Le entrate extratributarie nei bilanci dei comuni
italiani rappresentano una fonte significativa di finanziamento e derivano da
attività non collegate direttamente alla fiscalità. Queste includono ricavi da
vendite di beni, servizi e gestione patrimoniale, nonché proventi legati al
controllo e alla repressione di illeciti, oltre a interessi attivi e altre
forme di reddito da capitale. Una componente importante è costituita dalle
entrate derivanti dalla vendita di beni e servizi e dalla gestione dei beni comunali. Questi ricavi includono la
vendita di beni di proprietà pubblica, i proventi per l’erogazione di servizi
locali (come asili nido, trasporti o mense scolastiche) e i redditi da affitti,
concessioni o utilizzi di beni comunali. Un'altra categoria rilevante riguarda
i proventi
derivanti da sanzioni e illeciti, come multe stradali o
sanzioni amministrative. Questi fondi possono provenire da famiglie, imprese o
altre istituzioni sociali e riflettono l'attività di controllo del territorio. Gli
interessi attivi
e i redditi da capitale comprendono guadagni su investimenti,
dividendi e rendimenti da fondi comuni. Infine, i rimborsi e altre entrate
correnti includono indennizzi assicurativi, rimborsi di spese e
altri ricavi straordinari. Complessivamente, le entrate extratributarie
rappresentano un importante complemento alle risorse tributarie, ampliando la
capacità finanziaria dei comuni italiani. I dati fanno riferimento al periodo
2022. I dati sono stati prodotti dall’Istat.
Le entrate
extratributarie nei bilanci dei comuni italiani per regione nel 2022. Le
entrate extratributarie nei bilanci dei comuni italiani nel 2022 mostrano
notevoli differenze tra le regioni, riflettendo le peculiarità economiche,
demografiche e amministrative di ciascun territorio. Questi dati evidenziano il
peso di queste entrate nella capacità finanziaria locale, variando
significativamente sia in termini assoluti che pro capite e per comune. La
Valle d’Aosta emerge come un caso straordinario, con entrate extratributarie
per abitante molto elevate (3.919 euro pro capite) e un valore per comune
superiore a 6,5 milioni di euro. Questo risultato è attribuibile alla bassa
densità demografica e alla natura autonoma della regione, che le consente di
trattenere una parte rilevante delle risorse generate. Anche il Trentino-Alto
Adige si distingue, con 622 euro pro capite e circa 2,39 milioni per comune,
confermando l’effetto positivo dello statuto speciale e della gestione dei beni
locali su larga scala. La Lombardia presenta il valore assoluto più alto, con
oltre 3,17 miliardi di euro, pari a 316 euro pro capite. Questo dato riflette
l'importanza economica della regione, la diversificazione delle sue attività e
la gestione di beni e servizi su vasta scala. Tuttavia, il valore per comune
(2,11 milioni di euro) evidenzia una distribuzione ampia, compatibile con il
numero elevato di comuni lombardi. Regioni a statuto ordinario come il
Piemonte, il Veneto e l'Emilia-Romagna mostrano un equilibrio tra valore
assoluto, pro capite e per comune. Il Piemonte registra 240 euro pro capite,
con un totale di circa 865 mila euro per comune, segno di un buon contributo
delle entrate extratributarie alla gestione locale. Il Veneto, con 220 euro pro
capite e circa 1,9 milioni per comune, conferma una gestione efficiente, mentre
l’Emilia-Romagna si distingue con 255 euro pro capite e un valore elevato per
comune di oltre 3,4 milioni, dovuto a economie di scala e alla capacità
amministrativa. La Toscana e il Lazio si collocano tra le regioni con entrate
extratributarie rilevanti sia in termini pro capite sia per comune. La Toscana
registra 341 euro pro capite e 4,58 milioni per comune, riflettendo una
gestione ben diversificata di beni e servizi. Il Lazio, con 270 euro pro capite
e 4,09 milioni per comune, beneficia della centralità di Roma e delle sue
complesse esigenze amministrative, che includono la gestione di beni culturali
e servizi turistici. Al Sud, i dati riflettono una minore incidenza delle
entrate extratributarie. Regioni come la Campania e la Sicilia mostrano valori
pro capite inferiori (rispettivamente 168,54 e 168,26 euro), ma con valori
assoluti elevati, dovuti all'ampia popolazione. La Puglia si distingue per un
valore pro capite particolarmente basso (121 euro), segnalando una scarsa
valorizzazione dei beni locali e una minore autonomia finanziaria. La Sardegna
e la Basilicata presentano caratteristiche simili, con valori pro capite
rispettivamente di 170 e 178 euro, ma con un valore per comune
significativamente più basso rispetto a regioni con strutture amministrative
più avanzate. La Calabria, con 230 euro pro capite, si posiziona meglio
rispetto ad altre regioni del Sud, suggerendo una maggiore capacità di generare
entrate da beni e servizi. Le regioni più piccole come il Molise e l’Umbria
presentano valori relativamente equilibrati, con pro capite di 237 e 212 euro
rispettivamente. Tuttavia, i valori assoluti e per comune restano limitati
rispetto a realtà più grandi. In sintesi, le entrate extratributarie
evidenziano differenze marcate tra Nord, Centro e Sud Italia. Le regioni
autonome e quelle economicamente avanzate sfruttano meglio le risorse locali,
con proventi significativi da beni, servizi e sanzioni. Al contrario, le
regioni meridionali, pur beneficiando di popolazioni più numerose, mostrano una
minore capacità di valorizzazione patrimoniale e una maggiore dipendenza da
altre fonti di entrate. Questi dati sottolineano la necessità di politiche
mirate a migliorare l’efficienza nella gestione delle entrate extratributarie,
specialmente nelle aree meno sviluppate, per garantire una maggiore equità e
sostenibilità nei bilanci comunali.
ENTRATE EXTRATRIBUTARIE |
||||
Regioni
|
Valore
Assoluto |
Per
Capita |
Per
Comune |
|
Piemonte
|
1.021.037.517,00 € |
240,10 € |
865.286,03 € |
|
Valle
d’Aosta |
482.113.729,00 € |
3.919,05 € |
6.515.050,39 € |
|
Liguria |
55.902.000,00 € |
37,05 € |
238.897,44 € |
|
Lombardia |
3.171.609.380,00 € |
316,51 € |
2.111.590,80 € |
|
Trentino
Alto Adige |
673.611.007,00 € |
622,49 € |
2.388.691,51 € |
|
Veneto |
1.068.520.341,00 € |
220,22 € |
1.908.072,04 € |
|
Friuli
Venezia Giulia |
303.461.177,00 € |
253,77 € |
1.411.447,33 € |
|
Emilia
Romagna |
1.138.051.769,00 € |
255,44 € |
3.448.641,72 € |
|
Toscana
|
1.251.247.302,00 € |
341,42 € |
4.583.323,45 € |
|
Umbria |
181.713.916,00 € |
212,69 € |
1.975.151,26 € |
|
Marche |
368.143.405,00 € |
248,00 € |
1.636.192,91 € |
|
Lazio |
1.546.253.334,00 € |
270,31 € |
4.090.617,29 € |
|
Abruzzo |
315.919.912,00 € |
248,76 € |
1.035.802,99 € |
|
Molise
|
68.658.605,00 € |
237,23 € |
504.842,68 € |
|
Campania |
942.137.862,00 € |
168,54 € |
1.712.977,93 € |
|
Puglia |
472.694.367,00 € |
121,51 € |
1.839.277,69 € |
|
Basilicata |
95.052.006,00 € |
178,12 € |
725.587,83 € |
|
Calabria |
423.917.351,00 € |
230,62 € |
1.049.300,37 € |
|
Sicilia |
806.711.966,80 € |
168,26 € |
2.063.201,96 € |
|
Sardegna |
267.672.264,00 € |
170,51 € |
710.006,01 € |
|
Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con
il coefficiente Silhouette. L’analisi delle entrate extratributarie
dei comuni italiani tramite l’algoritmo di clusterizzazione k-Means evidenzia
differenze significative tra le regioni, mostrando come ciascuna partecipi a
uno dei cluster in base a parametri chiave come il valore assoluto delle
entrate, il valore pro capite e il valore per comune. Questa segmentazione
offre uno spaccato delle diverse dinamiche amministrative, economiche e
territoriali del Paese. Il Cluster 0 include la maggior parte
delle regioni, come Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto,
Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Questo
cluster rappresenta regioni con valori moderati sia in termini assoluti sia pro
capite. La Lombardia, pur registrando il valore assoluto più elevato del
cluster (3,17 miliardi di euro), si distingue per valori pro capite più
contenuti, coerenti con la vasta popolazione. Allo stesso modo, il
Trentino-Alto Adige e l’Emilia-Romagna, pur appartenendo al cluster, mostrano
una maggiore capacità di generare entrate per comune, riflettendo economie di
scala e una gestione efficiente. La Toscana si distingue per i suoi alti valori
per comune, mentre regioni come la Puglia e la Campania, pur appartenendo allo
stesso cluster, presentano valori pro capite più bassi, indicando una minore
capacità di sfruttare le entrate extratributarie. Il Cluster 1
si distingue nettamente e include un’unica regione, la Valle d’Aosta, che
emerge come un caso anomalo grazie ai suoi valori straordinariamente alti sia
pro capite (3.919 euro) sia per comune (oltre 6,5 milioni di euro). Questo
risultato riflette la natura autonoma della regione, la bassa densità
demografica e l’elevata capacità di valorizzazione dei beni pubblici e delle
risorse locali. La Valle d’Aosta beneficia di una gestione patrimoniale e
finanziaria che le consente di ottenere risultati molto superiori rispetto a
qualsiasi altra regione. Il grafico che rappresenta i cluster mostra
chiaramente la distanza della Valle d’Aosta rispetto al resto delle regioni,
con parametri molto più elevati. Al contrario, le altre regioni mostrano una
distribuzione più uniforme, con variazioni significative ma senza distaccarsi
in modo estremo come nel caso della Valle d’Aosta. Questa analisi sottolinea le
differenze strutturali tra le regioni italiane. Le regioni più grandi e
popolose tendono a ottenere valori assoluti più alti, mentre quelle più piccole,
come la Valle d’Aosta, possono ottenere risultati pro capite e per comune
significativamente superiori. La clusterizzazione riflette la complessità del
sistema amministrativo e fiscale italiano, evidenziando la necessità di
politiche mirate per migliorare l’efficienza nelle regioni meno performanti e
sostenere quelle con maggiore potenziale.
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