L’analisi dei
dati relativi al trasporto passeggeri su scala internazionale tra il 2019 e il
2023 consente di osservare con chiarezza gli effetti della pandemia di COVID-19,
i successivi processi di ripresa e le tendenze generali nei diversi modelli di
mobilità. Concentrandosi sui passeggeri-chilometro – una metrica che riflette
non solo il numero di passeggeri trasportati, ma anche la distanza percorsa –
si evidenziano significative fluttuazioni sia nel trasporto ferroviario sia in
quello stradale.
Nel trasporto
ferroviario, il 2020 rappresenta ovunque un punto di minimo, con una
contrazione drastica della domanda a causa delle restrizioni ai viaggi, dello
smart working e delle misure sanitarie. Paesi come il Giappone e la Francia,
con sistemi ferroviari avanzati, hanno registrato un crollo rispettivamente da
435 miliardi a 263 miliardi e da 112 a 64 miliardi di passeggeri-chilometro.
Tuttavia, la resilienza del sistema si è manifestata nella progressiva ripresa
osservata negli anni successivi. In Europa, l'Austria è passata da 7,4 miliardi
nel 2020 a 14,5 nel 2023, superando addirittura i livelli pre-pandemia.
Analogamente, in Italia, il valore si è quasi raddoppiato dal 2021 al 2023,
passando da 27 a oltre 54 miliardi di passeggeri-chilometro. La Germania, uno
dei principali paesi ferroviari europei, ha visto una ripresa robusta: dai 58,8
miliardi del 2020 ai 101 miliardi del 2023.
Nel contesto
non-OCSE, anche se i dati sono più frammentari, si possono notare dinamiche
simili. In Russia, i dati del 2019 indicano oltre 133 miliardi di
passeggeri-chilometro, crollati a 78 miliardi nel 2020. In alcuni paesi con
sistemi ferroviari più modesti, come la Georgia o la Moldavia, le variazioni
sono comunque significative. Ad esempio, la Georgia ha visto un recupero da 246
a 687 milioni tra 2020 e 2023.
Per quanto
riguarda il trasporto stradale, la situazione si presenta più articolata. Il
trasporto con autovetture private – che costituisce la quota più rilevante – ha
avuto un calo meno drastico nel 2020 rispetto alla ferrovia, in parte grazie
alla percezione di maggiore sicurezza sanitaria nei mezzi privati. Tuttavia,
anche qui si osservano decise flessioni. In Italia, il volume è sceso da 732
miliardi a 460 miliardi tra il 2019 e il 2020, con un recupero graduale fino a
674 miliardi nel 2023. In Francia, la ripresa è stata più rapida: da 845
miliardi nel 2019 a quasi 850 miliardi nel 2023, superando i valori
pre-pandemia. In Germania, dopo un calo da 902 a 785 miliardi, si è registrata
una ripresa parziale fino a circa 848 miliardi.
In paesi non
europei, gli Stati Uniti presentano i valori più alti: 6.060 miliardi nel 2019,
scesi a 5.190 nel 2020 e poi nuovamente in salita fino a 5.286 nel 2022. Questi
dati confermano il predominio del trasporto privato negli Stati Uniti, in
contrasto con molti paesi europei dove il trasporto pubblico ha una
penetrazione maggiore.
Nel trasporto
stradale pubblico (autobus), le flessioni sono state più marcate. Il caso del
Regno Unito è esemplare: da 32 miliardi nel 2019 a 13 nel 2020, con un lento
ritorno a 24 miliardi nel 2022. In Francia, si è passati da 60 miliardi nel
2019 a 37 nel 2020, per poi tornare a 53 miliardi nel 2023. L’Italia ha registrato
una simile dinamica: da 104 miliardi nel 2019 a 58 nel 2020, con un parziale
recupero a 80 miliardi nel 2023.
Alcuni paesi
hanno mostrato resilienza anche nel segmento degli autobus. La Corea del Sud,
ad esempio, pur passando da 98 miliardi nel 2019 a 61 nel 2020, ha mantenuto un
volume complessivamente elevato, sebbene i dati completi più recenti manchino.
In America Latina, il Messico mostra una ripresa significativa da 326 miliardi
nel 2020 a oltre 540 nel 2023.
Il trasporto
ferroviario, pur essendo più sostenibile, ha sofferto maggiormente le
conseguenze della pandemia, ma mostra anche una ripresa più rapida grazie agli
investimenti pubblici e all’incremento della domanda legata alla sostenibilità.
Nei paesi OCSE, l’intermodalità e il miglioramento dell’infrastruttura
ferroviaria (inclusa l’elettrificazione) hanno favorito la risalita.
Interessante è
il caso della Spagna, che ha mostrato un rimbalzo impressionante nel trasporto
ferroviario: da 12 miliardi nel 2020 a oltre 34 miliardi nel 2023, segno di una
forte politica di rilancio. La Polonia ha mostrato una traiettoria simile,
raggiungendo 25,7 miliardi di passeggeri-chilometro nel 2023.
L’analisi dei
paesi con sistemi di trasporto meno sviluppati o meno centralizzati, come
quelli dei Balcani o dell’Asia Centrale, rivela invece un quadro più incerto.
Ad esempio, l’Armenia ha mostrato una ripresa lenta ma costante nel settore
ferroviario: da 23 milioni nel 2020 a 66 milioni nel 2023. In Azerbaijan, i
dati del trasporto su autobus passano da 16 miliardi nel 2020 a quasi 24 nel
2023, dimostrando la rilevanza del trasporto pubblico in contesti urbani
emergenti.
Complessivamente,
il trasporto passeggeri è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi
pandemica, ma anche uno dei più dinamici nella fase di ripresa. L’interazione
tra trasporto ferroviario e stradale mostra l’importanza di politiche di
mobilità integrate, capaci di assorbire gli shock e favorire la sostenibilità.
Paesi che hanno investito tempestivamente in trasporto pubblico, ammodernamento
delle flotte e incentivi alla mobilità sostenibile stanno ora raccogliendo i
frutti.
In conclusione,
i dati del periodo 2019-2023 testimoniano un cambiamento significativo nella
mobilità passeggeri, guidato sia da eventi esterni eccezionali (pandemia) sia
da dinamiche strutturali come la transizione ecologica. La sfida per il futuro
sarà quella di rafforzare ulteriormente la resilienza del sistema e aumentare
la quota di trasporti a basse emissioni, garantendo al contempo efficienza, accessibilità
e sicurezza.
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org/
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