L’Istat calcola il valore dei visitatori dei
musei e delle gallerie statali. I dati fanno riferimento al 2023 e coprono 16
delle 20 regioni italiane. Fonte: ISTAT, www.istat.it
Visitatori
dei musei e delle gallerie statali per regione nel 2023. I dati relativi ai
visitatori delle gallerie e dei musei statali nelle diverse regioni italiane
mostrano un panorama variegato, con forti concentrazioni in alcune regioni e
numeri sensibilmente più bassi in altre. La distribuzione è influenzata non
solo dalla ricchezza e notorietà del patrimonio culturale, ma anche dalla
capacità delle regioni di valorizzare e promuovere il proprio patrimonio,
nonché dall'attrattiva turistica generale. La Toscana domina nettamente la
classifica con oltre 6 milioni di visitatori, un valore che testimonia il ruolo
di questa regione come centro culturale d’eccellenza. Qui si trovano alcune
delle gallerie e musei più celebri del mondo, come la Galleria degli Uffizi e
la Galleria dell'Accademia a Firenze, che ospitano capolavori universalmente
noti. La fama internazionale di queste istituzioni, insieme al flusso costante
di turisti nazionali e internazionali, contribuisce a mantenere la Toscana al
vertice. Segue la Campania con quasi 3 milioni di visitatori, una cifra che
sottolinea il grande interesse per siti come il Museo Archeologico Nazionale di
Napoli e le straordinarie aree archeologiche di Pompei ed Ercolano. La Campania
beneficia del suo eccezionale patrimonio storico-artistico, in particolare di
quello legato all’epoca romana, oltre che dell’importante ruolo della città di
Napoli come centro culturale e turistico. Il Lazio si posiziona al terzo
posto con circa 2,5 milioni di visitatori, grazie soprattutto alla presenza di
Roma, una delle città più visitate al mondo. Le Gallerie Borghese, Palazzo
Barberini e le altre istituzioni statali della regione attraggono un pubblico
vastissimo, ma il numero di visitatori potrebbe essere inferiore rispetto al potenziale
totale della capitale, probabilmente a causa della forte concorrenza di
attrazioni non statali come i Musei Vaticani. Al quarto e quinto posto troviamo
il Piemonte
e la Lombardia,
rispettivamente con circa 1,7 milioni e 1,3 milioni di visitatori. In Piemonte,
musei come il Museo Egizio di Torino, secondo al mondo per importanza dopo
quello del Cairo, sono il traino principale del successo. La Lombardia, con
Milano come capoluogo, è caratterizzata da un’offerta museale di alto livello,
sebbene sia più diversificata rispetto a regioni come la Toscana. Il Cenacolo
Vinciano e la Pinacoteca di Brera giocano un ruolo fondamentale nella capacità
attrattiva della regione. A seguire troviamo il Veneto con circa 880.000
visitatori. Questa cifra può sembrare modesta rispetto alla fama internazionale
di Venezia, ma va considerato che molti visitatori della regione si concentrano
su attrazioni non sempre statali o in siti a ingresso gratuito. Nelle regioni
centrali e meridionali, come le Marche (440.662), la Calabria
(418.865), e il Friuli-Venezia Giulia (415.664), i dati evidenziano un
impegno crescente nella valorizzazione dei musei statali, nonostante un flusso
turistico complessivamente inferiore rispetto alle regioni più ricche di
attrazioni iconiche. Le regioni più piccole, come Umbria
(292.916), Sardegna
(155.611), Basilicata
(147.003), Puglia
(141.608) e Abruzzo
(139.658), registrano numeri contenuti, spesso per ragioni legate alla minore
densità museale e alla limitata promozione. Infine, il Molise,
con appena 45.116 visitatori, chiude la classifica, evidenziando la necessità
di politiche mirate per valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale di
questa piccola regione. In conclusione, questi dati mostrano un’Italia
fortemente sbilanciata, con un evidente predominio delle regioni centrali, in
particolare della Toscana, e un potenziale ancora da sfruttare nelle regioni
meridionali e insulari. La promozione mirata, l’innovazione nei servizi museali
e una maggiore accessibilità potrebbero contribuire a ridurre questo divario e
valorizzare ulteriormente l’immenso patrimonio culturale italiano.
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