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Benessere al lavoro: come cambia la soddisfazione con l'età e il contesto nazionale

 

L'analisi della soddisfazione lavorativa tra diverse fasce d'età, espressa su una scala da 0 a 10, offre una prospettiva preziosa sulla qualità del lavoro percepita nei paesi OCSE. Anche se il dataset è incompleto per alcune nazioni, le tendenze generali forniscono spunti interessanti. In generale, si osserva una lieve tendenza all'aumento della soddisfazione lavorativa con l'età, anche se le differenze non sono sempre marcate e variano considerevolmente tra i paesi.

Partendo dall'Austria, i punteggi sono piuttosto equilibrati tra le fasce d'età, con una leggera crescita passando dai giovani (7,65) agli anziani (7,73). Questa stabilità suggerisce un sistema lavorativo in grado di mantenere una soddisfazione costante lungo l'arco della vita professionale. Un andamento simile si riscontra in Belgio, dove la fascia di mezza età presenta una leggera flessione (7,68), ma i valori restano comunque alti, attorno a 7,7 per tutte le fasce. Anche in Repubblica Ceca la soddisfazione si mantiene stabile, con valori tra 7,58 e 7,78.

La Danimarca mostra una crescita più marcata: dai 7,51 dei giovani si arriva ai 7,95 degli anziani. Questo incremento può indicare una migliore stabilità lavorativa o una maggiore autonomia e controllo percepito con l'età. Ancora più evidente è il caso della Finlandia, dove si parte da 7,4 e si giunge a un notevole 8,14 nella terza età, evidenziando forse l'efficacia di un sistema che premia l'esperienza. Anche la Norvegia segue questa linea ascendente con valori tra 7,80 e 8,24. In Estonia, invece, si ha una leggera crescita fino alla mezza età, seguita da una stabilizzazione.

In Francia, la soddisfazione decresce lievemente con l'età (da 7,27 a 7,03). Lo stesso avviene in Italia (da 7,36 a 7,17) e in Spagna (da 7,44 a 7,16), indicando forse una crescente disillusione o sfide strutturali nel mercato del lavoro per le fasce più anziane. Germania e Grecia offrono dati discontinui: in Germania, i pochi dati indicano un aumento con l'età (da 7,2 a 7,6), mentre in Grecia si passa da un minimo nei giovani (6,54) a un picco nei middle-aged (6,89), per poi tornare a 6,74.

In altri paesi dell'Est Europa come Ungheria, Polonia, Slovacchia e Slovenia, i dati tendono a essere più alti e stabili. In Ungheria, ad esempio, la soddisfazione varia poco tra le età (tra 7,69 e 7,81). La Lituania presenta invece un calo netto passando dagli 8,03 tra i giovani ai 7,62 negli anziani. Questo andamento inverso, rispetto alla tendenza nordica, potrebbe riflettere un contesto in cui i giovani beneficiano di maggiori opportunità o condizioni lavorative più dinamiche rispetto alle generazioni precedenti.

Alcuni paesi mostrano invece una certa discontinuità nei dati, come la Svizzera, dove l'unico dato disponibile (9,10 per gli anziani) suggerisce una fortissima soddisfazione nella fascia più matura. Turchia rappresenta un caso particolare: qui i livelli sono molto bassi (tra 5,80 e 5,90), indicando una diffusa insoddisfazione, forse legata a fattori come precarietà, salari bassi o scarsa protezione sociale.

Per quanto riguarda il confronto complessivo, i paesi scandinavi (Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca) risultano sistematicamente tra i più soddisfatti, soprattutto nella fascia anziana. Ciò può essere dovuto a politiche del lavoro più inclusive, a un welfare robusto e a una maggiore valorizzazione delle competenze acquisite nel tempo. Al contrario, in paesi dell'Europa mediterranea come Italia, Spagna e Grecia, la soddisfazione decresce o resta stagnante, segnalando forse un sistema meno efficiente nell'adattarsi alle esigenze della forza lavoro in età avanzata.

In paesi come Israele, Irlanda, Slovenia, Slovacchia e Lussemburgo, i valori rimangono generalmente sopra la soglia del 7, con variazioni minime, suggerendo un grado di soddisfazione medio-alto e costante. In paesi baltici come Lettonia e Lituania, si registrano invece picchi significativi tra i giovani, ma con un calo negli anziani, forse a causa di disallineamenti tra aspettative e realtà lavorativa nella tarda carriera.

In conclusione, la soddisfazione lavorativa appare influenzata da molteplici fattori: condizioni contrattuali, sicurezza del posto, possibilità di crescita, equilibrio tra vita e lavoro e sistemi di welfare. L'età incide, ma l'effetto è mediato fortemente dal contesto nazionale. Nei paesi nordici e dell'Europa centrale con strutture più solide, la soddisfazione tende ad aumentare con l'età, mentre nei contesti più fragili o con mercati del lavoro rigidi, si osserva un calo o una stagnazione. Le politiche pubbliche che incentivano il benessere lavorativo, l'invecchiamento attivo e la valorizzazione dell'esperienza appaiono fondamentali per garantire una maggiore soddisfazione lungo tutto l'arco della vita lavorativa.

 

Fonte: OCSE

Link: www.oecd.org

 


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