L'analisi
dei dati sulla pressione fiscale, espressa come percentuale del PIL, evidenzia
differenze significative tra regioni, economie avanzate e in via di sviluppo,
oltre a mostrarsi dinamica nel periodo che va dal 2013 al 2022.
Nei paesi
OCSE la pressione fiscale media è salita moderatamente dal 32,6% nel 2013 al
34,0% nel 2022. Questa tendenza suggerisce un progressivo aumento
dell’incidenza delle imposte sull’economia, anche se si rilevano variazioni
notevoli tra i singoli paesi. Le nazioni europee dell’Europa settentrionale e
occidentale registrano i valori più elevati. La Francia si mantiene ai vertici
con una pressione fiscale costantemente superiore al 45%, arrivando fino al
45,8% nel 2022. Anche la Danimarca, pur avendo mostrato una lieve flessione
negli ultimi anni, ha raggiunto livelli vicini al 48%. Belgio e Finlandia si
attestano stabilmente sopra il 42%, mentre Germania e Italia si collocano in
una fascia compresa tra il 39% e il 43%. Tutti questi dati indicano una
fiscalità strutturata e fortemente presente nell'economia.
Al
contrario, l'Irlanda mostra valori molto inferiori rispetto alla media OCSE,
con una pressione fiscale che nel 2022 si attesta al 20,3%. Questo dato
riflette una struttura economica fortemente caratterizzata da politiche fiscali
agevolate che attraggono investimenti multinazionali. Anche l'Australia
presenta un'evoluzione interessante, con una crescita dal 27% al 29,4% tra il
2013 e il 2022, segno di un graduale rafforzamento della base fiscale. Il
Giappone, invece, ha aumentato la propria pressione fiscale in modo più
marcato, dal 28,6% al 34,4%, spinto in parte dall’aumento della tassa sui
consumi. Caso ancora più eclatante è quello della Corea del Sud, che è passata
dal 23,1% al 32% nello stesso periodo, a testimonianza di una progressiva
maturazione del proprio sistema fiscale in parallelo alla crescita economica.
Negli Stati
Uniti si registra una crescita più contenuta, con una pressione fiscale che si
muove dal 25,4% al 27,6%. Rispetto alla media OCSE, il carico fiscale negli
Stati Uniti rimane relativamente basso, coerentemente con la loro tradizionale
politica di contenimento delle imposte federali.
Nel gruppo
dei paesi non appartenenti all’OCSE la situazione appare molto più frammentata.
La pressione fiscale è in generale più bassa rispetto ai paesi sviluppati. In
America Latina la media si è stabilizzata intorno al 21,5%, mentre in Africa si
registra una media compresa tra il 14,9% e il 16%, riflettendo la prevalenza di
economie parzialmente informali e con basi imponibili limitate. L’Asia e il
Pacifico mostrano valori intermedi, oscillando tra il 18% e il 19%.
Tra i casi
più significativi si trova il Messico, che pur essendo membro OCSE mostra
valori bassi rispetto agli altri membri, salendo solo dal 12,8% al 16,8% in
dieci anni. In America Latina l'Argentina ha mostrato un valore relativamente
elevato, stabilizzandosi attorno al 29,6%, sebbene con fluttuazioni dovute alla
grave instabilità economica. In Cile e Colombia si registra una crescita
moderata della pressione fiscale, coerente con tentativi di finanziare riforme
sociali. Il Brasile, invece, mantiene una pressione fiscale sopra il 30%, un
valore elevato per un’economia emergente e paragonabile a quello di alcuni
paesi europei. Paesi come Nigeria e Bangladesh, invece, rimangono su livelli
estremamente bassi, inferiori al 10%, sottolineando la difficoltà di ampliare
la base imponibile e di garantire entrate sufficienti per finanziare servizi
pubblici.
La pandemia
di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla pressione fiscale a livello
globale. Nel 2020 quasi ovunque si è osservata una temporanea riduzione o una
stagnazione delle entrate fiscali in rapporto al PIL. L’interruzione delle
attività economiche ha ridotto le basi imponibili e i governi hanno adottato
politiche fiscali espansive, tagliando imposte e concedendo sussidi. Tuttavia,
già nel 2021 e con maggiore evidenza nel 2022, molti paesi hanno mostrato una
ripresa della pressione fiscale. La Francia ha mantenuto livelli molto elevati,
mentre Corea del Sud e Giappone hanno ulteriormente aumentato il loro peso
fiscale. Nei paesi emergenti l’impatto è stato più eterogeneo. Alcuni, come
Brasile e Perù, hanno visto crescere la pressione fiscale grazie a riforme
introdotte in risposta alla crisi. Altri, come Sudafrica ed Egitto, hanno
registrato una stagnazione o addirittura una riduzione, legata a difficoltà
strutturali nella riscossione.
Analizzando
le tendenze regionali si nota come l’Europa mantenga il primato globale nella
pressione fiscale, riflesso dell’importanza del welfare state e della
tradizione di ampio intervento pubblico nell'economia. In America Latina si
registra una crescita lenta ma costante della pressione fiscale, seppure
accompagnata da forti disuguaglianze interne. In Africa, invece, i
miglioramenti sono ancora molto lenti, con le economie che faticano ad ampliare
la propria base fiscale. In Asia e Pacifico si nota una crescita moderata,
trainata principalmente dalla Cina e dalla Corea del Sud, mentre altri paesi,
come Indonesia e Pakistan, restano fermi su livelli bassi.
Esaminando
piccoli stati insulari, emergono dinamiche particolari. Nauru rappresenta un
caso limite, con un'impennata della pressione fiscale che in alcuni anni ha
superato il 40%, grazie a specifiche entrate straordinarie.
Nel
complesso, i dati confermano una forte correlazione tra livello di sviluppo
economico e pressione fiscale. Nei paesi ad alto reddito la fiscalità è più
alta, ma l’efficacia e la qualità della spesa pubblica sono altrettanto
determinanti per giudicare l’impatto complessivo della tassazione. Guardando al
futuro, è probabile che la pressione fiscale globale continuerà a crescere,
spinta dalle necessità di finanziare la transizione energetica e digitale, dai
costi dell'invecchiamento demografico e dalla necessità di ridurre i deficit
pubblici post-pandemia. Tuttavia, questa crescita non sarà uniforme. I paesi
emergenti e in via di sviluppo dovranno prioritariamente migliorare l’efficienza
della riscossione fiscale prima di aumentare i livelli di tassazione, mentre
nei paesi OCSE il dibattito si concentrerà sempre più su come garantire
l’equità e la sostenibilità della pressione fiscale.
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org/
Commenti
Posta un commento