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I trasferimenti correnti nei bilanci dei comuni italiani per regione

 

I trasferimenti correnti nei comuni italiani rappresentano risorse finanziarie erogate da diverse fonti, senza vincoli di restituzione, per sostenere le spese ordinarie dell’amministrazione locale. Questi trasferimenti contribuiscono a finanziare servizi essenziali come istruzione, assistenza sociale, sicurezza e infrastrutture locali. Si distinguono in diverse categorie, a seconda della provenienza e della natura del trasferimento. I trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche costituiscono una quota significativa, comprendendo fondi da amministrazioni centrali, locali, enti previdenziali e organismi interni. I trasferimenti da amministrazioni centrali includono fondi perequativi o contributi specifici per finanziare servizi di interesse nazionale. Quelli da amministrazioni locali riguardano principalmente trasferimenti tra enti territoriali, come regioni e province, per esigenze specifiche. Gli enti di previdenza, invece, forniscono contributi legati a politiche sociali e assistenziali. I trasferimenti da famiglie e imprese includono contributi e sponsorizzazioni destinati al sostegno di attività comunali, spesso per progetti culturali, sportivi o di interesse collettivo. Le imprese possono contribuire anche attraverso sponsorizzazioni o trasferimenti non vincolati, mentre le istituzioni sociali private offrono risorse per scopi specifici, come l’assistenza a fasce vulnerabili della popolazione. A livello internazionale, i trasferimenti dall’Unione Europea e dal resto del mondo includono fondi strutturali, programmi comunitari o contributi per progetti di sviluppo sostenibile, coesione territoriale e innovazione. Questi trasferimenti, complessivamente, sono essenziali per garantire la sostenibilità finanziaria dei comuni, assicurando il funzionamento ordinario e promuovendo lo sviluppo locale, in un equilibrio tra risorse autonome e supporto esterno. I dati dell’Istat fanno riferimento all’esercizio 2022.

I trasferimenti correnti nel bilancio dei comuni italiani per regione nel 2022. I dati relativi ai trasferimenti correnti nel bilancio dei comuni italiani evidenziano forti disparità tra le regioni, riflettendo le diverse dinamiche socio-economiche, demografiche e amministrative del paese. I trasferimenti correnti, che rappresentano risorse finanziarie destinate a coprire le spese ordinarie, mostrano valori assoluti, pro capite e per comune molto variabili, con alcune aree che ricevono supporti significativamente superiori rispetto ad altre. Le regioni autonome come la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna registrano i trasferimenti pro capite più elevati. La Valle d’Aosta si distingue con oltre 1.000 euro per abitante, seguita dal Friuli Venezia Giulia con 702 euro e dalla Sardegna con 811 euro. Questo risultato è coerente con lo status speciale di queste regioni, che garantisce una maggiore autonomia finanziaria e maggiori fondi per supportare i bisogni locali. Tuttavia, ciò riflette anche un contesto di bassa densità demografica, che implica una redistribuzione più ampia di risorse su un numero relativamente ridotto di abitanti. Regioni a statuto ordinario, come la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, registrano trasferimenti pro capite più bassi, rispettivamente 135, 154 e 159 euro. Questo dato sottolinea una maggiore capacità di autofinanziamento attraverso entrate proprie, data la loro base economica solida e la minore dipendenza da trasferimenti esterni. È interessante notare che regioni con economie avanzate e popolazione elevata, come la Lombardia e il Veneto, ricevono trasferimenti per comune tra i più alti, rispettivamente 1.065.430 e 1.383.659 euro, dimostrando che, nonostante l’autonomia fiscale, i trasferimenti statali sono comunque essenziali per supportare le amministrazioni locali. Al Sud, la situazione varia. La Sicilia e la Sardegna emergono per i trasferimenti più alti, rispettivamente con 364 e 811 euro pro capite, riflettendo una maggiore dipendenza da risorse esterne per affrontare le sfide economiche e sociali. Al contrario, regioni come la Campania e la Puglia ricevono meno trasferimenti pro capite, con 221 e 194 euro rispettivamente, evidenziando potenziali lacune nell’allineamento tra risorse disponibili e fabbisogni effettivi. Basilicata e Calabria, pur avendo trasferimenti pro capite relativamente alti, mostrano un livello di trasferimenti assoluti e per comune più contenuti, a indicare economie di scala meno marcate. Il Lazio si distingue tra le regioni a statuto ordinario per i valori assoluti più alti (1,8 miliardi di euro), grazie alla presenza della capitale, che attrae ingenti trasferimenti per supportare le sue complesse dinamiche amministrative. La regione registra anche un valore pro capite di 317 euro, superiore alla media nazionale. Questi dati suggeriscono un’Italia con profonde differenze nella distribuzione dei trasferimenti correnti, che rispecchiano peculiarità territoriali e amministrative. Le regioni autonome beneficiano di maggiore supporto finanziario, mentre quelle a statuto ordinario si affidano più spesso a risorse proprie. Tuttavia, alcune regioni del Sud e delle isole evidenziano una forte dipendenza dai trasferimenti, sottolineando la necessità di politiche perequative che bilancino le risorse disponibili in base alle esigenze territoriali. In generale, i trasferimenti correnti rappresentano uno strumento essenziale per garantire l’equilibrio finanziario dei comuni e supportare lo sviluppo locale.

TRASFERIMENTI CORRENTI NEI BILANCI DEI COMUNI ITALIANI PER REGIONE NEL 2022. FONTE: ISTAT

Regioni

Valori Correnti Aggregati dei Comuni

Per Capita

Per Comune

 

Piemonte

689.613.800,00 €

162,16 €

584.418,47 €

 

Valle d’Aosta

123.930.312,00 €

1.007,42 €

1.674.733,95 €

 

Liguria

247.877.999,00 €

164,28 €

1.059.307,69 €

 

Lombardia

1.600.276.307,00 €

159,70 €

1.065.430,30 €

 

Trentino Alto Adige

654.551.925,00 €

604,88 €

2.321.106,12 €

 

Veneto

774.849.463,00 €

159,70 €

1.383.659,76 €

 

Friuli Venezia Giulia

839.652.142,00 €

702,17 €

3.905.358,80 €

 

Emilia Romagna

688.446.005,00 €

154,53 €

2.086.200,02 €

 

Toscana

494.993.692,00 €

135,07 €

1.813.163,71 €

 

Umbria

136.991.644,00 €

160,34 €

1.489.039,61 €

 

Marche

353.964.870,00 €

238,45 €

1.573.177,20 €

 

Lazio

1.815.483.422,00 €

317,38 €

4.802.866,20 €

 

Abruzzo

298.636.367,00 €

235,15 €

979.135,63 €

 

Molise

92.590.792,00 €

319,93 €

680.814,65 €

 

Campania

1.238.070.299,00 €

221,48 €

2.251.036,91 €

 

Puglia

757.256.883,00 €

194,66 €

2.946.524,84 €

 

Basilicata

155.229.291,00 €

290,89 €

1.184.956,42 €

 

Calabria

511.708.146,00 €

278,38 €

1.266.604,32 €

 

Sicilia

1.745.374.065,66 €

364,04 €

4.463.872,29 €

 

Sardegna

1.274.659.768,00 €

811,97 €

3.381.060,39 €

 

 

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette.  L'analisi dei trasferimenti correnti attraverso il clustering k-Means fornisce una visione dettagliata delle dinamiche regionali in termini di flussi finanziari ricevuti dai comuni. I due cluster identificati riflettono differenze significative nelle caratteristiche dei trasferimenti, con ogni regione ben collocata in base ai valori assoluti, al trasferimento pro capite e al trasferimento per comune. Il Cluster 0 include la maggior parte delle regioni con trasferimenti correnti relativamente bassi sia in termini di valori pro capite sia per comune. Qui rientrano regioni come Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana. Queste regioni condividono caratteristiche comuni: economie più solide, maggiore capacità di autofinanziamento e una minore dipendenza dai trasferimenti centrali. La Lombardia, ad esempio, pur avendo il valore assoluto più elevato nel cluster, mostra un trasferimento pro capite tra i più bassi, riflettendo l'ampia popolazione e l'elevata autonomia fiscale. La Toscana, con il trasferimento pro capite più basso (135 euro), conferma questa tendenza, indicando una gestione più orientata all’autosufficienza. Il Cluster 1, invece, raggruppa regioni con trasferimenti pro capite e per comune più elevati. Tra queste troviamo Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Lazio. La Valle d'Aosta è il caso più emblematico, con un trasferimento pro capite oltre i 1.000 euro, il più alto tra le regioni. Questo riflette la sua natura autonoma e la bassa densità demografica, che permette una distribuzione più ampia delle risorse per abitante. Il Trentino-Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, entrambe regioni a statuto speciale, seguono un pattern simile, con trasferimenti elevati per comune e pro capite, coerenti con le politiche di autonomia finanziaria. La Sardegna e il Lazio, pur appartenendo a questo cluster, mostrano differenze interessanti. La Sardegna ha trasferimenti pro capite molto alti (oltre 800 euro), legati alle peculiarità insulari e ai bisogni specifici del territorio, mentre il Lazio presenta il valore assoluto più alto, attribuibile alla presenza della capitale e alle necessità amministrative della regione. Questa segmentazione mette in luce come i trasferimenti correnti siano distribuiti secondo le caratteristiche territoriali e amministrative di ciascuna regione. Le regioni a statuto speciale o con peculiarità territoriali significative ricevono trasferimenti proporzionalmente più elevati rispetto alla popolazione, sostenendo la loro autonomia e le sfide locali. D'altro canto, le regioni economicamente più avanzate e con una maggiore base fiscale tendono a ricevere meno supporto pro capite, a conferma della loro minore dipendenza dalle risorse centrali. Questo inquadramento corretto dei cluster evidenzia la coerenza delle dinamiche di trasferimento con le realtà economiche e demografiche delle 20 regioni italiane.




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