresce progressivamente da 569 milioni a 634 milioni nel quinquennio, evidenziando un impegno costante e proporzionato alla dimensione della rete nazionale. Il Belgio, invece, mostra una leggera decrescita iniziale, passando da 320 milioni nel 2019 a 303 milioni nel 2021, per poi recuperare fino a 366 milioni nel 2023. Questa dinamica potrebbe essere il riflesso di cicli di intervento programmati, dove le spese oscillano a seconda delle necessità annuali o della conclusione di specifici programmi manutentivi. I Paesi Bassi mostrano un andamento più costantemente crescente, con un salto da circa 880 milioni nel 2019 a oltre 1,13 miliardi nel 2023, un dato che testimonia una politica infrastrutturale molto attenta alla manutenzione. La Svizzera, notoriamente efficiente nella gestione ferroviaria, passa da circa 477 milioni a quasi 673 milioni nello stesso periodo, dimostrando un rafforzamento delle attività di manutenzione che potrebbe essere correlato alla crescente pressione sul sistema ferroviario legata a una mobilità interna ed esterna molto sviluppata.

Altri Paesi nordici, come Finlandia, Svezia e Norvegia, offrono esempi di stabilità. La Finlandia mostra una crescita lenta ma costante, da 252 milioni a 302 milioni, mentre la Svezia si muove da 665 a quasi 820 milioni, con incrementi regolari che suggeriscono una pianificazione a lungo termine. Anche la Norvegia evidenzia un’evoluzione positiva, pur con una leggera flessione nel 2023 rispetto all’anno precedente, segno forse di una ricalibrazione del budget o della conclusione di cicli di lavori straordinari.

La Polonia è tra i Paesi che più chiaramente investono in modo crescente nella manutenzione ferroviaria, passando da circa 916 milioni nel 2019 a oltre 1,2 miliardi nel 2023. Questo aumento del 30% in cinque anni riflette un più ampio processo di modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie del Paese, in parte legato al sostegno finanziario dell’Unione Europea e alla necessità di adeguare la rete alle nuove esigenze logistiche regionali e internazionali. Anche la Repubblica Ceca mostra un andamento simile, con una spesa che oscilla ma alla fine cresce, passando da circa 782 milioni a quasi 867 milioni, con un picco negativo nel 2022 probabilmente dovuto a fattori economici transitori o a un rallentamento nei cantieri durante la pandemia.

L’Irlanda e la Slovenia si collocano su livelli decisamente inferiori, ma mostrano tendenze diverse. L’Irlanda registra un aumento graduale da 239 milioni a 271 milioni, mentre la Slovenia resta piuttosto stabile, con valori che oscillano tra i 99 e i 142 milioni. Similmente, i Paesi baltici mostrano dinamiche contrastanti: la Lituania è sostanzialmente stabile, con valori intorno ai 160 milioni fino al 2022 e una leggera flessione nel 2023, mentre la Lettonia si riduce progressivamente da 113 milioni a 96 milioni, segno di un possibile sottofinanziamento o ridefinizione delle priorità infrastrutturali.

Al di fuori dell’Unione Europea, la Turchia mostra una crescita rilevante della spesa manutentiva, da circa 209 milioni nel 2019 a quasi 280 milioni nel 2023. Questo trend positivo si inserisce in un quadro più ampio di potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria turca, che ha visto anche consistenti investimenti nella costruzione di nuove linee negli ultimi anni. La Corea del Sud riporta dati solo per il 2019, con oltre 1,6 miliardi spesi, un valore che segnala un impegno forte ma difficile da collocare in una traiettoria senza dati successivi.

Tra i Paesi anglosassoni, il Regno Unito spicca con una spesa eccezionale di oltre 6,9 miliardi di euro nel solo 2019. Si tratta di una cifra molto alta rispetto al resto dei Paesi, il che riflette probabilmente sia la vastità e complessità della rete ferroviaria britannica, sia l'urgenza di interventi di manutenzione dovuti a decenni di sottoinvestimenti strutturali. Tuttavia, l’assenza di dati successivi non consente una valutazione dell’andamento nel tempo. Il Canada, con un solo dato disponibile (848 milioni nel 2019), si colloca in una fascia intermedia, mentre la Nuova Zelanda, pur con cifre decisamente più basse, mostra una dinamica crescente, da circa 80 milioni a oltre 117 milioni, segno di un impegno progressivo nella manutenzione ferroviaria.

Passando ai Paesi non appartenenti all’OCSE, la differenza è marcata sia in termini assoluti che nella regolarità degli investimenti. L’Azerbaigian e la Serbia, ad esempio, presentano cifre estremamente ridotte, anche inferiori ai 30 milioni annui, con oscillazioni evidenti e spesso non giustificate da trend strutturali, ma da contingenze politiche o da capacità di bilancio limitate. La Moldova, in particolare, mostra zero spesa per tutti gli anni considerati, un dato che evidenzia una situazione di forte criticità nel settore ferroviario o una totale assenza di trasparenza nei dati. Al contrario, l’Uzbekistan riporta valori tra i 58 e i 65 milioni nei primi tre anni del periodo, senza tuttavia offrire dati aggiornati. La Bulgaria e la Croazia offrono invece un quadro leggermente più rassicurante, con cifre che oscillano tra i 30 e i 100 milioni, ma senza una chiara tendenza alla crescita. I numeri della Macedonia del Nord restano estremamente bassi, mentre la Georgia, il Liechtenstein e Malta non offrono dati sufficienti per un'analisi.

Nel complesso, i dati indicano che la manutenzione ferroviaria è una voce di bilancio solida e pianificata nei Paesi economicamente più avanzati, mentre resta instabile e talvolta trascurata in quelli con economie meno sviluppate. La sua importanza strategica, tuttavia, è crescente ovunque, anche in relazione alla crescente pressione sulle reti esistenti, alla necessità di garantire la sicurezza del trasporto ferroviario e all'obiettivo comune di promuovere una mobilità sostenibile. In questo senso, i Paesi che oggi investono in modo regolare e crescente nella manutenzione ferroviaria stanno costruendo una base solida per affrontare le sfide future del settore, sia in termini ambientali che di efficienza logistica.

 

Fonte: OCSE

Link: https://data-explorer.oecd.org/vis?lc=en&pg=0&snb=62&vw=tb&df[ds]=dsDisseminateFinalDMZ&df[id]=DSD_INFRINV%40DF_INFRINV&df[ag]=OECD.ITF&df[vs]=1.0&dq=.A.MNT%2BINV.EUR.AIR%2BMAR%2BMOTORWAYS%2BIWW%2BROAD%2BRAIL.V&lom=LASTNPERIODS&lo=5&to[TIME_PERIOD]=false

 

 


 

 

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