La voce contabile "Chiusura anticipazioni
ricevute da istituto tesoriere/cassiere" nei bilanci dei comuni italiani
rappresenta l'operazione con cui l’ente locale restituisce le somme ricevute in
anticipo dal tesoriere o cassiere per far fronte a temporanee esigenze di
liquidità. Le anticipazioni di tesoreria sono uno strumento finanziario
previsto che consente ai comuni di coprire temporanei disallineamenti tra
entrate e uscite senza compromettere la continuità nell’erogazione dei servizi.
Queste anticipazioni, di norma, sono vincolate a un importo massimo pari ai tre
dodicesimi delle entrate correnti accertate nel penultimo esercizio e devono
essere restituite entro l'anno finanziario in cui sono state erogate. La
chiusura delle anticipazioni si verifica quando il comune riesce a ripristinare
le somme anticipate, registrando così l'estinzione del debito contratto con
l'istituto tesoriere o cassiere. È un indicatore importante della salute
finanziaria dell’ente, poiché un uso frequente o tardivo di tali anticipazioni
può segnalare una difficoltà nella gestione di cassa o squilibri strutturali
nel bilancio. La corretta gestione delle anticipazioni e la loro tempestiva
chiusura sono cruciali per garantire la sostenibilità finanziaria del comune e
il rispetto dei principi di trasparenza e responsabilità amministrativa. I dati
sono stati acquisiti dall’Istat, fanno riferimento al 2022, e sono aggregati
per livello regionale.
La chiusura
anticipazioni ricevute da istituto tesoriere nei bilanci dei comuni italiani
per regione nel 2022. L'analisi dei
dati relativi alla chiusura delle anticipazioni ricevute da istituti tesorieri
o cassieri nei bilanci comunali, aggregata per regione, evidenzia profonde
disparità tra le diverse aree del Paese, sia in termini assoluti che relativi.
La Sicilia emerge nettamente con un valore aggregato di oltre 1 miliardo di
euro, pari a 225,49 euro pro capite e 0,58 euro per comune. Questo dato
evidenzia un ricorso massiccio alle anticipazioni di tesoreria, probabilmente
dovuto a difficoltà nella gestione della liquidità dei comuni siciliani, che si
trovano a dover chiudere somme ingenti. La Calabria si colloca al secondo posto
per incidenza pro capite, con 121,92 euro, evidenziando anch'essa un
significativo utilizzo di questo strumento, seguito dalla Campania con 67,05
euro pro capite. Le regioni meridionali, quindi, mostrano una tendenza più
marcata a fare ricorso alle anticipazioni, con valori aggregati elevati, come
nel caso della Campania (374,8 milioni di euro). Questo potrebbe essere
indicativo di una maggiore difficoltà nel garantire una gestione equilibrata
delle risorse finanziarie. Al Centro, il Lazio presenta valori considerevoli,
con un totale di 362,2 milioni di euro, corrispondente a 63,32 euro pro capite
e 0,17 euro per comune. Anche l’Umbria, pur avendo un valore aggregato più
contenuto (47,6 milioni di euro), si distingue per un’incidenza pro capite di
55,72 euro, segno di un utilizzo significativo dell’istituto dell’anticipazione
da parte dei comuni di questa regione. Al Nord, regioni come la Lombardia e il
Veneto registrano valori aggregati più bassi in proporzione alla loro
popolazione. La Lombardia, con 131,9 milioni di euro e un’incidenza pro capite
di 13,17 euro, mostra una gestione finanziaria più contenuta rispetto a regioni
come la Liguria, che con 95,7 milioni di euro raggiunge 63,43 euro pro capite.
Questo potrebbe essere attribuibile a una maggiore solidità finanziaria
complessiva dei comuni settentrionali, che potrebbero non avere bisogno di
ricorrere frequentemente alle anticipazioni. Le regioni autonome come la Valle
d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia registrano valori pari a zero, indicando che
i loro comuni non hanno fatto ricorso a tale strumento. Questo potrebbe
riflettere una particolare capacità di pianificazione finanziaria o l’accesso a
fondi alternativi. L’Emilia-Romagna e la Toscana, pur appartenendo al
Centro-Nord, si distinguono per un’incidenza non trascurabile, con valori pro
capite rispettivamente di 4,78 e 26,02 euro. La Toscana, in particolare, con un
aggregato di 95,3 milioni di euro, mostra un utilizzo maggiore rispetto a
regioni come il Veneto. Complessivamente, i dati evidenziano che le regioni
meridionali e insulari tendono a fare maggiore affidamento sulle anticipazioni
di tesoreria rispetto a quelle del Centro-Nord. Questo fenomeno potrebbe essere
legato a difficoltà strutturali di liquidità o a un maggiore carico finanziario
derivante dalla necessità di coprire spese immediate. Tuttavia, valori elevati
e ricorsi frequenti a questo strumento potrebbero segnalare criticità nella
pianificazione finanziaria e necessità di supporto strutturale per garantire la
sostenibilità economica dei comuni più vulnerabili.
Chiusura anticipazioni ricevute da istituto
tesoriere/cassiere |
|||
Regione |
Aggregato
per Regione |
Per Capita |
Per Comune |
Piemonte |
108.203.850,00 € |
25,44 € |
0,02 € |
Valle
d'Aosta |
0,00 € |
0,00 € |
0,00 € |
Liguria |
95.713.687,00 € |
63,43 € |
0,27 € |
Lombardia |
131.954.859,00 € |
13,17 € |
0,01 € |
Trentino
Alto Adige |
4.871.462,00 € |
4,50 € |
0,02 € |
Veneto |
31.789.535,00 € |
6,55 € |
0,01 € |
Friuli
Venezia Giulia |
0,00 € |
0,00 € |
0,00 € |
Emila
Romagna |
21.302.892,00 € |
4,78 € |
0,01 € |
Toscana |
95.371.094,00 € |
26,02 € |
0,10 € |
Umbria |
47.604.168,00 € |
55,72 € |
0,61 € |
Marche |
16.539.446,00 € |
11,14 € |
0,05 € |
Lazio |
362.222.083,00 € |
63,32 € |
0,17 € |
Abruzzo |
74.147.060,00 € |
58,39 € |
0,19 € |
Molise |
3.162.402,00 € |
10,93 € |
0,08 € |
Campania |
374.836.712,00 € |
67,05 € |
0,12 € |
Puglia |
101.099.950,00 € |
25,99 € |
0,10 € |
Basilicata |
25.579.950,00 € |
47,94 € |
0,37 € |
Calabria |
224.114.236,00 € |
121,92 € |
0,30 € |
Sicilia |
1.081.133.125,05 € |
225,49 € |
0,58 € |
Sardegna |
21.405.536,00 € |
13,64 € |
0,04 € |
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. L'analisi
dei dati sulla chiusura delle anticipazioni ricevute da istituti
tesorieri/cassieri attraverso la clusterizzazione evidenzia differenze
significative nella gestione finanziaria dei comuni italiani, raggruppati in
base a valori aggregati, pro capite e per comune. La clusterizzazione ha
individuato due gruppi principali, che riflettono approcci distinti al ricorso
a tali strumenti finanziari. Il primo cluster comprende la maggior parte delle
regioni italiane, inclusi grandi protagonisti come Lombardia, Piemonte, Liguria
e Lazio. Queste regioni presentano valori aggregati che, seppur variabili,
rimangono relativamente gestibili in proporzione alla loro popolazione e al
numero di comuni. Ad esempio, il Piemonte e la Liguria mostrano un
significativo ricorso a queste anticipazioni, come indicato dai valori pro
capite di 25,44 e 63,43 euro rispettivamente. Tuttavia, il valore per comune
rimane contenuto, indicando che l’indebitamento è distribuito in maniera
capillare tra i vari enti locali. La Lombardia, con il valore aggregato più
elevato di questo cluster (oltre 131 milioni di euro), mantiene un’incidenza
pro capite e per comune molto bassa, riflettendo un’efficiente capacità di
gestione finanziaria e una ridotta dipendenza da strumenti di emergenza. In
netto contrasto, il secondo cluster è rappresentato esclusivamente dalla
Sicilia, che si distingue per un valore aggregato estremamente elevato, pari a
oltre un miliardo di euro, e un'incidenza pro capite di 225,49 euro. Questi
numeri indicano una significativa difficoltà dei comuni siciliani nel gestire
la liquidità, che li costringe a un ricorso massiccio alle anticipazioni di
tesoreria. Il valore per comune, pari a 0,58 euro, suggerisce che, pur essendo distribuito,
l’ammontare complessivo dell’indebitamento supera di gran lunga quello delle
altre regioni. Questo scenario può essere attribuito a sfide strutturali nella
pianificazione finanziaria locale, accentuate da problematiche economiche e
amministrative specifiche dell’isola. L'analisi mette in evidenza una chiara
polarizzazione tra le regioni con una gestione più equilibrata e quelle con
difficoltà strutturali. Le regioni del primo cluster sembrano utilizzare le
anticipazioni come strumento temporaneo, coerente con le esigenze di bilancio a
breve termine. La loro capacità di restituire tempestivamente queste somme
riflette una relativa stabilità economica e un accesso a risorse alternative.
In Sicilia, invece, il ricorso massiccio a queste anticipazioni evidenzia una
dipendenza cronica da tali strumenti, con implicazioni negative per la
sostenibilità finanziaria a lungo termine. Un elemento importante da
considerare è l’assenza di regioni autonome come Valle d'Aosta e Friuli Venezia
Giulia nei cluster con valori elevati. Queste regioni, con valori pari a zero,
dimostrano un’eccellente capacità di pianificazione finanziaria o un accesso a
risorse proprie sufficienti a coprire esigenze temporanee di liquidità. Ciò
sottolinea ulteriormente le disparità tra le regioni italiane, legate non solo
a fattori economici, ma anche alle specificità amministrative. In sintesi, la
clusterizzazione dei dati relativi alla chiusura delle anticipazioni evidenzia
una forte differenziazione nella gestione finanziaria tra le regioni italiane.
Le regioni del primo cluster mostrano una maggiore stabilità e una gestione
oculata delle risorse, mentre la Sicilia rappresenta un caso estremo di
dipendenza da strumenti finanziari straordinari, richiedendo interventi
strutturali per migliorare la sostenibilità economica locale. Questi risultati
sottolineano la necessità di politiche mirate che supportino le regioni in
maggiore difficoltà, incentivando una gestione finanziaria più sostenibile e
bilanciata.
Fonte: Istat.
Link: www.istat.it
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