Le entrate per conto terzi e le partite di giro rappresentano voci del bilancio degli enti pubblici che riguardano operazioni non definitive, in cui le risorse transitano temporaneamente attraverso il bilancio dell'ente senza costituire entrate reali, poiché sono destinate a terzi o a specifiche finalità. Queste categorie non incidono sul risultato economico dell'ente ma sono necessarie per la corretta gestione delle operazioni finanziarie. Le partite di giro comprendono entrate legate a obblighi normativi o amministrativi. Tra queste figurano le ritenute sui redditi da lavoro dipendente e autonomo, che l’ente trattiene per conto dell’erario e successivamente versa all’agenzia delle entrate. Rientrano anche il finanziamento della gestione sanitaria, quando tale risorsa è destinata alla copertura di spese sanitarie regionali nell’ambito della gestione ordinaria. Infine, altre ritenute e entrate per partite di giro includono flussi temporanei legati ad adempimenti contabili o amministrativi. Le entrate per conto terzi riguardano operazioni che l'ente effettua per conto di altri soggetti, come trasferimenti o riscossioni. Queste includono rimborsi per l’acquisto di beni e servizi, trasferimenti da altre amministrazioni o settori, depositi presso terzi, riscossione di imposte e tributi per conto di altri enti, e altre entrate specifiche. Questi flussi finanziari sono caratterizzati da una gestione transitoria, in cui l’ente agisce come intermediario. Entrambe le categorie riflettono la complessità della gestione pubblica, evidenziando la funzione dell’ente come intermediario per garantire l’equilibrio e il corretto adempimento degli obblighi amministrativi e finanziari.
Le entrate
per conto terzi e partite di giro nei bilanci dei comuni italiani per regione
nel 2022. I dati sulle entrate per conto terzi e partite di giro nei comuni
italiani evidenziano significative differenze tra le regioni, riflettendo
diverse configurazioni territoriali, amministrative e demografiche. Queste
entrate, pur essendo di natura transitoria, rappresentano una parte consistente
dei flussi finanziari che transitano nei bilanci comunali, essendo strettamente
legate alla gestione di trasferimenti, rimborsi e obblighi fiscali. La Sicilia
emerge come la regione con i valori aggregati più alti, pari a 2,8 miliardi di
euro, con una media pro capite di 585,87 euro e un valore per comune di 7.184.026,79
euro. Questo dato sottolinea il ruolo rilevante della Sicilia nella gestione di
flussi finanziari destinati a conto terzi, probabilmente legati alla dimensione
della popolazione e alla struttura amministrativa dei comuni. Il Lazio, con 2,1
miliardi di euro e una media per comune di 5.569.280,85 euro, si posiziona al
secondo posto. Questo risultato è influenzato dalla presenza di Roma, dove la
complessità amministrativa e la centralità economica influiscono pesantemente
sui valori complessivi. Al contrario, regioni come il Molise e la Valle d’Aosta
registrano i valori aggregati più bassi, rispettivamente con 64,9 milioni e 43
milioni di euro. Tuttavia, in termini pro capite, il Molise si attesta a 224,27
euro, mentre la Valle d’Aosta raggiunge i 350,21 euro, valori che riflettono la
necessità di garantire operazioni amministrative anche in territori meno
popolosi. Regioni del Nord come la Lombardia e il Veneto, pur avendo valori
aggregati significativi, presentano dati pro capite relativamente bassi,
rispettivamente 147,65 e 191,08 euro. Questo dato è coerente con una gestione
equilibrata dei flussi finanziari in aree densamente popolate e caratterizzate
da economie solide. D’altra parte, regioni come la Calabria e la Basilicata
mostrano valori pro capite molto più alti, rispettivamente 502,14 e 373,19
euro. Questo potrebbe riflettere una maggiore dipendenza dai flussi gestiti per
conto terzi, dovuta a fattori socioeconomici specifici. La Liguria, con 418,49
euro pro capite e un valore medio per comune di 2.698.431,42 euro, evidenzia
una gestione rilevante di flussi destinati a conto terzi, forse legata alla
concentrazione amministrativa nei principali centri urbani. In Emilia-Romagna e
Toscana, i valori per comune sono tra i più alti, rispettivamente 2.097.281,64
e 2.955.443,94 euro, a dimostrazione di un’efficiente gestione dei flussi in
regioni caratterizzate da comuni di dimensioni medie e grandi. In sintesi, le
entrate per conto terzi e partite di giro evidenziano la complessità e la
diversità delle dinamiche finanziarie nei comuni italiani. Le regioni con
popolazioni più numerose e grandi centri urbani tendono ad avere valori
aggregati più elevati, mentre quelle con territori meno densamente popolati
registrano valori pro capite più alti, riflettendo le specificità locali nella
gestione dei flussi finanziari.
ENTRATE PER CONTO TERZI E PARTITE DI GIRO |
||||
Regione |
Valore
Aggregato dei Comuni |
Per Capita |
Per Comune |
|
Piemonte |
1.587.848.478,98 € |
373,38 € |
1.345.634,30 € |
|
Valle d’Aosta |
43.081.854,02 € |
350,21 € |
582.187,22 € |
|
Liguria |
631.432.952,99 € |
418,49 € |
2.698.431,42 € |
|
Lombardia |
1.479.486.808,00 € |
147,65 € |
985.011,19 € |
|
Trentino
Alto Adige |
335.436.099,02 € |
309,98 € |
1.189.489,71 € |
|
Veneto |
927.134.319,99 € |
191,08 € |
1.655.597,00 € |
|
Friuli
Venezia Giulia |
227.148.585,00 € |
189,96 € |
1.056.505,05 € |
|
Emilia Romagna |
692.102.942,00 € |
155,35 € |
2.097.281,64 € |
|
Toscana |
806.836.195,99 € |
220,16 € |
2.955.443,94 € |
|
Umbria |
253.200.959,97 € |
296,36 € |
2.752.184,35 € |
|
Marche |
370.278.035,98 € |
249,44 € |
1.645.680,16 € |
|
Lazio |
2.105.188.163,01 € |
368,02 € |
5.569.280,85 € |
|
Abruzzo |
367.894.526,02 € |
289,69 € |
1.206.211,56 € |
|
Molise |
64.906.100,01 € |
224,27 € |
477.250,74 € |
|
Campania |
1.809.083.611,03 € |
323,62 € |
3.289.242,93 € |
|
Puglia |
825.574.565,02 € |
212,22 € |
3.212.352,39 € |
|
Basilicata |
199.144.985,02 € |
373,19 € |
1.520.190,73 € |
|
Calabria |
923.011.968,94 € |
502,14 € |
2.284.683,09 € |
|
Sicilia |
2.808.954.476,30 € |
585,87 € |
7.184.026,79 € |
|
Sardegna |
429.675.704,01 € |
273,71 € |
1.139.723,35 € |
|
Clusterizzazione con algoritmo
k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. La clusterizzazione delle regioni italiane
basata sulle entrate per conto terzi e partite di giro evidenzia due cluster
principali, che riflettono differenze significative nella gestione e nella
distribuzione di queste entrate. La distinzione tra i cluster sottolinea le
diverse configurazioni socio-economiche e amministrative delle regioni. Il Cluster
0 raggruppa la maggior parte delle regioni italiane, con 16 regioni su
20. Questo gruppo include regioni del Nord come Piemonte, Lombardia, Veneto,
Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, regioni centrali come Toscana, Marche e
Umbria, nonché regioni meridionali come Puglia e Molise. Le caratteristiche
principali di questo cluster sono valori medi sia pro capite che per comune,
che indicano una gestione equilibrata delle entrate per conto terzi. Ad
esempio, regioni come il Piemonte e la Basilicata registrano valori pro capite
elevati (373,38 € e 373,19 € rispettivamente), ma i valori per comune rimangono
moderati rispetto ad altre regioni, come Lazio o Sicilia. La Lombardia e il
Veneto si distinguono per i valori pro capite relativamente bassi (147,65 € e
191,08 €), coerenti con una gestione più prudente e un’ampia base demografica.
Altre regioni come la Toscana (220,16 € pro capite e 2.955.443,94 € per comune)
mostrano una maggiore incidenza delle entrate per comune, probabilmente dovuta
alla presenza di grandi città e alla concentrazione amministrativa. Il Cluster
1 include quattro regioni: Lazio, Sicilia, Liguria e Calabria. Queste
regioni si caratterizzano per valori significativamente più alti sia pro capite
che per comune. La Sicilia domina con il valore più alto, 585,87 € pro capite e
7.184.026,79 € per comune, evidenziando la gestione di importanti flussi
finanziari, probabilmente legati alla dimensione della popolazione e alle
necessità amministrative di grandi comuni. Il Lazio, con 368,02 € pro capite e
5.569.280,85 € per comune, riflette l’influenza di Roma, che esercita un forte
impatto sui dati regionali. La Liguria e la Calabria completano questo cluster
con valori intermedi. La Liguria registra 418,49 € pro capite e 2.698.431,42 €
per comune, probabilmente legati alla concentrazione amministrativa nei principali
centri urbani. La Calabria, invece, si distingue per 502,14 € pro capite e
2.284.683,09 € per comune, segnalando una gestione intensiva delle entrate per
conto terzi per far fronte a specifiche necessità socioeconomiche. In sintesi,
il Cluster 0 rappresenta regioni con una distribuzione più uniforme e moderata
delle entrate, mentre il Cluster 1 comprende regioni che gestiscono volumi
significativamente maggiori di risorse, in gran parte legati a particolari
esigenze territoriali o alla complessità amministrativa di grandi centri
urbani. Questa suddivisione riflette chiaramente la diversità amministrativa e
socio-economica delle regioni italiane.
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