L'industria in senso stretto comprende le
attività manifatturiere dedicate alla trasformazione delle materie prime in
beni materiali, escludendo costruzioni e artigianato. È un pilastro del settore
secondario, includendo filiere come metalmeccanica, chimica, tessile e
alimentare, essenziali per la crescita economica, l'occupazione e l'innovazione
tecnologica. Questo settore, indicatore di modernizzazione economica, è
cruciale per generare valore aggiunto ma affronta sfide globali come la
competizione, i costi delle materie prime e l'adattamento alla sostenibilità
ambientale. La transizione verso la digitalizzazione e modelli produttivi green
ne sta ridefinendo il futuro.
Natalità e
mortalità delle imprese nel settore dell’industria tra il 2017 ed il 2022. I
dati relativi al settore dell'industria in senso stretto, che coprono il
periodo dal 2017 al 2022, offrono uno spaccato significativo dell'evoluzione
del panorama imprenditoriale in Italia in questo ambito. Analizzando i tassi di
natalità e mortalità, il numero di imprese nate e cessate, e il tasso netto di turnover,
emergono alcune tendenze chiave e fattori determinanti che hanno influenzato il
settore. Nel 2017, il settore industriale mostra un tasso di natalità del 4,7%
e un tasso di mortalità leggermente superiore del 5,0%. Questo porta a un saldo
negativo di -0,3 nel tasso netto di turnover, equivalente a una differenza di
949 imprese cessate rispetto a quelle nate. Sebbene il saldo sia negativo, il
divario è contenuto, indicando una certa stabilità relativa nel settore.
Tuttavia, questa stabilità si deteriora nel 2018, quando il tasso di mortalità
aumenta al 5,1% e il tasso di natalità scende al 4,6%, generando un saldo netto
negativo di -0,5. La differenza tra imprese nate e cessate si amplia
ulteriormente a 2.318 unità. Questo peggioramento può essere attribuito a
fattori macroeconomici, come la stagnazione economica e un ambiente competitivo
difficile. Il 2019 segna un ulteriore peggioramento, con un tasso di mortalità
che raggiunge il 6,1% e un tasso di natalità che rimane stabile al 4,7%. Il
saldo netto di turnover scende drasticamente a -1,4, con una perdita netta di
5.643 imprese. Questo risultato riflette difficoltà crescenti nel settore,
probabilmente legate all’aumento dei costi di produzione, alla concorrenza
internazionale e a una ridotta capacità di innovare. È evidente che le imprese
industriali abbiano affrontato sfide strutturali che hanno reso più difficile
mantenere un equilibrio positivo tra aperture e chiusure. Il 2020 rappresenta
un anno di crisi acuta per l'industria, in gran parte a causa dell'impatto
della pandemia di COVID-19. Il tasso di natalità scende significativamente al
3,8%, il livello più basso del periodo considerato, mentre il tasso di
mortalità rimane elevato al 5,2%. Questo genera un tasso netto di turnover
negativo pari a -1,4, con una perdita netta di 5.590 imprese. Le restrizioni,
la riduzione della domanda e le interruzioni nelle catene di approvvigionamento
hanno contribuito a una contrazione significativa nel settore. L'incapacità di
molte imprese di adattarsi rapidamente al nuovo contesto economico ha aggravato
la situazione. Il 2021 segna un inizio di ripresa. Il tasso di natalità risale
al 4,3%, mentre il tasso di mortalità scende al 4,8%. Questo porta a un
miglioramento del saldo netto, che si riduce a -0,5, con una perdita di 2.156
imprese. La ripresa può essere attribuita a un graduale ritorno alla normalità,
alla ripresa della domanda interna ed esterna e al sostegno fornito dal governo
sotto forma di incentivi economici e programmi di rilancio. Tuttavia, il saldo
rimane negativo, indicando che le difficoltà strutturali del settore non sono
ancora state completamente risolte. Il 2022 mostra una sostanziale stabilità
rispetto al 2021. I tassi di natalità e mortalità restano invariati
rispettivamente al 4,3% e al 4,8%, con un tasso netto di turnover di -0,5. Il
saldo negativo tra imprese nate e cessate si riduce leggermente, con 1.806
imprese in meno. Questo risultato suggerisce che il settore sta cercando di
consolidarsi, ma non è ancora riuscito a invertire completamente la tendenza
negativa. Le politiche di supporto e il contesto economico generale
probabilmente hanno impedito un peggioramento, ma il settore industriale
continua a mostrare segnali di debolezza. Nel complesso, questi dati riflettono
un quadro complesso per l'industria italiana. Le difficoltà strutturali,
aggravate dalla pandemia, hanno portato a un saldo netto negativo persistente
nel periodo analizzato. Tuttavia, la ripresa parziale osservata dal 2021 indica
che ci sono margini per migliorare, soprattutto se il settore riesce a
sfruttare al meglio i progressi tecnologici, le politiche di supporto
governative e l'integrazione di pratiche più sostenibili. La stabilizzazione
dei tassi di natalità e mortalità nel 2022 lascia intravedere una possibilità di
ripresa a medio termine, ma sarà fondamentale affrontare le criticità che
ostacolano la crescita e la competitività delle imprese industriali.
Saldo
tra imprese nate ed imprese cessate. I dati sul saldo tra
imprese nate e cessate nel settore dell'industria in senso stretto mostrano un
andamento negativo costante nel periodo 2017-2022, evidenziando le difficoltà
strutturali affrontate dal settore. Nel 2017, il saldo negativo di -949 imprese
rappresenta un primo segnale di un contesto poco favorevole, con una leggera
prevalenza di cessazioni rispetto alle nuove aperture. Questa tendenza peggiora
nel 2018, quando il saldo scende a -2.318 imprese, indicando un aggravamento
delle difficoltà economiche e una crescente pressione competitiva. Il 2019
segna il punto più critico del periodo analizzato, con un saldo negativo di
-5.643 imprese, che riflette l'impatto di fattori come l'aumento dei costi di
produzione, la stagnazione della domanda interna e le difficoltà
nell'innovazione tecnologica. Nonostante le aspettative di stabilizzazione, il
2020 vede un saldo ancora molto negativo di -5.590 imprese, attribuibile
principalmente agli effetti della pandemia di COVID-19, che ha ridotto la
domanda, interrotto le catene di approvvigionamento e colpito duramente le
imprese meno resilienti. Nel 2021 si osserva una parziale ripresa, con un saldo
negativo ridotto a -2.156 imprese, probabilmente dovuto al miglioramento delle
condizioni economiche globali e agli incentivi governativi che hanno sostenuto
la ripresa. Il 2022 conferma questa tendenza, con un ulteriore miglioramento a
-1.806 imprese, segnalando un progressivo riassestamento del settore. Tuttavia,
il saldo negativo persistente in tutto il periodo analizzato sottolinea le
sfide strutturali e la necessità di interventi mirati per sostenere
l'industria, incentivare la nascita di nuove imprese e migliorare la
competitività del settore a lungo termine.
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