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Tassi di Natalità e Mortalità delle Imprese in Italia tra il 2017 ed il 2022

 I tassi di natalità e mortalità delle imprese sono indicatori economici fondamentali per analizzare la dinamica del tessuto imprenditoriale di un territorio. Il tasso di natalità delle imprese rappresenta la proporzione di nuove attività economiche avviate rispetto al totale delle imprese esistenti in un determinato periodo di tempo. Questo indicatore riflette la capacità di un’economia di stimolare l’imprenditorialità e creare nuove opportunità di lavoro. Un tasso di natalità elevato può essere sintomo di una fase di crescita economica, innovazione e fiducia da parte degli imprenditori, mentre un tasso basso può indicare difficoltà economiche o ostacoli strutturali che limitano l’avvio di nuove attività. Il tasso di mortalità delle imprese, al contrario, misura la percentuale di imprese che cessano l'attività rispetto al totale delle imprese esistenti nello stesso periodo. Questo indicatore è strettamente legato alla vulnerabilità del contesto economico, alle condizioni di mercato e alla capacità delle imprese di affrontare sfide come la concorrenza, l'accesso al credito e i cambiamenti normativi o tecnologici. Un tasso di mortalità elevato può segnalare instabilità economica o difficoltà strutturali che rendono difficile la sopravvivenza delle attività economiche, mentre un tasso contenuto indica un contesto più favorevole alla sostenibilità imprenditoriale. L’analisi congiunta di questi due tassi offre una visione chiara del dinamismo imprenditoriale: un equilibrio tra natalità e mortalità è generalmente indicativo di un tessuto economico sano e stabile, mentre un disallineamento può rappresentare segnali di crisi o di forte espansione. Questi tassi sono influenzati da fattori macroeconomici, come le politiche economiche, e da fattori microeconomici, quali l’innovazione e la competitività, rendendoli strumenti preziosi per valutare lo stato di salute dell’economia locale e nazionale.

Tassi di mortalità e natalità in Italia tra il 2017 ed il 2022. L'analisi dei dati presentati evidenzia l'andamento di indicatori demografici ed economici, come tassi di natalità, imprese nate, tassi di mortalità, imprese cessate e il tasso netto di turnover tra il 2017 e il 2022. Il tasso di natalità mostra una graduale diminuzione, passando dal 7,2 per mille nel 2017 al minimo del 6,5 nel 2020, per poi risalire al 7,6 nel 2021 e nel 2022. Questo andamento riflette il probabile impatto della pandemia di COVID-19, che ha influenzato le dinamiche sociali ed economiche. Per quanto riguarda le imprese nate, si osserva un calo significativo dal 2017 al 2020, con una riduzione da 276.890 a 245.922. Tuttavia, il numero di nuove imprese cresce sensibilmente nel 2021 e 2022, raggiungendo rispettivamente 295.410 e 300.892, segnalando una ripresa del dinamismo economico e una maggiore fiducia imprenditoriale. I tassi di mortalità registrano un andamento variabile, con un incremento dal 7,4 per mille del 2017 al picco del 7,9 nel 2019, seguito da una riduzione costante fino al 6,5 nel 2021 e nel 2022. Questi dati riflettono possibili miglioramenti nelle condizioni sanitarie, ma anche l'effetto di lungo periodo dell'invecchiamento demografico. Il numero di imprese cessate segue un andamento altalenante: tra il 2017 e il 2019 si osserva un aumento da 283.961 a 296.665, seguito da un calo a 267.432 nel 2020, probabilmente legato alle misure di supporto economico adottate durante la pandemia. Nel 2021 e 2022 si registra una ripresa delle cessazioni, con numeri pari a 252.301 e 256.946, comunque inferiori ai livelli pre-pandemia. Il tasso netto di turnover evidenzia un saldo sfavorevole tra aperture e chiusure di imprese dal 2017 al 2020, passando da -0,2 a -0,6, segno delle difficoltà economiche accentuate dal contesto pandemico. Tuttavia, nel 2021 e 2022 il tasso diventa positivo, raggiungendo +1,1, segnalando un rilancio economico e una maggiore vitalità del tessuto imprenditoriale. Questi dati evidenziano come la pandemia abbia rappresentato un momento di forte discontinuità, con effetti negativi sul piano sia demografico sia economico nel 2020. Tuttavia, la ripresa registrata nei due anni successivi indica una forte capacità di resilienza. L'aumento delle imprese nate e il ritorno a un tasso di turnover positivo mostrano segnali incoraggianti di fiducia e rilancio. È significativo notare che il miglioramento economico non coincide con un recupero completo del tasso di natalità, rimasto inferiore ai livelli del 2017. Questo suggerisce la necessità di politiche mirate per sostenere sia la natalità sia l’imprenditorialità, elementi essenziali per garantire una crescita equilibrata e sostenibile. In sintesi, la stabilità e il miglioramento del tasso netto di turnover negli ultimi due anni rappresentano un importante segnale di ripresa, ma evidenziano anche aree in cui sono necessarie ulteriori azioni per consolidare i progressi e affrontare le sfide demografiche.

Conclusioni. I dati mostrano una tendenza significativa nell'evoluzione del bilancio tra le imprese cessate e le imprese nate in Italia dal 2017 al 2022. Nel periodo 2017-2020, il numero di imprese cessate ha costantemente superato quello delle imprese nate, indicando un saldo positivo ma preoccupante a favore delle cessazioni. Questo saldo ha subito un aumento progressivo, passando da 7.071 nel 2017 a 21.510 nel 2020, riflettendo le difficoltà crescenti per la sopravvivenza delle imprese, probabilmente dovute a un contesto economico sfavorevole, pressioni fiscali, e nel 2020, agli effetti della pandemia di COVID-19. Tuttavia, il 2021 segna un netto cambiamento di tendenza, con il saldo che diventa negativo, pari a -43.109, il che significa che per la prima volta in questo periodo, il numero di imprese nate ha superato significativamente quello delle imprese cessate. Questo fenomeno è proseguito nel 2022 con un saldo di -43.946, confermando un momento di ripresa per il tessuto imprenditoriale italiano. La ripresa nel 2021 e 2022 potrebbe essere attribuita agli sforzi di rilancio economico post-pandemia, agli incentivi pubblici, e a un miglioramento delle condizioni di mercato, che hanno stimolato la nascita di nuove attività. Questo andamento suggerisce che, nonostante le difficoltà strutturali dell’economia, c'è stato un rinnovato dinamismo imprenditoriale che merita attenzione. Il passaggio a un saldo negativo rappresenta un cambio di paradigma significativo rispetto agli anni precedenti e potrebbe indicare un'inversione di tendenza positiva per il futuro dell’economia italiana. Tuttavia, rimane fondamentale monitorare il contesto macroeconomico e le politiche di supporto alle imprese per garantire che questa ripresa sia sostenibile e possa contribuire alla crescita a lungo termine del sistema imprenditoriale del paese.





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