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Le entrate da accensione di prestiti nei bilanci dei comuni italiani per regione

 

Le entrate da accensione di prestiti rappresentano uno strumento fondamentale per gli enti pubblici, come i comuni, per finanziare progetti di investimento e coprire temporanee necessità di liquidità. Questi strumenti comprendono diverse tipologie di operazioni, tra cui l’emissione di titoli obbligazionari, accensioni di mutui e altre forme di indebitamento. I titoli obbligazionari possono essere emessi a breve o medio-lungo termine. Quelli a breve termine sono utilizzati per esigenze temporanee di cassa, mentre quelli a medio-lungo termine finanziano opere infrastrutturali o investimenti strategici. Le accensioni di prestiti a breve termine includono finanziamenti temporanei e anticipazioni, generalmente utilizzati per coprire squilibri di cassa momentanei. I mutui a medio-lungo termine sono strumenti centrali per progetti di grande portata e possono essere collegati all’attualizzazione di contributi futuri o alla copertura di obbligazioni garantite. Altre forme di indebitamento comprendono il leasing finanziario, utile per acquisire beni senza versamenti immediati, e operazioni di cartolarizzazione per ottenere liquidità tramite la cessione di crediti futuri. Pur essendo essenziali per finanziare investimenti, queste operazioni devono essere gestite con cautela, garantendo la sostenibilità del debito e rispettando i limiti normativi, per preservare la stabilità finanziaria dell’ente.

Le entrate da accensione di prestiti nei bilanci dei comuni italiani per regione nel 2022. I dati relativi alle entrate da accensione di prestiti nel 2022 evidenziano differenze significative tra le regioni italiane sia in termini di valori pro capite che di valori medi per comune. Questi indicatori forniscono una panoramica delle strategie di indebitamento adottate dalle amministrazioni locali per finanziare progetti e coprire esigenze finanziarie specifiche. Il Lazio emerge come una delle regioni con i valori più elevati, registrando 42,49 euro pro capite e 643.035,33 euro per comune. Questa cifra riflette l’importanza di Roma, dove si concentra una significativa parte delle risorse e delle necessità di investimento. La Toscana presenta un quadro simile, con 45,30 euro pro capite e un valore per comune ancora più alto, pari a 608.156,47 euro. Questi dati indicano un ricorso consistente ai prestiti, probabilmente per sostenere infrastrutture e progetti su larga scala. Le regioni con valori intermedi includono Emilia-Romagna, Marche, Liguria e Abruzzo. La Liguria registra 44,40 euro pro capite e 286.319,14 euro per comune, dimostrando un livello moderato di indebitamento rispetto alla dimensione demografica e geografica. L’Emilia-Romagna, con 28,50 euro pro capite e 384.790,38 euro per comune, evidenzia una gestione mirata, destinata a finanziare progetti strategici. Tra le regioni settentrionali, la Lombardia spicca per il volume complessivo di prestiti accesi, con 245.062.713 euro, traducendosi in 24,46 euro pro capite e 163.157,60 euro per comune. Questo dato riflette la complessità della regione, caratterizzata da un’alta densità abitativa e da grandi centri urbani che richiedono significativi investimenti infrastrutturali. Altre regioni del Nord, come Veneto e Friuli Venezia Giulia, mostrano valori pro capite più contenuti, rispettivamente 13,27 e 14,06 euro, ma con una distribuzione significativa per comune, segno di un utilizzo più contenuto ma mirato delle risorse. Nel Sud Italia, regioni come Campania e Sicilia si distinguono per un indebitamento significativo, rispettivamente con 23,15 e 18,28 euro pro capite e valori medi per comune di 235.278,00 e 224.138,10 euro. Questi dati riflettono il bisogno di finanziare interventi infrastrutturali e servizi in territori con grandi sfide economiche e sociali. Al contrario, regioni più piccole come Basilicata, Molise e Sardegna presentano valori molto bassi sia pro capite che per comune, segno di un approccio conservativo all’accensione di prestiti. Infine, il Trentino-Alto Adige si distingue per una combinazione equilibrata di 21,97 euro pro capite e 84.298,30 euro per comune, mostrando una gestione finanziaria efficiente e mirata. La Valle d’Aosta, pur con valori complessivi modesti, segue una strategia simile. In sintesi, i dati rivelano una significativa variabilità nelle politiche di accensione di prestiti, influenzata da fattori quali la densità abitativa, le dimensioni dei comuni, le priorità infrastrutturali e la capacità amministrativa delle regioni. Queste differenze sottolineano la diversità dei contesti locali e delle esigenze finanziarie in Italia.

 

 

ENTRATE DA ACCENSIONE DI PRESTITI

Regioni

Valori dei comuni aggregati in euro

Per Capita

Per Comune

Piemonte

57.298.368,00 €

13,47 €

48.557,94 €

Valle d’Aosta

554.297,00 €

4,51 €

7.490,50 €

Liguria

66.998.678,00 €

44,40 €

286.319,14 €

Lombardia

245.062.713,00 €

24,46 €

163.157,60 €

Trentino Alto Adige

23.772.122,00 €

21,97 €

84.298,30 €

Veneto

64.396.568,00 €

13,27 €

114.993,87 €

Friuli Venezia Giulia

16.817.338,00 €

14,06 €

78.220,18 €

Emilia Romagna

126.980.827,00 €

28,50 €

384.790,38 €

Toscana

166.026.716,00 €

45,30 €

608.156,47 €

Umbria

30.006.852,00 €

35,12 €

326.161,43 €

Marche

60.300.430,00 €

40,62 €

268.001,91 €

Lazio

243.067.353,00 €

42,49 €

643.035,33 €

Abruzzo

55.032.321,00 €

43,33 €

180.433,84 €

Molise

3.315.143,00 €

11,45 €

24.376,05 €

Campania

129.402.902,00 €

23,15 €

235.278,00 €

Puglia

50.301.567,00 €

12,93 €

195.725,94 €

Basilicata

6.059.343,00 €

11,35 €

46.254,53 €

Calabria

23.167.710,00 €

12,60 €

57.345,82 €

Sicilia

87.637.995,46 €

18,28 €

224.138,10 €

Sardegna

17.019.875,00 €

10,84 €

45.145,56 €

Clusterizzazione con algoritmo k-Menas ottimizzato con il coefficiente di Silhouette.  La clusterizzazione delle regioni italiane basata sulle accensioni di prestiti, considerando i valori pro capite e per comune, evidenzia una distribuzione in tre cluster distinti, che riflettono approcci diversi all'indebitamento per finanziare investimenti pubblici e progetti infrastrutturali. Il Cluster 0 raggruppa la maggior parte delle regioni, 14 su 20, evidenziando valori relativamente bassi sia per capita che per comune. Questo gruppo include regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Nonostante la loro rilevanza economica e dimensionale, queste regioni mostrano un approccio più prudente all’accensione di prestiti, privilegiando altre modalità di finanziamento o limitando il ricorso all’indebitamento. In questo cluster si trovano anche regioni del Sud come Basilicata, Calabria e Sardegna, che, sebbene con una popolazione e un numero di comuni ridotti, presentano valori medi contenuti, probabilmente a causa di limitate capacità di investimento. Il Cluster 1 comprende regioni con valori intermedi-alti, come Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Abruzzo. Queste regioni si distinguono per una combinazione di elevati valori pro capite e distribuzione per comune significativa. Ad esempio, l’Umbria registra 35,12 euro pro capite e 326.161,43 euro per comune, mentre la Liguria presenta 44,40 euro pro capite e 286.319,14 euro per comune. Questo cluster rappresenta regioni che adottano un approccio bilanciato, ricorrendo all’indebitamento per finanziare progetti rilevanti senza raggiungere i picchi delle regioni del cluster successivo. Il Cluster 2 è composto da sole due regioni, Toscana e Lazio, che emergono nettamente per i valori molto elevati sia pro capite che per comune. Il Lazio, con 42,49 euro pro capite e 643.035,33 euro per comune, si distingue per la sua necessità di sostenere Roma, una città con alta densità abitativa e complessità amministrativa. La Toscana presenta valori simili, con 45,30 euro pro capite e 608.156,47 euro per comune, riflettendo un uso intensivo dei prestiti per progetti su larga scala o per esigenze infrastrutturali significative. Questa distribuzione evidenzia come il ricorso ai prestiti sia fortemente influenzato da fattori quali densità abitativa, struttura amministrativa e priorità territoriali. Le regioni del Cluster 0 tendono a limitare l’indebitamento, mentre quelle nei Cluster 1 e 2 mostrano un approccio più attivo e strategico, con il Lazio e la Toscana che emergono come casi eccezionali. Questa varietà riflette la diversità delle priorità e capacità gestionali delle amministrazioni regionali italiane, fornendo una base utile per analisi future su come vengono finanziati gli investimenti pubblici.





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