I dati
forniti riguardano la spesa delle famiglie per il trasporto come percentuale
del totale delle spese domestiche, osservati su base annua dal 2019 al 2023 per
un’ampia gamma di paesi sia OCSE sia non-OCSE. L'analisi di questi dati offre
una prospettiva interessante su come le dinamiche economiche, sociali e
geopolitiche abbiano influenzato i comportamenti di consumo relativi ai
trasporti negli ultimi anni, soprattutto a fronte di eventi di portata globale
come la pandemia di Covid-19, l'inflazione e i conflitti internazionali.
Cominciando
dall'area OCSE, si osserva una tendenza generale a una riduzione della spesa
per trasporti nel 2020, seguita da una ripresa negli anni successivi. Questo
andamento è piuttosto logico se consideriamo che nel 2020 molte economie sono
entrate in lockdown, riducendo drasticamente gli spostamenti e, di conseguenza,
la spesa per carburante, trasporti pubblici e acquisto di veicoli. Australia,
ad esempio, vede una diminuzione dal 9,4% nel 2019 al 7,6% nel 2020, per poi
risalire progressivamente fino all'11,1% nel 2023. Un percorso simile si
osserva in Canada, che passa dal 15,3% del 2019 al 12,6% nel 2020, per poi
tornare a valori simili a quelli pre-pandemici nel 2023, con un 15,1%.
Alcuni Paesi
come Germania e Francia mostrano una dinamica meno accentuata. In Germania la
spesa passa da 14,1% nel 2019 a 13% nel 2020, mantenendosi relativamente
stabile negli anni successivi. Questa minore volatilità può essere attribuita
alla solidità delle infrastrutture di trasporto pubblico e a politiche di
sostegno ai consumi attuate in modo efficace. In Francia, la spesa scende da
14,1% a 11,7% nel 2020, con un successivo recupero fino a 13,5% nel 2022. La
capacità di mantenere un livello relativamente elevato di spesa per il
trasporto anche durante periodi critici indica una dipendenza strutturale
significativa da questa voce di bilancio domestico.
Osservando
l'Europa meridionale, l'Italia mostra una tendenza simile: la spesa passa dal
13% nel 2019 all'11,1% nel 2020, risalendo progressivamente fino al 12,7% nel
2023. Il dato evidenzia come, nonostante il forte impatto della pandemia
sull'economia italiana, il trasporto sia rimasto una componente fondamentale
della spesa delle famiglie. La Spagna si comporta in modo analogo, scendendo al
10,4% nel 2020 e risalendo fino all'11,9% nel 2022.
Particolarmente
interessante è il caso di paesi come Turchia e Messico, dove la spesa per
trasporto non solo si è mantenuta alta, ma ha anche continuato a crescere. In
Turchia, il dato passa dal 15,6% del 2019 al 19,7% nel 2023. Questo andamento
riflette l’elevata inflazione che ha colpito i costi dei beni e servizi legati
al trasporto, spingendo sempre più in alto la quota della spesa domestica
destinata a questo settore. Il Messico mostra un trend ancora più marcato,
passando da 19,2% nel 2019 a 20,5% nel 2023, suggerendo che in economie
emergenti il trasporto rappresenta una componente ancora più sensibile e voluminosa
del bilancio familiare.
Tra i paesi
nordici, come Svezia, Norvegia e Finlandia, si nota una certa stabilità. La
Norvegia, pur mostrando una diminuzione al 13,5% nel 2020, recupera velocemente
fino al 15,7% nel 2022. In generale, nei paesi nordici il trasporto è un
elemento imprescindibile anche a causa delle condizioni climatiche e
geografiche che impongono spesso lunghi spostamenti.
Guardando ai
paesi baltici, in particolare la Lituania, si osserva una crescita
significativa: dal 15,6% del 2019 si passa al 16,1% nel 2022 per poi assestarsi
al 15,5% nel 2023. Questa crescita è indice di una sempre maggiore
motorizzazione della società lituana e di un ruolo crescente del trasporto
privato.
Nei paesi
non-OCSE, come Albania, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro, il quadro cambia
leggermente. Qui, la spesa per trasporti rappresenta una percentuale più
modesta del totale delle spese familiari rispetto ai paesi OCSE più sviluppati.
Ad esempio, in Albania la spesa è costantemente inferiore al 7,5% nell’intero
periodo, con una tendenza addirittura al ribasso. Bosnia ed Erzegovina mostra
una situazione simile, scendendo dal 9,2% nel 2019 al 7,4% nel 2023. Tali dati
possono essere spiegati con livelli più bassi di motorizzazione privata,
maggiore dipendenza dal trasporto pubblico o semplicemente minor potere
d'acquisto.
Un caso
interessante è la Serbia, dove la spesa passa dal 13,2% nel 2019 al 11,3% nel
2023, pur mantenendo livelli relativamente alti rispetto ad altri paesi della
regione. Questo indica un'elevata incidenza del trasporto nella vita
quotidiana, probabilmente anche per la struttura geografica e l'organizzazione
dei centri abitativi.
Da notare è
il comportamento di paesi come Malta e Croazia, dove i valori si mantengono
stabili o in lieve calo. A Malta, ad esempio, si scende da 11,3% nel 2019 al
10,3% nel 2023, mentre in Croazia si passa dal 9,3% all'8,2%. In entrambi i
casi, si tratta di economie insulari o semi-insulari dove le distanze sono
contenute e dove esistono alternative più accessibili al trasporto individuale.
Un altro
elemento importante da considerare è il rapporto tra il cambiamento nella spesa
per trasporti e l'inflazione complessiva. In molti paesi, il rincaro dei
carburanti, dei costi di manutenzione dei veicoli e dei prezzi dei mezzi di
trasporto pubblico ha avuto un impatto diretto sull’aumento della quota di
spesa destinata ai trasporti. Il dato del Messico è emblematico da questo punto
di vista, come anche quello della Turchia.
Interessante
è anche osservare come alcuni paesi abbiano registrato nel 2023 una riduzione
rispetto al 2022. È il caso degli Stati Uniti, dove la spesa passa da 10,4% nel
2022 a 9,9% nel 2023. Questo suggerisce che, nonostante il rincaro generale dei
prezzi, gli americani abbiano in qualche modo adattato i propri comportamenti
di consumo, magari privilegiando il lavoro da remoto, aumentando l'efficienza
dei veicoli o adottando mezzi di trasporto alternativi.
Un’analisi
più approfondita farebbe emergere anche il legame tra il tipo di sistema di
trasporto disponibile e la quota di spesa delle famiglie. Nei paesi con sistemi
di trasporto pubblico capillari ed efficienti, la spesa tende a essere più
contenuta. Nei paesi invece dove il trasporto privato è predominante, la spesa
tende a essere più elevata, riflettendo la necessità di sostenere costi diretti
legati alla proprietà dell’automobile, come carburante, assicurazione,
manutenzione e tasse.
Guardando al
futuro, l'andamento della spesa per trasporti sarà fortemente influenzato da
fattori come la transizione energetica, lo sviluppo di veicoli elettrici, le
politiche di decarbonizzazione del trasporto e i cambiamenti nei modelli di
mobilità urbana, come l’incremento della mobilità condivisa. Già ora si
intravedono segnali che vanno in questa direzione in alcuni paesi più avanzati
tecnologicamente.
Nel
complesso, questi dati raccontano di un settore dei trasporti che rimane
centrale nella vita economica delle famiglie a livello globale. Malgrado la
pandemia abbia temporaneamente ridotto la spesa in questo settore, la ripresa è
stata vigorosa, specialmente in economie emergenti e in quelle fortemente
dipendenti dal trasporto privato. Rimane evidente la forte differenziazione tra
paesi ad alto reddito e quelli a medio o basso reddito, con questi ultimi che
vedono spesso quote più basse di spesa per trasporto, non tanto per minore
necessità, quanto piuttosto per minori possibilità economiche.
La crescente
pressione dei prezzi, l’innovazione tecnologica e la necessità di una maggiore
sostenibilità ambientale plasmeranno sicuramente in modo decisivo le scelte di
mobilità delle famiglie nel prossimo futuro, influenzando direttamente anche la
quota di spesa destinata al trasporto.
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org
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