domenica 8 dicembre 2024

Le entrate da anticipazioni da istituto nei bilanci dei comuni italiani per regione

 

Le entrate da anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere rappresentano una forma di finanziamento temporaneo che gli enti pubblici possono utilizzare per far fronte a esigenze di liquidità immediate e momentanee. Queste anticipazioni consistono in prestiti concessi dal tesoriere o cassiere dell'ente, generalmente un istituto di credito, con l'obiettivo di coprire squilibri temporanei di cassa derivanti dal disallineamento tra entrate e uscite correnti. Questa tipologia di finanziamento è disciplinata da normative specifiche che definiscono limiti, modalità di accesso e tempistiche per il rimborso. Le anticipazioni devono essere restituite entro l’esercizio finanziario in corso e non possono essere utilizzate per coprire deficit strutturali o spese straordinarie, essendo finalizzate esclusivamente a garantire la continuità operativa dell'ente. Dal punto di vista gestionale, il ricorso alle anticipazioni implica un costo in termini di interessi passivi, che varia in base alle condizioni contrattuali con l’istituto tesoriere e al tasso di interesse applicato. Pertanto, è fondamentale che gli enti limitino l’uso di questo strumento, riservandolo a situazioni contingenti e non pianificate, per evitare di compromettere l’equilibrio finanziario complessivo. Le anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere svolgono un ruolo cruciale nel garantire la capacità dell’ente di rispettare gli impegni finanziari a breve termine, come il pagamento di fornitori o stipendi, riducendo il rischio di interruzioni nei servizi pubblici essenziali. Tuttavia, la loro gestione richiede una pianificazione accurata per minimizzare i costi e prevenirne un uso improprio.

Le entrate da anticipazioni da istituto nei bilanci dei comuni italiani per regione nel 2022. I dati relativi alle entrate per regione evidenziano significative disparità territoriali, sia in termini di valori pro capite che di valori medi per comune. Queste differenze riflettono una molteplicità di fattori, tra cui la densità demografica, il numero e la dimensione dei comuni, nonché le politiche di gestione finanziaria adottate dalle amministrazioni regionali. La Sicilia emerge come la regione con i valori più elevati, registrando 225,17 euro pro capite e 2.761.052,40 euro per comune. Questi numeri evidenziano l'importanza di risorse significative per sostenere una regione caratterizzata da una popolazione ampia e da un numero consistente di comuni. Il Lazio segue con un valore pro capite di 63,36 euro e un valore per comune di 958.834,98 euro, dove la centralità di Roma influisce pesantemente sui dati complessivi, considerando le esigenze finanziarie di una delle città più grandi e complesse del Paese. Le Marche presentano un altro caso interessante, con valori molto alti sia pro capite (218,39 euro) sia per comune (1.440.840,19 euro). Questo dato suggerisce una forte attenzione alla distribuzione di risorse per il territorio, forse legata a esigenze infrastrutturali o a progetti specifici. Al contrario, regioni come il Trentino-Alto Adige e l’Emilia-Romagna registrano valori pro capite e per comune tra i più bassi. Per esempio, il Trentino-Alto Adige si attesta a soli 4,50 euro pro capite e 17.274,69 euro per comune, segnalando un limitato ricorso a risorse straordinarie, probabilmente per la capacità di autosostenersi con entrate correnti o altre forme di finanziamento. Al Sud, la Calabria e la Campania mostrano valori significativi. La Calabria si distingue per un valore pro capite di 122,19 euro e un valore per comune di 555.938,35 euro, evidenziando un forte ricorso a risorse straordinarie per far fronte alle necessità di una regione con problemi strutturali. La Campania, invece, con 67,05 euro pro capite e 681.521,29 euro per comune, sottolinea una distribuzione più uniforme delle risorse. Regioni come il Piemonte, con 25,44 euro pro capite e 91.698,18 euro per comune, e la Lombardia, con 13,15 euro pro capite e 87.747,95 euro per comune, rappresentano un approccio moderato alla gestione delle risorse, riflettendo una minore dipendenza da entrate straordinarie. Un caso unico è rappresentato dal Friuli Venezia Giulia, che registra valori nulli sia pro capite che per comune. Questo potrebbe essere indicativo di politiche finanziarie autonome o di un utilizzo limitato di risorse straordinarie per finanziare i propri progetti. In sintesi, i dati rivelano una significativa variabilità nelle strategie regionali di gestione delle risorse, influenzate da fattori socio-economici, demografici e infrastrutturali. Questa diversità sottolinea le sfide e le priorità differenziate delle amministrazioni locali italiane.

 Regioni

 Dati dei comuni aggregati

Per Capita

Per Comune

Piemonte

108.203.850,00 €

25,44 €

91.698,18 €

Valle d’Aosta

40.706.280,08 €

330,90 €

550.084,87 €

Liguria

95.688.780,00 €

63,42 €

408.926,41 €

Lombardia

131.797.414,00 €

13,15 €

87.747,95 €

Trentino Alto Adige

4.871.462,00 €

4,50 €

17.274,69 €

Veneto

31.789.535,00 €

6,55 €

56.767,03 €

Friuli Venezia Giulia

 0,00 €

0,00 €

0,00 €

Emilia Romagna

21.302.892,00 €

4,78 €

64.554,22 €

Toscana

95.371.094,00 €

26,02 €

349.344,67 €

Umbria

47.604.168,00 €

55,72 €

517.436,61 €

Marche

324.189.041,92 €

218,39 €

1.440.840,19 €

Lazio

362.439.623,00 €

63,36 €

958.834,98 €

Abruzzo

71.974.920,00 €

56,67 €

235.983,34 €

Molise

3.162.402,00 €

10,93 €

23.252,96 €

Campania

374.836.712,00 €

67,05 €

681.521,29 €

Puglia

101.056.247,00 €

25,98 €

393.214,97 €

Basilicata

25.579.950,00 €

47,94 €

195.266,79 €

Calabria

224.599.092,00 €

122,19 €

555.938,35 €

Sicilia

1.079.571.490,05 €

225,17 €

2.761.052,40 €

Sardegna

21.405.536,00 €

13,64 €

56.778,61 €

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. La clusterizzazione delle regioni italiane basata sui dati relativi alle entrate pro capite e per comune evidenzia due cluster distinti, che riflettono approcci e condizioni differenti nella gestione e distribuzione delle risorse. Questa suddivisione mette in luce come le regioni si distinguano in base alla concentrazione delle risorse a livello territoriale e per abitante. Il Cluster 0 comprende la maggior parte delle regioni italiane, con un totale di 17 su 20. Questo gruppo include regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, che, pur essendo economicamente rilevanti, mostrano valori moderati di entrate sia pro capite che per comune. Per esempio, la Lombardia, con 13,15 euro pro capite e 87.747,95 euro per comune, riflette un approccio prudente alla gestione delle risorse, coerente con la sua elevata densità demografica e complessità amministrativa. All’interno di questo cluster troviamo anche regioni meno popolose come il Trentino-Alto Adige e il Molise, che registrano i valori più bassi, rispettivamente 4,50 euro e 10,93 euro pro capite, e 17.274,69 euro e 23.252,96 euro per comune. Questi dati suggeriscono un limitato utilizzo di risorse straordinarie in queste regioni. Il Cluster 0 include anche regioni del Sud come Campania e Calabria. La Campania, con 67,05 euro pro capite e 681.521,29 euro per comune, rappresenta il valore più alto all'interno del cluster. Questo riflette una distribuzione più significativa delle risorse rispetto ad altre regioni dello stesso gruppo, probabilmente per far fronte a esigenze socio-economiche complesse. Il Cluster 1 si distingue per la presenza di sole tre regioni: Valle d’Aosta, Marche e Sicilia. Queste regioni presentano valori eccezionalmente alti, sia pro capite che per comune. La Sicilia, con 225,17 euro pro capite e 2.761.052,40 euro per comune, si posiziona come un caso eccezionale, probabilmente dovuto alla necessità di finanziare interventi straordinari su un vasto territorio caratterizzato da una popolazione ampia. Allo stesso modo, le Marche e la Valle d’Aosta registrano valori significativi, con rispettivamente 218,39 euro e 330,90 euro pro capite e 1.440.840,19 euro e 550.084,87 euro per comune. Questo riflette un approccio orientato a una distribuzione intensiva delle risorse, potenzialmente legata a particolari condizioni locali o a strategie di investimento mirate. In sintesi, il Cluster 0 rappresenta la maggioranza delle regioni italiane, con una distribuzione più moderata delle risorse, mentre il Cluster 1 evidenzia regioni con esigenze o priorità particolarmente elevate. La diversità tra i due gruppi sottolinea le differenze nelle politiche regionali e nelle caratteristiche territoriali, fornendo un utile strumento per comprendere le dinamiche economiche e amministrative su scala regionale.





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