Il panorama
globale dei regimi fiscali relativi alla proprietà intellettuale si presenta
estremamente diversificato e dinamico. I dati raccolti evidenziano come
numerosi paesi abbiano istituito regimi di tassazione agevolata per i redditi
derivanti da brevetti, software, diritti di varietà vegetali e altre forme di
IP, nell'intento di stimolare la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. Tali
regimi sono stati oggetto di attenzione particolare da parte del Forum on
Harmful Tax Practices (FHTP) dell’OCSE, che ha avuto il compito di valutare la
loro conformità ai principi di equità fiscale internazionale, con un focus
sull’approccio "nexus", che collega strettamente i benefici fiscali
all’attività di R&S svolta.
Un elemento
comune a molti paesi è l'adozione di strumenti come il "Patent Box" o
"Innovation Box", che prevedono aliquote ridotte sui redditi
derivanti da specifici asset di proprietà intellettuale. Regimi come quello
belga, irlandese, olandese e britannico, ad esempio, riflettono questa
impostazione. In Belgio il Patent Income Deduction consente una tassazione
agevolata al 3,76%, molto più bassa rispetto all'aliquota ordinaria del 25%,
mentre in Irlanda il Knowledge Development Box offre un’imposizione al 6,25%,
rispetto a una tassazione ordinaria del 12,5%. Anche il Lussemburgo, con
un'aliquota del 4,99% sull'IP income, si posiziona tra i più competitivi a
livello europeo. Il meccanismo comune a questi regimi è di premiare attività
economiche strettamente legate all’innovazione tecnica, escludendo diritti di
marketing come marchi e goodwill, considerati più facilmente soggetti a
pratiche elusive.
La quasi
totalità dei regimi analizzati è stata giudicata "Not harmful" o
"Not harmful (amended)" dal FHTP, il che significa che tali paesi
hanno apportato modifiche ai loro regimi per aderire al principio del
"substantial activity requirement" stabilito dall'OCSE. Questo
principio stabilisce che i vantaggi fiscali devono essere concessi solo se
l’attività di ricerca e sviluppo che ha originato l'asset di IP è stata
effettivamente svolta nel paese che offre il beneficio fiscale. Alcuni regimi
precedentemente considerati dannosi sono stati opportunamente modificati, come
nel caso della Francia e della Spagna, mentre altri sono stati aboliti, come in
Albania, Armenia e Pakistan. L'impegno globale verso un sistema più equo di
tassazione dell'IP appare evidente.
Dall’analisi
emerge anche una chiara differenziazione regionale nelle strategie fiscali
applicate alla proprietà intellettuale. L'Europa si conferma come l'area più
attiva nella creazione di regimi agevolati per IP, con una varietà di modelli
che riflettono sia l’intensità delle attività di R&D nazionali sia
l’interesse ad attrarre investimenti esteri. Paesi come l’Olanda e il Regno
Unito si sono dotati di regimi molto tecnici e rigorosi, con criteri di accesso
legati all'ottenimento di specifiche certificazioni R&D. In Asia, invece,
troviamo un approccio più misto: la Corea del Sud propone un'aliquota agevolata
che varia tra il 5% e il 12,5% in funzione del tipo di reddito IP
(trasferimento o licenza), mentre Singapore incentiva gli investimenti in IP
development con aliquote preferenziali a seconda dell’entità dell'investimento.
In Israele il sistema è sofisticato, articolato in due diversi regimi per le
imprese tecnologiche, con aliquote che vanno dal 5% al 16%, a seconda della
categoria di asset e delle caratteristiche del beneficiario.
L'abbassamento
delle aliquote fiscali per i redditi da IP riflette una forma di competizione
fiscale tra paesi, il cui obiettivo è attrarre imprese innovative e trattenere
i profitti derivanti da nuove tecnologie all’interno dei propri confini
nazionali. Tuttavia, questa competizione deve confrontarsi con i nuovi standard
multilaterali promossi dall’OCSE e dal G20, inclusi gli sviluppi del progetto
BEPS (Base Erosion and Profit Shifting). L’introduzione del Pilastro Due, che
prevede una global minimum tax del 15%, potrebbe influenzare in modo
sostanziale l'efficacia futura dei regimi di IP preferenziali. Anche se molti
regimi descritti prevedono aliquote inferiori a tale soglia, la possibilità di
un'imposizione complementare nei paesi di residenza delle multinazionali
potrebbe ridurre significativamente il vantaggio competitivo di tali regimi.
In sintesi,
il quadro globale dei regimi fiscali sull'IP nel 2024 mostra una forte
attenzione all’innovazione tecnologica e un adattamento quasi generalizzato
agli standard internazionali di trasparenza e sostanza economica. Tuttavia, la
sostenibilità a lungo termine di questi regimi dipenderà non solo dalla loro
conformità formale agli standard internazionali, ma anche dalla loro capacità
di integrarsi in un sistema fiscale globale in evoluzione, sempre più orientato
a limitare l’eccessiva competizione fiscale e a garantire un'allocazione equa delle
basi imponibili.
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org/
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